Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
GIAMPAOLO , SOVRAVVISSUTO ALLA STRAGE: “NON CONDIVIDIAMO EVENTI PER FINALITA’ ELETTORALI E USO STRUMENTALE DEL DOLORE”… I GIOVANI MARTIRI MISSINI NON HANNO NULLA A CHE FARE CON I SOVRANISTI, GIUSTO RIBADIRLO, FDI NON E’ EREDE DI NULLA, BASTA STRUMENTALIZZARE I MORTI
Giampaolo Mattei, presidente dell’Associazione Fratelli Mattei, ha inviato una lettera
al Corriere della Sera, indirizzata alla rubrica in cui Aldo Cazzullo risponde ai lettori. Nella missiva contesta duramente le modalità con cui gli esponenti di Fratelli d’Italia hanno gestito le iniziative
commemorative della strage di Primavalle, denunciando poi come l’Associazione non sia stata coinvolta nella realizzazione del murales inaugurato lo scorso lo mercoledì in occasione del 52° anniversario della morte di Virgilio e Stefano Mattei, arrivando a ipotizzare un’azione legale per chiederne la rimozione.
Giampaolo Mattei all’epoca aveva 4 anni, e si salvò portato in braccio dalla madre tra le fiamme.”Ci dissociamo da recenti iniziative commemorative, come il murale promosso da Fratelli d’Italia, realizzato senza il nostro coinvolgimento e in contrasto con il Codice Civile che tutela la memoria familiare. Smentiamo inoltre che il progetto sia stato condiviso con noi”, scrive.
“Non abbiamo mai avuto contatti con il signor Oddo, con cui sussistono profonde divergenze. Temiamo finalità elettorali e un uso strumentale del dolore”, prosegue la lettera smentendo le dichiarazioni di Stefano Oddo, capogruppo di FdI in XIV Municipio. Il consigliere è il punto di riferimento della sede di Assarotti, e volto notto della militanza “dura e pura” di Roma Nord, con cui evidentemente l’Associazione sente di non volere avere niente a che fare.
La lettera si conclude così: “Valutiamo azioni legali, inclusa la possibile richiesta di rimozione del murale in assenza di trasparenza. Continuiamo invece a promuovere percorsi educativi sulla memoria degli anni di piombo, basati su verità, giustizia e rispetto delle istituzioni”. Una presa di posizione che senza dubbio non farà piacere a Fratelli d’Italia, intervenuta alle commemorazioni e all’inaugurazione del murales con elementi di spicco del partito come il presidente del Senato Ignazio La Russa e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.
Il rogo di Primavalle è uno degli episodi più drammatici degli anni Settanta italiani. La sera del 16 aprile 1973 un gruppo di militanti di Potere Operaio incendia la porta dell’abitazione di Mario Mattei, segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano di Primavalle. Nell’incendio perdono la vita i figli Stefano e Virgilio Mattei, di 22 e 8 anni. Oggi Giampaolo Mattei chiede al partito di Giorgia Meloni di dissequestrare dalla ritualità e dalla memoria di parte il ricordo dei suoi fratelli.
(da Fanpage)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
GAS LIQUIDO DAGLI USA, COPRODUZIONE DI ARMI, NIENTE TASSE PER IL BIG TECH
La dichiarazione congiunta Italia-Usa squarcia il velo sui contenuti del vertice alla Casa Bianca. E Trump conferma la visita a Roma «molto presto»
Proprio mentre la premier Giorgia Meloni, rientrata questa mattina in Italia, era impegnata in un incontro bilaterale con JD Vance, il vice di Donald Trump, è stata diffusa la dichiarazione congiunta che svela il contenuto del faccia a faccia avvenuto ieri a porte chiuse tra Meloni e Trump, prima dell’incontro nello Studio Ovale alla presenza dei giornalisti. Sul tavolo, alcuni dei dossier annunciati già ieri dalla stessa premier: dallo sviluppo tecnologico alla sicurezza, passando per la lotta alle droghe sintetiche. Ma nella nota compare anche un focus sull’energia e sul “co-sviluppo” di armamenti tra Italia e Stati Uniti.
Importazioni di gas liquefatto dagli Usa
La dichiarazione congiunta chiarisce in primis un esito certo del vertice: l’Italia incrementerà le importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa. «Si rafforzerà la sicurezza energetica incoraggiando la diversificazione delle fonti e aumentando le esportazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti all’Italia, in modo vantaggioso per entrambe le nazioni», si legge nel testo. Un passaggio che conferma come il gas sia ormai uno strumento di trattativa geopolitica fondamentale per Roma.L’approvvigionamento energetico resta infatti una delle sfide principali per l’Italia, Paese privo di risorse proprie e da tempo orientato verso forniture dall’Africa e dalla Libia. Proprio questo punto era stato indicato, poche settimane fa, dal nuovo ambasciatore Usa a Roma, Tilman Fertitta, come una possibile leva per affrontare la questione dazi:
«Vorremmo davvero che l’Italia stringesse più accordi con le aziende americane e riducesse l’acquisto di energia dalla Libia e da altri Paesi». Un assist, colto in pieno. E chiarito anche nel testo della nota: «Usa e Italia si impegnano a garantire che gli scambi commerciali siano equi, reciproci e vantaggiosi per entrambe le parti».
No tasse ai servizi digitali
Ma con la dichiarazione congiunta, l’italia sembra smarcarsi anche dalla proposta di una possibile web tax europea, ipotizzata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen come misura per colpire le Big Tech in risposta ai dazi imposti da Trump. «Sottolineiamo l’importanza delle tecnologie dell’informazione per promuovere la libera impresa a livello transatlantico. Abbiamo concordato sulla necessità di garantire un ambiente fiscale non discriminatorio per i servizi digitali, in modo da incentivare gli investimenti da parte delle aziende tecnologiche più avanzate». Fonti della Casa Bianca, d’altronde, prima del vertice di ieri avevano criticato pure la tassazione già presente in Italia sui colossi del settore.
Co-sviluppo militare
Spazio anche alla cooperazione militare, ma con una precisazione importante: l’Italia non acquisterà armi dagli Stati Uniti, ma parteciperà a programmi comuni di sviluppo. «La cooperazione in materia di difesa si fonda su una filiera transatlantica solida ed estesa – si legge nella nota – Di fronte a un contesto di sicurezza complesso, Usa e Italia sono pronte ad aumentare ulteriormente la cooperazione in materia di equipaggiamento e tecnologia militare, anche attraverso programmi di co-produzione e co-sviluppo che rafforzino la capacità industriale di difesa e la proteggano da avversari stranieri».
La visita in Italia
L’invito di Giorgia Meloni a Donald Trump, a prendere parte a una visita istituzionale in Italia, è stato messo poi nero su bianco. Così come la risposta del leader Usa. «Il presidente Trump ha accettato l’invito della presidente Meloni a compiere una visita ufficiale in Italia nel prossimo futuro» si legge nella dichiarazione congiunta. In vista di quell’appuntamento, si valuta anche la possibilità di organizzare un
incontro allargato tra Stati Uniti ed Europa, rilanciando il dialogo transatlantico su scala più ampia.
Impegni Nato e spazio
L’intesa si estende anche sul fronte della sicurezza internazionale: Italia e Stati Uniti riaffermano il proprio impegno incrollabile verso la Nato, «centrando gli obiettivi dell’alleanza». Per l’Italia, questo significa centrare l’obiettivo del 2% del PIL da destinare alla spesa militare. I due premier hanno poi discusso di missioni spaziali, annunciando la partecipazione congiunta a due missioni su Marte (2026 e 2028) e all’esplorazione lunare con le missioni Artemis.
Il post di Trump
Quel che è certo è che il presidente Trump si è sperticato negli elogi della premier Meloni. Lo ha fatto anche oggi fa con un post sul social Truth in cui definisce ancora una volta «fantastica» la premier. Di cui però storpia il nome trasformandola in «Georgia»…
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
IL POTERE SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER
Ma che ghiotte sorprese saltano agli occhi sbirciando i nuovi vertici nelle partecipate
pubbliche Snam, Italgas, Fincantieri e Trevi, deliberati del consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti.
Ad esempio: alla guida di Snam, al posto di Stefano Venier, arriva l’annunciato Agostino Scornajenchi, mentre alla presidenza c’è Alessandro Zehentner, entrambi benedetti dalla Fiamma di Fazzolari.
Nella lista di Snam figura anche la riconferma dell’ex magistrato Augusta Iannini, coniugata Vespa.
Nel caso di Italgas Paolo Gallo si appresta a fare il quarto mandato; per quanto riguarda invece la presidenza, Palazzo Chigi si è preoccupata del futuro di Paolo Ciocca, dato che a breve lascerà la poltrona di Open Fiber.
Vi ricordate le straordinarie perfomance televisive del Prof “No Euro”, alias Antonio Maria Rinaldi, quando era eurodeputato della Lega?
Uno sforzo che ala fine si è rivelato vano per l’economista perché Salvini non l’ha più ricandidato.
Anche l’idea di fargli occupare la poltrona di presidente dell’Eni nel 2023 svanì perché il governo Meloni ci spedì l’ex comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana (al quale fu sbarrato il passo a direttore del DIS). Ora Rinaldi è stato fatto finalmente felice con la poltrona di presidente di Trevi Finanziaria Industriale.
Il bello per gli “addetti ai livori” arriva sul versante Fincantieri.
Straconferma per Pierroberto Folgiero e per il presidente Biagio Mazzotta, quest’ultimo già Ragioniere generale dello Stato, che saranno affiancati come consiglieri dal “sereno variabile” Gianfranco Battisti (passata la cuccagna grillina, fu Conte a nominarlo alla guida delle Ferrovie, ha traslocato in Forza Italia).
Ma il clou, fiato alle trombe! arriva con il novello consigliere di Fincantieri, Emilio Scalfarotto. Emilio chi? Il nome dell’ex assessore alla Gioventù del Comune di Fiumicino occorre accostarlo al suo attuale ruolo: è l’influente capo segreteria del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari.
Nato a Genova, Scalfarotto è sempre stato “uno di loro”: ha iniziato nel Fronte universitario di azione nazionale (Fuan), nel 1965 si è trasferito a Roma dove ha fatto le prime esperienze nel Fronte della Gioventù, dove ha conosciuto Giorgia e Fazzo, per diventare poi dirigente di AN.
È stato lui insieme a due amici a fondare l’associazione “Fratelli di Italia”, poi diventato con altri un partito.
Col trionfo elettorale del 2022, si sono ritrovati tutti insieme nel blindatissimo circolo della “Fiamma Magica” di Palazzo Chigi, dominio incontrastato del sottosegretario caro alla Ducetta.
Se Scalfarotto è il braccio esecutivo del “Genio”, come segretaria particolare di Fazzo lavora anche la nipote di Patrizia Scurti, mentre Giuseppe Napoli, marito della potentissima segretaria-ombra di Giorgia, è un agente Aisi che presiede alla scorta della premier: essì, tutto si tiene in famiglia.
E come “l’unico di cui si fida” Fazzolari, Scalfarotto deve sbattersi ogni santo giorno per sostenere l’attivismo furibondo del sottosegretario che risolve (“me la vedo io!”) qualsiasi tipo di problemi e insidie della Ducetta.
Fazzo è il “Mister Wolf” che gestisce non solo la comunicazione ma anche le strategie economico-bancarie del governo, non dimenticando però di distribuire “veline” ai giornalisti accondiscendenti, chiamare i direttori di quotidiani, bacchettando ministri e Ad delle partecipate, scornandosi su Rai e chi ne ha più ne metta.
Beh, ritrovarsi uno Scalfarotto novello consigliere di Fincantieri, su! ammettiamolo, è il minimo del cameratismo alla Fiamma.
(da Dagoreport)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
E IL PD ATTACCA: “MELONI COME UN TOUR OPERATOR, LA GITA DI PASQUA PAGATA DAGLI ITALIANI”… “CI SPIEGHI PERCHE’ DOVREMMO PAGARE AGLI USA IL GPL LIQUIDO A UN PREZZO MAGGIORE DEL 50% RISPETTO A QUELLO DI ALTRI FORNITORI”
“Oggi Giorgia Meloni accoglie a palazzo Chigi J.D. Vance, colui che solo poche settimane fa ha definito gli europei dei parassiti”, ha scritto così in una nota il deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde, Angelo Bonelli, che ha aggiunto: “Un esponente massimo dell’estrema destra trumpiana che nel 2021 dichiarava apertamente che le università non trasmettono conoscenza, ma inganni e menzogne, e che occorreva attaccarle onestamente e aggressivamente. Quelle parole non erano solo provocazioni, ma l’anticipazione di una strategia culturale e politica che oggi è diventata realtà, negli Stati Uniti come in Italia”.
La nota prosegue: “Negli Stati Uniti le università sono sotto attacco, sotto attacco è la libertà d’insegnamento. Ma c’è di più: centinaia di studenti vengono arrestati solo perché hanno osato esprimere dissenso rispetto al
massacro in corso a Gaza. Il mondo guarda con preoccupazione a quanto accade nei campus di Columbia, Harvard, Princeton, dove migliaia di giovani stanno lottando per la libertà di pensiero, per la libertà di parola, per il diritto a dissentire. A loro va tutta la mia solidarietà – aggiunge -. In Italia, nel cosiddetto ‘decreto Sicurezza’, il governo Meloni ha inserito una norma che obbliga le università a fornire informazioni ai servizi segreti sulle attività che si svolgono tra studenti e all’interno degli atenei. Un attacco gravissimo, che non ha nulla a che vedere con la sicurezza ma molto con il controllo, la repressione e la paura del dissenso”.
De Luca (Pd): Meloni tour operator, in cambio di Gnl la visita di Trump in Italia
“Come avevamo purtroppo ampiamente previsto, il viaggio della premier per incontrare Trump è stato completamente inutile ed anzi si è rivelato addirittura dannoso. Meloni non ha ottenuto nulla, neppure una dichiarazione distensiva, sui dazi”, ha commentato Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue. “In compenso si è impegnata ad aumentare l’acquisto italiano di gas liquido dagli Usa, spendendo il 50% in più di quello comprato da altri Stati, e poi a realizzare 10 miliardi di investimenti di imprese italiane in Usa penalizzando quindi ulteriormente il nostro Paese. Insomma un capolavoro. In cambio però ha strappato un impegno di Trump a far visita all’Italia prossimamente dopo il suo vice Vance. Questo sì. La gita di Pasqua conferma le straordinarie doti di tour operator della premier”, ha poi concluso.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
RUBIO: “NON E’ LA NOSTRA GUERRA, CI SONO COSE PIU’ IMPORTANTI”… MA TRUMP NON ERA QUELLO CHE AVREBBE FATTO CESSARE LA GUERRA IN 24 ORE?
Gli Stati Uniti sono pronti a defilarsi dai negoziati di pace tra Russia e Ucraina se non
verrà trovata una quadra nei prossimi giorni, o se non ci saranno almeno dei segnali di «movimento» dallo stallo che ormai dura da settimane. A dirlo è il segretario di Stato Marco Rubio, al termine dal vertice di giovedì con il presidente francese Emmanuel Macron e la delegazione ucraina: «Non è la nostra guerra, non l’abbiamo iniziata noi. Ovviamente vogliamo che finisca, ma non è la nostra guerra». Parole lapidarie che nascondono la sempre più crescente frustrazione della Casa Bianca per la mancanza di progressi concreti: «Dobbiamo determinare
molto rapidamente, e parlo di pochi giorni, se sarà fattibile (trovare un accordo, ndr) nelle prossime settimane o meno», ha detto Rubio lasciando Parigi.
Le parole di Rubio e la pressione su Zelensky: «Trump ha cose più importanti di cui occcuparsi»
Donald Trump insomma sembra aver perso la pazienza: «Ha trascorso 87 giorni al massimo livello di questo governo, impegnandosi ripetutamente per porre fine a questa guerra. È una cosa importante, ma ci sono molte altre cose importanti in corso che meritano altrettanta, se non maggiore, attenzione». Che sia un bluff o la realtà, le parole di Marco Rubio mettono inevitabilmente pressioni a Russia e Ucraina, Quest’ultima proprio ieri – e forse non è un caso – ha firmato un memorandum in vista della finalizzazione dell’accordo sulle terre rare. Il rischio, per il presidente Volodymyr Zelensky, è di perdere l’unico tramite tra Kiev e Mosca. E di affrontare le prossime settimane senza avere la certezza che il sostegno americano – finanziario, politico e militare – all’Ucraina continui.
Le pretese di Putin, le richieste di Kiev e il doppio gioco di Trump
Dall’altra parte, quella russa, si ostenta la solita calma olimpica, e pure una certa ambiguità. Alcuni progressi in realtà ci sono, ha replicato alle parole di Rubio il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo il quale «la parte russa si sta impegnando per risolvere questo conflitto, per tutelare i propri interessi, ed è aperta al dialogo».
Al contempo però Peskov ha gettato sale sulle ferite ricordando che la tregua di 30 giorni sui bombardamenti sugli impianti energetici «è scaduta». D’altra parte i negoziati, dice il Cremlino, «sono complicati perché, naturalmente, il tema della risoluzione ucraina non è semplice».
Di fatto il presidente russo Vladimir Putin continua a insistere sulle stesse richieste: no secco all’adesione alla Nato di Kiev, controllo delle quattro regioni annesse, limiti rigidi alle dimensioni dell’esercito ucraino.
Kiev, dalla sua, continua a insistere sulla necessità di ottenere garanzie di sicurezza da Washington. La Casa Bianca rimane a metà: Trump si dice pronto a irrigidire le sanzioni contro Mosca. Ma al tycoon – e lo ha ribadito ancora ieri sera nell’incontro con Giorgia Meloni – Zelensky «non piace».
La frustrazione della Casa Bianca dopo tre mesi di lavoro.
La promessa di Trump in campagna elettorale era stata chiara: stop alla guerra entro 24 ore dal suo insediamento. Poi lo stesso tycoon aveva progressivamente ritrattato, citando le difficoltà diplomatiche di un conflitto che evidentemente la Casa Bianca aveva in qualche modo sottovalutato.
Poi il colloquio con Putin e la serie di incontri con le delegazioni del Cremlino e di Kiev in Arabia Saudita. Settimane e settimane, per rimanere allo stesso punto di partenza: «Dobbiamo capire se è fattibile. Se non lo è, penso dovremo semplicemente voltare pagina», è il commento di Marco Rubio.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
NELLE MEDITAZIONI DELLA VIA CRUCIS BERGOGLIO CHIEDE AIUTO A DIO PER UNA “CHIESA LACERATA”, INVITA A SMETTERE DI ESSERE “DI ESSERE PRIGIONIERI DI NOI STESSI” E RIBADISCE IL SUO MESSAGGIO DI INCLUSIONE PER “TUTTI TUTTI TUTTI”
“Disumana è l’economia in cui novantanove vale più di uno. Eppure, abbiamo costruito un mondo che funziona così: un mondo di calcoli e algoritmi, di logiche fredde e interessi implacabili”. L
o scrive il Papa nelle meditazioni della Via Crucis, che stasera si terrà al Colosseo con il cardinale vicario di Roma Baldo Reina. “La legge della tua casa, economia divina, è un’altra, Signore”, aggiunge il Papa nella VII stazione, invocando la forza di “un cambio di rotta e un cambio di passo”. Quindi il Papa prega Dio chiedendo “rialzaci!”, perché “siamo bambini che a volte piangono”, “siamo adolescenti che si sentono insicuri”, “siamo giovani che troppi adulti disprezzano”, “siamo adulti che hanno sbagliato”, “siamo anziani che vogliono ancora sognare”.
Il Papa alla Chiesa lacerata, ‘Dio salva tutti tutti tutti’ Le meditazioni della Via Crucis al Colosseo
Nella meditazione della X stazione del testo della Via Crucis, che stasera si terrà al Colosseo con il card. Baldo Reina, il Papa scrive: “Ci conosci uno a uno, per salvare tutti, tutti, tutti. E se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo
insieme”.
In un “mondo a pezzi” c’è bisogno di “lacrime sincere”. “La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza”, scrive nella meditazione dell’VIII stazione. Nella XIV e ultima il Papa ribadisce: “Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni”.
“Siamo noi ad avere il fiato corto, a forza di evitare responsabilita’. Basterebbe non scappare e restare”, smettere “di essere prigionieri di noi stessi. Pesa piu’ l’egoismo della croce. Pesa piu’ l’indifferenza della condivisione”.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE HA RINGRAZIATO “CHI, IN CONDIZIONI ESTREME, SALVA VITE RISPETTANDO LA LEGGE DEL MARE”
«L’Unione europea deve esprime massimo impegno» nel governo dei 
movimenti migratori. Una necessità che unisce «il contrasto all’illegalità e la lotta alla criminalità» con la costruzione di «canali e modalità di immigrazione legali che, con coerenza, esprimano e rispetto nei confronti della vita umana». È il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a dieci anni dalla strage del Mediterraneo del 18 aprile 2015 avvenuta a 200 chilometri da Lampedusa, a puntare nuovamente i riflettori sul tema delle tragedie in mare. «La Repubblica italiana ricorda quelle tante donne e tanti uomini, molti destinati a restare senza nome. È la nostra civiltà a impedirci di voltare le spalle, di restare indifferenti, di smarrire quel sentimento di umanità che è radice dei nostri valori».
La strage nel canale di Sicilia: «Cercavano disperatamente una vita migliore»
«Dieci anni or sono nel Canale di Sicilia si consumò un’immane tragedia, tra le più terribili che si ricordano nel Mediterraneo», così il Capo di Stato ha esordito ricordando quel 18 aprile 2015. Centinaia di migranti stipati in un peschereccio eritreo guidato da due scafisti, la richiesta di soccorso poi – per motivi mai chiariti fino in fondo – il ribaltamento dell’imbarcazione. I dati ufficiali parlarono di 58 morti, oltre 700 dispersi e solo 27 tratti inn salvo. Fonti non ufficiali hanno alzato la stima dei decessi a 525, a cui vanno aggiunte centinaia di dispersi. «Erano persone che disperatamente cercavano una vita migliore, fuggendo da guerre, persecuzioni, miseria», ha ricordato Mattarella. Persone finite nelle mani di organizzazioni criminali, che li hanno crudelmente abbandonati nel pericolo. Nel fare memoria rinnoviamo l’apprezzamento per l’opera di soccorso da parte delle navi italiane che sono riuscite, in condizioni estreme, a salvare vite,
rispettando quanto impone la legge del mare».
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
IL PREMIO NOBEL PER LA FISICA: “LA POLITICA USA METTE IN FUGA GLI SCIENZIATI, L’EUROPA HA UNA GRANDDE OCCASIONE, MA L’ITALIA DEVE SPENDERE DI PIU’ PER LA RICERCA”
«È tempo di misure e strategie coraggiose: abbiamo l’opportunità unica di portare dagli Stati Uniti all’Italia studenti e scienziati e non dovremmo sprecarla». Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 2021 e presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei, condivide appieno il messaggio contenuto nel Manifesto per un’Europa della scienza aperta, ReBrain Europe, in cui si invita l’Europa ad accogliere i cervelli americani insofferenti alle nuove politiche imposte dall’amministrazione Trump. Ma Parisi guarda al prossimo esodo dei cervelli da Oltreoceano come un’occasione imperdibile soprattutto per l’Italia: una nuova strada per rilanciare la ricerca e, di conseguenza, l’economia.
Professore, la supremazia degli Usa sul fronte della Ricerca & Sviluppo ha davvero i giorni contati?
«Bisogna ammettere che quanto sta avvenendo negli Stati Uniti è una cosa davvero molto strana. C’è questo presidente che sta usando poteri emergenziali, giustificandosi con la crisi economica e la guerra, per prendere dubbie decisioni che di fatto stanno mettendo in seria difficoltà i giovani studenti, così come anche gli scienziati. Oggi ci troviamo dunque in una situazione completamente ribaltata rispetto al passato: se dagli anni
30 in poi gli Stati Uniti hanno avuto praticamente la supremazia sulla scienza tanto da attirare all’interno dei suoi confini un enorme flusso di scienziati da tutto il mondo, Italia compresa, ora potrebbe verificarsi il contrario. Ora infatti sono gli scienziati americani e tutti quelli che sono emigrati negli Stati Uniti che sembrano invece voler venire in Europa e, se vogliamo e investiamo in tal senso, anche in Italia».
Nel corso degli anni l’Italia ha «regalato» agli Stati Uniti grandi eccellenze della scienza e non solo, possiamo aspettarci altrettanto?
«Da questo punto di vista, è vero che l’Italia è stata molto generosa con gli Stati Uniti. Dal secondo dopoguerra scienziati come Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Renato Dulbecco, giusto per citarne qualcuno, sono emigrati Oltreoceano, dove hanno prodotto risultati notevoli. Ma per essere altrettanto fortunati dovremmo mettere gli scienziati statunitensi nelle condizioni di voler e poter scegliere il nostro Paese come luogo per portare avanti i loro progetti di ricerca. Non si tratta affatto di una cosa semplice, considerato che la ricerca da noi è sottofinanziata ormai da moltissimo tempo».
Cosa serve all’Italia per diventare attrattiva per i cervelli che oggi stanno pensando di abbandonare gli Stati Uniti?
«Servono investimenti che purtroppo fino ad oggi non siamo stati in grado di fare bene. Dobbiamo offrire garanzie sul lungo periodo in modo tale che se uno scienziato viene qua dagli Stati Uniti sa che il suo lavoro non sarà di nuovo in pericolo dopo pochi anni. In Italia, purtroppo, quando cambiano i governi, cambiano anche gli scenari. Per uno scienziato significa correre il rischio di dover lasciare a metà il proprio progetto di ricerca e quindi di ritrovarsi a dover ricominciare una seconda volta, dopo aver lasciato prima gli Stati Uniti, da un’altra parte ancora. Insomma, bisogna avere dei piani certi e a lunga scadenza. Perché venire in Italia e rischiare di dover subire tagli ai fondi non conviene. Se non diamo certezze l’Italia continuerà a rimanere un Paese difficile da scegliere».
In sostanza è una questione di risorse?
«Sì, la ricerca si fa con i finanziamenti. Ma non bastano solo questi. Gli Stati Uniti sono stati pe r lungo tempo una meta ambita anche e soprattutto per i grossi laboratori che hanno saputo costruire nel tempo investendo
ingenti risorse. Per essere competitivi dunque bisogna poter offrire delle infrastrutture importanti e dei grossi laboratori. Oggi non facciamo più la stessa ricerca che si faceva in passato. Per capirci: non è più quel tipo di ricerca che ha fatto Rita Levi Montalcini durante la guerra, quando si è nascosta in campagna portando con sé solo un microscopio per guardare la formazione del cervello negli embrioni di pollo grazie alle uova che le venivano date. Oggi la ricerca è completamente diversa. È più complessa: abbiamo bisogno di macchine, analisi . I laboratori sono diventati più costosi».
In pratica, non siamo all’altezza?
«Al momento no. Bisogna che anche la scienza locale si attivi. Ma mentre i laboratori dei matematici, così come quello dei fisici teorici e planetari si possono attivare facilmente, molte altre discipline come la biologia hanno bisogno di investimenti più importanti. Oggi in Italia abbiamo ottimi biologi che sono riusciti a costruirsi laboratori grazie alla loro ostinazione e dopo tanti anni di lavoro. Forse è per questo che per l’Italia può essere più semplice attrarre studenti e dottorandi».
In che modo?
«Con gli studenti e i dottorati si possono stanziare delle borse. Probabilmente ci si dovrà mettere sul campo e fare offerte buone. Sono convinto che l’Inghilterra si muoverà in tal senso. Questo è un momento buono per riuscirci, viste le espulsioni non giustificate, e legalmente dubbie, di cui sono stati vittima oltre 500 studenti provenienti da vari Paesi che erano andati negli Stati Uniti. Molti sono rimasti a metà dottorato e devono trovare necessariamente un altro posto in cui continuare. Potremmo riuscire a intercettarli ma solo se lo vogliamo».
Più facile a dirsi che a farsi con questa crisi economica…
«Gli investimenti migliori sono quelli che si fanno nei momenti di difficoltà. Al contrario, quando tutto va bene non se ne ha bisogno. Quando si è crisi si deve scegliere: investire per cambiare oppure aspettare che tutto vada in disgrazia. L’Italia dovrebbe fare la sua scelta e auspico che corrisponda alla prima opzione».
(da lastampa.it
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Aprile 18th, 2025 Riccardo Fucile
ISTITUZIONI A GETTONE, SE PAGHI VAI DAL SOTTOSEGRETARIO
Nasce il Tinder della politica: scrollando un’App, e pagando da 30 a 60 mila euro, si
potrà prenotare l’incontro one to one con un sottosegretario, un funzionario pubblico o un presidente di Regione, tutti à la carte. Benedetta digitalizzazione.
Sempre pagando, si potrà ad esempio incontrare il Dipartimento della Trasformazione Digitale, quello che sta sotto l’ombrello della presidenza del Consiglio dei ministri e che – per capirci – gestisce sei miliardi di fondi Pnrr da far piovere su Regioni, Comuni, ospedali e scuole. Ma anche trovarti faccia a faccia “con Assessori e Dirigenti delle Regioni, competenti nelle materie di Innovazione e Trasformazione Digitale nei diversi settori di attività”. È la prima volta che qualcuno mette una tariffa per un incontro istituzionale, spingendo esplicitamente l’Italia nella nuova frontiera del Business to Government. Manca soltanto un codice Ateco per l’emissione della fattura, ma se è arrivato per il commercio di servizi legati al sesso, allora tutto è possibile.
Si scaldano i motori della “ComoLake2025”, terza edizione dell’evento
internazionale sull’economia digitale, evento fortemente voluto e sostenuto dal sottosegretario Alessio Butti, che si terrà a Villa Erba, nel comune di Cernobbio, dal 14 al 17 ottobre.
Le principali aziende pubbliche e private del settore, non solo in Italia ma in cinque Continenti, stanno già ricevendo in questi giorni la brochure per l’adesione. La raccolta dei “partner” è iniziata ai primi di aprile e terminerà il 30 giugno con la sottoscrizione dei contratti. Il nuovo programma con relatori e ospiti sarà ufficializzato a fine luglio. Nelle precedenti edizioni erano intervenuti il presidente del Senato Ignazio La Russa e i ministri Guido Crosetto, Anna Maria Bernini e Maria Elisabetta Casellati, nonché i ceo delle principali aziende pubbliche italiane.
Il Fatto fece capolino all’evento l’anno scorso, registrando il malessere di grandi aziende che erano state caldamente invitate a partecipare, anche dal Dipartimento, pagando un sacco di soldi per stand che rimanevano però desolatamente deserti, come dimostravano le foto pubblicate allora.
Un articolo del 15 ottobre 2024 aveva poi messo in luce il conflitto di interessi potenziale in capo al sottosegretario Alessio Butti, promotore in pectore del più grande evento di lobbismo pubblico-privato nel settore che deve governare. Per di più in quel di Como, che è anche la sua circoscrizione elettorale. Ne fece le spese il suo braccio destro, Raffaele Barberio, che un mese e mezzo dopo lasciò il suo incarico da 80 mila euro l’anno come “consigliere esperto” di Butti. “Per non dare adito a letture strumentali”, scrisse lui stesso. Il problema però, evidentemente, non era lui.
Infatti oggi ci risiamo, ma con un’edizione ancora più “spinta”. Quattro le novità principali della edizione 2025. La prima è che, anche per sgomberare gli equivoci sul coinvolgimento diretto del Dipartimento per l’Innovazione, gli ideatori dell’evento si appoggiano a una Fondazione Innovazione Digitale ETS che ha sede a Firenze. La seconda è che la tariffa minima passa da 15 mila a 20 mila euro. La terza è che ComoLake apre a un pubblico “selezionato” nella giornata finale del 17 ottobre, allo scopo di ovviare almeno in parte alla cattiva pubblicità degli stand vuoti e giustificare la spesa dei partner. Ma la più clamorosa è la quarta: per la prima volta, le aziende paganti che aderiscono potranno prenotare incontri
one to one con il Dipartimento, che vuol dire poi Alessio Butti, e con “dirigenti di Società e Istituti Pubblici” nei diversi settori di attività: “Sanità, Energia, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture, Cybersecurity, Telecomunicazioni & Cloud Computing, Sistemi di Pagamento, ecc.”.
Il flyer dell’evento che gira tra le aziende invitate lo dice proprio espressamente, nero su bianco, esplicitando che gli incontri saranno di “massimo mezz’ora”.
I pacchetti di partnership sono tre. Il primo è “official” da 20 mila euro, il quale però non dà diritto di partecipare seduti al tavolo dei relatori e di parlare dal palco, e ha solo quattro posti riservati al giorno e due ospiti. Ma soprattutto non ha il servizio di “supporto per incontri one to one con istituzioni e aziende” che invece è garantito con le formule “Premium” da 30 mila euro e “Main” da 60 mila. Solo l’ultimo pacchetto dà la “Speaking Opportunity” cioè di parlare e partecipare a tutti gli eventi. Insomma, se paghi il massimo ottieni il massimo, compresa l’opportunità di incontrare quelli che contano.
Ricevendo la presentazione con la proposta alcune grandi aziende pubbliche hanno notato la cosa e alzato più d’un ciglio. “In effetti siamo rimasti un po’ perplessi”, racconta un responsabile dell’ufficio eventi di una Spa pubblica. “Ci siamo un attimo soffermati sulla cosa, messa così in effetti sembra un commercio di relazioni, e un personaggio pubblico non dovrebbe vendere la propria capacità di influenza. Detto fuori dai denti, non esiste che paghi 30 mila euro e incontri un assessore”. Avremmo voluto chiederlo al vero stratega dell’evento, il sottosegretario Butti. Risposta: “Non saprei cosa dirle, dovrebbe cortesemente chiamare Micromegas. Buona serata”.
E allora chiamiamo Erminio Fragrassa, fondatore e presidente dell’agenzia Micromegas che da 30 anni organizza grandi eventi tra i quali appunto ComoLake. “Quella brochure è scritta male ma è vero che realizzeremo un’App per facilitare gli incontri tra i partner e le istituzioni, ovvero che agevolerà le relazioni”. E come funzionerà? “Il soggetto istituzionale potrà vedere dai batch degli accessi chi sono le persone presenti e chi gli richiede l’incontro. Sarà poi lui a stabilire se quell’incontro si farà, dove, come e quando. Il soggetto istituzionale e il partner che attraverso la piattaforma
decidono di incontrarsi avranno naturalmente la facoltà di non rendere pubblica la cosa sull’App. Noi, per motivi di privacy, non possiamo veicolare il dato”. Fragrassa precisa che l’opportunità degli incontri “è stata richiesta proprio dai partner. “Perché, insomma, è evidente il motivo…”.
(da ilfattoquotidiano.it)
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