ALL’AQUILA QUATTRO MILIONI DI TONNELLATE DI MACERIE FERME DA DIECI MESI: FUNZIONA UN SOLO SITO
SI TOLGONO DALLE STRADE SOLO 500 TONN. AL GIORNO, PESANTI RITARDI NELLA INDIVIDUAZIONE DEI SITI….SI PARLA DI LIBERARE 1 MILIONE DI TONN DI MACERIE ENTRO UN ANNO E DI 5 ANNI PER RIMUOVERLE TUTTE, ALTRO CHE RICOSTRUZIONE…. LE CASE NON BASTANO: ORA SI SCOPRE CHE PER 2.000 NON CI SARANNO
I dati ufficiali non riescono a dare un’idea di quanto sta accadendo all’Aquila: in Tv scorrono sempre immagini idilliache, per molti italiani in Abruzzo tutto è a posto, i terremotati vivono in case più confortevoli di prima, la gente è felice e il governo ha fatto il miracolo.
Si va a dormire contenti, pensando che quella povera gente abbia risolto i proprio problemi.
Peccato che solo metà di chi viveva nelle tendopoli abbia avuto una casetta prefabbricata e che a migliaia vivano ancora in albergo, nonostante le promesse di dare una casa a tutti entro Natale.
E per duemila di loro, si scopre ora che i conti non tornano: le casette antsisismiche, una volta consegnate, non saranno sufficienti.
Si sono sbagliati di nuovo i conti e ben duemila aquilani non potranno trovarvi alloggio. Si rimedierà coi soliti ritardi anche questa volta.
Ma il grosso problema, di cui sui media non passa notizia, è che l’Aquila è ancora sommersa di macerie come dieci mesi fa.
Quattro milioni di tonnellate di detriti stanno ferme nelle sue piazze e nelle sue strade, come se il tempo non fosse mai trascorso.
La Protezione civile se n’è andata, sfumato il sogno di far intervenire l’esercito per allestire altri siti per il trattamento, ora la grana è nelle mani del commissario Chiodi.
Chi doveva fare passerella l’ha fatta, ora masceranno i problemi veri, quelli dello sgombero e della ricostruzione.
Finora funziona un solo sito per depositare le macerie, quello dell’ex Teges, ma le quantità trattate (500 tonn al giorno) sono talmente esigue da non liberare neanche le strade.
Ecco i dati ufficiali delle macerie: 1,5 milioni di metri cubi di quelle pubbliche, 1,5 milioni di metri cubi di quelle private, 4,5 milioni di tonn stimate come peso complessivo (ogni metro cubo pesa 1,5 tonn).
Stimato in 5 anni il periodo per completare le sole rimozioni.
L’unico sito che accoglie attualmente e temporaneamnete i detriti è autorizzato solo fino a dicembre 2010: ne sono stati individuati da tempo altri due, quello di Bazzano e quello di Barisciano, ma ci vorranno ancora due mesi solo che per le pratiche di allestimento.
Qualcuno finalmente ha pensato che fosse il caso di individuare anche siti privati: si parla di Roio Piano, Barisciano San Lorenzo e Forfona, Isola del Gran Sasso, Pizzoli e Capestrano: tutti ancora sulla carta, dopo dieci mesi di discorsi nessuno è attivato.
In dieci mesi sono state solo10.000 le tonn di macerie trattate e smaltite, appena 30 i dipendenti Asm che ci lavorano con turni di sei ore .
I due nuovi siti previsti nel breve dovrebbero iniziare a ricevere macerie non prima di giugno.
Persino il “tavolo tecnico” talvolta salta a causa delle assenze: potere della politica e della burocrazia italiana.
Con calma ora si penserà ai bandi pubblici per acquisire siti privati.
Quello degli appalti è il nodo centrale: i piccoli comuni vorebbero una procedura snella, ma anche adeguate garanzie su uno schema di appalto non attaccabile, vista l’attenzione con cui la magistratura sta vigiliando sulla loro correttezza, mentre il comune dell’Aquila vorrebbe interessarsi solo della gestione, demandando l’appalto alla Regione.
Resta il fatto che se ci vorranno, nel migliore dei casi, 5 anni solo per rimuvere le macerie, chissà quando si potrà parlare di iniziare la ricostruzione.
Non a caso qualcuno, dopo la prima emergenza e i primi applausi, si è squagliato, lasciando ora la patata bollente ad altri.
Purtroppo in Abruzzo le cose non stanno come vengono fatte apparire in Tv, ma la verità alla lunga viene a galla.
Non è più tempo di spot.
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