ALLA FINE I PATRIOTI VERI SONO QUELLI DEL PD CHE VOTANO COMPATTI PER LA DIFESA COMUNE EUROPEA, I FASULLI “DIFENSORI DEI CONFINI” HANNO VOTATO CONTRO
FRATELLI D’ITALIA SI OPPONE PER LA CLAUSOLA SULLA DIFESA DELL’AUTONOMIA STRATEGICA, CHE PENALIZZEREBBE I CONTRATTI CON LE IMPRESE AMERICANE. E FORZA ITALIA PERCHÉ INTRAVEDE UNA FREGATURA PER LE AZIENDE ITALIANE COME LEONARDO
Il Parlamento europeo ha dato il suo primo via libera al regolamento sul programma per l’industria della Difesa europea, proponendo di finanziare con fondi Ue esclusivamente gli acquisti congiunti di prodotti che abbiano «almeno il 70% dei componenti» di origine europea.
Una clausola fortemente voluta dalla Francia per difendere l'”autonomia strategica” in ambito militare e ridurre così la dipendenza dai fornitori americani. Il testo è stato approvato con una solida maggioranza dalle commissioni Industria e Difesa (70 favorevoli, 46 contrari e 8 astenuti), ma ha visto l’opposizione dei partiti italiani che compongono la coalizione di governo.
I parlamentari del Partito democratico sono stati gli unici italiani ad aver votato a favore: «Questo programma – nota Lucia Annunziata – rimane il primo strumento, e per ora l’unico a disposizione, per costruire una difesa comune e non un riarmo dei singoli Stati».
Il programma Edip, che avrà una dotazione di 1,5 miliardi di euro, era stato proposto ben prima del piano di riarmo lanciato a marzo da Ursula von der Leyen L’obiettivo è infatti quello di portare a una maggiore integrazione delle industrie della difesa europea, favorendo gli appalti congiunti e soprattutto introducendo una corsia preferenziale per i prodotti Ue attraverso la clausola “Buy European”.
Significativo il voto contrario della delegazione di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. «L’attuale posizione mira a rafforzare l’autonomia dell’industria europea – spiega Elena Donazzan, eurodeputata di Fdi e relatrice ombra del provvedimento –, ma in realtà non tiene conto delle sue
reali condizioni: se sul lungo termine è giusto puntare all’indipendenza, nel breve resta forte la dipendenza dai Paesi terzi».
L’eurodeputata non cita esplicitamente gli Stati Uniti, ma il riferimento indiretto è all’industria americana che ovviamente rischia di essere penalizzata. [Nessuno dei tre partiti di maggioranza ha votato a favore del regolamento, seppur con ragioni diverse. Se per Fratelli d’Italia sono necessarie correzioni, per la Lega si tratta di «una proposta squilibrata, pericolosa per l’interesse nazionale e per il bilancio», come ha sottolineato Paolo Borchia.
Più ambigua, invece, la posizione di Forza Italia: gli eurodeputati azzurri non hanno partecipato al voto e anzi hanno delegato i polacchi, apertamente contrari, ma il capo-delegazione Fulvio Martusciello ha esultato per il via libera ad Edip, definendolo «il primo passo concreto verso la realizzazione di un sogno che Silvio Berlusconi ha indicato con forza e visione: una vera difesa comune europea».
Il regolamento prevede che, per poter godere del finanziamento Ue, i progetti nella difesa dovranno essere di interesse comune e coinvolgere almeno quattro Stati membri o almeno tre tra quelli che più sono esposti «a minacce militari convenzionali».
Gli eurodeputati vorrebbero far partecipare al programma anche l’Ucraina e sostengono l’introduzione di un meccanismo di vendita basato su un catalogo di prodotti centralizzato. Il nuovo programma – spiega il Parlamento Ue – dovrà «migliorare la fornitura di armi, munizioni e altri prodotti rilevanti per le crisi, incrementando le capacità produttive o garantendone l’aumento, riducendo i tempi di produzione e consegna e aumentando le scorte».
Nell’ambito di Edip verrà inoltre introdotto uno strumento di sostegno all’Ucraina per favorire la modernizzazione e l’integrazione nella base industriale e tecnologica della Difesa europea.
(da La Stampa)
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