“L’AUTO BLINDATA SOLO DI MATTINA COSÃŒ POSSO ESSERE UCCISO LA SERA”: L’AUDIO INEDITO DI PAOLO BORSELLINO
DESECRETATE LE AUDIZIONI IN COMMISSIONE ANTIMAFIA… IL FRATELLO NON PARTECIPERA’ ALLE CELEBRAZIONI DI STATO PER L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE: “NON CI SARO’, LO STATO VENGA DA NOI IN GINOCCHIO”
La carenza di strumenti indispensabili per gestire il maxi processo, la mancanza di personale, il sovraccarico di lavoro. E la scorta limitata a una sola parte della giornata, alla mattina.
Sono gli elementi più importanti dello sfogo inedito di Paolo Borsellino, raccolto in audio pubblicato per la prima volta.
La registrazione è datata 8 maggio 1984 ed emerge dagli archivi della Commissione parlamentare antimafia.
Le audizioni riguardanti il magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 saranno desecretati in occasione dell’anniversario della sua morte.
Nella registrazione si sente il magistrato lamentarsi del problema sicurezza: “Siamo 4 a dover essere portati ma abbiamo una sola auto blindata, disponibile solo di mattina. Così sono libero di essere ucciso la sera”.
Con amarezza, e con una punta di ironia spiega che la mattina è accompagnato in tribunale con un’auto blindata, mentre nel pomeriggio è costretto ad uscire con mezzi propri. E a tornare a casa, senza tutela alcuna, anche alle 22.
C’è poi la questione degli strumenti di lavoro: “Il computer è arrivato ma non funziona”, dice Borsellino, che sottolinea la difficoltà di gestire “una molte di dati impressionanti” con “strumenti artigianali”
Intanto il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, ha scritto al presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, per comunicargli che non sarà presente alla cerimonia di desecretazione.
Nelle sue parole la rabbia di una famiglia che si sente abbandonata dallo Stato.
E che chiede, dopo 27 anni da una morte sulla quale ancora non si conosce tutta la verità , che le istituzioni la ascoltino: “Egregio presidente Morra – scrive Salvatore Borsellino – ho riflettuto a lungo prima di decidere se accettare l’invito a presenziare alla cerimonia nella quale verranno desecretate le audizioni riguardanti Paolo Borsellino presso la Commissione parlamentare Antimafia. Ho riflettuto a lungo e ho poi deciso di non sottrarre nemmeno un’ora a mia figlia che, pur in attesa del suo primo figlio, ha deciso di affrontare la fatica del volo per essere in questi giorni a Palermo, insieme a me, a lottare per la memoria di suo zio, Paolo Borsellino e dei cinque ragazzi uccisi insieme a lui, Claudio, Agostino, Emanuela, Vincenzo ed Eddie Walter che ancora, a ventisette anni di distanza, aspettano Giustizia e Verità sulla strage di Via D’Amelio nella quale è stata spezzata la loro vita”.
Dopo aver reso noto il suo “no” all’invito, il fratello del magistrato chiede allo Stato “di presentarsi in ginocchio” dopo “decenni di silenzi e complicità ”.
(da “Huffingtonpost”)
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