FINI NON PARLA: LA TRISTE FINE DI UN PARTITO MAI VOTATO
DURA POCO L’ESPERIENZA FUTURISTA
”La storia di Fli e’ finita in maniera abbastanza ingloriosa. Ma questo non vuol dire che quando si cade non ci si possa rialzare. Noi uomini di destra siamo abituati a rialzarci dopo le cadute…”.
Dopo una riunione fiume della direzione di Fli i parlamentari ‘futuristi’ lasciano alla spicciolata la sede di via Poli.
Molti i volti scuri. Nessuno vuole parlare.
Il vicepresidente Italo Bocchino, di solito loquace con i suoi ‘colleghi’ giornalisti, dribbla taccuini e microfoni: ”Abbiamo fatto una nota ufficiale, ora sta arrivando Fini…”.
Al suo fianco c’e’ Carmelo Briguglio che accenna a un sorriso. Nessun alibi, il risultato elettorale e’ ”completamente negativo”.
Solo il coordinatore nazionale, Roberto Menia, accetta di ‘darsi in pasto’ alla stampa per spiegare che ”e’ presto per dire che il partito e’ sciolto, perche’ c’e’ uno statuto da rispettare, ci sono delle regole.
”Certamente -ammette- questa fase politica e’ chiusa, sarebbe ridicolo dire che Fli continua a fare chissa’ che cosa…”.
Accanto a lui c’e’ Giorgio Conte che resta in silenzio.
Menia si dice ”rammaricato di come siano andate a finire le cose”, e quando gli domandando quale sara’ ora il suo futuro politico rinvia al comunicato.
Il voto, si legge, ”ha chiuso una fase ma non pone fine ad un impegno politico”. Tutto dovra’ essere ”azzerato” perche’ la ”responsabilita’ dell’insuccesso, nobilmente assunta in prima persona da Fini, grava su tutta la classe dirigente”.
Da oggi, spiega la nota, parte una ”fase costituente” che si concludera’ con una Assemblea di fondazione con protagonisti nuovi.
C’e’ aria di sbaraccamento.
Anche se al partito smentiscono ‘traslochi’, alcuni deputati portano via qualche piccolo ricordo dell’esperienza che fu.
Lo stesso Menia ha in mano un quadretto con una foto del ‘tricolore’ in piazza dell’Unita’ a Trieste che era esposto nel suo ufficio al quinto piano.
Dal palazzo esce persino un uomo con uno scatolone in mano, che viene inseguito dalle telecamere.
Rita Marino, la segretaria storica di Gianfranco Fini, guarda amareggiata la scena. Quando arriva il presidente della Camera, viene assediato dalla stampa, ma non vuole dichiarare nulla, perche’ ”e’ tutto scritto nel comunicato ufficiale”.
Nella nota si annuncia l’azzeramento dell’organizzazione e l’apertura di una fase costituente.
Fli si scioglie e nascera’ un nuovo soggetto politico? Lei sara’ ancora il leader?, insistono i cronisti con Fini prima che esca dall’ingresso principale.
Lui si gira e taglia corto: ”Siamo stati sei ore per fare un comunicato, leggetelo, evidentemente non lo avete letto…”.
Il presidente della Camera, pero’, viene ‘smentito’ da Fabio Granata, ultimo a lasciare via Poli, che parla chiaramente di ”un partito ormai verso lo scioglimento, avviato verso un processo che lo portera’ a un nuovo soggetto politico”.
Il parlamentare siciliano non usa giri di parole: ”Vi spiego io la nota: abbiamo deciso di azzerare i vertici del partito e adesso si avvia un processo complesso ma rapido per arrivare ad un’Assemblea di fondazione per creare un nuovo soggetto politico”, che vada oltre Fli e ”abbia un’identita’ chiara”.
‘In via Poli e’ andato in scena il de profundis”, dice a mezza bocca un esponente di Fli, che parla di un dibattito vivace, caratterizzato da recriminazioni, autocritiche e riflessioni sul futuro.
L’ex senatore Euprepio Curto parla di un ‘partito che fu’: ”Ormai il simbolo di Fli e’ bruciato, un partito allo 0,4% alle elezioni non ha futuro se rimane cosi’ come e’, occorre andare oltre, ora bisognerebbe dar vita a un nuovo soggetto politico”.
”Non so cosa fara’ Fini: certamente, nonostante tutto, resta uno dei migliori leader di caratura internazionale che abbiamo. Anche se oggi non ci sciogliamo -sottolinea- e’ iniziata una riflessione per un nuovo soggetto che abbia un leader, un progetto e una classe dirigente, che non si arrocchi sulle sue posizioni”.
Gia’ si parla di cosa succedera’.
Molti scommettono che Fini stia gia’ pensando di fare una Fondazione per conservare l’identita’ e i valori del progetto politico di Futuro e liberta’. Poi chissa’.
Per ora i vertici si sono azzerati, ma il partito non e’ sciolto, come recita il comunicato ufficiale mandato alle agenzie di stampa subito dopo la fine della direzione nazionale. In tanti si chiedono che fara’ il presidente della Camera uscente.
Raccontano che durante la riunione -fiume di oggi Fini ci abbia scherzato su’: “Non mi sono dimesso, anche perche’ ci hanno pensato gli italiani a dimissionarmi…”
(da “il Sito d’Italia“)
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