Interviste
10 DOMANDE A SANDRO BIASOTTI
Continua la serie delle nostre interviste con un politico molto amato dai Liguri e che ha guidato la nostra regione per 5 anni,
rappresentando una vera “discontinuità ” con il passato, Alessandro Biasotti , leader della lista che porta il suo nome e che ha raccolto oltre il 7% dei consensi alle ultime elezioni comunali genovesi, una risorsa preziosa per l’intero Centrodestra.
1) 5 anni di presidenza della Regione Liguria e oltre 1 anno di opposizione…. un caso quasi unico che nonostante una sconfitta elettorale quasi 22.000 genovesi (il 7.2% alle ultime elezioni comunali) siano ancora così legati a lei… motivo di orgoglio per quanto ha fatto?
Sicuramente sì, ma credo che il risultato della Lista Biasotti vada letto da più aspetti. I 5 anni di Governo della cdl hanno sicuramente rappresentato un momento di rottura dalla solita sinistra. L’apprezzamento per il governo della nostra giunta ha dato l’input alla nascita di una lista civica — Il Movimento Per la Liguria Sandro Biasotti — che incanalasse in se le persone che si riconoscono in ideali centristi e liberali, ma non nella partitocrazia. Il primo risultato eclatante si ebbe già alle regionali, dove il nostro Movimento portò la Regione Liguria ad essere l’unica a segnare una crescita della cdl rispetto alla tornata elettorale delle Europee. Risultato che ci è stato spesso disconosciuto, asserendo che era la candidatura a Presidente ad aver trascinato la Lista. La candidatura a Presidente ha trascinato sì, ma ha trascinato la nascita di una Lista in cui la politica è vista in modo diverso, dove è intesa nel voler fare e cambiare. Non più come “cosa” astratta che vola alta sui bisogni delle persone. Credo che la gente abbia colto questo nell’entusiasmo dei nostri candidati e nei nostri volontari con cui siamo scesi in strada in massa per sentire la gente e per incontrarla. Fin dalle regionali il Movimento è nato con l’intento di dare risposte alle persone — cosa non sempre facile, ma ci si prova — e credo che siano proprio questi gli aspetti che fanno sentire le persone più coinvolte.
2) Che giudizio dà della Presidenza Burlando a distanza a più di due anni dal suo insediamento?
Purtroppo gli anni son quasi 2,5. Ma per la Liguria già il primo anno di Burlando è stato fin troppo. Il giudizio è negativo, come ho già espresso parecchie volte. Negativo per i risultati che la Liguria non porta più a casa. Basta prendere il Bilancio della Regione per vedere che è stata fatta piazza pulita della quasi totalità delle iniziative della nostra giunta. Il bilancio è un deserto di capitoli non finanziati e questo si traduce in una mancanza di assistenza nei confronti dei cittadini Liguri. A tutto ciò corrisponde, per contro, un lievitare continuo delle spese della Regione in un dedalo di consulenze senza ragione, mentre è proprio di questi giorni la notizia che siamo arrivati a 118 giorni di attesa per una visita oculistica. Se questa è la risposta del Governo Burlando ad una spesa sanitaria praticamente incontenibile il mio giudizio è quasi superfluo.
3) Lei ha chiesto con fermezza le dimissioni di Burlando in relazione alla nota vicenda della giuda senza patente e ha criticato questore e prefetto. Se la notizia non fosse trapelata sui giornali, pensa che i cittadini avrebbero mai saputo?
Penso che la vicenda di “Burlando contromano” si sia trascinata, tra giornali e tv, ben oltre i confini che avrebbe dovuto avere. Ognuno ormai si sarà fatto un’opinione, per cui preferisco non aggiungere altro.
4)Lei ha spesso avuto aspri dissensi con un certo mondo imprenditoriale legato alla sinistra: i poteri forti a Genova esistono? Con il ritorno della Sinistra al governo di Regione, Provincia e Comune si può parlare di “normalizzazione”?
Esistono, purtroppo. Ciò è testimoniato dalle difficoltà che incontra l’economia di questa città quando tenta di slegarsi dai sistemi economici tradizionali. In una fase evolutiva, dove si cerca di reinventare il sistema i poteri consolidati vengono, per forza, messi in discussione. Ma quando il reinventarsi e il tentativo di adattarsi alle nuove condizioni economiche mondiali — perchè il riferimento ormai è divenuto il globo — vengono contrastati in ogni modo è proprio lì che si attestano i poteri forti. Ci vorrebbe più voglia di mettersi in discussione, di scommettere su qualità diverse. Ciò, però, potrebbe portare ad una perdita di leadership nel proprio campo, per cui la “paura” di ciò paralizza il sistema. E chi paga di questo sono i cittadini, ma sono soprattutto i giovani che non trovano spiragli. Un ritorno alla politica locale allineata sulle stesse posizioni, confermate, ahimè, anche dal governo nazionale porta inevitabilmente alla normalizzazione. Notoriamente una stessa bandiera ripetuta a più livelli fa cadere il “controllo”. In Liguria i controllori e i controllati sono gli stessi, ai vari livelli di governo non si fa altro che ratificare le posizioni del livello successivo o precedente, creando in flusso di potere pericoloso. Per questo l’economia è paralizzata, perchè stenta ad uscire da questa ragnatela.
5)L’iniziativa che più ricorda volentieri tra quelle della sua presidenza e quella che non rifarebbe….
Aver aperto le porte della Regione cercando di far comprendere il ruolo dell’”Istituzione” ai cittadini, nell’intento di far capire che le istituzioni sono al loro servizio. Paradossalmente l’iniziativa che non ripeterei è legata sempre alle “porte aperete della regione” e riguarda l’esposizione del Cristo degli Abissi e tutto ciò che accadde in seguito.
6)Favorevole al partito unico del Centrodestra o preferibile che ciascuno mantenga la propria identità ?
Sono favorevole ad un partito unico che però non debba essere un appiattimento delle identità . Per la governabilità del paese è necessario giungere ad un soggetto che racchiuda i — troppi — partiti di oggi. Ma il percorso deve essere condiviso dalle diverse anime politiche. Credo che il centrosinistra abbia accelerato i tempi e, per la paura di non governare il processo di aggregazione, abbia disegnato un percorso poco democratico. Il risultato è che in molti si sentono schiacciati dal nuovo soggetto, che non viene vissuto come un evoluzione o un arricchimento delle idee. Il centrodestra deve imparare da quest’esperienza e tracciare un percorso più pensato, dove le ideologie si incontrino e defluiscano verso nuove forme di democrazia senza sentirsi private delle loro specificità . È ovvio che per giungere a ciò la strada è lunga e articolata, andrà , inoltre, percorsa con attenzione senza cadere dell’inganno della “lotta alle poltrone”.
7)Cosa cambierebbe nel “modus operandi” del centrodestra a Genova? cosa manca per fare un salto di qualità ?
Ciò di cui può essere accusato il centrodestra ligure è la mancanza, avuta molto spesso, di coesione. In passato abbiamo assistito a periodi in cui i partiti della cdl percorrevano ognuno la propria strada. Questo ha portato, in alcuni casi, a perdere il governo di comuni caratterizzati da un elettorato a noi affine proprio perchè le varie forze si sono presentate frantumate su una moltitudine di posizioni differenti. Questo periodo pare essere tramontato. Adesso le iniziative hanno sempre più un carattere unitario e i vari partiti paiono aver compreso che il coordinamento e la coesione sono fattori necessari per essere compresi dai cittadini, nonchè per garantire la capacità di governo. A questo punto credo si debba fare un passo in più. Capita che la politica, sia di destra che di sinistra, venga vista come una cosa “di pochi”. Sempre gli stessi volti, sempre le stesse strade da percorrere. Occorre, invece, aprirsi di più, non solo alle idee, ma anche alle persone. Occorre garantire più posti ai giovani e ai non giovani. Se qualcuno sente di poter far qualcosa, di poter partecipare ai processi politici è necessario che gli venga data la possibilità . Ciò, da un lato, aiuterebbe a far comprendere di più i meccanismi politici alle persone, mentre dall’altro farebbe scendere la politica dal livello “astratto” che spesso le viene deputato. È questa l’esperienza che stiamo cercando di portare con la Lista Biasotti all’interno del centrodestra.
8 ) Siamo di fronte ad un aumento dei prezzi che crea difficoltà in molte famiglie genovesi: cosa dovrebbe fare la politica per risolvere i problemi quotidiani della gente comune?
Purtroppo l’Italia, così come l’Europa, è vittima del mutamento delle condizioni dell’economia internazionale. L’ingresso prepotente dell’Asia negli equilibri economici internazionali sta spingendo il prezzo delle materie verso l’alto, andando a toccare anche i beni di prima necessità . Ci vuole un maggior impegno della UE e già un intervento politico a livello europeo è importante, in quanto è necessario ridurre il più possibile l’impatto delle nuove condizioni sui bilanci familiari. A livello locale le cose sono più complicate in quanto ci si vede “piovere” una situazione economica. Ad ogni modo si possono, e si devono, attuare interventi nei confronti delle categorie più colpite. Sappiamo che la Liguria è una regione con un gran numero di persone anziane. Questa è una delle categorie che sta soffrendo di più. Per tale motivo sarebbe opportuno creare una serie di interventi a sostegno, cercando di veicolare i finanziamenti alle categorie più sofferenti, ho parlato degli anziani, ma il problema delle famiglie che arrivano solo alla terza settimana del mese è ormai conosciuto. I modi per andare incontro ai soggetti più deboli ci sono, manca, però, la volontà . Stiamo assistendo proprio adesso ad un grosso finanziamento dei capitoli che trattano l’integrazione e l’immigrazione, è inutile dire che destinando i finanziamenti a questi aspetti si stanno sostanzialmente ignorando i problemi pressanti dei nostri cittadini. Così come abbiamo dichiarato in questi giorni, noi della cdl siamo contrari a quest’orientamento che finge di non vedere i problemi dei Liguri.
9)Un giudizio sul caso Grillo e uno sui primi passi di Marta Vincenzi …….
Il caso Grillo va tenuto presente in quanto dimostra tutta l’insofferenza e la disaffezione della gente per la politica. Politica che viene vissuta come astratta, distante dove gli attori appartengono ad una casta che fa solo i suoi interessi. Ciò dimostra che noi politici dobbiamo fare tutti un passo indietro e analizzare con serietà le nostre azioni, in quanto c’è qualcosa che viene percepito in maniera distorta. Dobbiamo, inoltre, garantire una maggiore partecipazione della gente e cercare di accorciare i tempi di risposta. Spesso le azioni politiche si perdono in una valanga di processi burocratici che le rendono menomate sotto il punto di vista dell’immediatezza. In un mondo caratterizzato dalla velocità , dalla comunicazione immediata ciò viene percepito dai cittadini come disinteresse. Se Grillo è importante per quello che ci ha posto in evidenza credo che per lui oggi la sua posizione si sia un po’ scomoda. Oggi ha radunato gente che la pensa allo stesso modo. Gente che dice no a determinate cose, Domani a queste persone dovrà dire qualcosa di propositivo, dovrà dare dei programmi costruttivi. Criticare e semplice, costruire è un’altra cosa. E credo che la bandiera della “condanna” non tenga uniti per molto.
Per ciò che riguarda la Vincenzi ad oggi si può dire ben poco. Dobbiamo stare a vedere. Questo perchè oggi abbiamo assistito tanti bei proclami, mentre per quel che c’è di negativo lei “accusa” sempre il fatto di dover sottostare a decisioni prese da chi c’era prima di lei. Vedremo, anche se dubito che Genova possa vivere una “nuova stagione”.
10)Lei è stato il politico di centrodestra che ha avuto molti consensi anche tra i tradizionali elettori di sinistra: come lo spiega?
Probabilmente ciò è accaduto perchè abbiamo proposto un progetto nuovo. Diverso da quello che prospetta ai Liguri il centrosinistra, che in questi trent’anni ha ottenuto solo di bloccare tutte le strade possibili per lo sviluppo. Nei 5 anni di Governo della Regione abbiamo portato in Liguria novità importanti, ma la novità più importante è essere stati trasversali, aver fatto più cose di “sinistra” noi che i partiti di sinistra. E ciò è stato colto dalle persone. L’attenzione per le cose che contano ci ha resi più visibili, più condivisibili. E di fronte ai cambiamenti, alle azioni positive finisce per dissolversi la distinzione tra destra e sinistra.
Ultima domanda….. A chi spera e crede ancora in una politica fatta di ideali e di pulizia morale, cosa si sentirebbe di dire?
Direi di partecipare. Stare sugli spalti ad osservare una politica che non ci piace non è la strategia giusta. Se si crede negli ideali e nella pulizia morale e se si vuole un cambiamento invito chi la pensa così a partecipare per rendere la politica più concreta. E il Movimento Per la Liguria Sandro Biasotti è nato proprio per queste persone.
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