BAGARRE ALLA CAMERA, I DEPUTATI PD ALZANO CARTELLI DI SALVINI CON SAVOINI: “NON BASTA UN QUESTION TIME, NECESSARIO UN DIBATTITO”
SUI FONDI RUSSI I DEM VOGLIONO ANCHE CONTE IN AULA
Ostruzionismo sui lavori parlamentari fino a quando Matteo Salvini non si presenterà in Aula a riferire sui presunti finanziamenti russi alla Lega.
Il Partito democratico ha iniziato la sua “battaglia per la verità ” contro il vicepremier leghista “e non basterà un question time per chiarire”.
I dem infatti chiederanno la calendarizzazione di un’informativa del ministro dell’Interno: “Vogliamo che in Aula ci sia anche il presidente del Consiglio e che ci sia un vero dibattito parlamentare, soprattutto sulla collocazione dell’Italia nello scacchiere internazionale”.
Con queste premesse Nicola Zingaretti incontra prima la presidente del Senato Elisabetta Casellati e poi il presidente della Camera Roberto Fico. “Sulla vicenda Salvini-Russia – scrive il segretario Pd su Facebook – non molliamo e porteremo avanti una battaglia per la verità . Salvini venga in aula per una discussione approfondita senza reticenze dopo le omissioni e reticenze perchè gli italiani devono sapere la verità ”.
Lo scontro è entrato nella sua fase più calda. Il clima a Montecitorio si surriscalda.
Per i dem è la battaglia delle battaglia e non hanno alcuna intenzione di arretrare. D’ora in avanti tutte le mosse saranno volte a inchiodare il ministro dell’Interno. Ci si muove su due piani, quello istituzionale, quindi i colloqui con la seconda e la terza carica dello Stato, e quello di lotta.
I deputati del Pd sono agguerriti. In Aula sollevano cartelli e foto che ritraggono insieme Salvini e Gianluca Savoini, il presidente dell’Associazione Lomardia-Russia, che avrebbe trattato il trasferimento di questi fondi.
A seguire un inedito intervento di Andrea Romano in lingua russa. Ed è bagarre. In questo contesto prende la parola il capogruppo FdI, Francesco Lollobrigida, che, nel ricordare i rapporti tra il vecchio Pci e l’Unione Sovietica, appella i deputati dem con la parola “servi”.
Arriva il turno di Roberto Giachetti: “Un deputato – si lamenta rivolgendosi alla Presidenza – non può chiamare suoi colleghi servi, non una volta che può scappare, ma ben cinque volte, senza essere censurato formalmente”.
Emanuele Fiano prende la parola e va alla sostenza dei fatti: “Il ministro dell’Interno ha mentito al Paese e scappa dal Parlamento come nel caso della nave Diciotti e non basteranno certo tre minuti al question time per spiegare anni di rapporti con la Russia”.
Perchè infatti il question time prevede che il ministro chiamato in Aula risponda alla domanda, posta in un minuto, in un tempo massimo di tre minuti e poi chi pone il quesito ha diritto solo a una controreplica di due minuti. Tempi contingentati dunque che per il Partito democratico non sono sufficienti per affrontare un affare ritenuto enorme e attorno al quale il dem rivolto già otto domande.
Tra queste: “Perchè Salvini ha mentito sull’invito di Savoini alla cena con il presidente Putin? Quali rapporti intercorrono tra il Ministro dell’Interno e il Partito Russia Unita, con il quale lo stesso, allora solo segretario della Lega, concluse un protocollo d’intesa nel quale è previsto un partenariato confidenziale tra i due partiti? Quando Savoini partecipa con o senza il Ministro a incontri ufficiali o meno in Russia con rappresentanti di quel paese e di quei partiti, lo fa a titolo personale o in sua rappresentanza?”.
E altre domande ancora perchè attorno a questi quesiti ruota, secondo il Pd, la sicurezza dell’Italia.
(da “Huffingtonpost”)
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