BRIATORE INTERCETTATO METTE NEI GUAI BERLUSCONI
NELL’INCHIESTA GENOVESE SULLO YACHT “FORCE BLUE” TELEFONATE SULLE FESTE AD ARCORE…LE CARTE TRASMESSE A MILANO
Spira aria di bunga-bunga dalla Riviera.
A Milano sono arrivate da Genova carte giudiziarie e intercettazioni telefoniche che andranno a ingrossare i faldoni del caso Ruby.
Tra le voci registrate, quelle di Flavio Briatore, di Daniela Santanchè e di alcune giovani ragazze che,secondo indiscrezioni, parlano delle feste di Arcore e potrebbero essere utili ai magistrati della procura milanese per mettere ulteriormente a fuoco i rapporti tra Silvio Berlusconi e Lele Mora, l’impresario che i magistrati di Milano vogliono mandare sotto processo con l’accusa di aver fornito al presidente del Consiglio le ragazze del bunga-bunga.
La vicenda inizia a Genova nel 2010, quando la Guardia di finanza avvia un’indagine, coordinata dal pubblico ministero Walter Cotugno, su reati finanziari commessi attraverso finti contratti d’affitto di yacht.
Il gioco era questo: i proprietari d’imbarcazioni da diporto risparmiavano sulle tasse facendo risultare che le barche (di loro proprietà ) erano invece affittate.
Le società di chartering godono infatti di buone agevolazioni fiscali, che non spettano ai singoli proprietari.
L’indagine coinvolge anche alcuni imprenditori e alcuni vip da rotocalco.
Tra questi, Briatore: il suo yacht di sessanta metri, il “Force Blue”, è intestato a una società di chartering che ufficialmente lo affitta a 34 mila euro al giorno.
Ma secondo il pm non è mai stato affittato ed è utilizzato soltanto da Briatore.
Nel maggio 2010, la Guardia di finanza pone sotto sequestro, al largo di La Spezia, il “Force Blue”.
Con seguito di polemiche (“Da quando siamo stati costretti ad abbandonare il nostro yacht, il piccolo Nathan Falco piange spesso, non è più tranquillo e sereno come prima”, dichiara al settimanale Diva e donna la moglie di Briatore, Elisabetta Gregoraci, che poi però smentisce di aver detto quella frase a proposito del figlio nato due mesi prima).
Il manager della Formula 1 viene indagato per evasione fiscale, truffa ai danni dello Stato e contrabbando: poichè usa un megayacht battente bandiera delle Isole Cayman senza aver versato al fisco italiano l’imposta sul valore aggiunto al momento del suo ingresso nelle acque dell’Unione europea.
Nel corso di questa inchiesta, gli investigatori compiono intercettazioni telefoniche.
Alcune delle telefonate registrate vengono ritenute interessanti perchè riguardano un’altra vicenda, che si sta svolgendo proprio in quei mesi tra Genova, Arcore e Milano: è il caso della minorenne marocchina Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, che stava raccontando le sue notti a Villa San Martino e le feste del bunga-bunga.
Nell’ottobre 2010 la storia di Ruby, diventata oggetto d’indagine della procura di Milano, finisce sui giornali. Parallelamente, a Genova, la procura sta registrando altre telefonate, quelle di Briatore e dei suoi interlocutori.
Le intercettazioni genovesi continuano fino ai primi mesi del 2011.
Naturalmente non si conoscono ancora i contenuti di quelle conversazioni, con le voci, tra gli altri, di Briatore e Santanchè.
Ma le chiacchiere tra amici sull’argomento del giorno — il caso Ruby — sembrano offrire qualche elemento utile, se non alla definizione di profili penali, almeno alla comprensione del sistema organizzativo delle feste di Arcore (a cui Briatore e Santanchè sarebbero però estranei).
Le intercettazioni offrirebbero inoltre elementi utili a illuminare il ruolo giocato in quel sistema da Lele Mora.
Così nei giorni scorsi il procuratore reggente di Genova, Vincenzo Scolastico, avrebbe preso contatto con il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, titolare con Pietro Forno e Antonio Sangermano delle indagini sul caso Ruby.
Il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, interpellato ha smentito l’arrivo di nuovi materiali investigativi provenienti da Genova.
Questi potrebbero confluire, se non nel processo a rito immediato con Silvio Berlusconi imputato di concussione e prostituzione minorile, almeno nel processo, alle soglie dell’udienza preliminare, a carico di Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede.
Secondo quanto risulta al Fatto, la Guardia di finanza avrebbe però già provveduto a portare da Genova a Milano i documenti raccolti nell’indagine genovese del pm Cotugno, che sarebbero arrivati al palazzo di giustizia milanese nella serata di martedì 31 maggio.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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