BERLUSCONI: “DA MATTEO IL LIBRO DEI SOGNI”
“PER ORA SOLO PAROLE, ASPETTIAMO E VEDIAMO”…. IL PROBLEMA FITTO
«Mi dicono sia stato un super mega show, un libro dei sogni, il ragazzo del resto è bravo con le parole» ironizza Silvio Berlusconi quando in serata gli raccontano della conferenza stampa di Matteo Renzi a Palazzo Chigi.
La diretta tv non l’ha seguita, impegnato per quasi tre ore nel “parlamentino” al piano terra di Palazzo Grazioli per la riunione fiume coi dirigenti pugliesi di Forza Italia, capitanati da Raffaele Fitto
Ai suoi, il Cavaliere consente di sbizzarrirsi nei commenti, lo faranno a ruota tutti, da Toti alla Bergamini, dalla Gelmini alla Bernini.
Ma il leader preferisce tenersi alla larga da qualsiasi commento pubblico, evita accuratamente di infierire sebbene si dica preoccupato per l’ipotesi di aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
«Aspettiamo, vediamo » si defila. In fondo Berlusconi plana su Roma in mattinata, nelle stesse ore in cui l’Italicum viene approvato alla Camera.
E non nasconde la soddisfazione per quel primo via libera al testo frutto del suo accordo col premier che (per ora) ha retto, nonostante insidie e voti segreti.
Non gli va di infierire, insomma
Alla quarantina tra consiglieri e amministratori pugliesi che lo intrattengono per mezzo pomeriggio, il leader racconta per l’ennesima volta la storia dei «quattro colpi di Stato», della «persecuzione giudiziaria» in questi vent’anni, promette che lui non si farà da parte e che vorrebbe candidarsi anche alle Europee.
«Anche se aspetto di capire cosa mi dicono i miei avvocati, vedrete che i giudici si preparano a bocciare i nostri ricorsi pur di escludermi dalla competizione e farmi fuori» dice.
Che la sua candidatura sulla carta resta in piedi Berlusconi lo aveva abbozzato anche al vertice ristretto andato in scena qualche ora prima nella sala da pranzo. Commensali: Giovanni Toti, Denis Verdini, i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, la portavoce Deborah Bergamini, Simone Baldelli (vicepresidente della Camera).
La scadenza del 15 aprile per le candidature alle Europee ora è diventata prioritaria nel timing di Palazzo Grazioli, sempre dopo la questione che più sta a cuore al Cavaliere: la decisione del Tribunale di sorveglianza sui servizi sociali o i domiciliari ai quali destinarlo per nove mesi.
E il caso che sta diventando di giorno in giorno sempre più ingombrante è quello riconducibile alla candidatura di Raffaele Fitto.
Nel pranzo, alcuni commensali si premurano di far presente quanto sia «inopportuna» una corsa del peso massimo pugliese nella circoscrizione Sud.
La tesi è che bisognerebbe evitare l’exploit elettorale dell’ex governatore, tanto più in una competizione in cui farà il suo esordio Giovanni Toti, in cui corrono tutti gli eurodeputati uscenti e in cui, giocoforza, non potrà essere in gara Berlusconi. L’escamotage allora sarebbe la regola della non candidabilità dei parlamentari nazionali, affidando la decisione ufficiale alla Commissione elettorale del partito da convocare a breve. Berlusconi non ne fa cenno a Fitto alla presenza dei dirigenti pugliesi.
Il deputato, che non è stato tenero con la gestione recente, torna oggi a Grazioli per un nuovo incontro, questa volta a quatt’occhi.
Carmelo Lopapa
(da “la Repubblica“)
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