APPALTI PUBBLICI TAROCCATI, SPRECHI E TANGENTI NEGLI ENTI PUBBLICI E LOCALI
ARRIVA PUNTUALE LA DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI: CONTROLLI SCARSAMENTE EFFICACI, RECUPERATI SOLO 34 MILIONI SU 220 ACCERTATI IN 5 ANNI….NEL 2008 CITAZIONI IN GIUDIZIO PER UN MILIARDO E SETTECENTOMILA EURO DI DANNI E 561 SENTENZE DI PRIMO GRADO
Un pachiderma dove la corruzione dilaga perchè i controlli sono pochi ed inefficaci, mentre le tangenti fanno lievitare il prezzo degli appalti e gli sprechi si moltiplicano.
Questo è il ritratto della Pubblica Amministrazione delineato dal presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile.
Mali endemici contro cui l’Italia fa poco, confermandosi uno degli ultimi Paesi europei nella lotta alla corruzione.
Con pesanti conseguenze non solo a livello economico, come ha sottolineato Lazzaro: ” Serve la massima trasparenza in ogni agire della Pubblica Amministrazione, altrimenti non può che crescere la sfiducia dei cittadini nei suoi confronti. Le patologie più ricorrenti negli appalti pubblici sono relative a episodi di corruzione e concussione che incidono anche sul prezzo degli appalti, aumentandone l’entità e determinando un maggiore onere finanziario a carico dell’erario, assolutamente ingiustificato”.
Alle tangenti vanno aggiunte poi truffe e sprechi, da quelle nella spesa farmaceutica-sanitaria alle opere edilizie incompiute, sino all’abuso dei prodotti finanziari derivati.
L’emergenza rifiuti in Campania ha portato a condanne con relativo recupero di 650mila euro.
Dal 2004 al 2008, con il riordino delle procedure di esecuzione, la magistratura contabile ha recuperato 34 milioni di euro a fronte di 220 milioni accertati.
Solo nel 2008 ha riscosso crediti dello Stato per 12 milioni, ci sono state citazioni in giudizio per 1,7 miliardi di euro con 561 sentenze di condanna in primo grado. Ma “i controlli interni ed esterni sulla pubblica amministrazione sono scarsamente efficaci e hanno pochi effetti concreti. Occorre potenziarli e irrobustirli” ha detto Lazzaro.
Un capitolo a parte riguarda gli Enti locali.
Consulenze esterne e incarichi illeciti sono stati alla base di 96 condanne in primo grado e di oltre 20 milioni di euro di danni contestati.
Ricordiamo poi il caso delle slot machine in cui la procura regionale del Lazio ha contestato a dieci concessionari del servizio 70 miliardi di danni erariali per non essersi collegati alla linea telematica dello Stato e aver quindi sottratto entrate all’erario.
Una somma enorme, pari a diversi punti del Pil, ma caso strano qua il giudizio è sospeso in attesa di una sentenza della Cassazione.
Lazzaro ha sottolineato nella relazione che “dove manca la trasparenza si genera il cono d’ombra entro cui possono trovare spazio quei fatti di corruzione che richiedono l’intervento del giudice penale”.
Sono stati citati interventi della Corte dei Conti della Lombardia per danni all’immagine in relazione all’inchiesta sulla clinica degli orrori, con richiesta di un risarcimento di 8 milioni di euro. O quella del Lazio per lo scandalo Calciopoli di un milione di euro, per l’emergenza rifiuti in Campania con 45 milioni di danni valutati.
Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha annunciato una stretta decisa sulla prassi delle consulenze degli Enti locali e maggiori controlli.
Resta il fatto che fino ad oggi, parole a parte, continuano i fenomeni che pongono l’Italia tra gli ultimi posti in Europa a livello di lotta alla corruzione nella pubblica Amministrazione e la mancanza di misure idonee a debellarne il fenomeno.
E quando si potrebbe recuperare una cifra enorme come i 70 miliardi delle slot machine, ecco che i bastoni tra le ruote le mette la politica e gli interessi che ne derivano.
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