Maggio 6th, 2013 Riccardo Fucile
MA PRIMA QUALCUNO SPIEGHI CHE FINE FARANNO I SOLDI DELLA FONDAZIONE AN E DEL PATTO ELETTORALE CON MONTI
Tra un paio di giorni, l’8 maggio, Fini ha deciso di convocare l’assemblea di quello che rimane di Futuro e Libertà : sarà quella l’occasione, dopo aver a lungo meditato, in cui comunicherà il suo addio alla politica.
C’è chi parla di un unico commissario per gestire gli affari contabili correnti (una sorta di liquidatore), chi invece ipotizza una reggenza a cura di un triumvirato con l’obiettivo di mantenere in vita formalmente Fli in attesa di “sistemarsi” al meglio.
Quello che è certo è che Fini non condivide quel progetto di destra che alcuni dei suoi vogliono perseguire.
Riportiamo la sua dichiarazione: “I miei dirigenti vogliono trattare con i colonnelli dell’ex An. Io non mi metto di traverso, ma questa non è la mia strada. Con me nessuna ricomposizione è possibile, nè posso essere l’uomo della riappacificazione. Il mio progetto di destra non è compatibile con quello di Berlusconi”.
Parole che se da un lato dimostrano la coerenza dell’uomo Gianfranco Fini, dall’altro rivelano come le cause della sconfitta elettorale possano anche essere individuate nella scarsa coesione umana e politica della sua classe dirigente.
E’ bastato il “rompete le righe” perchè non vi fosse più un progetto di riferimento, ma solo il tentativo di accasarsi altrove o di “trattare con il nemico”, vantando ancora una minima struttura e relativa percentuale elettorale.
Potremmo postare decine di nobili riferimenti ai “valori di Bastia Umbra” declamati da personaggi che ora le cronache ci riportano, a livello locale e nazionale, come prossimi a rientrare “in caserma”.
Come dopo un sisma, eccoli correre all’impazzata: chi in direzione di chi vuole fermare il loro declino, chi riscopre l’indirizzo nostalgico, chi si rifugia nelle scelte ciniche, chi vanta di avere una vecchia liaison con la sorella d’Italia.
I temi chiave di Fli per cui si erano in apparenza battuti (legalità , diritti civili, cittadinanza, giustizia sociale) vengono venduti ai ferri vecchi, nel timore che possano trovarglieli in casa.
Nessun stupore: come avevano votato per affogare gli immigrati con Silvio e Bobo, possono tornare a farlo senza pudore.
Ma una domanda ci poniamo: non è che qualcuno si stia muovendo anche per mantenere un piede sul tesoretto della Fondazione An, in attesa di un accordo con gli ex nemici, magari domani nuovamente alleati?
Una transazione amichevole, si sa, apre tante porte.
A quanto ammontano i debiti di Fli?
E a che cifra ammonta la percentuale che il partito di Monti deve destinare a Fli, in base a un preciso accordo, dei rimborsi elettorali complessivi che percepirà ?
Tutti piccoli dettagli che forse andrebbero resi pubblici, così come i progetti in fieri di alcuni ex massimi dirigenti che praticano la respirazione bocca a bocca ai pochi militanti rimasti per accreditarsi un domani magari come capisala al servizio di qualche “consorella”.
Chi vivrà , ne vedrà delle belle.
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Marzo 10th, 2013 Riccardo Fucile
ACCUSATA DA “IL GIORNALE” DI AVER SOTTRATTO 20 PC DALLA SEDE DI FLI CON UNA NOTIZIA COMPLETAMENTE INVENTATA, I VERTICI DEL PARTITO CHISSA’ COME MAI NON SMENTISCONO TEMPESTIVAMENTE…. POI VIENE MESSO IN RETE UN FILMATO CHE FA VEDERE TUTTI I PC AL LORO POSTO: PROPRIO DA CHI SU TWITTER AVEVA CONFERMATO CHE ERA “TUTTO VERO”
La vicenda che andiamo a raccontare è emblematica, in tutte le sue sfaccettature che andremo ad analizzare.
Con la solita classe che contraddistingue i quotidiani berlusconiani, ieri su “il Giornale” a firma Francesco Cramer, esce un articolo dal titolo raffinato: “Spariti 20 pc, rissa tra le amazzoni di Fli. Le iene futuriste si scannano al cospetto del cadavere del Fli.”
Ecco il testo:
“L’ira funesta s’è scatenata tra due amazzoni di Fli: Chiara Moroni, figlia del parlamentare socialista suicida perchè coinvolto in Mani Pulite e Flavia Perina, ex direttora di ferro del Secolo d’Italia e pasdaran dell’antiberlusconismo in salsa futurista. A mandare su tutte le furie la Moroni, il fatto che la Perina si sarebbe portata a casa quasi una ventina di computer nuovi di zecca, stampanti comprese, fino a ieri attaccati alla spina di via Poli.
Motivo: «Ho già buttato abbastanza soldi ed energie in questo partito».
La Moroni, che s’è sempre dovuta occupare di tutta l’organizzazione della sede (bollette, affitto, gestione del personale, ecc…), non c’ha visto più.
Tra le due, tra le quali peraltro non è mai corso buon sangue, sono volate parole grosse. Persino qualche minaccia di denuncia alla Procura della Repubblica.
La notizia è stata poi ripresa da agenzie e media contribuendo a scatenare commenti pesanti nei confronti dell’ex direttrice del Secolo d’Italia.
Premesso che chi, come noi, conosce Flavia da una vita non ha avuto il minimo dubbio che si trattasse di una bufala, è interessante sottolineare:
1) il silenzio dei vertici nazionali di Fli che avrebbero subito dovuto smentire una notizia palesemente falsa. Forse perchè Flavia aveva dissentito dalla linea suicida del partito da un anno a questa parte non meritava di essere difesa da un’accusa infame e andava sputtanata?
2) Flavia ha semplicemente commentato: “non ho bisogno di smentire chi schizza fango, chi mi conosce sa che persona sono, spettava al partito smentire, se non lo ha fatto ne traggo le conseguenze”
3) Nel silenzio dei vertici, c’è poi anche chi si è espresso con un commento su Twitter alla notizia allegata che riproduciamo nella foto in alto:
gmariniello82 Gianmario Mariniello 6 h
Mi vergogno per quanto racconta oggi @Corriereit: tutto vero, purtroppo. #gameover pic.twitter.com/L6TRHsiIis
Quindi Mariniello conferma che “è tutto vero” e ci tiene a farlo sapere.
4) Quando però sul far della sera la bufala comicia a essere difficilmente sostenibile perchè ci sono diversi testimoni che confermano che i pc sono sempre nella sede di via Poli e che le chiavi della stessa non erano nella disponibilità d Flavia, ma solo della segretaria di Bocchino, ecco improvvisamente che spunta un video che dimostra che i pc sono tutti al loro posto.
E chi lo mette in rete? Stranamente quello stesso Mariniello che poche ore prima aveva confermato che “era tutto vero”.
Al di là della solidarietà a Flavia, viene da chiedersi: chi, all’interno di Fli, ha passato a “il Giornale” una notizia patacca spacciandola per vera?
Sono queste le persone che dovrebbero accompagnare la fase transitoria di Fli verso la creazione di un nuovo soggetto politico?
E’ a chi orchestra queste manovre che i militanti dovrebbero ancora dare fiducia?
Ognuno risponda per sè.
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Marzo 9th, 2013 Riccardo Fucile
DA PERSONA PERBENE, FABIO COMPRENDE IL SENSO DEL NOSTRO APPELLO PER RECUPERARE UN AMBIENTE UMANO CHE HA BISOGNO DI RITROVARE FIDUCIA… ATTENDIAMO DI CONOSCERE LA RISPOSTA DEI VERTICI DI FLI ALLA SUA PROPOSTA
Pubblichiamo la risposta di Fabio Granata a quanto da noi esposto nell’articolo di poche ore fa e alle relative nostre proposte
Tranquillo Riccardo.. proporro’ immediatamente un comitato dei garanti per l’assemblea di Fondazione del nuovo soggetto politico che porti,con il coinvolgimento dell’associazionismo della nostra area e di tutti coloro i quali vogliono partecipare all’impresa, alla individuazione di metodo, nuovo simbolo e strategia immediata…. Fatto questo io faro’ un passo indietro come da alcuni auspicato, sono consapevole dei miei errori ma anche dei miei meriti: non ci sono uomini per tutte le stagioni, anche se di maestri e nuovi leader (purtroppo) ne vedo pochi….
Fabio Granata
Caro Fabio,
da persona corretta e perbene, hai dimostrato di saper anteporre la già di per sè difficile possibilità di ricostruire una comunità umana che ha bisogno di esempi concreti e chiarezza di linea comportamentale, rispetto al tuo ruolo acquisito.
Entrambi comprendiamo che se esiste una sola carta per tornare a rappresentare idee e valori con una classe dirigente adeguata, occorre recuperare la fiducia delle centinaia di militanti che avevano condiviso un sogno.
Necessita uno choc per far ricredere la base migliore.
E da lì ripartire.
E’ evidente che il comitato di garanti “veri” e indipendenti, non amici degli amici per capirci, dovrà avere titolo anche per decidere se presentare o meno il simbolo di Fli alle elezioni amministrative di maggio e le possibili alleanze.
Gestendo questa fase transitoria senza condizionamenti.
Ma abbiamo anche chiesto un passo indietro da parte dei vertici di Fli, onde rendere tangibile che quello che si proverà a costruire dovrà essere frutto delle proposte della base allargata.
Il segnale deve valere soprattutto però per chi ha avuto ben altre responsabilità rispetto alle tue e non ha ritenuto finora neanche di chiedere scusa.
Certe persone la base di Fli non le accetta giustamente più, mentre altre vanno recuperate: spetterà poi all’assemblea decidere di richiamare le personalità integre che hanno avuto rilevanza in Fli e tracciare una sintesi sulla linea politica.
Ora aspettiamo di vedere se saranno accolte le proposte di cui ti farai latore e attendiamo il passo indietro di tutti, non certo di te solo.
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Marzo 8th, 2013 Riccardo Fucile
IL DOCUMENTO DI FLI, LE NOSTRE OSSERVAZIONI… IN FUTURO E LIBERTA’ LA BASE SI DIVIDE SULLA PROPOSTA DI UNA NUOVA ASSEMBLEA FONDATIVA
Pubblichiamo la replica di Fabio Granata (uno dei pochi che almeno ci mette la faccia)
alle osservazioni contenute nel nostro articolo che potete leggere nella home page e un ulteriore ns. commento
Quanta prevenzione… abbiamo fatto 6 ore di discussione politica..il documento e’ stato scritto in 10 minuti..si riparte con l’azzeramento di tutti gli organismi e una assemblea di fondazione aperta e partecipata per arrivare alla nascita di un nuovo soggetto politico che rilanci il senso profondo delle battaglie degli ultimi tre anni con una nuova classe dirigente e nuovi metodi di partecipazione, un soggetto non apolide e che occupi uno spazio politico comprensibile in modo innovativo e coerente: il livello del pregiudizio che alcuni di voi esprimono e’ sorprendente… perchè non tornate a partecipare alla costruzione anzichè pontificare da una tastiera?
Fabio Granata
Caro Fabio,
prevenire, Maroni non insegna, è intanto meglio che reprimere, anche se il concetto non farà parte della cultura politica di qualche amico di Fli che ieri sera già brindava, per ragioni opposte alle tue, al ritorno a un “partito di destra” e alla emarginazione di chi avrebbe in questi mesi “fatto confusione”.
Non io, ma Fini, scendendo le scale della direzione, ha detto ai microfoni delle Tv che non intedeva commentare l’esito della riunione, rinviando i giornalisti alla lettura del comunicato ufficiale, visto che “ci sono volute sei ore per stilare un documento di una pagina”.
Frase che dovresti aver sentito bene, visto che eri alle sue spalle.
E che il documento sia frutto di una mediazione, cosa peraltro naturale in politica (ma non nelle situazioni di emergenza) è tanto palese quanto legittimo.
Quando il presidente Fini non arriva in Direzione con un’analisi della “catastrofe” ma si limita a dire “è colpa mia” e che “occorre stabilire dove Fli voglia andare perchè io non sono un uomo per tutte le stagioni”, è evidente che ammette che la linea che ha imposto (e altri pedissequamente accettato) è risultata perdente, ma lui non si ritene adatto a interpretarne giustamente un’altra.
Se Fini ha ritenuto di non seguire la strada tracciata a Bastia, non ponendo in primo piano le tematiche sociali, le battaglie sui diritti civili, sui diritti agli immigrati e la battaglia anti-casta o rendendole secondarie alla tattica prima del “terzo polo” con Casini e Rutelli, poi a quella di “con Monti senza se e senza ma”, ottenendo un risultato elettorale disastroso, vuol dire che ha guidato la traversata nel deserto facendo mangiare solo sabbia ai militanti senza dissetarli in alcuna oasi.
E poichè nessuno pretende che dopo aver interpretato il ruolo di baritono sul palcoscenico della politica italiana, si tramuti in tenore o in direttore d’orchestra, logica dice che avrebbe dovuto dimettersi dal ruolo e accomodarsi tra il pubblico.
E insieme a lui tutti coloro che hanno “steccato” sul palcoscenico per ambizioni personali sgomitando per sostenere parti in cui non si sono rivelati all’altezza dello spartito.
Per non parlare di chi è arrivato ad allontare persino l’affezionato pubblico del loggione intrallazzando sui posti come i peggiori esponenti della prima repubblica, concedendo biglietti gratis di accesso ai suoi amici o assegnando a omuncoli senza patria responsabilità di selezione all’ingresso.
Azzerare non vuol dire dimettersi e nessuno infatti si è dimesso.
Un leader politico può azzerare la propria segreteria per sostituirla in 24 ore o indire un congresso entro 30 giorni.
Ma senza dimissioni tutti restano in carica e gestiscono di fatto le tappe successive, inutile girarci intorno.
Se dimissioni “vere” fossero state, si sarebbe potuto e dovuto affidare a un comitato di garanti la fase “ri-costituente” e se Fli fosse stato sciolto, altrettanto.
La prova che l’azzeramento non esiste?
Ad aprile e maggio vi saranno elezioni amministrative, in Friuli anche regionali: chi deciderà le alleanze o le liste?
Se credessimo all’azzeramento, nessuno: non i segretari regionali, non i vertici nazionali, tutti in teoria azzerati.
Altro esempio: chi deciderà le tappe di avvicinamento all’assemblea fondativa del nuovo soggetto politico, chi ne orienterà le scadenze?
Un comitato esterno di garanti o i soliti maggiorenti “azzerati”?
E il tesseramento chi lo controlla?
E la linea politica “perdente” nel frattempo rimane tale per farci massacrare anche alle amministrative?
Gli azzerati andranno ancora in Tv a rappresentare Fli o si darà spazio ad altri?
Non è con formule ereditate dal politichese tipo “nuovi metodi di partecipazione”, “soggetto politico comprensibile e non apolide” o “assemblea partecipata” che si esce dalle sabbie mobili.
Se non si capisce il motivo per cui in due anni 11 elettori di Fli su 12 hanno tolto il disturbo (concetto calzante, visto che davano evidentemente fastidio a qualcuno), occorre certo ripartire da lì, ma non con coloro che sono stati causa e motivo della loro dipartita.
E invitare paternalisticamente a “rientrare per costruire, invece che pontificare da una tastiera” denota arretratezza di analisi perchè c’è gente che avrebbe potuto dare tanto a Fli, in ogni angolo d’Italia, MA E’ STATA COSTRETTA A ESPRIMERSI SOLO CON UNA TASTIERA.
PERCHE’ ALTRI PONTIFICAVANO SENZA TASTIERA IN TV NON AZZECCANDONE UNA, chiusi nella torre d’avorio delle loro certezze, mentre altri personaggi equivoci sono stati demandati a rappresentare il partito dopo aver raso al suolo intere regioni.
Guardiamo avanti, non chiediamo neanche le scuse, non ci interessano.
Chiediamo le dimissioni e l’impegno scritto che il vecchio vertice non parteciperà alla costruzione del nuovo soggetto politico.
Chiediamo che il partito sia affidato a un comitato di garanti. che gestisca la fase di transizione.
Chiediamo che l’assemblea costituente sia aperta a tutte le realtà associative di area e che coinvolga il mondo del volontariato, delle associazioni a tutela dei diritti civili e a quelle del mondo degli immigrati.
E per ora ci fermiamo qua.
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Marzo 8th, 2013 Riccardo Fucile
DURA POCO L’ESPERIENZA FUTURISTA
”La storia di Fli e’ finita in maniera abbastanza ingloriosa. Ma questo non vuol dire che quando si cade non ci si possa rialzare. Noi uomini di destra siamo abituati a rialzarci dopo le cadute…”.
Dopo una riunione fiume della direzione di Fli i parlamentari ‘futuristi’ lasciano alla spicciolata la sede di via Poli.
Molti i volti scuri. Nessuno vuole parlare.
Il vicepresidente Italo Bocchino, di solito loquace con i suoi ‘colleghi’ giornalisti, dribbla taccuini e microfoni: ”Abbiamo fatto una nota ufficiale, ora sta arrivando Fini…”.
Al suo fianco c’e’ Carmelo Briguglio che accenna a un sorriso. Nessun alibi, il risultato elettorale e’ ”completamente negativo”.
Solo il coordinatore nazionale, Roberto Menia, accetta di ‘darsi in pasto’ alla stampa per spiegare che ”e’ presto per dire che il partito e’ sciolto, perche’ c’e’ uno statuto da rispettare, ci sono delle regole.
”Certamente -ammette- questa fase politica e’ chiusa, sarebbe ridicolo dire che Fli continua a fare chissa’ che cosa…”.
Accanto a lui c’e’ Giorgio Conte che resta in silenzio.
Menia si dice ”rammaricato di come siano andate a finire le cose”, e quando gli domandando quale sara’ ora il suo futuro politico rinvia al comunicato.
Il voto, si legge, ”ha chiuso una fase ma non pone fine ad un impegno politico”. Tutto dovra’ essere ”azzerato” perche’ la ”responsabilita’ dell’insuccesso, nobilmente assunta in prima persona da Fini, grava su tutta la classe dirigente”.
Da oggi, spiega la nota, parte una ”fase costituente” che si concludera’ con una Assemblea di fondazione con protagonisti nuovi.
C’e’ aria di sbaraccamento.
Anche se al partito smentiscono ‘traslochi’, alcuni deputati portano via qualche piccolo ricordo dell’esperienza che fu.
Lo stesso Menia ha in mano un quadretto con una foto del ‘tricolore’ in piazza dell’Unita’ a Trieste che era esposto nel suo ufficio al quinto piano.
Dal palazzo esce persino un uomo con uno scatolone in mano, che viene inseguito dalle telecamere.
Rita Marino, la segretaria storica di Gianfranco Fini, guarda amareggiata la scena. Quando arriva il presidente della Camera, viene assediato dalla stampa, ma non vuole dichiarare nulla, perche’ ”e’ tutto scritto nel comunicato ufficiale”.
Nella nota si annuncia l’azzeramento dell’organizzazione e l’apertura di una fase costituente.
Fli si scioglie e nascera’ un nuovo soggetto politico? Lei sara’ ancora il leader?, insistono i cronisti con Fini prima che esca dall’ingresso principale.
Lui si gira e taglia corto: ”Siamo stati sei ore per fare un comunicato, leggetelo, evidentemente non lo avete letto…”.
Il presidente della Camera, pero’, viene ‘smentito’ da Fabio Granata, ultimo a lasciare via Poli, che parla chiaramente di ”un partito ormai verso lo scioglimento, avviato verso un processo che lo portera’ a un nuovo soggetto politico”.
Il parlamentare siciliano non usa giri di parole: ”Vi spiego io la nota: abbiamo deciso di azzerare i vertici del partito e adesso si avvia un processo complesso ma rapido per arrivare ad un’Assemblea di fondazione per creare un nuovo soggetto politico”, che vada oltre Fli e ”abbia un’identita’ chiara”.
‘In via Poli e’ andato in scena il de profundis”, dice a mezza bocca un esponente di Fli, che parla di un dibattito vivace, caratterizzato da recriminazioni, autocritiche e riflessioni sul futuro.
L’ex senatore Euprepio Curto parla di un ‘partito che fu’: ”Ormai il simbolo di Fli e’ bruciato, un partito allo 0,4% alle elezioni non ha futuro se rimane cosi’ come e’, occorre andare oltre, ora bisognerebbe dar vita a un nuovo soggetto politico”.
”Non so cosa fara’ Fini: certamente, nonostante tutto, resta uno dei migliori leader di caratura internazionale che abbiamo. Anche se oggi non ci sciogliamo -sottolinea- e’ iniziata una riflessione per un nuovo soggetto che abbia un leader, un progetto e una classe dirigente, che non si arrocchi sulle sue posizioni”.
Gia’ si parla di cosa succedera’.
Molti scommettono che Fini stia gia’ pensando di fare una Fondazione per conservare l’identita’ e i valori del progetto politico di Futuro e liberta’. Poi chissa’.
Per ora i vertici si sono azzerati, ma il partito non e’ sciolto, come recita il comunicato ufficiale mandato alle agenzie di stampa subito dopo la fine della direzione nazionale. In tanti si chiedono che fara’ il presidente della Camera uscente.
Raccontano che durante la riunione -fiume di oggi Fini ci abbia scherzato su’: “Non mi sono dimesso, anche perche’ ci hanno pensato gli italiani a dimissionarmi…”
(da “il Sito d’Italia“)
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Marzo 8th, 2013 Riccardo Fucile
QUANDO UNA CLASSE DIRIGENTE PERDE IN DUE ANNI 11 ELETTORI SU 12 HA IL DOVERE DI GARANTIRE CHE NON FARA’ PIU’ DANNI… NON BASTA CAMBIARE NOME A UNA NAVE ALLA DERIVA SE NON SAI DOVE DIRIGERLA E SE NON CAMBI GLI UFFICIALI DI BORDO
Come ha detto Fini ai microfoni del Tg La7, il documento approvato ieri dalla Direzione
nazionale “è stato limato sei ore” perchè potesse soddisfare tutti.
Essendo frutto di mediazione, non può chiarire se si continuerà su questa linea politica di appiattimento pro Monti o si cambierà .
E’ altrettanto evidente a tutti che nessuno di fatto si è dimesso o ha messo per iscritto che non svolgerà alcun ruolo nel futuro movimento.
L’idea che tutti si sono fatti è che è stato trovato un compromesso per prendere tempo, traghettare Fli in rada e sottoporlo a cambio di nome, qualche ritocco ma mantenendo lo stesso equipaggio che l’ha portato alla deriva.
Con questa rotta non si va da nessun parte.
Nei partiti in Europa funziona così: emerge un leader, propone una linea PRECISA, chi aderisce lo fa perchè si ritrova in quella linea.
E lui non la cambia in corsa.
Se l’elettorato lo boccia, il leader torna a casa con tutti i suoi collaboratori e passa la mano a un altro che propone un’altra linea politica e cambia la classe dirigente che non è adatta a interpretare la nuova, dai vertici alla periferia.
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Marzo 8th, 2013 Riccardo Fucile
DOPO ORE DI DISCUSSIONE LA DIREZIONE HA DECISO CHE “FUTURO E LIBERTA” ANDRA’ AVANTI
C’è ancora un futuro per Fli.
Nonostante il flop elettorale del nuovo soggetto politico nato due anni fa per volontà di Gianfranco Fini (alla Camera, dove era alleato con la «Scelta civica» di Monti, Fli ha preso appena lo 0.46% e zero deputati), la Direzione del partito alla fine ha deciso di non staccare la spina a Fli.
Futuro e libertà dunque va avanti.
La notizia è arrivata dopo quattro ore di discussione e un dibattito aperto, nella mattinata di giovedì, dallo stesso Fini che si sarebbe comunque assunto tutte le responsabilità per il deludente exploit elettorale.
IL «MEA CULPA» DI FINI
«È inutile dare la colpa a Tizio e Caio, la responsabilità è mia», ha detto l’ex presidente della Camera – secondo quanto riferito da alcuni fonti – parlando ai dirigenti di Fli.
«Non servono capri espiatori, e puntare il dito su quest’uomo o su quello su questo o quell’errore organizzativo non basta a spiegare un risultato che è stato, alla fine, una catastrofe» ha detto Fini che poi avrebbe sottolineato di «non essere un uomo per tutte le stagioni».
UN NUOVO PROGETTO POLITICO –
Resta il nodo politico sul futuro di Fli, di fatto annientato dalla batosta elettorale che ha travolto il «terzo polo».
In direzione, volutamente, Fini non avrebbe presentato soluzioni già pronte ma avrebbe lanciato un messaggio per una seria riflessione: quale è il progetto politico con cui ripartire? E questo, poi, come e dove, visto che Fli è fuori dal Parlamento? .
«La Direzione di Futuro e libertà ha giudicato il risultato elettorale completamente negativo. Esso ha chiuso una fase ma non pone fine ad un impegno politico – ha precisato Fli in un comunicato diffuso nella serata di giovedì -Tutto dovrà essere rapidamente azzerato in termini organizzativi perchè la responsabilità dell’insuccesso, nobilmente assunta in prima persona dall’onorevole Fini, grava sul l’intera classe dirigente».
«I valori non negoziabili che furono alla base della nascita di Fli restano comunque validi – si legge ancora nel comunicato – ma dovranno essere interpretati con un nuovo e più ampio coinvolgimento di tutti coloro che in essi si riconoscono, quale che sia il voto che hanno espresso il 24 e 25 febbraio».
La direzione del partito spiega che si apre a questo punto «una stagione costituente di approfondimento culturale e programmatico, per disegnare il profilo di una destra repubblicana e legalitaria, costituzionale ed europea, che sappia parlare al cuore degli italiani».
Nelle prossime settimane sarà quindi avviato, «con tutte le forme partecipative possibili», un ampio confronto che si concluderà con una «Assemblea di fondazione che vedrà protagonista una nuova generazione e un nuovo gruppo dirigente».
(da “il Corriere della Sera“)
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Marzo 8th, 2013 Riccardo Fucile
GRANATA: “PRESTO UN’ASSEMBLEA DI FONDAZIONE DI UN NUOVO SOGGETTO … MA PER ALTRI SARA’ SOLO UN CAMBIO DI DIRIGENTI…FINI PREFERISCE NON COMMENTARE
“Fli si scioglie e ci sarà un’assemblea di fondazione per la nascita di un nuovo soggetto
politico”.
Le parole di Fabio Granata, deputato uscente di Fli, chiariscono la decisione assunta dalla direzione nazionale del partito a Roma che ha dovuto analizzare il disastro elettorale.
Altri esponenti avevano, invece, spiegato che Fli non si sarebbe sciolta per fare un nuovo partito.
Il leader Gianfranco Fini in verità non ha chiarito: “Se siete giornalisti, leggete il comunicato”.
Sul futuro del leader, Fabio Granata precisa: “Fini non andrà in pensione, è in campo con forme diverse”.
Di certo Fli abbandona la sede di via Poli nel centro di Roma. “Andiamo via — conclude Granata — visto che non abbiamo una lira”
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Marzo 7th, 2013 Riccardo Fucile
LA PAROLA FINE SULLA CREATURA POLITICA DI GIANFRANCO FINI POTREBBE ESSERE SCRITTA OGGI IN CALCE A UNA RIUNIONE CHE SI PREANNUNCIA INFUOCATA
Nella sede di via Poli, dove il grosso degli arredi è già stato portato via così come i pc e i televisori presi in leasing, Fini oggi vedrà i suoi per fare il punto sulla debacle elettorale: dei finiani candidati, sono stati eletti i soli Benedetto Della Vedova, Aldo Di Biagio (eletto nella circoscrizione estero) e Mario Caruso.
Fini dovrebbe formalizzare una decisione maturata nei giorni scorsi, anche in virtù delle pressioni arrivate dall’interno del suo stesso partito, da quella che viene definita la componente liberal.
Nelle parole di Fabio Granata, uno dei primi ad abbracciare il progetto di un partito della destra legalitaria e repubblicana, filtra la consapevolezza di un’esperienza al capolinea: «Fini ci ha convocato, non ha voluto anticiparci nulla, andiamo lì per ascoltare. Certo, il clima è di scoramento, ma anche di volontà di rinvincita perchè vedere in Parlamento certi personaggi e noi, che pure ci siamo battuti per la trasparenza, fuori dal Parlamento fa male. Troveremo forme e modi per rilanciare il progetto».
Di scioglimento non vuol sentir parlare Roberto Menia per il quale «il fatto che non siamo in Parlamento non significa che l’esperienza politica di Fli debba finire. Non è un dramma non stare in Parlamento, quando siamo nati abbiamo detto una serie di cose, che non ho intenzione di rimangiarmi: siamo contro una certa destra che paga i senatori, come abbiamo visto in questi giorni, per una destra moderna ed europeista. Si può ancora fare».
(da “il Tempo“)
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