Novembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
L’IDV PERDE ALTRI TRE PEZZI E ORA DI PIETRO PUNTA SU BERSANI: MA NON ERA UNO ZOMBIE?
Questioni di prospettiva. E qui non c’entra il dito e la luna che Antonio Di Pietro rievoca spesso per farsi capire meglio.
Qui è questione di prospettiva, appunto, e di numeri che vengono meno nel Parlamento che sta per andare a casa.
L’elenco va aggiornato, e per l’ex magistrato è una buona notizia: i deputati Giovanni Paladini e Gaetano Porcino (in passato beccato a un incontro con un uomini della ‘ndrangheta, ma non indagato) lasciano il partito e raggiungono l’ex capogruppo Idv, Massimo Donadi, che prepara e presenta il nuovo movimento politico in direzione Pd. A cascata, abdicano anche la moglie di Paladini, Marilyn Fusco (consigliere in Liguria) e il vicepresidente ligure Niccolò Scialfia.
La cinquina si completa con il senatore Stefano Pedica, che lamenta “confusione” e rivendica un ruolo di comando nel Lazio.
Il partito, che Di Pietro stringe tra le mani convocando l’assemblea nazionale per il 15 dicembre, non fa girare le scope di memoria leghista, ma festeggia il cesto che si ripulisce e le mele marce (si riferiscono a Porcino) che vanno via.
Di Pietro scrive una lettera per lanciare la costituente per una nuova Italia dei Valori. Quella vecchia, quella di Maruccio, Scilipoti e Razzi, è morta con la puntata di Report: “Certo, è un momento difficile, ma è anche il momento della verità . È arrivata l’ora e l’occasione per capire — una volta per tutte — chi nel nostro partito ci sta perchè ci crede e chi ci sta perchè gli conviene e fino a quando gli conviene”.
Prima scopre il lato duro e poi apre (delicatamente) a Pier Luigi Bersani: “È anche il momento di mostrare i muscoli — prosegue — vale a dire che bisogna realizzare un’Assemblea generale molto partecipata che sappia proporsi all’opinione pubblica con determinazione e spirito unitario”.
Ecco che Di Pietro comincia a sistemare le beghe di partito (e le accuse che l’hanno travolto) e avvia il corteggiamento al Pd: tre emissari, Leoluca Orlando, Luigi Li Gotti e Fabio Evangelisti, dovranno dialogare con il segretario democratico e il centrosinistra che, a primarie ancora in gioco, comprende Sel di Nichi Vendola e il Psi di Riccardo Nencini.
Di Pietro non andrà ai gazebo di domenica, non dichiara preferenze ufficiali, però invita i suoi elettori a scegliere fra gli oppositori a Mario Monti: facile intuire che Bersani e Vendola siano i candidati indicati senza alzare la voce, ma così per rafforzare il corteggiamento, incassato il no di Beppe Grillo e, soprattutto, dei militanti del Cinquestelle.
L’operazione è riuscita. Bersani apprezza: “La decisione dell’Idv di consentire ai propri elettori di contribuire alle primarie del centrosinistra è una scelta che va sottolineata, voglio solo ribadire sull’Idv quello che ho sempre detto in questi mesi: è stata l’Idv a scegliere un’altra strada. Dopo la vicenda del governo Monti — aggiunge — l’Idv evidentemente si è data un’altra prospettiva e questo ha reso impossibile costruire assieme l’appuntamento delle primarie”.
L’ex magistrato, per le prossime elezioni, vuole (e non può fare il contrario) selezionare meglio i deputati e i senatori.
Un po’ accetta le polemiche che l’hanno indebolito in questi ultimi mesi, e i sondaggi ne sono testimoni, e un po’ spera che l’Idv non sia rottamata: “È estremamente necessario assicurare una forte partecipazione al fine di dimostrare che l’Idv c’è ed esiste ancora ed è fortemente determinata a rilanciare la propria azione politica nel territorio”.
Il tono si fa quasi drammatico: “Supplico tutti coloro che credono nel partito a partecipare in massa. Va fatta la riorganizzazione della classe dirigente, attraverso una nuova fase congressuale che dovrà portare a una più capillare democratizzazione delle strutture di partito e a una maggiore trasparenza della propria gestione”.
Di Pietro va controcorrente, il tempo a disposizione non lo aiuta e nemmeno la parziale freddezza di Bersani.
Quella Italia dei Valori che aspirava al 10 per cento di share, e stringeva alleanze con il Pd e Sel sul palco di Vasto, non esiste più.
Anche se l’ex magistrato vuole recuperare dei pezzi, mentre altri pezzi dicono addio.
Carlo Tecce
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
A DI PIETRO DEL PARTITO ORMAI RESTA SOLO LA CASSA…. IL GRUPPO E’ SCESO A 17 UNITA’ MENTRE DONADI LANCIA IL NUOVO SOGGETTO POLITICO DI APPOGGIO AL PD CHE GARANTIRA’ QUALCHE POLTRONA AI TRANSFUGHI
Nella sola giornata di oggi l’Italia dei Valori ha perduto altri tre parlamentari.
Alla Camera lasciano la formazione di Antonio Di Pietro sia Giovanni Paladini che Gaetano Porcino.
Al Senato ha annunciato l’uscita dall’Idv il senatore Stefano Pedica.
Le loro dimissioni sono state motivate con un forte “disaccordo sulla linea politica” del partito.
Il gruppo dell’Idv a Montecitorio scende così a 17 membri, sotto la quota di 20 parlamentari prevista dal regolamento per mantenere un proprio gruppo alla Camera.
Si tratta di un duro colpo dopo le dimissioni, lo scorso 5 novembre, del capogruppo Massimo Donadi, subito seguito anche dal senatore Nello Formisano.
Ed è proprio Donadi ad annunciare la nascita di un nuovo soggetto politico che sarà presentato domattina a Montecitorio.
Lo stesso Donadi rivela che il nuovo partito sarà saldamente ancorato nel centrosinistra e fondato sui valori della giustizia, della solidarietà e dei diritti. Secondo indiscrezioni, è proprio nel nuovo soggetto politico che potrebbero confluire i parlamentari usciti oggi dall’Idv.
E’ stata una separazione consensuale – assicura Antonio Di Pietro, intercettato dai cronisti a Montecitorio – ho preso atto con rispetto che una parte del partito vuole costituire un nuovo soggetto politico al quale auguriamo ogni bene”.
L’Idv tuttavia, assicura il leader, “non sta affondando, ma avvia
una fase costituente per ricominciare, ripartendo dalle origini” e tentando “di avviare una spersonalizzazione del partito, di cui sarò garante”.
Già da tempo infatti Antonio Di Pietro prova a serrare le fila in vista dell’assemblea generale dell’Idv il prossimo 15 dicembre a Roma.
In una lettera inviata ai dirigenti ed agli iscritti, spiega che l’iniziativa è finalizzata a verificare chi crede ancora nel partito, nonostante le recenti defezioni. Il presidente nazionale chiede ai dirigenti una vera e propria mobilitazione di popolo che faccia emergere in maniera chiara e convincente che Italia dei Valori vuole continuare a essere un punto di riferimento importante nel panorama politico”.
Di Pietro non si rivolge solo agli elettori: rassicura la sua stessa squadra annunciando l’avvio di una “nuova fase congressuale che dovrà portare ad una più capillare democratizzazione delle strutture di partito e ad una maggiore trasparenza della gestione”.
La vera sfida, per il partito di Di Pietro, è però quella di recuperare il rapporto con il Pd.
L’Italia dei valori ha nominato tre delegati che dovranno incontrare gli esponenti del Partito democratico, di Sel e delle altre forze politiche protagoniste delle primarie di centrosinistra: l’obiettivo è ottenere la presenza del candidato premier all’assemblea nazionale del 15 dicembre. Insomma, far tornare l’Idv nello schieramento che si presenterà unito alle prossime elezioni.
(da “La Repubblica”)
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Novembre 17th, 2012 Riccardo Fucile
VIA ANCHE IL NOME DAL SIMBOLO, SI DECIDERA’ IL 15 DICEMBRE QUANDO SARA’ INDETTO IL CONGRESSO … SUI CASI SCOTTANTI NANNI E MURA: “NEL CASO FOSSE ACCERTATO UN USO IMPROPRIO DI DENARO PUBBLICO, IDV SI COSTITUIRA’ PARTE CIVILE”
“I partiti personali sono condannati in tempi brevi a finire. E anche l’Idv lo farà ”. Parole di Antonio Di Pietro tornato a ricucire la fiducia con il suo elettorato da Bologna dove, con il caso del dispendio dissennato di soldi pubblici del consigliere regionale Paolo Nanni per convegni e trasferte inesistenti, sembrava che l’Idv potesse implodere.
Botta fortissima che porta ancora con sè molte ombre e parecchie polemiche, ma che il leader molisano rintuzza con l’ipotesi di defilarsi dalla presidenza del partito: “Con l’assemblea nazionale del 15 dicembre avvieremo l’iter per togliere il mio nome dal simbolo, poi attraverso il percorso che deciderà il congresso, sono pronto a farmi da parte”.
La metafora di Di Pietro rientra nel repertorio contadino (“mi sento come quel padre che vede il figlio crescere, lo vede avere il raffreddore, e non vede l’ora che cammini da solo. Non lo abbandonerò mai, ma non ci sto con il cappello sopra per sempre”), ma rispecchia una possibile aria di cambiamento nell’Idv di certo non prima delle prossime elezioni di primavera.
“La data dell’election day la condividiamo soprattutto perchè ci permetterà di risparmiare denaro”, spiega l’ex magistrato, “ma ci vuole una legge elettorale come il Mattarellum per permettere agli elettori di scegliere direttamente chi votare. Poi certo Napolitano ha chiesto di votare prima la legge di stabilità , ma attenzione l’Idv voterà contro le leggi di quei tecnici in loden che facendo pagare sempre ai più deboli uccidono la democrazia”.
Di Pietro ne ha anche per l’annosa questione dei lacrimogeni piovuti dai tetti del ministero della Giustizia a Roma: “Non so se sono rimbalzati o da dove sono partiti, dico che il problema politica che ci sta alla base è una guerra tra poveri che non ha senso”.
Poi su Grillo che ha invitato i poliziotti a togliersi la divisa e mescolarsi con i manifestanti: “Sono stato poliziotti e magistrato, lo stato di diritto e la legalità vanno rispettate. Questo non vuol dire che sono contrario a quello che dicono Grillo e il Movimento 5 Stelle, anzi se come ha fatto Favia hanno bisogno di avvalersi di nostri deputati per far sentire la loro voce in Parlamento, prima di entrarci con i loro futuri deputati, ben venga”.
Infine si torna a parlare dell’affare Mura/Nanni, proprio mentre la tesoriera nazionale è assente per problemi di salute che l’hanno costretta in ospedale da giorni: “Piena fiducia a Silvana Mura, sono orgoglioso di lei. E poi l’Idv, come gli altri partiti, non aveva obblighi di legge, titoli giuridici e tecnici, per controllare le spese di Paolo Nanni. I fondi venivano gestiti direttamente dal consigliere regionale e ora la magistratura fa bene ad accertarne l’utilizzo improprio. Il mio partito si costituirà parte civile e nel caso otterrà indietro un risarcimento lo devolverà in beneficienza”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 16th, 2012 Riccardo Fucile
SECONDO UN EDITORE DI PONTREMOLI, LA MURA AVREBBE MENTITO SULLA VICENDA DEL SITO WEB E CONTRIBUITO A FAR AVERE UN RISARCIMENTO DI 500.000 EURO A DI PIETRO
Avrebbe mentito a un magistrato per favorire il leader dell’Italia dei Valori. 
Per questo Silvana Mura è indagata con l’accusa di falsa testimonianza per una vicenda che riguarda la titolarità del dominio internet antoniodipietro.org, per il quale il giudice ha deciso un risarcimento di 500mila euro a favore del leader Idv anche grazie a quanto dichiarato dalla tesoriera.
La notizia, riportata dal Corriere di Bologna, riguarda i domini con il nome dell’ex pm e l’estensione .org e .it, entrambi registrati nel 2000 dal giornalista e blogger Maurizio Bardi, 61 anni, piccolo editore di Pontremoli, in provincia di Massa, e fan di Di Pietro.
Oltre a essere, come riporta il Corriere “uno che dei venti che firmarono le fideiussioni da due miliardi di lire per la campagna elettorale 2001 dell’Idv”.
Due siti con gli stessi contenuti, aperti per creare “una banca dati sulla corruzione” e grazie ai quali il giornalista e l’ex pm iniziarono a collaborare.
Bardi però sostiene di essere stato “fatto fuori” nel 2002, a seguito dell’arrivo dei rimborsi elettorali.
Ha lasciato sei mesi al partito per trasferire i contenuti sul .it e poi a febbraio 2003 ha ripreso il sito .org “cambiando il Dns, il server che traduce l’ip numerico in indirizzo testuale”, visto che, spiega, “al partito l’avrei anche dato ma Di Pietro voleva che lo cedessi a lui personalmente”.
Per questo l’ex pm gli ha fatto causa, assistito dagli avvocati Felice Belisario, senatore Idv, e Marco Bertocchi, segretario del Pd di Pontremoli, e ha vinto in tribunale.
Il giudice, infatti, gli ha dato ragione e ha riconosciuto che i siti sono suoi nonostante siano stati registrati da Bardi.
Ma il blogger contesta le dichiarazioni della Mura e afferma che “disse il falso quando dichiarò che ‘a seguito del cambio di Dns operato unilateralmente dal dottor Bardi, sia il sito che le caselle di posta ad esso collegate non erano più accessibili e funzionanti. L’on. Di Pietro dovette provvedere alla registrazione del dominio www.antoniodipietro.it e www.italiadeivalori.it con ulteriori costi per la loro creazione e attivazione’”.
Ma a Bardi risulta che le mail in arrivo fossero “dalle 24 alle 104 al giorno”.
Inoltre, “secondo Mura, perdendo il dominio antoniodipietro.org, ‘il materiale di propaganda ed elettorale dovette essere ristampato’”, ma Bardi al contrario sostiene che “nel febbraio 2003 non vi erano elezioni previste se non in Val d’Aosta e non erano stati stampati manifesti”.
Le indagini su Silvana Mura, secondo quanto ha riferito il procuratore Aldo Giubilaro, si avviano alla conclusione.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Novembre 13th, 2012 Riccardo Fucile
AVREBBE PRELEVATO 700.000 EURO IN DUE ANNI, DIROTTANDOLI SU DIECI CONTI PERSONALI… L’ARRESTO MOTIVATO DAL PERICOLO DI INQUINAMENTO DELLE PROVE
Vincenzo Maruccio, ex capogruppo dell’Italia dei valori in Regione Lazio, è stato arrestato
dal nucleo nucleo di polizia Valutaria della Guardia di Finanza.
L’accusa è di peculato per essersi appropriato di circa 700mila euro di fondi destinati al partito.
L’ordine di custodia richiesto dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dal sostituto Stefano Pesci, è stato emesso dal gip Flavia Costantini.
L’arresto arriva in un momento molto difficile per il partito, segnato da scissioni e dalla discussione sulla questione morale che, in particolare dopo le accuse di Report, investe anche il fondatore — ed ex pm di Mani pulite — Antonio Di Pietro. Pochi giorni fa si è saputo dell’inchiesta che a Bergamo coinvolge Gabriele Cimadoro, parlamentare del partito e cognato di Di Pietro.
Maruccio — che dopo aver appreso di essere indagato si era dimesso dal partito e dal consiglio regionale — è il secondo capogruppo del Consiglio regionale del Lazio a finire in carcere, dopo quello del Pdl Franco Fiorito, anche lui accusato di uso privato dei fondi di partito.
Uno scandalo che ha determinato la caduta della giunta Polverini e il ritorno alle urne, in data ancora da stabilire e oggetto di polemiche tra l’ex governatrice e il ministero dell’Interno.
Salvatore Vincenzo Maruccio avrebbe sottratto i 700mila euro dai fondi pubblici messi a disposizione del gruppo consiliare Idv tra l’aprile del 2011 e il giugno del 2012.
Il denaro sarebbe stato prelevato da due conti correnti aperti dall’Idv sulle banche Cariparma e Credito Artigiano e poi trasferito, secondo l’accusa, dallo stesso Maruccio su dieci conti correnti di cui risulta titolare presso alcune banche. Sette di questi conti sono personali mentre altri tre in codelega.
L’ex capogruppo si è difeso spiegando di essere stato costretto ad anticipare soldi per sostenere le spese della politica quando il partito era in crisi di liquidità per i ritardi dell’amministrazione negli accrediti, e gli eventi incalzavano.
Una spiegazione che non ha convinto la procura e la Guardia di Finanza.
Il gip ha convalidato l’arresto ravvisando “il pericolo di inquinamento delle prove”.
Il provvedimento ha suscitato la protesta del legale di Maruccio, Luca Petrucci, che definisce l’arresto uno “strumento di pressione” sul suo assistito: “Vincenzo Maruccio si è dimesso, ha lasciato tutti gli incarichi, si è presentato spontaneamente agli inquirenti”, spiega il legale. “Ha offerto la massima collaborazione. Malgrado tutto ciò arrivano oggi gli arresti. La custodia cautelare dovrebbe essere l’extrema ratio, ma in questo modo appare come uno strumento di pressione sull’indagato”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Novembre 11th, 2012 Riccardo Fucile
DI PIETRO FECE FIRMARE NEL 2010 A TUTTI I CANDIDATI AI CONSIGLI REGIONALI UN CONTRATTO CHE PREVEDE FORTI PENALI PER CHI ABBANDONA IL PARTITO
Prima di seguire Massimo Donadi e Nello Formisano nell’avventura dei “Moderati e
riformisti per il centrosinistra”, i consiglieri regionali di Italia dei Valori ci penseranno non una o due volte, ma centomila volte.
Perchè il rischio è per l’appunto quello di pagare 100mila euro.
Di penale. Una cifra consistente, conseguenza della ‘polizza antivoltagabbana’ che Antonio Di Pietro elaborò nel 2010 per difendersi dal pericolo di imbarcare nuovi Sergio De Gregorio nel suo partito e tamponare il fenomeno dei cambi di casacca.
Un documento riservato e sconosciuto al pubblico.
L’ex pm di Mani Pulite lo fece firmare a tutti i candidati ai consigli regionali dello stivale.
Tre pagine dal titolo inequivocabile: “Promessa di pagamento”.
Da firmare obbligatoriamente per ottenere il posto in lista Idv e riassumibile così: una volta eletto e superstipendiato, il consigliere regionale dipietrista deve corrispondere al partito 1500 euro al mese, che salgono a 3500 se non rinnovi la tessera Idv, lasci il gruppo consiliare e aderisci al gruppo di un altro partito.
Il contrattino indica l’Iban da utilizzare per bonificare gli importi entro i primi cinque giorni del mese: corrisponde a un conto corrente presso la sede di Bergamo del Credito Bergamasco spa.
E’ il conto della tesoreria nazionale di Idv.
L’articolo 5 indica la mazzata alla quale si va incontro se non si mantengono i patti: “In caso di inadempimento… il promittente (l’eletto, ndr) è tenuto a pagare a titolo di penale la somma di euro 100.000 (centomila) ai sensi dell’articolo 1382 del codice civile“.
Servirà a ridurre al minimo per Idv l’emorragia della scissione in atto?
Chissà .
Comunque adesso i consiglieri regionali interessati al progetto Donadi-Formisano hanno un po’ paura. D
i dover pagare caro l’eventuale addio al partito. Assai caro.
Un fattore da tenere presente nel dibattito interno. A cominciare dalla Campania, dove Formisano ha ricoperto per più di un lustro il ruolo di coordinatore regionale di Idv e dove sarebbe in qualche modo normale attendersi un esodo consistente di dipietristi verso la nuova formazione politica.
Nelle scorse ore l’agenzia Il Velino, con ottime entrature nel Palazzo del Centro Direzionale di Napoli, ha dato per molto probabile l’addio ad Idv del consigliere regionale Nicola Marrazzo, componente dell’ufficio di presidenza del consiglio.
E ieri mattina i quotidiani casertani hanno pubblicato che anche il capogruppo di Idv, Edoardo Giordano, stava meditando lo stesso passo.
In Regione Campania Idv ha eletto quattro consiglieri.
Il terzo, Anita Sala, è una fedelissima di Formisano e proviene dalla sua stessa città , Torre del Greco.
Il quarto, Dario Barbirotti, salernitano, ha lasciato Idv qualche giorno fa protestando per la scarsa solidarietà ricevuta dopo essere stato raggiunto da un avviso concluse indagini per peculato nell’ambito di una inchiesta sulla malagestione del Consorzio Rifiuti di Salerno, del quale fu presidente negli anni scorsi in quota Ds.
In pratica, Idv rischia di scomparire dall’assemblea legislativa campana.
Però la sede centrale del partito potrebbe incassare un sacco di soldi.
Il contratto anti-trasformismo è stato già applicato una volta.
Nel gennaio 2011 Idv ha fatto partire un’azione risarcitoria ai danni di Giacomo Olivieri, consigliere regionale della Puglia, accusato di aver lasciato Idv dopo le elezioni.
Nei confronti del politico pugliese il Tribunale di Roma — indicato dalle parti come competente di eventuali controversie — emise un decreto ingiuntivo di 24.500 euro, al quale Olivieri si oppose.
Chissà se il precedente, che non ebbe molta eco, funzionerà come deterrente verso quei consiglieri regionali che già pensavano di sposare la causa politica di Donadi e Formisano. Peccato per Di Pietro non averci pensato prima, quando nel 2008 compose le liste bloccate per il Parlamento.
Peraltro nel 2010, quando l’ex pm maturò l’idea della ‘promessa di pagamento’ per i suoi candidati, Razzi e Scilipoti erano due deputati considerati tra i più fedeli alla linea.
Sappiamo come è andata a finire.
Vincenzo Iurillo
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 9th, 2012 Riccardo Fucile
DONADI E PALMISANO SE NE SONO ANDATI… MANCANO TRE NOMI PER ASSICURARE LA SOGLIA DEI VENTI… DA FINI NO A DEROGHE
Alla fine di tutto Massimo Donadi è nel suo ufficio a preparare gli scatoloni. 
«Questo gruppo l’ho costruito pezzo per pezzo. L’Idv è la mia storia, sono dodici anni di battaglie, successi, sconfitte che rivendico. La cosa triste è la sensazione di essere rimasto fermo al mio posto, mentre gli altri hanno cambiato strada».
È successo tutto in 24 ore: la sua linea isolata all’assemblea di mercoledì notte.
La scelta di passare al gruppo misto, insieme al deputato Aniello Formisano, e di andare sul territorio a cercare quel consenso che «era impossibile trovare nei gruppi parlamentari a cinque mesi dalle elezioni».
Rispetta i suoi colleghi, Massimo Donadi.
Chiarisce di non aver cercato di convincere nessuno. E di avere invece ricevuto centinaia di telefonate da iscritti che chiedono di convocare riunioni in ogni angolo d’Italia.
Pensa a una lista di «riformisti radicali» che possa allearsi con il Pd e Sel, per ricucire quel che è possibile della sbiadita foto di Vasto.
Punta a federare i movimenti e le associazioni che gravitano, con gli stessi obiettivi, intorno al centrosinistra.
La presenterà a fine mese, ci saranno nomi importanti.
Nei prossimi giorni, andrà anche al Colle a parlarne con Napolitano.
Dell’Idv, pensa che abbia voluto confinarsi in un «radicalismo minoritario, ideologico».
Che voglia essere «il partito della Fiom», il che non può bastare.
«Siamo partiti con la baldanza di chi voleva sovvertire il mondo, ci ritroviamo su un binario morto sparati a 200 all’ora contro un muro di cemento».
Quanto a Di Pietro: «Le sue conclusioni alla riunione sono state: tutto va bene madama la marchesa. Credo nella sua onestà , ma dopo Report ho sentito che tra noi si spezzava un rapporto di verità . Alcune cose non tornavano, non doveva limitarsi a ribattere con delle sentenze».
Chiede risposte politiche anche Fabio Evangelisti.
Ha dato le dimissioni da vicecapogruppo, da deputato e da responsabile del partito in Toscana. Non torna indietro, ma non va con Donadi.
Nervosi e trionfanti, arrivano invece in sala stampa il presidente dei senatori Idv Felice Belisario e il nuovo capo dei deputati Antonio Borghesi.
Comunicano che il gruppo parlamentare non rischia di morire anche se ora ha 18 deputati, 17 se l’Aula accetterà le dimissioni di Evangelisti.
Per formarne uno ne servono 20.
Il presidente Fini ha fatto capire che non è aria di deroghe. Per questo, ieri è partita la caccia del deputato.
È già tornato all’ovile Giuseppe Vatinno, subentrato a Leoluca Orlando, ma in forza al gruppo misto.
«Altri verranno», promette Borghesi.
Come, dopo che avete parlato tanto male delle compravendite in Parlamento? — chiedono i cronisti.
«Non è la stessa cosa, sarebbero ritorni di gente eletta con noi».
Si parla di Carmelo Lo Monte, ora all’Mpa di Lombardo, benchè a domanda Borghesi neghi.
Di Antonio Razzi, che a chi glielo chiede risponde: «Vadano a cagare».
Perfino di Domenico Scilipoti, che apre perchè non vorrebbe «che il partito scomparisse dalla Camera», ma sul quale Belisario è netto: «Non è il momento delle barzellette».
Poco elegantemente, il presidente dei senatori dice anche: «È un giorno di festa, libero dalle scorie l’organismo vive meglio».
Più o meno il concetto espresso da Ivan Rota e Ignazio Messina. Un clima astioso che ha portato alla cacciata di Aniello Formisano da un’assemblea locale a Napoli al grido di «Vergogna, vergogna».
Antonio Di Pietro continua a parlare di calunnie contro di lui e delle responsabilità del Pd: «Per loro siamo come il brutto anatroccolo».
Non chiarisce nulla, tranne che il congresso sarà dopo le elezioni.
Luigi de Magistris gli chiede di «mettere a disposizione la sua storia per un progetto politico più grande».
E rivela: «Nel colloquio franco che abbiamo avuto gli ho detto che deve capire che alle sue spalle c’è un’onda, che può diventare uno tsunami, di chi non vuole stare nel recinto di un partito».
Parla di «scatoletta Idv» il sindaco di Napoli.
Le prove di dissoluzione sono solo all’inizio
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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Novembre 8th, 2012 Riccardo Fucile
LA FOTO A CORREDO DI UN ARTICOLO DEL LEADER DELL’IDV: “ANCORA PIU’ FORTI E DETERMINATI”… MA I RAGAZZI DELLA FOTO IN REALTA’ INNEGGIAVANO A MAX PEZZALI
Il fotomontaggio è stato scoperto dal portale davidpuente.it: sulla pagina personale del leader dell’Idv, in un post intitolato “Ancora più forti e determinati”, la foto a corredo ritrae in primo piano l’ex magistrato di Mani Pulite e dietro di lui un’orda di ragazzini in festa per l’esibizione del cantante Max Pezzali
La folla sullo sfondo nella foto di Antonio Di Pietro?
Quella di un concerto degli 883. Tutto vero.
Lo ha scoperto il sito davidpuente.it, il cui curatore, leggendo il portale del leader dell’Idv, si è imbattuto in un post dal titolo emblematico: “Ancora più forti e determinati”.
A colpire l’attenzione, però, non è stato tanto il contenuto dell’articolo (la trascrizione dell’intervista all’ex pm pubblicata da Repubblica il 5 novembre), quanto lo scatto che corredava il pezzo: in primo piano Antonio Di Pietro, sullo sfondo una folla in festa. Forse troppo in festa.
Ed ecco scoperta la piccola magagna.
Davvero difficile, del resto, non notare che si trattava di un fotomontaggio di scarso livello: diverse le tonalità dei colori, diversa la nitidezza dell’immagine, molto evidenti le tracce dello scontornato.
Venuta a galla il trucco, il passo successivo era obbligato: cercare di capire a quale altro evento si riferisse la folla in questione.
E qui la sorpresa di chi ha fatto la ricerca è andata oltre ogni più rosea aspettativa: l’orda di ragazzini in festa ritratta nella foto incriminata era quella di un vecchio concerto degli 883 di Max Pezzali.
Morale della favola?
Direttamente dall’auto della scoperta: “Con tutte le foto a disposizione dell’Italia dei Valori dovevano proprio usare quella pubblicata su un sito dedicato a Max Pezzali degli 883?“.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Novembre 8th, 2012 Riccardo Fucile
CONFERENZA STAMPA ALLA CAMERA: “DI PIETRO HA TRADITO E SNATURATO LO SPIRITO DELL’IDV”… DARANNO VITA A UNA NUOVA FORMAZIONE POLITICA
Massimo Donadi e Nello Formisano si sono dimessi dall’Idv e da tutte le cariche che
ricoprivano nel partito e nel gruppo parlamentare.
Lo hanno comunicato i due esponenti dell’Italia dei Valori in una conferenza stampa alla Camera, annunciando che daranno vita a una nuova formazione politica “aperta al dialogo con tutto il centrosinistra moderato”.
Si concretizza quindi la scissione dentro il partito di Antonio Di Pietro, squassato dai malumori per le aperture al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e investito dalle polemiche per le inchieste giudiziarie.
“Dopo una notte di riflessione — ha detto Donadi — ho deciso di rassegnare le dimissioni dal gruppo e dal partito”.
Secondo Donadi, Di Pietro ha portato ad un “progressivo tradimento e snaturamento della natura dell’Idv: del radicalismo riformista di cui questo Paese ha bisogno, è rimasto solo un radicalismo arrabbiato e spesso ideologico. Ma la mia non è certo una resa di fronte alla voglia di fare politica”.
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