Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
CHI LI INCONTRA, GUARDANDOLI COME PER DIRE ALLORA, CHE DICI? RICEVE RISPOSTE SECCHE: “ESCLUSO, NON TOCCHERÀ A ME”. LA VERITÀ È CHE SE DIPENDESSE TUTTO SOLO DALLO SPIRITO SANTO, SAREBBE PIÙ FACILE”
Arrivano come divi della Chiesa, che Francesco li perdoni. Agghindati con i loro pesanti crocefissi d’oro massiccio, l’abito talare rosso porpora completo di zuccotto: ma anche, quelli più sciolti, dentro vestiti neri di stoffe preziose, le giacche ben tagliate, con le asole ricamate, i bottoni di vero corno, perché si vede, reverendissime eminenze, che vi piace servirvi da sarti di gran mestiere (certo non è un vezzo che appartiene a Matteo Zuppi, tra i pochissimi ad avere un’autentica aria da prete, da pastore, e chissà se per lo Spirito Santo potrà essere un buon indizio)
Vedremo se tra questi cardinali c’è davvero un degno erede di Bergoglio, capace di continuare la sua rivoluzionaria azione da militante della Misericordia, tra i poveri e i perdenti: intanto, però, eccoli entrare dentro piazza San Pietro, certi provenienti da Porta Sant’Anna, dove hanno prudentemente lasciato la Mercedes con l’autista, eccoli lanciare un’occhiata distratta ai fedeli ancora in coda per raggiungere la Basilica e inginocchiarsi davanti al feretro di Papa Francesco, e poi via, a passi veloci, chi s’infila sotto l’Arco delle Campane, chi sparisce dietro porte misteriose, dentro corridoi nella penombra, con l’odore dell’incenso e di quel certo potere curiale, hanno tutti fretta gli attori protagonisti del grandioso evento che comincerà presto, il Conclave.
Così vengono inseguiti dai fotografi e dai cameraman, blanditi e riveriti nel solito mischione. Eminenza! Santità! («Ma sei scemo? Mica è il Papa»). C’è chi abbassa la testa e tira diritto, tipo Raymond Leo Burke, il fantasmagorico cardinale trumpiano che si fa portare il mantello dai chierichetti e, certe volte, quando gli viene lo sghiribizzo, va in giro con un cappello a tesa larga così fru fru, che al confronto, Benedetto XVI, con le sue scarpette rosse, sembrava un tipo sobrio. Ma c’è pure chi si ferma, come Gianfranco Ravasi, davanti al microfono di SkyTg24, e dice, con la consueta arguzia: «Il testamento di Francesco? Semplice, come la sua esistenza».
Ecco, a proposito di semplicità: la corrispondente della televisione giapponese parte e va a cercare il cardinal Tarcisio Bertone. Ma che gli puoi chiedere a Bertone? Abita in un attico di 500 metri quadrati, putti alle pareti e lampadari sempre accesi come a Versailles, lo sfarzo più assoluto racchiuso in storie
memorabili, come quella della sua festa di compleanno, quando organizzò una strepitosa tartufata vuotando bottiglie di Barolo, perché siccome è di origini piemontesi, gli piaceva celebrare con la tavola imbandita di cose buone della sua terra. Bertone ha 90 anni; Giovanni Battista Re, uno di più: il che lo rende decano, e quindi toccherà a lui celebrare la messa funebre di domani e quella che precede l’apertura del Conclave
Stanno arrivando da tutto il mondo. Quelli destinati a riunirsi per decidere il nome del nuovo erede di Pietro sarebbero 135: ma, considerati i due preannunciati forfait per ragioni di salute, diventano 133. Gestirli non sarà semplice. Da molti punti di vista. Per questo, la vera star di queste ore è diventato Kevin Joseph Farrel, 77 anni: il Camerlengo.
Se fai il vaticanista e sei suo amico, hai risolto molti dei tuoi problemi con le notizie. È lui che, in questa fase, decide tutto. Se ci sono i divi, dev’esserci il regista. Entra in gioco con l’inizio della «sede vacante», ovvero il periodo che inizia con la morte del Papa e si conclude con l’elezione del successore
Farrel sta lavorando a stretto contatto con il segretario di Stato, Pietro Parolin, e con l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche: devono trovare il modo di alloggiare tutti i cardinali dentro la Domus Santa Marta e assicurare la totale segretezza di quanto avverrà poi nella clausura della Cappella Sistina. Un’impresa. Alcuni cardinali fanno i capricci: certi hanno già espresso perplessità sulla qualità dell’alloggio (come se Francesco, in quel residence, non avesse abitato per dodici anni). Altri hanno fatto pervenire specifiche richieste alimentari. L’unico che, pur di esserci, sarebbe disposto a digiunare e a dormire anche sul pavimento, è Angelo Becciu
Il cardinale arcivescovo di Colonia, Rainer Maria Woelki, prevede «un Conclave lungo, perché tra noi ci conosciamo poco». Forse anche per questo fioccano le interviste. I cardinali si posizionano. I bookmaker del Regno Unito, però, non modificano le quote: il favorito è Parolin, dietro c’è il filippino Tagle. Poi Zuppi e Pizzaballa.
Chi li incontra, e ha un po’ di confidenza, e li sfruguglia, guardandoli come per dire allora, che dici? riceve risposte secche: «Escluso, non toccherà a me». La verità è che se dipendesse tutto solo dallo Spirito Santo, sarebbe più facile.
(da Il Corriere della Sera)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
PER LA FOGNA SOVRANISTA IMAGINE DI LENNON E’ “UN INNO ATEO CHE RIFIUTA LA RELIGIONE, IL PARADINO E CRISTO”… URGE RICOVERO A PSICHIATRIA
Papa Francesco non è ancora stato sepolto, ma in Vaticano si parla già da tempo del
suo successore. Complici i diversi ricoveri del Pontefice, e i tanti «corvi» che già da martedì si sono levati in volo sopra San Pietro con l’obiettivo del Conclave, la riunione (e la stanza) da cui uscirà il nuovo Papa, il 266esimo successore di Pietro.
Colui che dovrà raccogliere l’eredità lasciata da Franciscus. I primi bersagli, il segretario di Stato uscente Pietro Parolin e il cardinale africano Robert Sarah. Entrambi per presunti problemi di salute, risalenti ad anni fa. Ma l’opposizione ai cosiddetti “papabili”, in tutto 137, si sa, lavora molto spesso in Rete e ha il suo centro nelle sfere più conservatrici della Chiesa cattolica d’Oltreoceano.
L’attacco partito da un sito della destra cattolica canadese
E proprio da lì, dal Canada che è partito un nuovo attacco. Questa volta, la vittima è Luis Antonio Gokim Tagle, “Il Bergoglio asiatico”, cardinale filippino tra i più accreditati alla successione di Francesco.
Un sito della destra cattolica canadese, anti-abortista, LifeSite News, ha infatti tirato fuori – con tanto di scandalo – un video di Tagle che canta vestito civilmente «Imagine» dei Beatles, testo tradizionalmente ritenuto anticristiano. «Scioccante: il cardinale Tagle canta “Imagine” di John Lennon. Un tradimento dell’insegnamento cattolico? – scrive il sito in un post su X – Si tratta di un inno ateo che rifiuta la religione, il paradiso e la regalità di Cristo. E il testo della canzone contraddice apertamente la dottrina cattolica («Non c’è inferno sotto di noi… nemmeno la religione»). Si tratta di scandalo o di ignoranza?».
Il sito accusa, inoltre, Tagle di aver cantato – durante un’esibizione di cinque anni fa – la strofa di Lennon che recita: «Immagina che non ci sia il Paradiso», ma il video integrale smentisce questa tesi.
Tagle ha conquistato nel tempo grande seguito, anche sui social, grazie ai suoi interventi, ma anche ai video che pubblica su X e Fecebook, dove ha oltre 600.000 follower, in cui si esibisce come cantante ai vari eventi. Insomma, dopo Parolin e Tagle, ora chi sarà il prossimo?
(da agenzie)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
E’ ACCADUTO AD ASCOLI PICENO: “SONO STATA TRATTATA COME UNA POTENZIALE CRIMINALE”
«Buono come il pane, bello come l’antifascismo»: è il messaggio dello striscione affisso da Lorenza Roiati questa mattina, venerdì 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione, fuori dal suo panificio “L’assalto ai forni” ad Ascoli Piceno, nelle Marche.
Un gesto simbolico e pacifico che, tuttavia, sembra aver attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Stando alla testimonianza della titolare sui social e ripresa dai media locali, quindici minuti dopo aver affisso il cartellone all’esterno della pluripremiata attività commerciale, è stata avvicinata e identificata dalla polizia di Stato. «Non ho parole – commenta Roiata con i giornali locali – mi sono sentita trattata come una potenziale criminale. Quale
regola ho rischiato di infrangere? – si chiede – Antifascismo non si può scrivere? Voglio ricordare che mio nonno Lorenzo e suo fratello Vittorio, proprietari di queste mura (dove la titolare ha deciso di appendere lo striscione, ndr) sono stata insigniti della medaglia al Valor Militare per attività partigiana, come tanti altri ascolani», afferma.
«È la prima volta che subisco un sopruso, sulla mia pelle – continua al Resto del Carlino -. E questa cosa va raccontata, deve uscire. Qualcuno deve rispondere di quello che è successo».
La seconda identificazione
Dopo poche ore dalla prima identificazione da parte della polizia di Stato, al panificio si sono presentati tre agenti in borghese questa volta della polizia locale per un secondo accertamento: «Attorno alle 12.15 – spiega Roiati al Corriere della Sera -, nel panificio sono entrate tre persone. Una di loro mi ha mostrato il distintivo della polizia locale. “Voi c’entrate qualcosa con questa affissione? Ve ne assumete la paternità? Ha un documento?”, mi ha chiesto. Ho fatto notare che la polizia di Stato era già passata in mattinata e, di nuovo, ho chiesto spiegazioni nel merito. Ho anche domandato che tipo di reato avessi commesso esponendo sulla facciata della mia casa di famiglia uno striscione con la parola “antifascismo”. Non è una parolaccia. Mi è stato risposto che non c’era a mio carico alcuna contestazione di reato e non avevano alcuna intenzione di intimorirmi, ma si trattava di “accertamenti che sono già stati disposti”.
Hanno poi aggiunto: “Procederemo con gli accertamenti d’ufficio che ci competono e se ci sarà qualche contestazione, sarà in un secondo momento”», conclude Roiati. L’intera conversazione è stata ripresa con lo smartphone dalla panificatrice in un video, che in queste ore sta circolando sui social.
(da Open)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
LUI CHE SPERAVA DI DIVENTARE IL PRIMO TRILIONARIO DELLA STORIA NEL 2027, È STATO COSTRETTO A UN BAGNO DI REALTÀ DOPO CHE IN TESLA SONO CROLLATI PROFITTI, RICAVI E CONSEGNE: SI TRATTA DEL PEGGIOR RISULTATO DAL 2021
Il 20 gennaio 2025 Elon Musk assumeva l’incarico di capo del Dipartimento
dell’Efficienza governativa statunitense (Doge), con il mandato trumpiano di tagliare la spesa federale, consolidare il numero dei dipartimenti ed eliminare il Consumer Financial Protection Bureau. Ma nell’arco di questi ultimi tre mesi, da quando il plurimiliardario patron di Tesla è «dipendente governativo speciale», il suo patrimonio si è ridotto, secondo le stime, di oltre 120 miliardi di dollari, scivolando così dai circa 430 certificati a inizio anno ai 310 miliardi del 24 aprile (numeri, ormai da giorni sulle montagne russe, in costante aggiornamento).
Questa slavina finanziaria, però, non ha strappato di mano a Musk il titolo di uomo più ricco del mondo, mantenendolo saldamente davanti (e ben distanziato) da Jeff Bezos, fermo in seconda posizione con un patrimonio di «soli» 200 miliardi. Lo scettro Musk lo ha conquistato verso la fine dell’anno scorso, sfondando il fatidico tetto dei 400 miliardi, cifra schizzata a dicembre sopra i 486 miliardi, sulla scia della vittoria elettorale di Donald Trump, che Elon Musk ha platealmente sostenuto durante tutta la campagna elettorale.
Un’avanzata trionfale, all’apparenza priva di ostacoli, verso l’obiettivo incredibile di diventare il primo «trilionario» al mondo entro il 2027, come avevano previsto molti analisti, che si è però bruscamente interrotta davanti alla poca gentilezza dei numeri. Il 2025 ha costretto Tesla e il suo amministratore delegato a fare un bagno di realtà. Il primo trimestre dell’anno si chiude con una sonora batosta: crollano ricavi, profitti e consegne (utile netto giù del 70%; -13% i veicoli venduti rispetto allo stesso periodo del 2024).
Questo, per Tesla, è il peggior risultato dal 2021. Ieri, a mercati chiusi, la casa automobilistica di Austin ha pubblicato i risultati del primo trimestre: 0,27 dollari di utile per azione e 19,3 miliardi di dollari di ricavi, a fronte di un mercato che si aspettava ben altre performance: 21,3 miliardi di ricavi e 0,41
dollari per azione, secondo FactSet. In soldoni, all’appello mancano almeno 2 miliardi e un terzo degli utili.
Un bello schiaffo per l’imprenditore che per anni ha visto affiancare al suo nome l’aggettivo «visionario». Ma è proprio la visione politica di Musk a non portare fortuna alla sua azienda principale Ora, è venuto il momento di correre ai ripari. Così, il plurimilionario sudafricano con cittadinanza canadese e naturalizzato statunitense ha annunciato di voler fare un passo indietro (dal governo) e tornare a occuparsi delle sue auto.
Oggi, la maggior parte del patrimonio netto di Musk deriva dalla sua partecipazione in SpaceX, ma la sua ricchezza potrebbe ricevere nuovi colpi dai dazi annunciati da Trump il 2 aprile scorso. Ecco perché Musk non ha mancato di criticarli, chiedendo tariffe «zero» e una «zona di libero scambio» tra Stati Uniti ed Europa.
(da Corriere della Sera)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
FRATELLI D’ITALIA SI OPPONE PER LA CLAUSOLA SULLA DIFESA DELL’AUTONOMIA STRATEGICA, CHE PENALIZZEREBBE I CONTRATTI CON LE IMPRESE AMERICANE. E FORZA ITALIA PERCHÉ INTRAVEDE UNA FREGATURA PER LE AZIENDE ITALIANE COME LEONARDO
Il Parlamento europeo ha dato il suo primo via libera al regolamento sul programma per l’industria della Difesa europea, proponendo di finanziare con fondi Ue esclusivamente gli acquisti congiunti di prodotti che abbiano «almeno il 70% dei componenti» di origine europea.
Una clausola fortemente voluta dalla Francia per difendere l'”autonomia strategica” in ambito militare e ridurre così la dipendenza dai fornitori americani. Il testo è stato approvato con una solida maggioranza dalle commissioni Industria e Difesa (70 favorevoli, 46 contrari e 8 astenuti), ma ha visto l’opposizione dei partiti italiani che compongono la coalizione di governo.
I parlamentari del Partito democratico sono stati gli unici italiani ad aver votato a favore: «Questo programma – nota Lucia Annunziata – rimane il primo strumento, e per ora l’unico a disposizione, per costruire una difesa comune e non un riarmo dei singoli Stati».
Il programma Edip, che avrà una dotazione di 1,5 miliardi di euro, era stato proposto ben prima del piano di riarmo lanciato a marzo da Ursula von der Leyen L’obiettivo è infatti quello di portare a una maggiore integrazione delle industrie della difesa europea, favorendo gli appalti congiunti e soprattutto introducendo una corsia preferenziale per i prodotti Ue attraverso la clausola “Buy European”.
Significativo il voto contrario della delegazione di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. «L’attuale posizione mira a rafforzare l’autonomia dell’industria europea – spiega Elena Donazzan, eurodeputata di Fdi e relatrice ombra del provvedimento –, ma in realtà non tiene conto delle sue
reali condizioni: se sul lungo termine è giusto puntare all’indipendenza, nel breve resta forte la dipendenza dai Paesi terzi».
L’eurodeputata non cita esplicitamente gli Stati Uniti, ma il riferimento indiretto è all’industria americana che ovviamente rischia di essere penalizzata. [Nessuno dei tre partiti di maggioranza ha votato a favore del regolamento, seppur con ragioni diverse. Se per Fratelli d’Italia sono necessarie correzioni, per la Lega si tratta di «una proposta squilibrata, pericolosa per l’interesse nazionale e per il bilancio», come ha sottolineato Paolo Borchia.
Più ambigua, invece, la posizione di Forza Italia: gli eurodeputati azzurri non hanno partecipato al voto e anzi hanno delegato i polacchi, apertamente contrari, ma il capo-delegazione Fulvio Martusciello ha esultato per il via libera ad Edip, definendolo «il primo passo concreto verso la realizzazione di un sogno che Silvio Berlusconi ha indicato con forza e visione: una vera difesa comune europea».
Il regolamento prevede che, per poter godere del finanziamento Ue, i progetti nella difesa dovranno essere di interesse comune e coinvolgere almeno quattro Stati membri o almeno tre tra quelli che più sono esposti «a minacce militari convenzionali».
Gli eurodeputati vorrebbero far partecipare al programma anche l’Ucraina e sostengono l’introduzione di un meccanismo di vendita basato su un catalogo di prodotti centralizzato. Il nuovo programma – spiega il Parlamento Ue – dovrà «migliorare la fornitura di armi, munizioni e altri prodotti rilevanti per le crisi, incrementando le capacità produttive o garantendone l’aumento, riducendo i tempi di produzione e consegna e aumentando le scorte».
Nell’ambito di Edip verrà inoltre introdotto uno strumento di sostegno all’Ucraina per favorire la modernizzazione e l’integrazione nella base industriale e tecnologica della Difesa europea.
(da La Stampa)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
LA CENA CON IL PAPA INSIEME AD ALCUNI SENZATETTO
Violetta è una donna di origine belga che vive da anni in strada a Roma. La
incontriamo seduta come sempre su un gradino di marmo lungo il colonnato di piazza San Pietro. Intorno a lei c’è un via vai incredibile di pellegrini, turisti e forze dell’ordine.
Ma lei non sembra notare nulla, volge lo sguardo verso la basilica pronunciando preghiere in francese. Tra le mani tiene un rosario di legno. “Lui veramente ce l’ha messa tutta e noi abbiamo pregato così tanto per lui” ci dice ricordando i mesi di ricovero del Pontefice, le dimissioni dall’ospedale fino all’annuncio della morte il giorno di Pasquetta.
L’incontro con Papa Francesco
La donna ha incontrato diverse volte il Santo Padre durante le cene organizzate
insieme ad altri senza fissa dimora. Ma la prima è quella che le è rimasta più nel cuore. Non le sembrava possibile di potersi sedere a un tavolo per cenare mentre a pochi passi c’era il Pontefice. Al termine dell’incontro tutti hanno ricevuto un rosario, Violetta ne ha ricevuti due. “Mi ha dato un rosario rosa, mentre agli uomini dava uno grigio che mi piaceva di più. Gli ho chiesto di poterlo scambiare e lui mi ha fatto segno di tenere entrambi” racconta la donna. “Mi sono emozionata, ho preso la sua mano e l’ho baciata. La gente mi guardava ma dalle mie parti è normale” afferma ridendo Violetta.
Il saluto dei poveri al Pontefice
La vicinanza di Papa Francesco agli ultimi verrà sottolineata anche il giorno dei suoi funerali. Poveri, migranti, trans e sei detenuti, che hanno ottenuto il permesso speciale dal magistrato di sorveglianza, sabato accoglieranno il feretro di Papa Francesco sul sagrato della Basilica di Santa Maria Maggiore dove ha scelto di essere seppellito.” Sarà un gruppo di quaranta persone che in questi anni hanno incontrato il Papa con le loro povertà e le loro storie dolorose. Tra loro anche donne vittime di tratta, trans e una donna rom. Ognuno avrà in mano una rosa bianca, il fiore che tanto piaceva al Papa” ha racconta don Benoni Ambarus, delegato Cei per la carità.
(da Fanpage)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
LA CARRIERA, LA ROTTURA E L’ADDIO
Il giornalista Andrea Vianello, noto conduttore e già direttore di Rai 3, Rai News 24 e Radio 1, ha annunciato oggi il suo addio alla Rai. «Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la “mia” Rai. Accordo consensuale. Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico», ha scritto sul suo profilo X il giornalista romano. Nessuna polemica aperta dunque, tono anzi diplomatico e insistenza sull’accordo «consensuale» sulla sua uscita di scena. Eppure secondo i giornalisti del Tg3 dietro la rottura ci sarebbero eccome dissidi tra Vianello e la tv di Stato, e di natura tutta politica. «Il Cdr del Tg3 apprende con rammarico e preoccupazione che anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrive in una nota il Comitato di redazione della testata Rai, secondo il quale l’ex conduttore di Mi Manda Rai 3 «è l’ennesimo collega di grande livello che viene messo ai margini dall’azienda per motivi che non possiamo non definire politici, in un progressivo svuotamento di identità e professionalità. Auspichiamo che questa emorragia si arresti e che attraverso la valorizzazione di colleghi interni la Rai, e in particolare la nostra rete Rai3, possa recuperare la sua centralità nel panorama informativo e culturale nazionale, senza restare vittima di derive ideologiche che impoveriscono soltanto l’offerta per i cittadini che pagano il canone», conclude il Cdr del Tg3.
La carriera Rai di Andrea Vianello
Nato a Roma il 25 aprile 1961, Andrea Vianello entra in Rai nel 1990 dopo diversi anni di collaborazioni con quotidiani e riviste. Cronista prima al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, segue come inviato tanti fatti di cronaca, dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al rapimento di Faruk Kassam. Dal 1998 al 2002, sotto la direzione di Paolo Ruffini, cura e conduce Radio
anch’io, poi approda in tv con Tele anch’io su Rai2. Su Rai3, dal 2001 al 2003, è autore e conduttore di Enigma e dal 2004 al 2010 conduce Mi manda Rai3. Vianello arriva nel 2012 alla direzione di Rai3 direttamente dalla conduzione di Agorà, spazio informativo del mattino della rete al quale era approdato nel settembre 2010 dopo l’esperienza di Mi manda Rai3. Nel gennaio 2020 pubblica il libro Ogni parola che sapevo, raccontando la vicenda di salute che lo ha visto coinvolto il 2 febbraio 2019, colpito da una ischemia cerebrale che gli ha tolto temporaneamente la capacità del linguaggio, recuperato dopo lunghe terapie riabilitative. Nel luglio 2020 viene nominato alla direzione di Rai News 24, l’anno successivo approda alla direzione di Rai Radio 1, Rai Radio 1 Sport, del Giornale Radio Rai e di Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato alla direzione generale di San Marino RTV ma si dimette dopo soli dieci mesi dalla nomina. Era al momento in attesa di collocazione e si era parlato di una sua possibile nomina alla direzione di Radio Tre.
(da Open)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
“I TAGLI DEL ‘DOGE’ MUSK? NULLA DI QUESTO HA SENSO. ABBIAMO BISOGNO DI UN RESOCONTO MOLTO SPECIFICO DI CIÒ CHE HA TROVATO IN TERMINI DI FRODI E SPRECHI. FIDARSI VA BENE, MA BISOGNA VERIFICARE”
Steve Bannon, ex capo stratega del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha
dichiarato mercoledì che prima che Elon Musk si ritiri dal suo lavoro con il Dipartimento per l’Efficienza del Governo (Department of Government Efficiency, DOGE), deve chiarire quali frodi e sprechi siano stati scoperti all’interno del governo federale.
“Abbiamo bisogno di un resoconto molto specifico di ciò che ha trovato, in termini di frodi e sprechi, e intendo nei dettagli,” ha detto Bannon. “Nulla di
tutto questo ha senso.”
Bannon ha anche detto di voler una lettera di certificazione che attesti che nessuno ha preso dati dall’amministrazione Trump o dal governo, al che il caporedattore di Semafor, Ben Smith, ha chiesto: “Sembra che tu non ti fidi [di Musk] che non prenda dati?” “Fidarsi, ma verificare,” ha risposto Bannon.
Sebbene Bannon abbia sostenuto gli sforzi del DOGE, ha definito Musk “malvagio”, in uno scontro crescente con il miliardario tecnologico. Bannon ha detto mercoledì che il DOGE era “uno strumento a forza bruta” necessario per eliminare gli sprechi del governo, ma che i tagli apportati finora al governo federale sono solo “programmatici”, osservando che il DOGE non ha scoperto granché al Pentagono.
È proprio al Pentagono e ad altre aree della spesa discrezionale del governo federale che Bannon vuole vedere applicati i tagli di bilancio per finanziare i tagli fiscali.
“A meno che non si faccia questo, i conti non tornano,” ha detto Bannon, osservando che gli Stati Uniti hanno aggiunto 1,3 trilioni di dollari al deficit federale solo quest’anno. “Il sistema attuale che abbiamo non è sostenibile. Semplicemente non lo è.”
Bannon, un convinto sostenitore dell’aumento delle tasse sui milionari, ha anche esortato l’amministrazione Trump “a fare quello di cui parlano”, riferendosi a recenti indiscrezioni secondo cui l’entourage del presidente starebbe considerando tale misura.
“Qui si tratta di persone che mettono i propri interessi al primo posto, come Elon,” ha detto Bannon. Bannon ha espresso fiducia che gli Stati Uniti usciranno vincitori dalla crescente guerra commerciale con la Cina: “È una battaglia tra due sistemi. Se pensi che il loro sistema vincerà, ti stai prendendo in giro. Vinceremo noi.”
Commentando i populisti nazionalisti, Bannon ha messo in guardia sull’alternativa, rappresentata da qualcuno come Luigi Mangione, l’uomo accusato dell’omicidio del CEO di United Healthcare, Brian Thompson, lo scorso anno.
“È trattato come Robin Hood,” ha detto Bannon. “Questo dovrebbe farti tremare fino al midollo delle ossa, perché questa è l’alternativa se il sistema continua come sta andando. I populisti nazionalisti offrono qualcosa che forse
non ti piacerà, ma con cui potrai convivere.”
(da agenzie)
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Aprile 25th, 2025 Riccardo Fucile
A UNIRLI NON BASTA LA VIOLENZA CHE INSIEME STANNO INFLIGGENDO ALL’AGGREDITO ZELENSKY, NON È L’IDEOLOGIA A RENDERLI SOMIGLIANTI, MA L’IDEA DEL POTERE, QUELLO STESSO APPUNTO CHE TRUMP INVIDIA A PUTIN PERCHÉ NON HA LIMITI
A suo modo ci sarà anche Putin, nelle sembianze di Trump. Provate, domani mattina, ogni volta che, nel recinto blindato di potenti che stanno allestendo sul sagrato, la tv inquadrerà Trump, provate, dicevo, a sovrapporre, come in dissolvenza, il viso dell’assente a quello del presente, a vedere Putin in Trump. A unirli non basta la violenza che insieme stanno infliggendo all’aggredito Zelensky, al più debole, allo sconfitto, e neppure bastano la Trump Tower a Mosca e gli altri affari che il dittatore russo sta offrendo al palazzinaro presidente degli americani. A sovrapporli è un patto antropologico, una somiglianza tra capi che la storia conosce già.
Non è l’ideologia a renderli somiglianti, ma l’idea del potere, quello stesso appunto che Trump invidia a Putin perché non ha limiti, non combatte contro il giornalismo, le università, i giudici, i governatori, la democrazia del proprio paese. In quanto alla religione, quando gli chiesero quale fosse il passo della Bibbia con il quale si identificava, Trump disse: “occhio per occhio”.
(da agenzie)
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