ADDIO TAGLIO DELL’IRAP: MANOVRA LEGGERA E SOLO SPICCIOLI PER LA POLIZIA
AL GRIDO DI “BAMBOLE NON C’E’ UNA LIRA”, TREMONTI BOCCIA TUTTI: ADDIO TAGLIO MINIMALE DELL’IRAP, CEDOLARE SECCA, SICUREZZA… I MINISTRI VOLEVANO 12 MILIARDI, TORNANO A CASA A MANI VUOTE.. SOLO UNA MANCIATA DI CREDITI DI IMPOSTA AL SUD E QUALCHE EURO PER IL CONTRATTO DELLA POLIZIA
Dopo tanti calcoli, richieste, “pressanti esigenze”, persino minacce, alla fine la Finanziaria all’esame del Parlamento torna a essere quella prevista da Tremonti, ovvero una manovra “leggera” che più leggera non si può.
La linea di Tremonti era quella di concedere il meno possibile e così sarà .
A puntellare la linea del rigore è arrivato anche l’invito della Ue all’Italia, come agli altri Paesi europei, di rientrare del deficit, attualmente al 5,3% del Pil, sotto il 3% entro il 2012, con una correzione annua dello 0,5%.
A questo punto Tremonti avrà buon gioco a lasciare a bocca asciutta quasi tutti i ministri che avevano complessivamente chiesto interventi per ben 12 miliardi.
Tremonti replicherà semplicemente che i soldi non ci sono e amen.
Solo che per la sicurezza e la difesa, Maroni e La Russa avevano chiesto 1,8 miliardi, la replica sarà di 100 milioni, giusto quella per l’aumento miserevole del contratto scaduto da due anni.
Non ci sono quattrini per la ricostruzione delle carriere e per i mezzi di servizio.
Ci potrebbe essere una manciata di crediti d’imposta per chi investe nel Mezzogiorno, come richiede la Confindustria e la componente di An.
Il taglio dell’Irap rimane un miraggio: su 38 miliardi di introiti qualcuno aveva ripiegato su una richiesta minimale di taglio per 1,2 miliardi, giusto una mancetta, ma non ci sarà neppure quella.
Tremonti non è convinto perchè rischierebbe di premiare i furbi, cioè le aziende che puntano fiscalmente al rosso di bilancio, mentre penalizzerebbe chi si è indebitato e ha investito nonostante la crisi.
E poi un taglio minimo rischia solo di costare tanto e di non essere in grado di produrre benefici significativi.
Lo stesso Sacconi ha dichiarato che “è impossibile tagliare l’Irap in questo momento”.
Ci chiediamo allora cosa sia servito a Berlusconi dichiarare che avrebbe abrogato nel tempo l’Irap ( 38 miliardi di euro il costo) se non si è in grado di tagliarla per appena 1,2 miliardi neanche a breve.
Una brutta figura che poteva evitarsi, vittima come sempre dei suoi spot mediatici.
Ora si aspettano i risultati dello scudo fiscale, neanche fosse la lotteria di Capodanno e si ricomincerà con le promesse.
La cosa migliore, se non si fosse presi dalla frenesia elettorale di promettere mari e monti, sarebbe stata quella di dire subito come stavano le cose, invece che arrampicarsi sugli specchi e poi creare delusione.
Eppure lo Stato avrebbe i mezzi per trovare 60 miliardi: sono quelli che, secondo la relazione della Corte dei Conti, costa la corruzione della Pubblica Amministrazione in Italia.
Ovvero le tangenti che fanno lievitare i costi e gli appalti degli enti locali, recuperati i quali si poteva abrogare completamente l’Irap da subito e dare i 12 miliardi richiesti ai vari ministeri.
E sarebbero rimasti ancora in cassa 10 miliardi, pensate un po’. .
E così anche gli anni a venire, ogni anno 60 miliardi di euro a disposizione per interventi sociali e sulle infrastrutture, sulla sanità e sulla sicurezza, sulla scuola e sulla tutela ambientale.
Ma questi 60 miliardi di corruzione fanno comodo a tanti, meglio far finta di nulla.
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