BERLUSCONI RENDE UN PESSIMO SERVIZIO A SE STESSO
IL DECRETO BLOCCAPROCESSI E’ UN ERRORE STRATEGICO IMPERDONABILE , RIDA’ FIATO ALLA TEORIA DELLE LEGGI AD PERSONAM …SILVIO FACCIA ORA UN GESTO DA POLITICO DI RAZZA : CHIEDA CHE IL SUO PROCEDIMENTO NON VENGA SOSPESO
Processi sospesi per un anno se riguardano reati commessi al 30 giugno 2002, e per cui siano previsti meno di dieci anni di detenzione. La maggioranza ha presentato due diversi emendamenti al decreto sicurezza che va in votazione da stamane al Senato. Se le norme fossero approvate, il primo effetto visibile sarebbe quello di bloccare uno dei processi più insidiosi in cui Berlusconi è nelle vesti di imputato: quello che lo vede accusato di corruzione in atti giudiziari nei confronti dell’avvocato inglese Mills. Nell’occasione, il premier ha rammentato che procederà al ricusamento del presidente del collegio giudicante. Inoltre Berlusconi ha anticipato che intende ripresentare una norma “sospensiva per le inchieste che vedano coinvolte le più alte cariche dello Stato” ( il lodo Schifani venne giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale nel 2004).
La teoria del centrodestra è che questi emendamenti servano per dare la precedenza nei tribunali a quei processi che destano grave allarme sociale. Il giudice si occuperebbe dei processi più importanti, sospendendo per un anno quelli che si avviano alla prescrizione. Quindi via libera a processi per cui si prevede l’ergastolo o una pena superiore a 10 anni. Il secondo emendamento prevede invece la sospensione dei processi penali “relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002 che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione della udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado. La sospensione durerebbe un anno e non inciderebbe sui termini di prescrizione”. Diciamolo con franchezza, sarebbe una norma fatta su misura per il processo Berlusconi-Mills , fatti avvenuti prima del 30-06-02 e, in casi di condanna, pena massima sui 6 anni. Il processo è sia prossimo a una sentenza che alla prescrizione.
A parte che non comprendiamo francamente cosa c’entri questo emendamento col decreto sicurezza, se non dare l’impressione che ci si voglia infilare qualcosa forzatamente, i casi sono due: o è stato presentato per “togliere” Berlusconi dall’imbarazzo di una eventuale condanna o inserito per favorire la snellezza dei processi.
Nel primo caso, intanto, solitamente si pensa che un innocente possa essere assolto e non ci si organizza per il peggio. Inoltre, fino all’ultimo grado di giudizio, uno è innocente. Comunque un “premier” condannato dal tribunale di Milano non ne inficerebbe minimamente l’immagine: chi pensa a una manovra della Magistratura di sinistra continuerà a pensarlo, chi invece riterrà che sia equa farà altrettanto.
Diciamo però una cosa: è stato un errore politico clamoroso presentare un emendamento del genere, che ridà fiato alla Sinistra e a Di Pietro, con la polemica delle “leggi ad personam”. Uno sbaglio strategico imperdonabile, dove Berlusconi rende un pessimo servizio a se stesso. Accompagnare questi emendamenti con sparate alzo zero contro certa Magistratura inquinata rappresenta poi un discorso sinceramente poco da premier e molto da imputato. Nessuno nega che molti processi, finiti poi in Cassazione con il proscioglimento di Berlusconi, fossero frutto di accanimento politico, ma alla fine Silvio ne è uscito a testa alta, quindi dov’è il problema? Ormai la gente lo sa.
Più si sono accaniti e più ha preso voti, non dimentichiamolo. L’italiano ragiona con la propria testa, ma se dai l’impressione di cercare una ” via di fuga” comincia a insospettirsi e a giudicarti uguale agli altri.
Ecco perchè ci aspettiamo ora da Berlusconi un colpo di ali dei suoi . Approvato l’emendamento che snellisce i processi importanti, dichiari che vuole che il suo vada avanti e che non si avvarrà della nuova norma. Un atteggiamento che farebbe morire sul posto gli avversari e che susciterebbe ammirazione e consensi tra tutti gli Italiani. Un atto politico da grande uomo di Stato: questo si aspetta il popolo italiano da chi ha giudicato degno di guidare la Nazione.
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