SECOLO XIX: “FINIANI GENOVESI: PARTITO FEUDALE, CI SOSPENDIAMO”
PROTESTA DEI VERTICI DI FLI PER LE CANDIDATURE… LA REPLICA DI NAN
Nessun genovese in pole position, nessuno nelle posizioni di vertice che, in caso di exploit di Fli, potrebbe andare a Montecitorio.
La protesta serpeggia, i vertici del coordinamento provinciale e genovese si sono autosospesi.
“Non lasciamo il partito, ma sospendiamo tutte le iniziative, a partire dalla raccolta delle firme, in attesa di avere chiarimenti da Roma” è la minaccia lanciata alla vigilia della presentazione delle liste e dell’inizio della campagna elettorale.
“E’ difficile digerire scelte fatte dall’alto, senza che nessuno fosse stato consultato. Noi chiedevamo almeno una terza posizione nella lista, dopo Fini e un candidato paracadutato da Roma” si lamenta il coordinatore provinciale genovese, Giuseppe Murolo che, per inciso, è rimasto fuori dalla lista.
Ce l’ha con la candidatura del toscano Angelo Pollina. E soprattutto con il coordinatore regionale Enrico Nan.
“Non è stato possibile compilare la lista dei candidati di Fli alla Camera in modo democratico e condiviso perchè Nan ha preteso totale discrezionalità nella scelta dei nomi e nella posizione in lista dei candidati proposti dai coordinamenti provinciali”, scrivono i genovesi al coordinatore nazionale Roberto Menia, descrivendo il partito ligure come “proprietà personale del coordinatore regionale che ne dispone con logiche feudali”:
Accuse rispedite al mittente da Nan: “Dovevo candidarmi io, ma per la regola del limite dei tre mandati ho fatto un passo indietro. E anche Murolo dovrebbe pensare di farlo”
E Pollina?
“Ha già detto che lascerà il posto al primo ligure in lista, l’imperiese Giuseppe Fossati: non vedo il problema”.
Annuncia contromosse: “Se si sono autosospesi, nomino imediatamente nuovi vertici: la campagna elettorale andrà avanti comunque”.
(da “il Secolo XIX“)
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IL GIORNALE: “FINI PEGGIO DI SILVIO”. IL FLI DI GENOVA NON FA CAMPAGNA ELETTORALE
«Che fai Fini, ci cacci?»
I finiani di Genova non hanno dubbi: il capo, il Gianfranco nazionale, «ha predicato tanto contro Berlusconi ma fa peggio di lui».
Gestisce il partito come padre padrone e lo schiaffo delle candidature è solo l’ultimo subito.
Per questo si sono autosospesi. Non hanno dato le dimissioni, non hanno lasciato il partito. Hanno smesso di fare attività : niente raccolta firme, niente campagna elettorale, insomma, niente più partito a Genova.
E ora aspettano la voce del padrone: appunto, che fai Fini, li cacci?
Il coordinatore provinciale Giuseppe Murolo passa tra le mani la lista dei candidati alla Camera per la Liguria e scuote la testa: «Passi per Fini capolista, ma perchè già al secondo posto c’è Angelo Pollina, toscano? Neppure un big, manco un deputato – mugugna -. Scelte fatte da chi ha rotto con Berlusconi in nome della meritocrazia, dell’etica, del rinnovamento della politica. Ma almeno Berlusconi poi ha il fiuto per trovare la giusta soluzione politica. Fini neanche questo. Per dirla tutta, non si può criticare l’imposizione della Minetti nel listino e poi fare altrettanto. A livello di metodo è esattamente la stessa cosa».
Il Fli in Liguria sa benissimo di non raccogliere neppure i voti necessari per eleggere un deputato.
Gli ammutinati del Gianfry peraltro sono quelli che erano rimasti fedeli a Fini quando, pochi mesi fa, un’altra bella fetta di attivisti se n’era andata lanciando più o meno le stesse accuse di verticismo e di assenza di democrazia.
(da “il Giornale“)
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Il commento del ns. direttore
Leggendo il resoconto del maggior quotidiano locale sull’auto-sospensione del coordinamento provinciale genovese di Fli (al netto di sei dissidenti da questa linea di protesta) e la successiva replica del coordinatore regionale Enrico Nan, qualche riflessione emerge e qualche precisazione è opportuno farla.
1) Quando si ritiene che “la misura sia colma” e che non esistano i presupposti di coerente linea politica tra i principi enunciati e la prassi seguita, le strade percorribili sono due: o uno se ne va, creando al limite un organismo o una associzione che porti avanti quei principi, ma liberandosi così dalla struttura causa del disincanto, o si “cavalca la tigre” sperando di mutare la rotta, laddove ne esistano i presupposti.
Le vie di mezzo non portano a un bel nulla: l’autosospensione è solo un favore a Nan che coglierà l’occasione per crearsi un solido alibi in caso di “sconfitta annunciata” e colpevolizzare i “disertori” che hanno ingenuamente aggiunto il carico del “Fini peggio di Silvio” che immaginiamo quanto sarà gradito al presidente.
2) Si confida in “chiarimenti da Roma” quando mai come in questo caso la posizione dei vertici nazionali è stata chiara: si legge che “Nan ha preteso la totale discrezionalità nella formazione della lista”.
Lui poteva anche “pretendere”, ma è evidente che qualcuno gliel’ha concessa, altrimenti non avrebbe avuto mano libera.
Quindi è una pia illusione attendere la Befana, visto che ormai le feste natalizie sono passate e quella della sepoltura dei morti per opera del Bocchino è ancora lontana.
3) Nan è sincero quando sostiene che “il secondo posto era di sua proprietà “, come da accordi nazionali, meno sincero quando il “passo indietro” lo attribuisce a se stesso.
Sarebbe meglio dire che “è stato costretto a farlo”, grazie a Monti che ha bloccato i candidati con tre legislature alle spalle e a qualche piccione viaggiatore che ha segnalato l’anomalia.
Ha ragione Nan quando sostiene che tutti avrebbero dovuto fare un passo indietro, peccato che poi sbagli lo svolgimento del tema: ci aspettavamo che si sarebbe speso per una lista di giovani, come da noi proposto, e invece che fa il Nan?
Come le signore attempate che salgono sul bus e posano subito la borsa sul posto libero per fare con calma il biglietto, Nan ha “occupato il posto” con lo scopo di impedire che potessero sedercisi altri a lui sgraditi.
Lasciandolo poi a disposizione “solo di chi dico io”, come direbbe Pippo Baudo.
Ecco allora uscire dalle mani del prestigiatore il nome del lontano Pollina che in Liguria nessuno conosce e che la Liguria non frequenta.
Salvo che non sia forse quel Pollina con cui Nan tempo fa organizzo’, in occasione della visita di Fini per un convegno istituzionale a Genova, una cena esclusiva di finanziamento con invitati selezionati e di cui dovette inviare a Roma in anticipo i nominativi per essere vagliati.
Che poi Pollina lasci il posto al primo ligure che occupa la terza posizione è opinabile per almeno due motivi: primo, perche non verrà eletto nessun deputato di Fli in Liguria, secondo perchè se, per una improvvisa pazzia degli elettori, Pollina fosse eletto a Montecitorio non crediamo proprio che mollerebbe (peraltro giustamente) il posto sul bus.
Fantascienza a parte, concordiamo con gli autosospesi con la constatazione che “Nan fa quello che gli pare”: infatti coerentemente qualcuno se ne è andato a suo tempo per coerenza e non ricordiamo grandi attestati di solidarietà allora.
Per carità , non erano dovuti, c’è chi ha bisogno di più tempo per comprendere le cose.
4) Se ci poniamo dalla parte di un osservatore neutrale o di un sempice potenziale elettore, l’immagine che emerge, volenti o nolenti, è che questa diatriba abbia una sola origine: una lotta di potere, visto che non esiste neanche una poltroncina sfatta da contendersi.
Domanda: ne valeva davvero la pena o forse sono stati sbagliati tempi e strategie?
Se Nan ottenesse il commissariamento di Genova che risultato avrebbero ottenuto gli autosospesi?
In ogni caso il problema non si porrà : appena costituito un gruppo “centrista” unico , con una minuscola rappresentanza di “finiani”, riteniamo che Fli confluirà nel nuovo soggetto politico e “buona notte ai suonatori”.
Cesserà così il motivo del contendere, per il venir meno dell’orchestra, sia per aspiranti tromboni che per sedicenti direttori d’orchestra.
In alto i cuori… e quando qualcuno dei contendenti volesse parlare di programmi, di contenuti e di idee ci citofoni pure.
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