BERLUSCONI APRE, ALFANO FRENA: “FRA NOI E FORZA ITALIA IL NODO PREFERENZE”
LA LETTERA DI SILVIO: “RIPRENDIAMO LA STRADA COMUNE”… MA IL LEADER NCD LO GELA, RILANCIA LA RIUNIFICAZIONE DEL CENTRO E PARLA DELL’ART. 18
Scivola via senza suscitare grandi entusiasmi, la lettera che Silvio Berlusconi pubblica sul Giornale per lanciare un appello ai moderati.
Durante le sette ore dell’assemblea del Nuovo centrodestra, il solo Angelino Alfano, nelle vesti del leader, vi farà cenno per dirsi «deluso» e dettare comunque le sue condizioni.
Per il resto, il clima nei confronti dell’ex leader è piuttosto freddo, se non ostile, se si fa eccezione per Nunzia De Girolamo, coerente con le sue aperture.
Alla fine anche lei, e ancor più il ministro Maurizio Lupi, plaude alla “linea di Angelino”.
L’Ncd resta saldamente al governo: “Mille giorni insieme al Pd per cambiare il Paese, poi ognuno per la sua strada”
«Sono convinto che sia giunto il momento di riprendere la strada per costruire non un cartello elettorale ma una piattaforma politica comune», scrive il leader di Forza Italia nella lettera. Sostiene di ammettere e rispettare le differenze, rinvia a dopo la questione della leadership. Ma le aperture non bastano al Ncd.
Alfano, quasi con distacco: «Leggendo i giornali questa mattina ci rendiamo conto che chi doveva capire ha capito il gesto di coraggio» che abbiamo compiuto.
È la legge elettorale il nodo: «Siamo delusi che manchi il punto fondamentale e decisivo in quella lettera: una proposta sulla legge elettorale».
L’introduzione delle preferenze nell’Italicum è la condizione che pone il ministro. Poi rincara: «Il vecchio centrodestra è morto e non esiste più, deve essere del tutto diverso da quello del passato, si ricostruirà il centrodestra con il rispetto delle opinioni di tutti, con la democrazia all’interno».
Per la federazione ci sarà tempo, forse.
«Intanto partiamo da chi insieme a noi ha sostenuto il governo, le riforme e il Ppe e cioè l’Udc, Scelta civica, i Popolari per l’Italia», taglia corto il ministro degli Interni che manda anche un avviso al premier: «A Matteo Renzi diciamo che sull’articolo 18 non scherziamo. No a totem ideologici».
Subito dopo, Gaetano Quagliariello viene acclamato coordinatore, premette che non vuole andare a sinistra («Piuttosto mi faccio prete») ma lancia l’inequivocabile hashtag su Twitter #ionontornoindietro.
(da “La Repubblica”)
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