APPENDINO: QUANDO SI E’ ALL’OPPOSIZIONE SI CONTESTA IL CENTRO COMMERCIALE, QUANDO SI GOVERNA LO SI APPROVA
DOPO ANNI DI BATTAGLIE DEL M5S CONTRO LA COSTRUZIONE DI UN CENTRO COMMERCIALE SULL’AREA EX WESTINGHOUSE QUANDO GOVERNAVA FASSINO, ORA LA APPENDINO LO AUTORIZZA
A Torino il MoVimento 5 Stelle sembra seriamente intenzionato a voler dimostrare che il nuovo corso a Cinque Stelle è quello di seguire il doppio standard inaugurato qualche giorno fa dalla Sindaca di Roma Virginia Raggi: quando si è all’opposizione si contesta, quando si è al governo si fanno le stesse cose che prima venivano considerate sbagliate o inaccettabili.
Qualche indizio ce l’avevamo già , ad esempio sulle decisioni di Chiara Appendino per le nomine alla guida di Trm, la società che gestisce l’inceneritore di Gerbido.
Ma Appendino ha saputo fare di meglio e in questi giorni ha autorizzato la costruzione del centro commerciale sull’area ex- Westinghouse.
Quando il MoVimento era contro la volontà di fare cassa costruendo centri commerciali
La Sindaca Appendino ha giustificato la decisione spiegando che il Comune potrà così incassare 19,6 milioni di euro che potranno essere così messi a bilancio e utilizzati per sostenere il capitolo cultura e altre iniziative del Comune.
Chi non è di Torino però forse non sa che sull’area dove verrà edificato il centro commerciale il M5S ha condotto per anni una battaglia durissima.
Se lo ricorda ad esempio Vittorio Bertola (ex consigliere comunale M5S) che su Facebook ha ribadito com la battaglia contro l’ipermercato che verrà aperto sul giardino davanti al Tribunale è stata una delle più forti tra quelle condotte dai Cinque Stelle durante la precendente amministrazione a guida PD.
Bertola scrive chiaramente che all’epoca erano noti — e Appendino dovrebbe saperlo più di tutti visto che sedeva in Commissione Bilancio — sia lo stato delle finanze cittadine che il costo della rinuncia e di quel “no” alla nuova lottizzazione commerciale.
Questo è quello che scrivevano Bertola ed altri consiglieri pentastellati il 12 dicembre 2014, in un comunicato dove promettevano che “avrebbero vigilato sull’operazione” e invitavano l’Amministrazione ad un confronto con la cittadinanza in modo da garantire “una più ampia partecipazione dei cittadini al processo decisionale”.
Uno degli ultimi atti di una battaglia che il MoVimento torinese stava combattendo da anni, visto che sull’area dove sorgerà il nuovo centro commerciale doveva inizialmente ospitare una biblioteca, anzi, la biblioteca principale della città .
Progetto che poi è stato abbandonato a favore di un nuovo tipo di insediamento, non senza le lamentele del MoVimento 5 Stelle che ora si trova ad avallare quella stessa decisione che per anni ha osteggiato duramente.
Tanto che all’epoca Davide Bono su Facebook scriveva: “Ma secondo voi servono altri 10 ipermercati a Torino? Per “chi comanda a Torino” ancora edilizia e centri commerciali, intanto in centro chiudono tutti i negozi. grazie Piero Fassino, grazie #pd. il MoVimento Cinque Stelle Torino si farà sentire!!“. E si è fatto sentire.
Ma era il 2014, all’epoca l’allora assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo in un’intervista su Repubblica aveva giustificato così la decisione della giunta Fassino
“Il Comune non ha i soldi per le tante opere necessarie. Ad esempio per il nuovo centro congressi nell’area ex Westinghouse, 5.000 posti per un’infrastruttura di livello europeo. Ma servono fondi privati e per questo è stato aperto un bando per valorizzare tutta la zona. La proposta che ci è arrivata è quella di realizzare un centro commerciale.
Nel 2016 Chiara Appendino ha giustificato la retromarcia con la necessità di far quadrare i conti, che in fondo era la stessa spiegazione data all’epoca da Fassino.
(da “NextQuotidiano”)
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