BRUNETTA: DAI COMPENSI TV NEI TITOLI DI CODA ALLA CODA DI PAGLIA
SECONDO IL MINISTRO, PUBBLICARE I COMPENSI NEI TITOLI DI CODA SERVIREBBE A “CONTROLLARLI”: E DOPO CHE LI ABBIAMO CONTROLLATI CAMBIA QUALCOSA? …. IL SOLITO SPOT DEMAGOGICO: INVECE CHE RIDURLI, LO SPETTATORE LI LEGGE E SI INCAZZA PURE
Occorre riconoscere al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, una grande fantasia da paraculo: riesce a far diventare uno spottone qualsiasi banalità che si sogna la notte e ipotizza ai media di giorno.
Tanto gente che abbocca ne trova sempre, e le sue trovate vengono amplificate, garantendogli la nomea (solo quella) di gran moralizzatore.
La gente è scandalizzata da quanto percepiscono certi personaggi dello spettacolo?
Diamo loro in pasto, ma solo alla fine della trasmissione in Rai, perchè se glielo dici prima magari si incazzano e cambiano canale, la cifra che guadagna un presentatore, un attore, una velina, facciamo scorrere nei titoli di coda i quattrini che la Rai elargisce, e la “trasparenza” è assicurata.
Il popolo felice va a letto sereno se conosce il compenso dei conduttori del programma che ha appena visto.
Non è chiaro se la cifra deve indicare il contratto globale annuale o quello diviso per singolo programma, in ogni caso già immaginiamo le critiche. Peccato che Brunetta dimentichi che pubblicare i compensi non equivale a controllarli, a quello ci dovrebbe pensare la Rai e i suoi referenti politici, Brunetta compreso.
Il povero cittadino, quando ben ha “controllato” quanto guadagnano tizio e caio, poi che fa? Cosa cambia?
Al massimo maledice di aver pagato il canone.
Non glielo ha certo firmato lui il contratto, a certi big dello spettacolo.
Se poi uno vuole solo sapere quanto guadagna qualche conduttore, eccolo servito, senza bisogno di titoli di coda.
Fabio Fazio per “Che tempo che fa” prende 2.185.000 euro, Bruno Vespa per “Porta a Porta” 1.780.000 euro, Simona Ventura per “Quelli che il calcio” 1.800.000, Milly Carlucci per “Ballando sotto le stelle” 1.200.000 euro, Michele Santoro per “Anno Zero” 600.000 euro.
Giustamente qualcuno ha fatto osservare che se Brunetta vuole indicare i compensi, è necessario anche quantificare i guadagni che costoro portano alla Rai, in termini di pubblicità .
E’ noto che se uno conduce una trasmissione seguita, ha un traino pubblicitario notevole: per assurdo, una cifra potrebbe sembrare enorme per il cittadino comune, ma se poi entra in pubblicità , durante gli spot inseriti nella trasmissione, una somma tre volte superiore, dov’è lo scandalo?
Anzi, la Rai dovrebbe essere contenta di aver fatto un utile.
L’argomento è quindi delicato, facile a demegagie, utile a chi vuole sembrare “il grande moralizzatore” a chiacchiere.
Anche perchè se riduci i compensi in Rai a chi attira il pubblico, c’è il rischio di perderlo a vantaggio della concorrenza commerciale.
Un giro di vite in Rai, in pratica, favoriebbe Canale 5, con tutte le polemiche che seguirebbero.
Semmai i risparmi andrebbero fatti su certi dipendenti assunti e lottizzati, specie nele sedi regionali, grazie alla spinta politica, di destra o sinistra che sia.
Alla pletora di nullafacenti che, grazie all’amicizia giusta, non fanno una mazza e percepiscono stipendi notevoli per il comune mortale.
Ma di quelli Brunetta non ci parla….
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