BUZZI ACCUSA: “DA ZINGARETTI A MARINO, SOLDI A TUTTI I PARTITI”
MAFIA CAPITALE, I VERBALI DEL FACCENDIERE TIRANO IN BALLO ANCHE STORACE
Salvatore Buzzi, ras della cooperativa “29 giugno” e uomo di spicco, insieme a Massimo Carminati, di Mafia Capitale ne ha per tutti.
E dal carcere accusa tutti i politici di aver preso soldi, a partire dall’entourage dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a quello del sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Lo riporta un articolo pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”.
Buzzi parla in particolar modo dell’ex sindaco della capitale Gianni Alemanno e di Marino.
E poi del presidente della regione Zingaretti.
Ed è sul governatore che muove con maggior decisione. A cominciare dalla gara da poco meno di 1 miliardo di euro bandita nel 2014 per il centro unico di prenotazioni ospedaliere, di cui Buzzi vincerà un lotto (prima che la gara venga annullata).
“La gara era in quattro lotti. Tre andavano alla maggioranza e una all’opposizione. Era l’accordo che Storace aveva fatto con Zingaretti. Poi, al posto di Storace, noi mettiamo in pista Gramazio (Luca, arrestato lo scorso giugno, ndr ). E Zingaretti dice: “Non ti preoccupare, fai questa cosa con Venafro (ex capo di gabinetto del governatore, ora indagato, ndr ), ci penso io con lui”.
Da quel momento in poi, si parla solo con Venafro. Fatto l’accordo politico a monte con il Presidente, poi parli con il capo di gabinetto. Il capo di gabinetto fa l’accordo con Gramazio, il quale, per essere sicuro che venga rispettato, chiede un membro in commissione aggiudicatrice di gara”.
C’è dell’altro. Buzzi indica un uomo chiave nell’entourage di Nicola Zingaretti. Peppe Cionci. “Gravita intorno a Zingaretti. È l’uomo dei soldi. Quando abbiamo fatto la campagna elettorale per lui, siamo andati da Cionci. Non ha un ruolo politico. Ha un ufficio vicino alla sede della redazione di Repubblica. È un imprenditore. Se uno deve fare una campagna elettorale e deve dare dei soldi al comitato Zingaretti, ti rivolgi a Cionci. Tutti a Cionci”.
Sempre su Repubblica, Zingaretti si difende in un’intervista affermando: “Una macchina del fango contro di me. Non c’è mai stata un’intesa con la destra per dividersi gli appalti: la prova è che in due anni nessuna gara è stata vinta da quelle cooperative”.
Lasciando la Regione Lazio e passando al Comune, Buzzi afferma che con Marino erano cambiate le regole.
“Con Alemanno – spiega – comandavano gli assessori. Con Marino, i dirigenti dei dipartimenti”. Mentre l’aula consiliare Giulio Cesare era diventata un suk dove la facevano da padrone i due capi-bastone del Pd, l’allora presidente dell’Assemblea Mirko Coratti e l’allora capogruppo Francesco D’Ausilio (a quest’ultimo, Buzzi sostiene di aver fatto arrivare, attraverso il suo capo segreteria Salvatore Nucera, una tangente da 6.500 euro per una gara per la pulizia delle spiagge di Ostia).
“La regola era che si pagava la tangente sul valore del 50 per cento dei lotti di gara. E che, un lotto era indicato dalla politica. Era la politica che decideva a chi doveva essere assegnato”. “Pagavate quanto?”, chiede Ielo. “Il 3, 4, 5 per cento”, risponde Buzzi.
L’ex capo della coop “29 giugno” aggiunge:
“Con D’Ausilio ci venne imposta per la prima volta una tassazione sulle gare per il servizio giardini e il V dipartimento (assistenza immigrati ndr). Diceva D’Ausilio: ‘Dovevate pagare tutto’. Avemmo una discussione. Gli dissi: “Non puoi entrare a gamba tesa sulle coop sociali’. Anche perchè non potevo andare da una piccola coop sociale e dirgli ‘paga D’Ausilio’. Per questo ci accordammo con Nucera che si pagava solo sul 50 per cento dei lotti”.
(da “Huffingtonpost”)
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