THE YOUNG CAV: BERLUSCONI “E’ TORNATO A DIVERTIRSI”
TOGLIE IL DUO SALVINI & MELONI DAL PIEDISTALLO E AVVOLGE CONTE NELLA CORTESIA ISTITUZIONALE, FACENDO VALERE LA SUPERIORE ESPERIENZA POLITICA
La vera fase due è quella di Silvio Berlusconi, come il Gigante-pensaci-tu torna e risolve. Declina la propaganda e riappare, forse, la politica, e allora lui che della reclame ne è stato il re, avendo conosciuto la politica, cala la carta dello “statista”. O almeno crede di esserlo. Toglie il duo Salvini&Meloni dal piedistallo del centrodestra, è vero, ma soprattutto sorride a Giuseppe Conte, lo avvolge nella cortesia istituzionale e con la grammatica della correttezza costituzionale siede al tavolo della sostanza di governo, proprio quell’esecutivo fortemente voluto e sostenuto dai suoi nemici di sempre: Piercamillo Davigo, Marco Travaglio e Beppe Grillo, la trimurti in lotta eterna contro lo “psiconano” di Arcore. Berlusconi comunque offre questa illusione.
Chi parla con il tycoon lo sa: “Il presidente non sosterrà mai un governo Conte, semmai un esecutivo Draghi”.
Rieccolo il Cavaliere in versione Covid-19. Che stoppa la mozione di sfiducia ai danni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, firmata da Fratelli d’Italia e Lega.
E se l’ex premier si oppone, la mozione salta. Punto.
Si diverte con Zoom e Skype e conclude ogni video call allo stesso modo: “Al di là di queste cose, vi dico: state attenti, preoccupatevi della vostra salute e dei vostri cari perchè è un momento difficile”.
I collaboratori sono entusiasti. “È rinato”, dicono. “È tornato a divertirsi”, insistono. Prima ancora che la Lombardia diventasse zona rossa, prima ancora del match fra Atalanta e Valencia, che forse fu detonatore del virus, il vecchio Cav – ormai in modalità “young” – che la sa sempre lunga, ha fatto i bagagli ed è fuggito in Provenza, a Valbonne, a casa della figlia Marina.
Fa il nonno — dettaglio: uno dei figli di Marina si chiama Silvio e lui ci va pazzo — e nel frattempo si è ripreso la scena. Ricorda quei trequartisti a fine carriera che danno del tu al pallone e potrebbero da un momento all’altro piazzarla all’incrocio dei pali, magari dopo aver passeggiato tutto il match.
In tenuta casual, pull over rigorosamente blu, seduto al tavolo con davanti il suo portatile Apple e una miriadi di fogli, studia, compulsa i sondaggi, cammina lungo le distese di lavanda, e poi incide.
Incide eccome ora che la propaganda non serve più. Proprio ora che l’eterna campagna elettorale di Salvini è stata anestetizzata dal Coronavirus e il Capitano continua a perdere terreno settimana dopo settimana.
Si rimette alla tolda di comando di un centrodestra, scolpisce un “viva il Mes” nel segno dell’europeismo, e soprattutto prende le distanze dalla sfiducia all’inquilino di via XX settembre, caldeggiata dai sovranisti. E non sarà un caso se proprio nei giorni della ri-centralità è riapparso il solito Gianni Letta, il tessitore del berlusconismo.
Gianni e Silvio. Silvio e Gianni. Forse c’è la longa manus del consigliere principe, o forse è più semplicemente la fase arzilla dell’inquilino di villa San Martino che fa lo stabilizzatore e si diverte a recitare la parte dello “statista”.
Eppure sul suo tavolo non c’è nessuna ipotesi di sostenere un governo Conte.
Raccontano che la maggioranza del gruppo parlamentare non accetterebbe mai che gli azzurri si trasformino nella stampella dell’avvocato del popolo. Oltretutto, spiegano, “il presidente sa che la stagione di Conte sta per finire”.
E allora qual è la strategia? Sembra più un divertimento, si dirà . Semmai lo scenario potrebbe mutare se si creassero le condizioni di un esecutivo a guida Mario Draghi, l’ex governatore della Bce che il leader azzurro considera cosa sua. E di cui, va da sè, ne tesse le lodi: “Farebbe ripartire il Paese”. Ma è ancora presto.
Nell’attesa “Silvio” si gode la scena ribaltando una massima di Antonio Ricci. Una volta il papà di Striscia la Notizia disse che la grossa colpa di Berlusconi è di aver creato i berlusconiani e gli antiberlusconiani. “Ora — sghignazza – sono tutti berlusconiani”. Riecco il Cavaliere. Anzi, “The Young Cav”.
(da “Huffingtonpost”)
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