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SECOLO XIX: “FLI, NAN CERCA IL DIALOGO CON I VERTICI AUTOSOSPESI”

Gennaio 23rd, 2013 Riccardo Fucile

PRESENTATA AL BAR LA LISTA DI FLI, ORA SI ATTENDE LA CONFERMA DELLE FIRME… IL PARACADUTATO POLLINA NON DICE CHI L’ABBIA SPINTO “PER SERVIZIO” GIU’ DALL’AEREO… NAN SI LANCIA IN UNA TEORIA DA MAGO OTELMA E NOMINA IMPERIA CAPUT MUNDI.. POI GLI SCAPPA UNA MEZZA VERITA’, MA NON NE TRAE LE LOGICHE CONSEGUENZE: DIMETTERSI

Pubblichiamo l’articolo del Secolo XIX di oggi, relativo alla presentazione della lista Fli a Genova

«La mia è una candidatura di servizio. Se scatta il seggio in Liguria è dei liguri». Angelo Pollina, membro della direzione di Futuro e Libertà  e secondo nella lista per la Camera, dopo Fini, precisa i termini della sua candidatura, anche per bloccare le polemiche sui cosiddetti “paracadutati” romani, che hanno indotto, nei giorni scorsi, i dirigenti genovesi del partito ad autosospendersi.
Nei giorni scorsi, il coordinatore provinciale di Genova, Giuseppe Murolo, annunciando la autospensione dal partito sua e di altri dirigenti , aveva detto: «Non ne facciamo un problema di personalismi ma è difficile digerire scelte fatte dall’alto, senza che nessuno fosse stato consultato».
Sul tema è tornato anche il coordinatore regionale, Enrico Nan, che ricorda le 5 presenze genovesi in lista anche se, puntualizza, la scelta di mettere Giuseppe Fossati, avvocato imperiese, al terzo posto, è stata dettata da necessità  strategiche, per cercare voti nell’elettorato di centro destra imperiese.
«Si tratta – ha sottolineato Nan – di una lista giovane con una grande attenzione alla società  civile».
Il coordinatore, che ha annunciato la nomina di Federico Schenone a responsabile per la campagna elettorale di Genova, si dice, comunque, aperto al dialogo.
«Noi siamo aperti alla discussione – spiega Nan – ma bisogna entrare nello spirito di collaborazione. Anche io ho dovuto seguire le regole nazionali e, avendo fatto tre mandati, non sono candidato. Bisogna, prima di tutto, mettere avanti gli interesse del partito prima delle proprie candidature. Mi auguro che ci sia collaborazione anche da chi non ha capito, o non ha voluto capire, le impostazioni date dai vertici nazionali del partito».

Il commento del ns. direttore

La conferenza stampa di presentazione della pessima lista di Futuro e Libertà  ligure evidenzia il percorso “lineare” perseguito dal coordinamento regionale, d’intesa con i tafazziani vertici nazionali che si dividono tra chi non sente, chi non vede e chi non parla.

Solo qualche doverosa considerazione:
1) Pollina precisa che la sua è una “candidatura di servizio”, ma non precisa al “servizio di chi”.
Il concetto sarebbe di per sè valido se la sua presenza “servisse” ad accrescere i   consensi di Fli, ma dato che non lo conosce nessuno, tale non è.
Non è quindi un “valore aggiunto”, ma un “paracadutato” che è stato spinto dal Nanistruttore giù dallo sportellone dell’aereo, d’intesa con il pilota casalese, per occupare la piazzola dove lui non avrebbe potuto atterrare perchè gli avevano ritirato il brevetto per anzianità .

2) “Se scatta il seggio in Liguria, il seggio è dei liguri”.
Ipotesi irrealizzabile, ma, visto che uno sconosciuto non traina notoriamente consensi, perchè non l’ha lasciato subito ai liguri?
Pollina è nunero due in Toscana dietro Flavia Perina: il gioco sarebbe stato (solo in teoria perchè poi bisogna prendere i voti che non ci sono) che se la Flavia venisse eletta nel Lazio (e sia in Toscana che in Liguria uscisse un deputato), la Perina lascerebbe in Toscana il posto a Pollina che a sua volta lo lascerebbe a Fossati (designato dal monarca) in Liguria.

3) Nan a questo punto sottolinea le grandi “necessità  strategiche”: “cercare voti nell’imperiese”, diventata caput mundi.
Notoriamente infatti le elezioni in Liguria si vincono a Imperia (42.667 abitanti) non certo a Genova (697.906).
Ma qui Nan si supera: ha deciso due settimane fa per Fossati , non perchè amico suo, sia chiaro, ma perchè aveva previsto che Scajola solo tre giorni fa non sarebbe stato ricandidato nel Pdl, si sarebbe incavolato e i suoi si sarebbero disimpegnati o orientati a far votare chiunque ma non Minasso.
Ecco la madre di tutte le battaglie che gli autosospesi dell’ultima ora non hanno compreso: Nan puntava ai voti in libera uscita di Scajola, quando ancora era dato per certo in lista nel Pdl.
Un giustificazone a posteriori? Ma no, una grande lungimiranza politica, suvvia.
Ha ragione Nan, bisogna anteporre gli interessi del partito alle proprie ambizioni.
Ma se così fosse, si chiedono in molti, perchè allora non si è ancora dimesso?
Nel frattempo segnaliamo molti militanti di Fli che negli ultimi giorni sono saliti a gruppi (contrapposti come sempre) alla “Madonna del Monti” per consegnare un ex voto per grazia ricevuta.
Senza il suo intervento divino non ci sarebbe mai stato il limite dei tre mandati…

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SECOLO XIX: “FINIANI GENOVESI: PARTITO FEUDALE, CI SOSPENDIAMO”

Gennaio 20th, 2013 Riccardo Fucile

PROTESTA DEI VERTICI DI FLI PER LE CANDIDATURE… LA REPLICA DI NAN

Nessun genovese in pole position, nessuno nelle posizioni di vertice che, in caso di exploit di Fli, potrebbe andare a Montecitorio.
La protesta serpeggia, i vertici del coordinamento provinciale e genovese si sono autosospesi.
“Non lasciamo il partito, ma sospendiamo tutte le iniziative, a partire dalla raccolta delle firme, in attesa di avere chiarimenti da Roma” è la minaccia lanciata alla vigilia della presentazione delle liste e dell’inizio della campagna elettorale.
“E’ difficile digerire scelte fatte dall’alto, senza che nessuno fosse stato consultato. Noi chiedevamo almeno una terza posizione nella lista, dopo Fini e un candidato paracadutato da Roma” si lamenta il coordinatore provinciale genovese, Giuseppe Murolo che, per inciso, è rimasto fuori dalla lista.
Ce l’ha con la candidatura del toscano Angelo Pollina. E soprattutto con il coordinatore regionale Enrico Nan.
“Non è stato possibile compilare la lista dei candidati di Fli alla Camera in modo democratico e condiviso perchè Nan ha preteso totale discrezionalità  nella scelta dei nomi e nella posizione in lista dei candidati proposti dai coordinamenti provinciali”, scrivono i genovesi al coordinatore nazionale Roberto Menia, descrivendo il partito ligure come “proprietà  personale del coordinatore regionale che ne dispone con logiche feudali”:
Accuse rispedite al mittente da Nan: “Dovevo candidarmi io, ma per la regola del limite dei tre mandati ho fatto un passo indietro. E anche Murolo dovrebbe pensare di farlo”
E Pollina?
“Ha già  detto che lascerà  il posto al primo ligure in lista, l’imperiese Giuseppe Fossati: non vedo il problema”.
Annuncia contromosse: “Se si sono autosospesi, nomino imediatamente nuovi vertici: la campagna elettorale andrà  avanti comunque”.

(da “il Secolo XIX“)
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IL GIORNALE: “FINI PEGGIO DI SILVIO”. IL FLI DI GENOVA NON FA CAMPAGNA ELETTORALE

«Che fai Fini, ci cacci?»
I finiani di Genova non hanno dubbi: il capo, il Gianfranco   nazionale, «ha predicato tanto contro Berlusconi ma fa peggio di lui».
Gestisce il partito come padre padrone e lo schiaffo delle candidature è solo l’ultimo subito.
Per questo si sono autosospesi. Non hanno dato le dimissioni, non hanno lasciato il partito. Hanno smesso di fare attività : niente raccolta firme, niente campagna elettorale, insomma, niente più partito a Genova.
E ora aspettano la voce del padrone: appunto, che fai Fini, li cacci?
Il coordinatore provinciale Giuseppe Murolo passa tra le mani la lista dei candidati alla Camera per la Liguria e scuote la testa: «Passi per Fini capolista, ma perchè già  al secondo posto c’è Angelo Pollina, toscano? Neppure un big, manco un deputato – mugugna -. Scelte fatte da chi ha rotto con Berlusconi in nome della meritocrazia, dell’etica, del rinnovamento della politica. Ma almeno Berlusconi poi ha il fiuto per trovare la giusta soluzione politica. Fini neanche questo. Per dirla tutta, non si può criticare l’imposizione della Minetti nel listino e poi fare altrettanto. A livello di metodo è esattamente la stessa cosa».
Il Fli in Liguria sa benissimo di non raccogliere neppure i voti necessari per eleggere un deputato.
Gli ammutinati del Gianfry peraltro sono quelli che erano rimasti fedeli a Fini quando, pochi mesi fa, un’altra bella fetta di attivisti se n’era andata lanciando più o meno le stesse accuse di verticismo e di assenza di democrazia.

(da “il Giornale“)

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Il commento del ns. direttore

Leggendo il resoconto del maggior quotidiano locale sull’auto-sospensione del coordinamento provinciale genovese di Fli (al netto di sei dissidenti da questa linea di protesta) e la successiva replica del coordinatore regionale Enrico Nan, qualche riflessione emerge e qualche precisazione è opportuno farla.

1) Quando si ritiene che “la misura sia colma” e che non esistano i presupposti di coerente linea politica tra i principi enunciati e la prassi seguita, le strade percorribili sono due: o uno se ne va, creando al limite un organismo o una associzione che porti avanti quei principi, ma liberandosi così dalla struttura causa del disincanto, o si “cavalca la tigre” sperando di mutare la rotta, laddove ne esistano i presupposti.
Le vie di mezzo non portano a un bel nulla: l’autosospensione è solo un favore a Nan che coglierà  l’occasione per crearsi un solido alibi in caso di “sconfitta annunciata” e colpevolizzare i “disertori” che hanno ingenuamente aggiunto il carico del “Fini peggio di Silvio” che immaginiamo quanto sarà  gradito al presidente.

2) Si confida in “chiarimenti da Roma” quando mai come in questo caso la posizione dei vertici nazionali è stata chiara: si legge che “Nan ha preteso la totale discrezionalità  nella formazione della lista”.
Lui poteva anche “pretendere”, ma è evidente che qualcuno gliel’ha concessa, altrimenti non avrebbe avuto mano libera.
Quindi è una pia illusione attendere la Befana, visto che ormai le feste natalizie sono passate e quella della sepoltura dei morti per opera del Bocchino è ancora lontana.

3) Nan è sincero quando sostiene che “il secondo posto era di sua proprietà “, come da accordi nazionali, meno sincero quando il “passo indietro” lo attribuisce a se stesso.
Sarebbe meglio dire che “è stato costretto a farlo”, grazie a Monti che ha bloccato i candidati con tre legislature alle spalle e a qualche piccione viaggiatore che ha segnalato l’anomalia.
Ha ragione Nan quando sostiene che tutti avrebbero dovuto fare un passo indietro, peccato che poi sbagli lo svolgimento del tema: ci aspettavamo che si sarebbe speso per una lista di giovani, come da noi proposto, e invece che fa il Nan?
Come le signore attempate che salgono sul bus e posano subito la borsa sul posto libero per fare con calma il biglietto, Nan ha “occupato il posto” con lo scopo di impedire che potessero sedercisi altri a lui sgraditi.
Lasciandolo poi a disposizione “solo di chi dico io”, come direbbe Pippo Baudo.
Ecco allora uscire dalle mani del prestigiatore il nome del lontano Pollina che in Liguria nessuno conosce e che la Liguria non frequenta.
Salvo che non sia forse quel Pollina con cui Nan tempo fa organizzo’, in occasione della visita di Fini per un convegno istituzionale a Genova, una cena esclusiva di finanziamento con invitati selezionati e di cui dovette inviare a Roma in anticipo i nominativi per essere vagliati.
Che poi Pollina lasci il posto al primo ligure che occupa la terza posizione è opinabile per almeno due motivi: primo, perche non verrà  eletto nessun deputato di Fli in Liguria, secondo perchè se, per una improvvisa pazzia degli elettori, Pollina fosse eletto a Montecitorio non crediamo proprio che mollerebbe (peraltro giustamente) il posto sul bus.
Fantascienza a parte, concordiamo con gli autosospesi con la constatazione che “Nan fa quello che gli pare”: infatti coerentemente qualcuno se ne è andato a suo tempo per coerenza e non ricordiamo grandi attestati di solidarietà  allora.
Per carità , non erano dovuti, c’è chi ha bisogno di più tempo per comprendere le cose.

4) Se ci poniamo dalla parte di un osservatore neutrale o di un sempice potenziale elettore, l’immagine che emerge, volenti o nolenti, è che questa diatriba abbia una sola origine: una lotta di potere, visto che non esiste neanche una poltroncina sfatta da contendersi.

Domanda: ne valeva davvero la pena o forse sono stati sbagliati tempi e strategie?
Se Nan ottenesse il commissariamento di Genova che risultato avrebbero ottenuto gli autosospesi?
In ogni caso il problema non si porrà : appena costituito un gruppo “centrista” unico , con una minuscola rappresentanza di “finiani”, riteniamo che Fli confluirà  nel nuovo soggetto politico e “buona notte ai suonatori”.
Cesserà  così il motivo del contendere, per il venir meno dell’orchestra, sia per aspiranti tromboni che per sedicenti direttori d’orchestra.
In alto i cuori… e quando qualcuno dei contendenti volesse parlare di programmi, di contenuti e di idee ci citofoni pure.

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SOLIDARIETA’ DI “LIBERA” AD ANGELA NAPOLI: “LA SUA E’ UNA LOTTA SENZA CONFINI”

Gennaio 20th, 2013 Riccardo Fucile

LA LETTERA CHE L’ASSOCIAZIONE HA INVIATO ALLA PARLAMENTARE ANTIMAFIA CHE HA LASCIATO FUTURO E LIBERTA’

Egr. On.le Angela Napoli,
come Lei sa, il   Coordinamento Provinciale dell’Associazione LIBERA — Associazioni , nomi e numeri contro le mafie- è un’Associazione apartitica, aconfessionale   e senza scopo di lucro che persegue finalità  di valorizzazione delle associazioni , enti e altri soggetti collettivi che quotidianamente si impegnano in attività  di lotta ai fenomeni mafiosi e ai poteri occulti nonchè di educazione alla legalità ,   di promozione della cultura della legalità , della solidarietà  e dell’ambiente basata sui principi della costituzione.
Il coordinamento provinciale Libera Vibo Valentia riconosce il valore politico ed umano della Sua attività  e perciò sente di esprimerle vicinanza e solidarietà  ringraziandola per quanto ha sempre fatto sul tema della lotta alla criminalità  organizzata locale e alla corruzione: temi molto cari sia a Don Luigi Ciotti che a tutti gli aderenti a questo coordinamento
Lotta   da Lei   condotta senza confini e senza quartieri,   in modo assolutamente trasversale, con interventi che hanno avuto l’unico scopo di sensibilizzare, correggere   e richiedere interventi delle istituzioni statali che spesso e volentieri, se non erano colluse, erano semplicemente assopite.
Abbiamo sempre apprezzato e continueremo a farlo la sua lotta condotta con chiunque avesse voluto condividere i medesimi scopi , anche se di colore diverso ma a cui di volta in volta veniva richiesto solo ed esclusivamente un requisito: l’onesta’.
Con sincera stima e riconoscenza,

Il Coordinamento LIBERA VIBO VALENTIA

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ANGELA NAPOLI ACCUSA: “LA MAFIA MI VUOLE MORTA E BOCCHINO MI HA FATTO LA GUERRA”

Gennaio 18th, 2013 Riccardo Fucile

IL SIMBOLO DELL’ANTIMAFIA IN CALABRIA ACCUSA: “IN FLI SONO STATI TRADITI I PRINCIPI FONDATORI E SONO SCESI A PATTI CON GENTE DISCUTIBILE”

Ieri ha ufficializzato il suo addio definitivo a Futuro e Libertà .
Angela Napoli, deputata calabrese e membro della Commissione parlamentare Antimafia nonchè della commissione Giustizia, è ora nel gruppo Misto della Camera.
Un addio non senza polemiche, visto che la signora, da sempre in An, aveva deciso di seguire Gianfranco Fini anche nel momento difficile dello strappo con il Pdl.
«Sono sempre stata leale con il presidente Fini, ma ultimamente troppe cose mi hanno lasciato senza parole. Per questo due mesi fa ho comunicato che restavo, ma da indipendente. Però poi, all’idea di sedermi ancora tra quei banchi alla Camera, ho detto no. Meglio aderire subito al Misto.
Fli non la ricandida. Per questo se n’è andata?  
«No. Non è problema di ricandidatura, io posso anche fare altro ho la mia fondazione “Risveglio Ideale”, ma è una questione di dignità  personale e di riconoscimento del mio lavoro. Mi aspettavo più riconoscenza e invece…».
Cosa è successo? Si è parlato di contrasti con il vicepresidente Italo Bocchino. Ci spieghi.  
«Chi mi conosce sa come sono e quale è la mia storia. Io vivo da anni sotto scorta. La mia famiglia ed io siamo braccati dalla criminalità  organizzata e questo perchè la mia battaglia in Parlamento e fuori a favore della legalità  e della lotta a tutte le mafie mi ha creato dei nemici con cui non si scherza».
Si riferisce all’esistenza di un piano della ‘ndrangheta calabrese per assassinarla?
«C’è un piano che risale al marzo 2010. Ma è della settimana scorsa una nuova minaccia di uccidermi che mi rende particolarmente preoccupata».
L’inchiesta Purgatorio sul clan Mancuso? C’è   un’intercettazione poco piacevole che la riguarda.
«Appunto. Il boss che parla con un suo sodale e dice: “Stiamo lavorando per togliere di mezzo la Napoli”. Nel senso di farmi fuori, ovviamente. E tutto per una mia interrogazione parlamentare presentata sul provvedimento del Tribunale di Vibo Valentia che dispose il trasferimento in ospedale del boss Pantaleone Mancuso detenuto all’epoca nel carcere di Tolmezzo. E sulle conseguenze di quella interrogazione. A Mancuso non è andata giù. Brigano per farmela pagare».
Questo però non c’entra con il suo addio a Fli.
«Però dà  l’idea di quanto sia difficile portare avanti un progetto, come ho sempre fatto io con onestà , in un territorio, come quello calabrese, che non perdona».
Sperava che il suo partito ne tenesse conto di più?
«Al di là  del merito, ho cominciato a soffrire quando mi sono vista scendere in Calabria Bocchino, con un atteggiamento lesivo della mia dignità  e di quella di numerosi iscritti e militanti calabresi».
Che cosa ha fatto Bocchino?
«È sceso ad avallare l’ingresso di Fli nell’amministrazione provinciale di Crotone contro il mio consenso e contro quello della maggioranza del coordinamento regionale del partito.
Nello stesso giorno, inoltre, è andato a Reggio a fare una conferenza stampa insieme al presidente della Regione, Scopelliti, quando era stata già  insediata la Commissione d’accesso nel Comune che ne avrebbe poi decretato lo scioglimento per contiguità  mafiosa».
La sua opinione è: mentre io chiudevo ai collusi, altri invece li accoglievano?
«Sicuramente non ne hanno preso le distanze come ho sempre fatto io. E questo mi ha amareggiato. Perchè ho visto sbriciolarsi tutti i principi su cui si è fondata la nascita di Fli. E soprattutto ho visto la mancata ottemperanza da parte di alcuni esponenti ai contenuti del “Manifesto dei valori” che è servito come fondamenta per la nascita del partito».
Qualcuno nel partito, invece, le rimprovera il fatto che da coordinatrice regionale della Calabria non avete incrementato molto le percentuali di Fli…
«Non è vero. Penso di avere fatto un lavoro enorme in una regione molto dura, dove già  eravamo schiacciati dagli altri partiti. E sono sempre stata presente alla Camera, come una delle parlamentari più operose».
Vigilerà  sulle liste pulite?
«Su questo non c’è dubbio. Guarderò i candidati e darò il mio voto solo a quei partiti che garantiscono il rispetto della legge».
Ha parlato con Fini?  
«Fini mi ha mandato un biglietto, ma neanche una telefonata.   In più ha voluto darmi un ulteriore schiaffo candidando Bocchino capolista in Calabria dopo di lui».

Brunella Bolloli

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GIULIA BONGIORNO PARTE AL’ATTACCO: “LAZIO IN GINOCCHIO PER LA CORRUZIONE, FUORI DALLE LISTE I PERSONAGGI DISCUTIBILI E SPAZIO ALLE DONNE”

Gennaio 18th, 2013 Riccardo Fucile

DISCONTINUITA’ CON GIUNTA POLVERINI, CODICE ETICO E LOTTA ALLA CORRUZIONE… LISTA CIVICA APPOGGIATA DAI CENTRISTI MA APERTA ALLA SOCIETA’ CIVILE

«Nella mia agenda avranno il primo posto le parola legalità , giustizia, battaglia alla corruzione». Così Giulia Bongiorno ha presentato la sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio con una lista civica sostenuta da Udc e Fli.
«La mia candidatura è stata concordata col professor Monti. Se ci sarà  poi il sostegno di Italia Futura ben venga», ha poi aggiunto l’avvocato e parlamentare di Fli.
PULIZIA NELLE LISTE –
«Alla luce degli scandali sulla gestione dei fondi regionali, ritengo, per un’esigenza di massima trasparenza verso i cittadini del Lazio, dovrà  valutarsi – caso per caso – l’opportunità  di escludere dalle liste i membri dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale uscente».
Così la candidata centrista a governatore del Lazio Giulia Bongiorno in una lettera indirizzata ai candidati alle elezioni regionali nelle liste della coalizione Con Monti per l’Italia.
«Vorrei dare un segno di discontinuità  – ha spiegato – e per questo ho chiesto a coloro che mi aiutano di evitare di candidare quei soggetti che abbiano continuità  con la giunta Polverini».
«Sono certa che ciascuno di noi saprà  guardare al proprio interno – ha aggiunto – escludendo candidature imbarazzanti o anche soltanto dubbie, offrendo ai cittadini la possibilità  di scegliere i nuovi consiglieri tra persone di sicuro valore e comprovata onestà ».
«CODICE ETICO» –
Bongiorno ha invitato inoltre coloro che vorranno sostenerla alle elezioni a «presentare un profilo rispondente ai criteri di candidabilità  delle liste della Coalizione con Monti per l’Italia (previsti per le elezioni nazionali), nonchè impegnarsi a sottoscrivere un Codice etico che sto ormai ultimando».
Nella parte finale della lettera si legge che «nelle liste circoscrizionali nessuno dei due sessi potrà  essere rappresentato in misura superiore ai due terzi».
«NEL LAZIO DISINTERESSE PER LEGALITA’» –
«Se il Lazio è in ginocchio non è certo per una congiuntura astrale, ma perchè c’è stato un disinteresse totale per la legalità  e c’è una corruzione diffusa».
Secondo Giulia Bongiorno per vincere la sfida della legalità  anche nel Lazio, «sarebbe servita una legge che non abbiamo perchè il Pdl non l’ha voluta. Abbiamo la Legge Severino che però non raggiunge gli obiettivi»

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IMPLODE FUTURO E LIBERTA’ A GENOVA: SI AUTOSOSPENDE IL COORDINAMENTO PROVINCIALE PER PROTESTA CONTRO IL CAPOLISTA PARACADUTATO

Gennaio 18th, 2013 Riccardo Fucile

C’E’ ANCHE CHI SI E’ DIMESSO CONTRO I PERSONALISMI, MENTRE I RESPONSABILI GIOVANILI PRENDONO LE DISTANZE DALLA DECISIONE, MA CHIEDONO IL COMMISSARIAMENTO DEL COORDINATORE REGIONALE ENRICO NAN

Il coordinamento di Futuro e Libertà  di Genova, con qualche defezione, ha indetto stamane una conferenza stampa per annunciare l’autosospensione dal partito dei propri dirigenti locali in aperta polemica coi vertici nazionali e regionali del partito.
Il motivo della presa di posizione del Fli genovese è da ricercarsi nella composizione della lista alla Camera per le politiche che, dopo il capolista Fini, ha visto “paracadutare” a Genova come numero due il coordinatore regionale della Toscana (al secondo posto in lista anche in Toscana dopo Flavia Perina) Angelo Pollina.
In realtà  al numero due avrebbe dovuto esserci il coordinatore regionale ligure Enrico Nan il quale però, quando qualcuno ha ricordato al momento debito a Bondi che aveva alle spalle già  quattro legislature, è stato messo fuori gioco.
Probabile che a quel punto il coordinatore genovese Giuseppe Murolo ritenesse di avere titolo per vedersi assegnato il secondo posto in lista e abbia ritenuto umiliante vedersi sorpassato da un “foresto”.
Operazione che verrebbe dagli autosospesi attribuita aallo stesso Nan, d’intesa con Bocchino.
Da qui la forma di protesta di autosospendersi proprio nella fase delicata della presentazione delle firme non riconoscendosi in una lista dove il primo genovese naviga a metà  delle candidature.
Il contrasto tra Nan e Murolo sui posti in lista ha generato altre reazioni.
Ill consigliere municipale Andrea Grasso si è dimesso dal coordinamento provinciale in quanto “pur condividendone le ragioni, non mi trovo d’accordo sulla decisione di autosospenderci, una decisione troppo drastica. Non so quanto vita avrà  ancora Futuro e Libertà , ma   finchè esisterà  non avrò dubbi sulla mia casa politica”.
E ha auspicato la “necessità  di rivedere la posizione di Enrico Nan quale coordinatore regionale” da parte dei vertici nazionali di Fli.
Analoga posizione è stata assunta da Andrea Cacciavillani, presidente del Circolo FLI Università  di Genova: “pur condividendo le ragioni della protesta, desideriamo ribadire la nostra adesione al partito, mantenendo invariato il nostro impegno”.
E in una lettera a Fini i giovani universitari chiedono la nomina di un commissario in quanto “non riterremmo opportuno affidare la transizione al Coordinatore Regionale avv. Enrico Nan”.
Dimissioni irrevocabili dal partito invece per la consigliera di Municipio Roberta Braggio che ha stigmatizzato la paralisi di un partito locale bloccato ormai da tempo da logiche personalistiche e da veti incrociati.

IL COMUNICATO DI “LIGURIA FUTURISTA”

Se errare è umano, perseverare è diabolico: Futuro e Libertà  in Liguria si giocava l’ultima carta, quella della sopravvivenza, e ha pensato bene di dare vita all’ennesima esibizione tafazziana, tra lotte intestine e colpi di mano.
Tenendo presente che in palio c’era il nulla: nessun posto alla Camera con le percentuali che vengono attribuite a Fli in Liguria (e a livello nazionale)
Era l’occasione per i padri più o meno nobili di fare un passo indietro e di candidare esclusivamente sedici-giovani-sedici, un segnale per l’esterno di profondo rinnovamento e un recupero di immagine che nessun altro partito sarebbe oggi in grado di fare.
Una giovane e combattiva donna capolista, sorretta da un gruppo di giovani che avrebbero fatto notizia e attirato la curiosità  dei media perchè non avrebbero parlato di beghe ma di contenuti, quelli che a Bastia Umbra fecero decollare Fli nei sondaggi: legalità , meritocrazia, diritti civili, socialità , unità  nazionale.
Avevamo chiesto un passo indietro ai meno giovani: non solo non l’hanno fatto, ma si sono sgambettati fino all’ultimo, quando saggezza avrebbe consigliato di evitare colpi di mano e candidature suicide di sconosciuti.
Riteniamo l’autosospensione un errore politico perchè permetterà  al coordinatore regionale, in caso non riuscisse a raccogliere le 1.040 firme necessarie per presentare la lista (e ad ora ne mancano ancora tante) o in caso di un risultato da prefisso telefonico, di imputare l’insuccesso a chi ha boicottato o danneggiato la campagna elettorale di Fli.
Altra cosa sarebbe stato un atto di coraggio sui contenuti della campagna elettorale, sul metodo, sul rinnovamento, sulla coerenza, sul contrastare e denunciare a tempo debito anomalie e incompatibilità  evidenti.
Proponendo qualcosa di nuovo, non i logori vecchi schemi lottizzatori.
Così sa tanto di una protesta derivante esclusivamente da posti in lista e collocazione dei candidati.
Tra chi è finito in panchina e chi non ha avuto il permesso dei medici per giocare: risultato zero a zero, in attesa dello 0,9%.

LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di Presidenza

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BARBARA CONTINI LASCIA FLI E SI CANDIDA CON TABACCI E DONADI

Gennaio 17th, 2013 Riccardo Fucile

NEL “CENTRO DEMOCRATICO”, LA COALIZIONE DI MODERATI ALLEATI CON IL CENTROSINISTRA, ANCHE FLICK, RIVERA E VILLORESI

Centro democratico, la coalizione di moderati che fa capo a Bruno Tabacci e Massimo Donadi, ha presentato le liste per le elezioni politiche.
In prima fila Giovanni Maria Flick, Barbara Contini, l’attrice Pamela Villoresi e l’ex pallone d’oro Gianni Rivera. Non c’è, invece, Francesco Rutelli.
L’ex ministro di Giustizia nonchè presidente emerito della Consulta sarà  capolista al Senato nel Lazio e in Piemonte.
La senatrice Contini, già  Pdl e poi Fli, verrà  schierata in Lombardia, la Villoresi in Toscana.
L’ex “golden boy” Gianni Rivera, dice Tabacci, “ci rappresenterà  in più regioni”, sarà  infatti capolista alla Camera in Friuli, Emilia Romagna, Umbria.
Ma alla ‘prima’ dei moderati democratici, in conferenza stampa alla Camera, è Contini a sferrare l’attacco più duro.
Destinatario Silvio Berlusconi. “Ha paura delle donne per bene, delle donne credibili e affidabili. Io, che all’estero ho dovuto vergognarmi per le sue dichiarazioni, voglio cancellare questa vergogna”, dice l’ex responsabile azzurri nel mondo, il movimento politico internazionale di Forza Italia.
L’ex governatrice della Regione irachena di Nassirya, che fu candidata al Senato nel 2008 con il Pdl, ha criticato Berlusconi, per la «perdita di credibilità  internazionale dell’Italia in questi cinque anni».
Alle elezioni politiche del 2008 è capolista per il Popolo della Libertà  al Senato nella regione Campania, risultando quindi eletta senatrice.
Nel luglio 2010 aderì al gruppo parlamentare di Futuro e Libertà  per l’Italia.

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LISTE FLI, FUORI MOLTI PANZER, MA ARRIVA IL PORTIERE: ALMENO UNO CHE OGNI TANTO LA PRENDE

Gennaio 15th, 2013 Riccardo Fucile

ESCLUSI DIVELLA, LA MORTE E VALDITARA… NELL’UDC A CASA VOLONTE, TASSONE E CARRA

Ufficialmente è per ragioni di dati anagrafici mancanti, ma gli slittamenti nella pubblicazione delle liste di Udc e Fli hanno il sapore, amaro per alcuni dei protagonisti, degli aggiustamenti dell’ultimo minuto.
Le liste però sono sostanzialmente pronte e difficilmente potrà  cambiare molto.
Le regole draconiane imposte da Mario Monti e da Enrico Bondi hanno provocato qualche smottamento soprattutto nel partito di Pier Ferdinando Casini.
L’Udc ha voluto dare spazio al mondo cattolico (di qui la candidatura contestata di Paola Binetti) e al mondo produttivo, con Mario Catania (ministro dell’Agricoltura) e Giorgio Guerrini (ex presidente di Confartigianato).
Tra gli emergenti c’è Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco e vicepresidente della giunta regionale, che sarà  indicato come capolista in Campania 2.
Ma anche un nome meno noto, Gianna Galzignato, professoressa di italiano di Treviso, seconda in lista in Veneto.
Tra gli esclusi, invece, ci sono protagonisti di anni di battaglie politiche. È il caso di Mario Tassone. Entrò alla Camera nel 1979 e da allora è transitato attraverso Dc, Ppi e Cdu.
Ieri ha chiesto che venga «convocato il Consiglio nazionale del partito, nel rispetto di una prassi consolidata nel tempo, per l’approvazione delle liste elettorali».
Tassone è stato escluso dalle liste in considerazione dell’anzianità  parlamentare: «Non ne faccio una questione personale, sono serenissimo. Credo però che abbia ragione Ernesto Galli Della Loggia e che la politica debba avere un suo primato. Nella stesura di queste liste c’è stato un condizionamento esterno che ha il sapore dell’antipolitica».
Tra chi non ci sarà , fanno buon viso a cattivo gioco Renzo Lusetti e Luca Volontè.
Quest’ultimo ha scritto anche un saluto agrodolce su Facebook: «Carissimi amici, non sono ricandidato. I criteri ferrei della coalizione, dopo 16 anni di impegno, me lo hanno impedito». Dopo un rapido riepilogo della sua attività , Volontè conclude ringraziando e invitando tutti a votare Udc e Lista Monti.
Molto meno bene l’ha presa Enzo Carra, che polemicamente vuole «che si dica che sono stato escluso perchè sono un noto criminale, mentre gli altri candidati nell’Udc sono tutte persone perbene».
Esclusioni dolorose anche in Fli, dove hanno dovuto rinunciare alla corsa in Parlamento, per limiti di legislatura, Francesco Divella, Carmine Patarino e Donato Lamorte, memoria storica di An e finiano doc, che è stato al centro del dibattito negli ultimi anni soprattutto per la gestione del patrimonio immobiliare di An.
Candido De Angelis ha invece rinunciato per candidarsi come sindaco di Anzio.
E ha rinunciato anche Angela Napoli, che ha lasciato il partito a novembre, in polemica con Italo Bocchino.
Ma c’è un caso sollevato da Giuseppe Valditara, che ha scritto una lettera aperta a Gianfranco Fini, il quale gli avrebbe chiesto di «correre per la Camera, come capolista, in un collegio prestigioso e dal risultato possibile».
Ciononostante, Valditara ha deciso di dire no.
Con parole forti per un partito che ha fatto «errori gravi» e si è condannato alla «totale irrilevanza politica».
Valditara teme una «cannibalizzazione» della Lista Monti e non condivide la decisione di correre da soli alla Camera per «salvaguardare qualche dirigente nazionale che non sarebbe stato accettato in una lista unitaria».
Tra le new entry di Fli ci sarebbe Gennaro Iezzo, ex portiere del Napoli, che insieme a lui passò dalla serie C alla A.

Alessandro Trocino
(da “il Corriere della Sera“)

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“NELLA LISTA MONTI A NOSTRA INSAPUTA”: IN ABRUZZO LA PROTESTA DI DUE ESPONENTI DI FUTURO E LIBERTA’

Gennaio 14th, 2013 Riccardo Fucile

DI SOLITO PROTESTA CHI NON E’ STATO INSERITO IN LISTA, IN QUESTO CASO L’OPPOSTO… “ABBIAMO APPRESO DAL WEB DELLA NOSTRA CANDIDATURA” E SCATTA LA DIFFIDA

Ore febbrili per i politici italiani a caccia di un posto in lista.
Di segno opposto l’esperienza vissuta da due esponenti abruzzesi di Fli che denunciano di essere stati candidati a loro insaputa.
Sono Berardo Rabuffo, capogruppo in consiglio regionale, e Maurizio Teodoro, ex consigliere regionale di Margherita e Pdl.
“Siamo finiti nella lista Con Monti per l’Italia al Senato senza saperne nulla”, denunciano.
Con una nota i due diffidano “dall’utilizzo dei loro nominativi”, sottolineando che “hanno appreso soltanto dal web e dalla stampa della propria presenza in lista”.
“La notizia – avvertono   è priva di fondamento in quanto i nostri nomi sono stati utilizzati arbitrariamente ed inseriti in un elenco mai concordato e comunicato agli interessati”.
“Evidentemente, nell’arrembaggio e nella frenesia generata dal ‘porcellum’ – continuano – i criteri usati non sono quelli che valutano le scelte corrette rispetto ai tempi, alle appartenenze ed ai territori”.

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