APPALTI AQUILA: APERTA UN’INCHIESTA PER FRODE IN PUBBLICA FORNITURA SULLE C.A.S.E. DI BERLUSCONI
SI INDAGA SULLA FORNITURA DI 7.300 ISOLATORI SISMICI INSTALLATI SENZA COPERTURA, CON OMOLOGAZIONI MANCANTI O ARRIVATE A COSE FATTE…ACQUISITI I DOCUMENTI DELL’APPALTO PRESSO LA PROTEZIONE CIVILE: ORA L’INDAGINE SARA’ AD AMPIO RAGGIO
La notizia, riportata ieri dal “Secolo XIX”, unico quotidiano che a suo tempo aveva “indagato” sulla vicenda, che la Procura dell’Aquila indaga sugli isolatori sismici installati nelle cosiddette “case di Berlusconi”, è indice che qualcosa comincia ad emergere.
Parliamo della fornitura di 7.300 pendoli a scorrimento, montati nei pilastri delle 189 palazzine inaugurate dal premier il 29 settembre 2010.
Si tratta di dispositivi sofisticati e delicatissimi che avrebbero dovuto essere installati con la protezione anti-polvere.
L’inchiesta del Secolo XIX evidenziò invece che furono installati senza la necessaria copertura, con omologazioni mancanti o arrivate a cose fatte.
In pratica questi meccanismi, esposti alla polvere, non garantiscono più la antisismicità della struttura edilizia.
Nei giorni scorsi, su mandato della procura dell’Aquila, la polizia giudiziaria ha sequestrato presso la Protezione Civile di Roma, tutti gli incartamenti relativi all’appalto di ben 13 milioni di euro.
Una prima ipotesi di reato avanzata è quella di frode in pubbliche forniture che prevede una pena tra 1 e 5 anni.
Si cerca di capire perchè i due terzi delle molle antisismiche fossero prive di certificati di omologazione e degli attestati di qualificazione.
Non a caso la Protezione civile dovette correre ai ripari con un secondo appalto per coprire le “molle” e mettere una toppa a una storia imbarazzante. Il Secolo XIX, nella sua inchiesta, aveva recuperato il documento di 21 pagine, ora sequestrato dalla Procura abruzzese, in cui sono annotati anche tempi e modi delle certificazioni “a scoppio ritardato”.
Ma nel’occasione la Procura ha acquisito anche tutti gli atti relativi al pagamento e al montaggio dei dispositivi del progetto C.a.s.e., perchè senza quelle molle non avrebbe avuto alcun senso economico imbarcarsi in un investimento di 803 milioni di euro.
Le C.a.s.e. sono costate infatti 2.600 euro a metro quadro, quattro volte le casette di legno regalate dai tedeschi ad Onna e che gli sfollati abruzzesi continuano a ritenere la soluzione migliore.
L’ultima parola per fare chiarezza su questa vicenda ora spetterà alla magistratura.
Leave a Reply