Giugno 4th, 2020 Riccardo Fucile
UN SUO CONSIGLIERE: “ZANGRILLO RASSICURA ALL’ESTERNO MA AL PRESIDENTE DICE STAI ATTENTO NON RIENTRARE IN LOMBARDIA PERCHE’ RISCHI LA PELLE”
Il patriarca del centrodestra si è rifugiato a Valbonne, dalla figlia Marina e non se ne più andato. E
non intende tornare in Lombardia. Semmai la prossima tappa la Sardegna.
Silvio Berlusconi è in Francia da metà febbraio, ancor prima che si contassero 1000 morti al giorno per Covid-19. “Mai come adesso sono orgoglioso di essere italiano. Che Dio ci aiuti”, ripete agli interlocutori che sente telefonicamente e che intrattiene sempre su due argomenti: la salute e l’economia.
In quella villa dove si trovano un grande parco e due case molte ampie, accanto agli affetti più cari, ai due nipotini Gabriele e Silvio c’è anche Marta Fascina, classe ’90, originaria di Portici, la nuova fidanzata trentenne del Cavaliere. Non a caso il pettegolezzo che circola fra chi ascolta e sente l’ex premier suona così: “L’esilio francese è stato anche il modo per troncare definitivamente con Francesca Pascale”. Non è dato sapere se sia solo un chiacchiericcio, fatto sta che al leader azzurro di recarsi in Francia sarebbe stato consigliato anche dai medici.
Così uno dei consiglieri di Berlusconi confessa: “Zangrillo dà un messaggio rassicurante all’esterno, ma al presidente dice: stai attento perchè rischi la pelle”.
Dunque è in Provenza che, tra una passeggiata e una preghiera, occupa larga parte della giornata incollato al telefono o sulla piattaforma Zoom (“Ha imparato ad usarla”), non staccando mai l’orecchio dai notiziari tv. La scorsa settimana si è molto divertito quando ha intrattenuto oltre 400 ragazzi della scuola di formazione politica sempre su Zoom. Oggetto della lezione: il piano casa e le infrastrutture.
E il Cavaliere ha raccontato la sua vita da imprenditore edile: “Il lavoro che mi è rimasto nel cuore è quello del costruttore. Lo sapete chi è l’ideatore di Milano 1, Milano 2, Milano 3?”. Risata generale. “Sta molto bene, segue tutto, legge i dossier, ma è un uomo disinteressato alle quisquilie, si appassiona soltanto alle grandi partite”.
E le grandi partite rimandano alle voci: Mes, Recovery Fund, la rabbia sociale, la sburocratizzazione del sistema, il governo Conte. Ma soprattutto l’esecutivo di unità nazionale con tutti dentro. Si muove in questo quadrante l’ex presidente del Consiglio che certo non adora “i due ragazzi”, li chiama così – vale a dire Giorgia Meloni e Matteo Salvini. “Lui ha buoni rapporti con tutti. Sono loro (Meloni e Salvini ndr) che non hanno le giuste attenzioni per il presidente. A volte basterebbe una telefonata per lavorare in grande armonia”, confidano dall’inner circle.
In Provenza il telefono squilla sì ma non si tratta mai del leader del Carroccio, nè tanto meno della pasionaria di Fratelli d’Italia. Se fosse stato per lui mai e poi mai avrebbe consentito ai suoi di scendere in piazza a manifestare contro il governo.
Non a caso mezz’ora prima del fischio di inizio del flashmob di piazza del Popolo, dopo essersi consultato con l’amico Gianni Letta, che sente più volte al giorno, ha vergato un tweet al veleno che aveva come obiettivo il duo sovranista: “Dovevamo limitare al massimo il numero dei partecipanti per evitare il rischio assembramenti e non dare cattivi esempi. Non si può fare la predica e poi essere i primi a trasgredire”. Con una postilla che non ha postato sui social ma ha confidato agli amici: “Ma questi due cosa hanno mai fatto nella vita?”.
Rilascia interviste al piccolo schermo, senza mai apparire in video. Il motivo? “Non ne verrebbe un’immagine pulita, lui che è un perfezionista”. D’altro canto, il leader azzurro era colui che faceva mettere una calza da donna sull’obiettivo per eliminare le rughe. Ma tant’è.
Qui il punto è la politica. In quale direzione va il Cavaliere? Ondeggia fra l’ipotesi di governo di unità nazionale e un’opposizione non brutale, “light” si direbbe dalle parti di Valbonne. E ondeggia al punto che nello stesso giorno è uscito con una lettera al Corriere della Sera dal titolo: “Ora unità e dialogo costruttivo per risollevarci come dopo la guerra”.
Tradotto, il Cavaliere ha proposto una sorta di bicamerale per le riforme nel solco dei moniti del Capo dello Stato che invita allo spirito costituente.
Peccato che sempre la stessa mattina i lettori de La Verità hanno letto le parole di un altro Berlusconi che criticava aspramente l’esecutivo Conte: “Il governo ha affrontato in ritardo l’emergenza sanitaria e questo ritardo ha certamente contribuito al dilagare della pandemia nel Paese. E adesso sta affrontando ancora con ritardo l’emergenza economica: troppa lentezza, troppa approssimazione, troppa confusione”
Ecco, in questa confusione il gruppo dirigente è spaesato. “Nei territori Forza Italia è inesistente, ci sono solo sacche di notabilato al sud…”, è l’accusa che gli rivolgono in tanti. Morire contiani o salviniani?
La maggioranza dei parlamentari, soprattutto i nordisti, propenderebbe per una linea più filosalviniana. Antonio Tajani, numero due del partito, incoronato nel 2017, esautorato dopo le elezioni del 2018, ancora incoronato nei mesi passati, appare più come il commissario liquidatore di Forza Italia.
Nei territori in tanti scappano. Soltanto in Sicilia, la terra del 61 a zero, si contano due fuoriuscite di peso.
Da due settimane hanno lasciato gli azzurri Nino Germanà e Francesco Scoma, entrambi deputati, entrambi ras delle preferenze. Il primo, Germanà , è andato al Misto, il secondo invece ha aderito a Italia Viva di Matteo Renzi.
Per non parlare della rottura del sodalizio fra Gianfranco Miccichè e Stefania Prestigiacomo con quest’ultima che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe minacciato di lasciare il partito.
Il Cavaliere pensa ad altro. “L’uomo punta al governo di unità nazionale anche per i problemi delle sue aziende che hanno perso un terzo del fatturato”, chiosa sconsolato un senatore di lungo corso.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 2nd, 2020 Riccardo Fucile
BERLUSCONI: “NON DOVEVAMO DARE CATTIVI ESEMPI, NON SI PUO’ FARE LA PREDICA E POI ESSERE I PRIMI A VIOLARE LE NORME”
Ho visto da vicino la manifestazione dei sovranisti italiani svoltasi oggi nel centro di Roma, manifestazione nella quale è stata palpabile la differenza di atteggiamento (e di confidenza con la gente) delle tre componenti politiche.
Matteo Salvini è perfettamente a suo agio e tutto sommato contento del bagno di folla mentre Giorgia Meloni appare subito un po’ indispettita, forse preoccupata da un eccesso di assembramento nelle strade capace di fare perdere compostezza all’evento.
Antonio Tajani infine (un po’ come tutti quelli di FI) ha l’aria di quello che si chiede semplicemente “ma io che ci faccio qui?”, posizione plasticamente confermata da un tweet di sostanziale presa di distanze che Silvio Berlusconi pubblica alle 9.30 del mattino (quindi ben prima dell’inizio ufficiale) che recita testualmente: “dovevamo limitare al massimo il numero dei partecipanti per evitare assembramenti e non dare cattivi esempi. Non si può fare la predica e poi essere i primi a trasgredire”.
Questo diverso atteggiamento è importante perchè ci dice molto sulla condizione (anche politica) della sedicente destra italiana, teoricamente racchiusa in una coalizione ma praticamente divisa su molti dei temi più importanti, a cominciare dal decisivo (domani ancor più che oggi) rapporto con l’Europa.
Provo a dirla in un altro modo, rispondendo ad una semplice domanda, che è la seguente: “com’è la destra italiana?”. Ebbene la mia risposta è in una parola: “sgangherata”.
È la sua natura profonda, esattamente come sgangherata è stata la manifestazione di oggi, così come sono sgangherate molte delle uscite sui temi più importanti e com’è la collocazione internazionale dei partiti che ne fanno parte, non a caso privi di credibili punti di riferimento (vedasi alla voce Le Pen), oppure discussi (vedasi alla voce Orban) o incoerenti (il Ppe per Berlusconi) con i partner.
Questa condizione è talmente prevalente da essersi manifestata già di prima mattina nella manifestazione di oggi, appuntamento nel quale tutte le regole di comportamento in chiave Covid-19 sono andate in frantumi in pochi minuti
Ma c’è di più, perchè oggi la piazza ha preso nettamente il tono di una dura protesta contro il governo ed il premier, altro che essere un momento di proposta come annunciato dagli organizzatori.
Ecco quindi che la condizione di realtà “sgangherata” è emersa assai bene nel corso della giornata, mostrando la destra italiana esattamente per quello che è.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
“OPPORSI E’ SOLO UN NO CONTRO L’EUROPA”
“Il Mes? Non riesco a capire questa discussione. E’ davvero incredibile, ci sono interessi allo 0,1% e
senza condizioni. Sembra fatto apposta per noi. Abbiamo un bisogno drammatico di risorse da mettere nel sistema economico, soldi praticamente gratis. Si tratta di un atto di solidarietà dell’Europa”.
Silvio Berlusconi a ‘Mattino 5′ prende posizione a proposito del meccanismo europeo di stabilità . “E’ così conveniente – spiega – che dovremmo assolutamente accettare. Opporsi è un no anti-europeo”.
“Noi quindi dovremmo accettarlo – aggiunge il leader di Forza Italia – perchè ci consentirebbe di realizzare nuovi ospedali, rimettere in sesto quelli esistenti, costruire case di riposo per gli anziani, i reparti sanitari nelle carceri, sovvenzionare la ricerca, formare e pagare meglio medici e personale sanitario. Quindi il Mes è così conveniente che noi non dovremmo avere dubbi nell’accettarlo”.
“Chi dice no – sottolinea Berlusconi – ha una posizione incomprensibile, autolesionista e strumentale in chiave anti europea. Dai grillini non mi stupisce affatto”.
Ma anche Fdi e Lega combattono il Mes, mentre Fi non ha dubbi sull’utilità dello strumento.
“La nostra posizione e la nostra cultura nei confronti dell’Europa – ha risposto Berlusconi – sono diverse da quelle dei nostri alleati, agli alleati ci lega un buon programma per il governo dell’Italia che è stato scritto in gran parte da noi e ci lega il consenso che tanti italiani ci danno”.
“Ma le radici di Fi – sottolinea – affondano nella visione liberale e cristiana sulle quali si basava il sogno dei padri fondatori dell’Europa, il sogno di un’Europa unita, grande, libera e forte”.
“In Italia e nell’ambito del centrodestra – ha concluso Berlusconi – Fi rappresenta questa anima, la politica e i valori dell’Occidente. La Ue è l’unica possibilità che abbiamo di esercitare un ruolo del mondo. L’offensiva dell’imperialismo comunista cinese, che dobbiamo davvero temere, sarà ancora più pericolosa perchè la Cina è stato il primo Paese ad esserne colpito ma anche il primo a essersi ripreso mentre i Paesi del mondo libero potrebbero rimanere ancora in una condizione di debolezza”.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
TOGLIE IL DUO SALVINI & MELONI DAL PIEDISTALLO E AVVOLGE CONTE NELLA CORTESIA ISTITUZIONALE, FACENDO VALERE LA SUPERIORE ESPERIENZA POLITICA
La vera fase due è quella di Silvio Berlusconi, come il Gigante-pensaci-tu torna e risolve. Declina la propaganda e riappare, forse, la politica, e allora lui che della reclame ne è stato il re, avendo conosciuto la politica, cala la carta dello “statista”. O almeno crede di esserlo. Toglie il duo Salvini&Meloni dal piedistallo del centrodestra, è vero, ma soprattutto sorride a Giuseppe Conte, lo avvolge nella cortesia istituzionale e con la grammatica della correttezza costituzionale siede al tavolo della sostanza di governo, proprio quell’esecutivo fortemente voluto e sostenuto dai suoi nemici di sempre: Piercamillo Davigo, Marco Travaglio e Beppe Grillo, la trimurti in lotta eterna contro lo “psiconano” di Arcore. Berlusconi comunque offre questa illusione.
Chi parla con il tycoon lo sa: “Il presidente non sosterrà mai un governo Conte, semmai un esecutivo Draghi”.
Rieccolo il Cavaliere in versione Covid-19. Che stoppa la mozione di sfiducia ai danni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, firmata da Fratelli d’Italia e Lega.
E se l’ex premier si oppone, la mozione salta. Punto.
Si diverte con Zoom e Skype e conclude ogni video call allo stesso modo: “Al di là di queste cose, vi dico: state attenti, preoccupatevi della vostra salute e dei vostri cari perchè è un momento difficile”.
I collaboratori sono entusiasti. “È rinato”, dicono. “È tornato a divertirsi”, insistono. Prima ancora che la Lombardia diventasse zona rossa, prima ancora del match fra Atalanta e Valencia, che forse fu detonatore del virus, il vecchio Cav – ormai in modalità “young” – che la sa sempre lunga, ha fatto i bagagli ed è fuggito in Provenza, a Valbonne, a casa della figlia Marina.
Fa il nonno — dettaglio: uno dei figli di Marina si chiama Silvio e lui ci va pazzo — e nel frattempo si è ripreso la scena. Ricorda quei trequartisti a fine carriera che danno del tu al pallone e potrebbero da un momento all’altro piazzarla all’incrocio dei pali, magari dopo aver passeggiato tutto il match.
In tenuta casual, pull over rigorosamente blu, seduto al tavolo con davanti il suo portatile Apple e una miriadi di fogli, studia, compulsa i sondaggi, cammina lungo le distese di lavanda, e poi incide.
Incide eccome ora che la propaganda non serve più. Proprio ora che l’eterna campagna elettorale di Salvini è stata anestetizzata dal Coronavirus e il Capitano continua a perdere terreno settimana dopo settimana.
Si rimette alla tolda di comando di un centrodestra, scolpisce un “viva il Mes” nel segno dell’europeismo, e soprattutto prende le distanze dalla sfiducia all’inquilino di via XX settembre, caldeggiata dai sovranisti. E non sarà un caso se proprio nei giorni della ri-centralità è riapparso il solito Gianni Letta, il tessitore del berlusconismo.
Gianni e Silvio. Silvio e Gianni. Forse c’è la longa manus del consigliere principe, o forse è più semplicemente la fase arzilla dell’inquilino di villa San Martino che fa lo stabilizzatore e si diverte a recitare la parte dello “statista”.
Eppure sul suo tavolo non c’è nessuna ipotesi di sostenere un governo Conte.
Raccontano che la maggioranza del gruppo parlamentare non accetterebbe mai che gli azzurri si trasformino nella stampella dell’avvocato del popolo. Oltretutto, spiegano, “il presidente sa che la stagione di Conte sta per finire”.
E allora qual è la strategia? Sembra più un divertimento, si dirà . Semmai lo scenario potrebbe mutare se si creassero le condizioni di un esecutivo a guida Mario Draghi, l’ex governatore della Bce che il leader azzurro considera cosa sua. E di cui, va da sè, ne tesse le lodi: “Farebbe ripartire il Paese”. Ma è ancora presto.
Nell’attesa “Silvio” si gode la scena ribaltando una massima di Antonio Ricci. Una volta il papà di Striscia la Notizia disse che la grossa colpa di Berlusconi è di aver creato i berlusconiani e gli antiberlusconiani. “Ora — sghignazza – sono tutti berlusconiani”. Riecco il Cavaliere. Anzi, “The Young Cav”.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 15th, 2020 Riccardo Fucile
BERLUSCONI SI STACCA DAI SOVRANISTI SUL FONDO SALVA STATI
Silvio Berlusconi abbandona l’alleanza di cui fu federatore, padre nobile, e lascia alla deriva Salvini e Meloni, il duo che assilla oggi Giuseppe Conte.
Galeotto fu appunto il Meccanismo europeo di Stabilità e chi lo votò. Non succedeva da mesi che il leader azzurro non si accodasse a Lega e Fratelli d’Italia.
Da quella manifestazione di Piazza San Giovanni i tre camminavano a braccetto, con Berlusconi che recitava soltanto la parte del padre nobile ma senza mai discostarsi dal verbo del Capitano leghista.
E invece questa volta succede appunto che il Cavaliere indossa i panni del “responsabile” e verga una lettera che indirizza al direttore del suo Giornale, vale a dire Alessandro Sallusti. Titolo: “Il Mes non va demonizzato, assurdo non utilizzarlo”.
Già questa sarebbe una notizia. Il contenuto è ancora più netto: “Non c’è nulla di sbagliato, in linea di principio, nel fatto che i Paesi ad economia più solida chiedano garanzie rafforzate per finanziare Paesi più a rischio”.
E ancora: “Il problema è però che questa volta non si pone, perchè possiamo accedere ai fondi senza condizioni, fino al 2 per cento del Pil”. Dunque, insiste Berlusconi, il Mes senza condizionalità “è comunque qualcosa, sono 36 miliardi circa, a tassi inferiori a quelli di mercato, che sarebbe assurdo utilizzare”.
Non è dato sapere se queste parole dell’ex premier nel segno della responsabilità si debbano leggere come un progressivo avvicinamento di Forza Italia alle istanze di una maggioranza Fatto sta che Berlusconi si smarca decisamente dai “sovranisti” della coalizione e in un passaggio, seppur velatamente, li prende di mira.“Va ricordato – osserva – che sono proprio i partiti sovranisti ed anti europei a condizionare le scelte di Paesi, come l’Olanda, che sono più avversi alle esigenze”.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
PER EVITARE POSSIBILE CONTAGIO, L’EX PREMIER E’ ANDATO IN FRANCIA…. UN BELL’ESEMPIO DI PATRIOTA
Silvio Berlusconi ha deciso di abbandonare l’Italia, e in particolar modo Milano e la Lombardia in
piena emergenza per il Coronavirus, per rifugiarsi nella villa della figlia Marina, che si trova a Nizza.
Da qualche giorno, infatti, il Cavaliere si trova nella residenza di Chà¢teauneuf-de-Grasse, comune francese della Costa Azzurra, distante poco più di 30 chilometri da Nizza.
Secondo quanto rivelato da La Stampa, l’ex premier si sarebbe recato nella residenza della figlia Marina sotto consiglio medico.
I dottori, infatti, avrebbero prescritto al leader di Forza Italia un periodo di riposo cautelativo da trascorrere al di fuori dell’Italia per evitare qualsiasi possibilità di contagio del Covid-19, così come anche raccontato da Antonio Tajani nei giorni scorsi.
Berlusconi starebbe trascorrendo le sue ferie nella villa di metà Ottocento, che vanta centomila metri quadri di terreno, in compagnia di Marta Fascina, la deputata trentenne che molti indicano come nuova fiamma del Cavaliere dopo la rottura con Francesca Pascale.
(da agenzie)
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Febbraio 13th, 2020 Riccardo Fucile
PER IL PM DI SIENA “HA PAGATO IL PIANISTA DANILO MARIANI PER INDURLO A TESTIMONIARE IL FALSO SUL CASO OLGETTINE”
Il pm di Siena, Valentina Magnini, ha chiesto 4 anni e 2 mesi di reclusione per Silvio Berlusconi
imputato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito del processo Ruby ter in corso nella città del Palio.
Per l’accusa il Cavaliere avrebbe pagato il pianista senese Danilo Mariani per indurlo a falsa testimonianza sul caso Olgettine. Per Mariani il pm ha chiesto 4 anni e 6 mesi, anche per il reato di falsa testimonianza oltre a quello di corruzione in atti giudiziari.
L’udienza prosegue adesso con le arringhe dei difensori di Silvio Berlusconi, avvocati Federico Cecconi ed Enrico De Martino, di fronte al collegio del tribunale di Siena presieduto dal giudice Ottavio Mosti.
Questo stralcio del processo Olgettine era stato trasferito a Siena dopo lo ‘spacchettamento’ deciso dal gup di Milano nell’aprile 2016.
Il filone principale resta a Milano mentre altre posizioni, con sempre l’ex premier imputato, sono state trasferite a Torino, Pescara, Treviso, Roma e Monza.
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2020 Riccardo Fucile
“NON MI FIDO DELLE VERITA’ CENTELLINATE, DICA PERCHE’ PARLA ADESSO”… “SI RIVOLGE AI SUOI COMPARI IN CARCERE, ALLO STATO, A PEZZI DEVIATI DELLE ISTITUZIONI?”
Perchè parla adesso Giuseppe Graviano? E, soprattutto, a chi si sta rivolgendo, a chi sta
lanciando il suo messaggio?
Per Claudio Fava sono queste le domande a cui bisogna rispondere, o meglio, a cui il boss delle stragi deve dare una risposta. Solo dopo, le dichiarazioni come quella fatta oggi sui presunti incontri – tre, sostiene – avuti con Silvio Berlusconi ormai tanti decenni fa potranno essere prese in considerazione.
“Graviano dice che non si fida dei magistrati. Io non mi fido di Graviano”, sostiene il presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana parlando con HuffPost.
“La giustizia non è un mercato. La verità è tale o non è”, tuona Fava, che si chiede chi sia il vero obiettivo delle parole del boss. “Non credo proprio sia Berlusconi”, aggiunge.
Graviano ha dichiarato di aver visto per tre volte, quando era latitante, Silvio Berlusconi, allora imprenditore. Cosa ci dicono le sue parole?
Premetto una cosa: lui dice che non si fida dei giudici. Io invece non mi fido di Graviano. Non mi fido di verità centellinate, raccontate con tempi, forme e modi discutibili, come se il suo fosse un capriccio, e le sue dichiarazioni rispondessero solo ed esclusivamente ai suoi interessi. Stiamo parlando di verità presunte, tirate fuori a tempo scaduto. Graviano spieghi perchè non ha parlato prima. Poi possiamo ragionare.
Perchè parla di “verità tirate fuori a tempo scaduto”?
Perchè siamo di fronte a sentenze sulle stragi passate in giudicato, a un depistaggio smascherato. Le sue mi sembrano verità ad orologeria. È come dire “io non c’entro nulla con le stragi. Incontravo Berlusconi per fare affari”.
Il boss davanti al pm ha affermato che potrebbe dire ancora altre cose. A chi si sta rivolgendo?
Non so a chi stia parlando. Se a un magistrato, se ai suoi compari. Ecco, prima spieghi perchè parla proprio adesso. La giustizia non è un mercato, nè una soap opera a puntate. La verità è o non è. E, finora, quella di Graviano non è mai stata una verità .
E allora queste parole cosa significano?
Secondo me sono messaggi in codice. Lanciati non sappiamo a chi. Graviano sta giocando la sua partita, in modo subdolo e opaco. Poi, chiaramente, può darsi che le cose che sta dicendo siano vere. Ma le forme e i tempi con cui vengono raccontate, per step, mi fanno dire: ‘io non ho alcuna fiducia nel fatto che questo signore abbia buone intenzioni, o buona fede’. Penso, però, che il messaggio che sta lanciando con le sue dichiarazioni non sia rivolto a Berlusconi. I destinatari di queste affermazioni sono altri. Il suo è comunque un linguaggio sgradevole, per le forme in cui arriva. Per le allusioni cui si aggrappa.
Se non è un messaggio a Berlusconi, a chi parla Graviano?
Il tema principale di questa vicenda è: qual è l’obiettivo del boss? Io non credo sia Berlusconi. Penso si stia rivolgendo a gente che è in carcere, o a chi è fuori. A pezzi delle istituzioni, forse a pezzi deviati delle istituzioni che attorno alle stragi si sono mosse, hanno manipolato, depistato. Graviano ha molte colpe sulla coscienza, ma anche molti segreti indicibili. E fino a quando non dice perchè sta parlando proprio ora, io continuerò a non fidarmi di quello che afferma.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 7th, 2020 Riccardo Fucile
PARLA IL BOSS MAFIOSO AL PROCESSO: “VENTI MILIARDI DI LIRE CON IL 20%”
“Nel dicembre 1993, mentre ero latitante, incontrai Berlusconi a Milano. Berlusconi sapeva come mi chiamavo. E sapeva che ero latitante da dieci anni. Alla riunione ha partecipato anche mio cugino Salvo e con Berlusconi c’erano persone che non conoscevo. Dovevamo discutere dell’ingresso di alcuni soci nelle società immobiliari di Berlusconi”.
A rivelarlo, deponendo in videoconferenza al processo sulla ‘ndrangheta stragista a Reggio Calabria, è il boss mafioso Giuseppe Graviano che ha deciso di parlare oggi dopo tanti anni di silenzio su Berlusconi.
I due si sarebbero incontrati, non una ma tre volte. Il capomafia ricostruisce i contatti della sua famiglia con l’imprenditore. E parla di un’ingente somma di denaro: “Venti miliardi di lire con il venti percento. Mio nonno si rivolge a mio papà e mio papà dice: io non faccio queste cose”, dice il boss, che poi precisa: “Quindi quando Di Carlo dice che mio papà aveva queste società a nord Italia dice una bugia: era mio nonno”. E ancora: “Fu mio nonno ad avere i contatti con gli imprenditori milanesi. Poi, quando è morto mio padre, mi prese in disparte e mi disse ‘Io sono vecchio e ora te ne devi occupare tu’. Poco dopo mio nonno, che aveva più di 80 anni, morì”.
Gli incontri. La ricostruzione continua: “Verso la fine del 1993 – spiega rispondendo alle domande del pm Giuseppe Lombardo – si tenne una riunione a Milano 3, per regolarizzare questa situazione. Siccome Berlusconi aveva detto di sì mio cugino ha detto di andare a incontrarlo. ‘Vediamo che intenzioni ha’, disse, ed così è stato fissato l’appuntamento a Milano 3. Fino a quel momento questi soggetti che dovevano entrare in affari con Berlusconi non apparivano”.
“In quell’occasione fu programmato un nuovo incontro, per febbraio, ma io il 27 gennaio 1994 venni arrestato a Milano. un arresto anomalo…”, dice ancora Graviano.
Poi il riferimento al periodo di latitanza: “Io ho condotto la mia latitanza nel milanese tra shopping in via Montenapoleone e teatri, insomma facevo la bella vita”.
L’annuncio della discesa in campo. Berlusconi, secondo Graviano, disse a un esponente della famiglia che aveva intenzione di entrare in politica: “Già nel 1992 Berlusconi annunciò a mio cugino Salvo che voleva entrare in politica”. “Io non lo incontrai – dice – ma lo incontrò mio cugino Salvo a cui Berlusconi parlò di questo progetto di entrare in politica”.
La difesa di Berlusconi: “Affermazioni prive di fondamento”. Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, smentisce categoricamente le affermazioni del boss: “Sono prive di fondamento”, accusandolo poi di avere “astio” nei confronti del Cav a causa delle leggi contro i mafiosi approvate durante il Governo Berlusconi.
“Le dichiarazioni rese quest’oggi da Giuseppe Graviano sono totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento, sconnesse dalla realtà nonchè palesemente diffamatorie. Si osservi che Graviano nega ogni sua responsabilità pur a fronte di molteplici sentenze passate in giudicato che lo hanno condannato a plurimi ergastoli per gravissimi delitti”. Lo precisa Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare di Forza Italia.
“Dopo 26 anni ininterrotti di carcerazione, improvvisamente -sottolinea Ghedini- il signor Graviano rende dichiarazioni chiaramente finalizzate ad ottenere benefici processuali o carcerari inventando incontri, cifre ed episodi inverosimili ed inveritieri. Si comprende, fra l’altro, perfettamente l’astio profondo nei confronti del presidente Berlusconi per tutte le leggi promulgate dai suoi governi proprio contro la mafia. Ovviamente saranno esperite tutte le azioni del caso avanti l’autorità giudiziaria”.
(da “Huffingtonpost”)
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