ADDIO POLENTA: IL MINISTRO ZAIA SPONSOR DI UNA MULTINAZIONALE DELL’HAMBURGER CON INTERESSI PRIVATI
I FORCHETTONI PADANI CAMBIANO MENU’: ZAIA FA AUTOGOL E VANEGGIA DI “MULTINAZIONALE IDENTITARIA” …DOPO ANNI DI CHIACCHIERE IN DIFESA DELLA TRADIZIONE NOSTRANA CONTRO L’INVASIONE STRANIERA, ORA “FA L’AMERIKANO”… IN PIAZZA SAN MARCO VIA LIBERA AD HAMBURGER E PATATINE?
Abbiamo già trattato l’argomento qualche giorno fa, ma alla luce delle polemiche sollevate, delle deduzioni e controdeduzioni delle parti in causa, riteniamo sia utile un ulteriore approfondimento.
La vicenda ha origine dalla decisione del ministro Zaia di dare il patrocinio del proprio ministero alla vendita dell’hamburger McItaly, prodotto dalla catena della multinazionale McDonald’s.
Il giornale inglese “Guardian”, nel commentare per primo la notizia, ha sottolineato come un ministro leghista, dopo avere per anni difeso l’identità nazionale e i prodotti made in Italy (famosa la campagna “no al cous cous, sì alla polenta), si piegasse alla logica economicistica che non tiene conto delle realtà nazionali, fino a ieri difese a spada tratta anche demagogicamente. Uno scivolone pesante per un leghista “duro e puro”.
Zaia ha contrattaccato sostendendo che la McDonald’s userà per il McItaly solo carne certificata italiana e ciò si tradurrà in un vantaggio per i nostri allevatori e agricoltori, pari a oltre 3 milioni di euro l’anno.
E qui si scopre il primo bluff: non vi sarà alcun valore aggiunto, in quanto la multinazionale già ora, per qualsiasi altro hamburger, usa solo carni italiane. Il cattivo servizio a Zaia lo fa involontariamente Roberto Masi, responsabile italiano della McDonad’s, che scrive: “La carne utilizzata per i McItaly è esattamente la stessa impiegata per tutti gli altri panini venduti dalla nostra azienda in Italia, ovvero carne al 100% bovina, di nascita, allevamento e macellazione esclusivamente italiana, proveniente da ben 15.000 allevamenti nazionali”.
Masi conclude ricordando che la catena McDonald’s offre ogni giorno i suoi prodotti a 600.000 clienti nei 392 ristoranti sparsi per la penisola.
Quindi ha smascherato la palla di Zaia, secondo il quale l’iniziativa garantirebbe un vantaggio economico ulteriore agli allevatori italiani: se uno cambia panino e si dà al McItaly, sempre la stessa carne bovina è, non esistono i 3,5 milioni di euro in più, salvo che uno non se ne mangi da domani due alla volta per fare un favore a Zaia.
Seconda questione: se l’iniziativa l’avesse patrocinata un altro ministro del Pdl, in nome della logica liberista, nessuno avrebbe avuto da fare osservazioni specifiche (altra cosa sono quelle ideali).
Ma essere presi per il culo da chi fino a ieri si batteva con la spada di Alberto da Giussano contro kebab e cous cous, in nome della purezza della cucina padana, della identità nazionale, della salvaguardia delle tradizioni locali, è un po’ troppo anche per l’italiano medio che a farsi prendere per i fondelli è abituato.
Poi sentire parlare Zaia di “identità ” fa sorridere, perchè non sa neanche di cosa parli, probabilmente è più competente di musica, visto il suo passato di dj di paese.
Il ministro arriva a sostenere la necessità di “un passaggio dal mercato identitario a quello di una multinazionale identitaria”, afferma modestamente che nessuno ha titoli per dare lezioni a lui sul riconoscimento del prodotto nazionale (come se Alemanno non avesse fatto anni fa la stessa cosa), e finisce per accusare tutti di essere comunisti, di favorire solo gli abbienti, mentre lui pensa al popolo e ai contadini.
La verità è molto più semplice e grave: un ministero italiano ha fatto da sponsor ufficiale a un multinazionale con interessi privatissimi.
Laddove nessuno era mai arrivato c’è riuscito un leghista.
La McDonald’s ringrazia, i polentoni meno.
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