A FARI SPENTI NELLA NOTTE
LE TRE ALTERNATIVE DI RENZI: CONTINUARE NELL’ARROGANZA, FARE IL MARTIRE PER ANDARE AL VOTO O RAPPRESENTARE GLI ITALIANI
Gentile Matteo Renzi, le scrivo perchè la conosco come un politico diverso dai suoi predecessori, che ama confrontarsi e anche litigare con chi la critica anzichè arroccarsi nella sua torre d’avorio e chiedere i danni in tribunale.
Lo testimoniano la sua risposta alle nostre inchieste sui suoi peccatucci fiorentini (tipo la sua pensione “facile”, cui lei rinunciò dopo gli articoli di Lillo) e alle nostre critiche nel forum a Palazzo Chigi alla vigilia delle Europee.
Checchè lei ne dica, quello che sta accadendo in Senato non è una battaglia fra innovatori e conservatori: è una normale dialettica fra maggioranza e opposizione, a cui non eravamo più abituati per mancanza della seconda.
Lei ora ha di fronte a sè tre strade.
La prima è tirare diritto sulla scombiccherata e pericolosa “riforma” del Senato, per tigna, per puntiglio, per “non darla vinta ai gufi”, e verosimilmente andare a sfracellarsi contro il muro degli 8 mila emendamenti.
La seconda è spingere sull’acceleratore e viaggiare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se una campagna vittimistica contro chi non la “lascia lavorare” la farà trionfare alle elezioni anticipate di fine anno o inizio 2015.
La terza è riconoscere di avere sbagliato, o almeno di avere sottovalutato le opposizioni; ritirare la riforma del Senato e l’Italicum, dichiarando superato il Patto del Nazareno (a proposito: che c’è scritto?) per le ragioni sotto gli occhi di tutti; e discutere subito una riforma del bicameralismo paritario e una legge elettorale più rispettose della nostra storia costituzionale e della voglia di partecipazione che ancora alberga nel Paese.
Se sceglie l’opzione 1, cioè tira diritto, salva la faccia ma non il Paese: gli 8mila emendamenti, al ritmo fissato (già con notevoli forzature) dalla tagliola di Grasso, paralizzeranno il Parlamento sino a fine anno o giù di lì, impedendole di adottare le misure necessarie contro la crisi che, lungi dall’essere alle nostre spalle, si fa e si farà sentire più di prima; e lei saltellerà per mesi su un campo minato di voti segreti e possibili imboscate non di chi contesta a viso aperto la sua idea di Costituzione, ma di chi non aspetta altro che il buio per regolare i conti con lei.
Se sceglie l’opzione 2, cioè cerca il martirio per andare subito al voto, idem come sopra: salva la faccia, ma non il Paese, che di tutto ha bisogno fuorchè di una campagna elettorale arroventata, da cui potrebbe financo non uscire una maggioranza di governo: se fa incazzare tutti, alleati compresi, chi gliela vota al Senato una legge elettorale che superi il Consultellum, cioè il proporzionale puro che garantisce l’ingovernabilità ?
Se sceglie l’opzione 3, per qualche giorno si parlerà della sua prima sconfitta. Ma lei ha spalle e consensi ancora così larghi da poterla girare in positivo. Pensi che figurone farebbe dicendo agli italiani: quando siglai il Patto del Nazareno, i 5Stelle erano trincerati in un dorato isolamento, dunque mi rivolsi all’unico partner possibile, cioè B., disposto a cedere su quasi tutto pur fare il padre costituente. Ora però M5S, Sel e i dissidenti di Pd e centrodestra dicono cose ragionevoli ed è con loro che voglio fare le riforme. Anche perchè mi sono reso conto che gl’italiani mi han votato in massa per avere più, non meno partecipazione. E, dopo 8 anni di astinenza, vogliono scegliersi i parlamentari. Hanno diritto a una legge elettorale democratica (proporzionale con preferenza e premio di maggioranza, o Mattarellum misto, o maggioritario con doppio turno francese) e a un Senato con funzioni diverse ma elettivo, senza svilire il Parlamento, nè mortificare gli organi di garanzia nè cancellare referendum e leggi popolari che anzi vanno potenziati.
Questo atto di resipiscenza operosa non le farebbe perdere un voto, anzi la riconcilierebbe non con i gufi e i rosiconi, che non esistono.
Ma con un mondo che è anche il suo: quello del centrosinistra tradizionale, dell’associazionismo, ma anche degl’imprenditori seri.
Si legga, qui a fianco, le parole di Sabrina Ferilli (che sa ben interpretare il comune sentire della sinistra italiana) e Diego Della Valle (personaggio a lei non certo ostile). Scoprirà che le critiche servono a migliorare e a non sbagliare.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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