PERCHE’ LA REPLICA DI GRANATA NON CI CONVINCE
IL DOCUMENTO DI FLI, LE NOSTRE OSSERVAZIONI… IN FUTURO E LIBERTA’ LA BASE SI DIVIDE SULLA PROPOSTA DI UNA NUOVA ASSEMBLEA FONDATIVA
Pubblichiamo la replica di Fabio Granata (uno dei pochi che almeno ci mette la faccia) alle osservazioni contenute nel nostro articolo che potete leggere nella home page e un ulteriore ns. commento
Quanta prevenzione… abbiamo fatto 6 ore di discussione politica..il documento e’ stato scritto in 10 minuti..si riparte con l’azzeramento di tutti gli organismi e una assemblea di fondazione aperta e partecipata per arrivare alla nascita di un nuovo soggetto politico che rilanci il senso profondo delle battaglie degli ultimi tre anni con una nuova classe dirigente e nuovi metodi di partecipazione, un soggetto non apolide e che occupi uno spazio politico comprensibile in modo innovativo e coerente: il livello del pregiudizio che alcuni di voi esprimono e’ sorprendente… perchè non tornate a partecipare alla costruzione anzichè pontificare da una tastiera?
Fabio Granata
Caro Fabio,
prevenire, Maroni non insegna, è intanto meglio che reprimere, anche se il concetto non farà parte della cultura politica di qualche amico di Fli che ieri sera già brindava, per ragioni opposte alle tue, al ritorno a un “partito di destra” e alla emarginazione di chi avrebbe in questi mesi “fatto confusione”.
Non io, ma Fini, scendendo le scale della direzione, ha detto ai microfoni delle Tv che non intedeva commentare l’esito della riunione, rinviando i giornalisti alla lettura del comunicato ufficiale, visto che “ci sono volute sei ore per stilare un documento di una pagina”.
Frase che dovresti aver sentito bene, visto che eri alle sue spalle.
E che il documento sia frutto di una mediazione, cosa peraltro naturale in politica (ma non nelle situazioni di emergenza) è tanto palese quanto legittimo.
Quando il presidente Fini non arriva in Direzione con un’analisi della “catastrofe” ma si limita a dire “è colpa mia” e che “occorre stabilire dove Fli voglia andare perchè io non sono un uomo per tutte le stagioni”, è evidente che ammette che la linea che ha imposto (e altri pedissequamente accettato) è risultata perdente, ma lui non si ritene adatto a interpretarne giustamente un’altra.
Se Fini ha ritenuto di non seguire la strada tracciata a Bastia, non ponendo in primo piano le tematiche sociali, le battaglie sui diritti civili, sui diritti agli immigrati e la battaglia anti-casta o rendendole secondarie alla tattica prima del “terzo polo” con Casini e Rutelli, poi a quella di “con Monti senza se e senza ma”, ottenendo un risultato elettorale disastroso, vuol dire che ha guidato la traversata nel deserto facendo mangiare solo sabbia ai militanti senza dissetarli in alcuna oasi.
E poichè nessuno pretende che dopo aver interpretato il ruolo di baritono sul palcoscenico della politica italiana, si tramuti in tenore o in direttore d’orchestra, logica dice che avrebbe dovuto dimettersi dal ruolo e accomodarsi tra il pubblico.
E insieme a lui tutti coloro che hanno “steccato” sul palcoscenico per ambizioni personali sgomitando per sostenere parti in cui non si sono rivelati all’altezza dello spartito.
Per non parlare di chi è arrivato ad allontare persino l’affezionato pubblico del loggione intrallazzando sui posti come i peggiori esponenti della prima repubblica, concedendo biglietti gratis di accesso ai suoi amici o assegnando a omuncoli senza patria responsabilità di selezione all’ingresso.
Azzerare non vuol dire dimettersi e nessuno infatti si è dimesso.
Un leader politico può azzerare la propria segreteria per sostituirla in 24 ore o indire un congresso entro 30 giorni.
Ma senza dimissioni tutti restano in carica e gestiscono di fatto le tappe successive, inutile girarci intorno.
Se dimissioni “vere” fossero state, si sarebbe potuto e dovuto affidare a un comitato di garanti la fase “ri-costituente” e se Fli fosse stato sciolto, altrettanto.
La prova che l’azzeramento non esiste?
Ad aprile e maggio vi saranno elezioni amministrative, in Friuli anche regionali: chi deciderà le alleanze o le liste?
Se credessimo all’azzeramento, nessuno: non i segretari regionali, non i vertici nazionali, tutti in teoria azzerati.
Altro esempio: chi deciderà le tappe di avvicinamento all’assemblea fondativa del nuovo soggetto politico, chi ne orienterà le scadenze?
Un comitato esterno di garanti o i soliti maggiorenti “azzerati”?
E il tesseramento chi lo controlla?
E la linea politica “perdente” nel frattempo rimane tale per farci massacrare anche alle amministrative?
Gli azzerati andranno ancora in Tv a rappresentare Fli o si darà spazio ad altri?
Non è con formule ereditate dal politichese tipo “nuovi metodi di partecipazione”, “soggetto politico comprensibile e non apolide” o “assemblea partecipata” che si esce dalle sabbie mobili.
Se non si capisce il motivo per cui in due anni 11 elettori di Fli su 12 hanno tolto il disturbo (concetto calzante, visto che davano evidentemente fastidio a qualcuno), occorre certo ripartire da lì, ma non con coloro che sono stati causa e motivo della loro dipartita.
E invitare paternalisticamente a “rientrare per costruire, invece che pontificare da una tastiera” denota arretratezza di analisi perchè c’è gente che avrebbe potuto dare tanto a Fli, in ogni angolo d’Italia, MA E’ STATA COSTRETTA A ESPRIMERSI SOLO CON UNA TASTIERA.
PERCHE’ ALTRI PONTIFICAVANO SENZA TASTIERA IN TV NON AZZECCANDONE UNA, chiusi nella torre d’avorio delle loro certezze, mentre altri personaggi equivoci sono stati demandati a rappresentare il partito dopo aver raso al suolo intere regioni.
Guardiamo avanti, non chiediamo neanche le scuse, non ci interessano.
Chiediamo le dimissioni e l’impegno scritto che il vecchio vertice non parteciperà alla costruzione del nuovo soggetto politico.
Chiediamo che il partito sia affidato a un comitato di garanti. che gestisca la fase di transizione.
Chiediamo che l’assemblea costituente sia aperta a tutte le realtà associative di area e che coinvolga il mondo del volontariato, delle associazioni a tutela dei diritti civili e a quelle del mondo degli immigrati.
E per ora ci fermiamo qua.
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