Marzo 6th, 2016 Riccardo Fucile
NELLA CAPITALE VOTANTI DIMEZZATI, SOLO 43.000… A NAPOLI INVECE SONO RADDOPPIATI, CIRCA 30.000… BASSOLINO HA PERSO PER POCO, NETTA LA VITTORIA DI GIACHETTI A ROMA
E’ Roberto Giachetti il candidato sindaco del centro sinistra per Roma con il 67%.
A Napoli Valeria Valente s’impone su Antonio Bassolino con il 46%, a Trieste vince Roberto Cosolini, sindaco uscente sostenuto da Renzi.
A Bolzano la spunta Renzo Caramaschi, outsider sostenuto da Sel-Idv e liste civiche. Il dato delle grandi città in corsa, se confermato, segna una vittoria del voto “renziano”ma ce n’è un altro che farà discutere: il crollo dell’affluenza della Capitale che si è dimezzata rispetto al 2013, quando ai seggi si recarono 103mila persone.
Roma e il Pd romano pagano in termini di partecipazione le vicende di Mafia Capitale, le lacerazioni innescate dall’affaire Marino e poi la faida dei circoli dopo il rapporto di Fabrizio Barca e il commissariamento di Matteo Orfin.
A Ostia, teatro delle vicende giudiziarie del pd romano, hanno votato 1.403 romani contro i 5mila del 2013.
Prima lite in casa Pd, sull’astensione
Il dato politico viene relativizzato dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: “A Roma un buon risultato considerata anche la situazione da cui partivamo”.
Il senatore della minoranza Pd Federico Fornaro invece sottolinea la flessione così: “I dati dell’affluenza alle primarie certificano un disagio che c’è ed è presente nel popolo del centrosinistra: è un disagio politico e anche di critica e di disaffezione molto preoccupante”.
A Napoli i votanti sono invece raddoppiati: oltre 30mila, un numero superiore a
quello registrato alla fine delle primarie per scegliere il candidato Governatore che mossero 16mila persone.
“Napoli ha scelto di guardare avanti con una nuova classe dirigente. Grazie a tutti i cittadini. E ora tutti insieme nel centrosinistra per tornare al governo della città ”. Così Valeria Valente ha annunciato la sua vittoria alle primarie del centrosinistra a Napoli.
(da agenzie)
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Marzo 6th, 2016 Riccardo Fucile
POSITIVI I PRIMI DATI SULLA PARTECIPAZIONE: 20.000 A ROMA ALLE 11, 7.000 A NAPOLI ALLE 12, 2.323 A TRIESTE ALLE 12
Primarie positive. Le definiscono così dal quartiere generale del Pd, soddisfatti per l’affluenza. 
Il presidente del Pd e commissario romano Matteo Orfini ha votato alle primarie al seggio Cola di Rienzo, nel quartiere Prati.
“C’era fila – dice Orfini – e su twitter si vede come ci siano file a tutti i seggi”.
“Alle 9.30, dopo appena un’ora e mezza – ha poi aggiunto su Twitter – avevamo già superato i partecipanti alle consultazioni grilline. #6marzo6tu”.
“Voglio ringraziare i millecinquecento volontari che da ieri sera stanno lavorando per far sì che quella di oggi fosse una bella festa della democrazia. Le file ai seggi sono un bel segnale: chi pensava ad una scarsa partecipazione si dovrà ricredere”, ha aggiunto Giancarlo D’Alessandro, presidente del Comitato Organizzatore delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Roma.
A Roma sono stati circa 20 mila i votanti alle primarie del centrosinistra, dalle 8 alle 11 del mattino.
Il dato è divulgato dal comitato organizzatore delle primarie. I gazebo sono aperti fino alle 22 di questa sera.
A Napoli 7mila votanti intorno a mezzogiorno e nessun problema particolare da segnalare nello svolgimento delle operazioni di voto, “ad eccezione delle difficoltà riscontrate in alcuni seggi con la connessione internet per l’utilizzo dei tablet” spiega il Pd locale.
Alta affluenza alle urne anche a Trieste: alle ore 12 i votanti sono stati 2.323.
Il numero è considerevole se si tiene conto che la città conta poco più di 200 mila abitanti e che possono votare solo i residenti nel Comune che hanno compiuto il sedicesimo anno d’età .
(da agenzie)
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Marzo 5th, 2016 Riccardo Fucile
SI TEME UNA AFFLUENZA INFERIORE A 70.000 UNITA’ A ROMA, PER MARINO VOTARONO IN 100.000
Il Pd trema e spera. A Roma è il primo appuntamento dopo i fatti di Mafia Capitale e la lunga agonia della giunta di Ignazio Marino, a Napoli la sfida invece è riprendersi la città dopo lo smacco del trionfo di cinque anni fa di Luigi De Magistris.
In entrambe le città , gli ultimi sondaggi e le previsioni sull’affluenza tormentano le primarie del centrosinistra che si terranno per tutta la giornata di domenica.
I segnali non sono positivi. Per questo Renzi ha puntato a suscitare l’orgoglio: “Buone Primarie – ha scritto – ai cittadini di Roma, Napoli, Trieste (e non solo) che domani potranno scegliere il proprio candidato sindaco andando ai gazebo. Il Pd – da sempre – coinvolge, partecipa, discute in modo aperto dei propri candidati. A voi la scelta, amici! Che vincano i migliori”.
PRIMARIE DI ROMA
La bassa affluenza ai gazebo della Capitale è il vero incubo del Partito Democratico. Il favorito è considerato Roberto Giachetti, candidato sostenuto da Matteo Renzi, il più grillino dei democratici.
A contendergli la vittoria è soprattutto Roberto Morassut, ex assessore della giunta di Walter Veltroni, mentre meno possibilità vengono attribuite a Stefano Pedica (Pd), Gianfranco Mascia (Verdi), Domenico Rossi (Centro democratico) e l’outsider Chiara Ferraro, la ragazza autistica candidata per richiamare l’attenzione sui diritti dei disabili.
Per chiunque prevarrà alle urne, il rischio è quello di una vittoria dimezzata se i votanti saranno pochi. L’asticella a Roma è fissata a 70 mila votanti.
Il dato di raffronto è quello del 2013, quando nel mese di aprile votarono 100 mila persone. Ma quei tempi sono lontani. In mezzo c’è stata Mafia Capitale, la disaffezione degli iscritti e anche l’operazione pulizia iniziata con il rapporto stilato da Fabrizio Barca e con le iniziative del commissario Matteo Orfini.
Al Nazareno si tende ad abbassare l’asticella ancora di più: “Beh, sotto i 50 mila sarebbe un problema. Tra i 50 e 60 mila votanti sarebbe un risultato dignitoso”.
C’è chi tira in ballo il fattore pioggia, quasi a mettere le mani avanti: “La pioggia potrebbe scoraggiare la partecipazione. Speriamo di no, speriamo che i votanti si concentrino tutti la mattina quando il tempo dovrebbe essere più clemente”.
Infierisce un po’ Stefano Fassina, l’ex dem che ora si candida sindaco di Roma con Sinistra italiana: “80 mila votanti sarebbero un risultato accettabile, non di meno”. Sembra però utopia.
Non sono state primarie semplici da gestire. Il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, ha provato a disinnescare le polemiche sorte prima per l’ombra di Denis Verdini sul voto e poi sulla partecipazione degli immigrati.
Sul primo fronte le dichiarazioni di chiusura ai verdiniani sono state tanto nette quanto imbarazzate; sul secondo fronte, oltre ai 195 seggi sparsi per tutta Roma, ci saranno 16 “seggi speciali”, dove voteranno i minorenni (16-17 anni) e gli immigrati. Questi utili si sono dovuti registrare anticipatamente e sono stati inseriti in un elenco ad hoc. In totale dovrebbero essere circa mille. Gazebo e circoli saranno aperti dalle 8 alle 22.
Dal giorno dopo si aprirà un nuovo problema: la sfida per il Campidoglio, con il centrodestra, con Alfio Marchini e soprattutto con Virginia Raggi dei 5 Stelle.
Un sondaggio svolto da Scenaripolitici per Huffington Post vede la candidata M5S attorno al 24%.
Se il candidato Pd più capace di intercettare il voto di protesta, Roberto Giachetti, è attorno al 29%, non è lontano Roberto Morassut.
Tuttavia il Movimento 5 Stelle ha appena iniziato la sua campagna e molte rilevazioni lo vedono in crescita. Di fatto, sul tavolo del Nazareno non c’è al momento un sondaggio che dia il Pd vincente.
PRIMARIE DI NAPOLI.
A Napoli la campagna elettorale è iniziata da tempo, non solo dopo che il sindaco uscente Luigi De Magistris ha ufficializzato la sua volontà di ricandidarsi, ma anche in seguito alla volontà di scendere nuovamente in campo dell’imprenditore Gianni Lettieri nel centrodestra e di Antonio Bassolino nel centrosinistra.
Ai gazebo, però, 50 mila votanti sarebbero un successo. I candidati in corsa sono quattro: Antonio Bassolino (ex sindaco, l’unico che non ha partecipato al confronto con gli altri su idee e programmi per la città ), Antonio Marfella (oncologo esponente dei Socialisti), Marco Sarracino (segretario dei giovani democratici di Napoli) e Valeria Valente, candidata dei Giovani Turchi sostenuta dal segretario Renzi.
È stata una campagna elettorale nervosa e giocata con strategie diverse.
Bassolino ha organizzato molti incontri “casalinghi”, incontrando i partenopei “casa dopo casa”, ma anche nei quartieri e nei circoli.
Valente ha partecipato a incontri pubblici di stampo statunitense e si è accompagnata, in due cene elettorali, al ministro Andrea Orlando arrivato in città per offrirle il suo sostegno.
Marfella ha deciso soprattutto di destare l’attenzione “sui metodi sbagliati sia di selezione che di controllo della classe dirigente di Napoli”, servendosi della sua esperienza di medico per sollevare questioni come la diffusione e la pericolosità delle droghe.
Marco Sarracino, che ha incassato l’appoggio dell’ex leader della Cgil Guglielmo Epifani, ha puntato sull’ascolto dei napoletani che vivono nelle periferie rivendicando la forza e la volontà della sua giovane età .
Il testa a testa è tra Bassolino e Valente, ma a non far stare tranquilli nella città partenopea sono soprattutto i sondaggi.
Anche in questo caso, sul tavolo dei dirigenti dem non c’è una rilevazione che dia il candidato del centrosinistra vincente nella corsa a Palazzo San Giacomo.
In testa viene dato proprio il sindaco Luigi De Magistris, seguito dai 5 Stelle, che non hanno ancora scelto il loro candidato. Il Pd non riesce neanche a piazzarsi secondo. Bensì terzo.
PRIMARIE IN ALTRE 4 CITTà€.
A Trieste si confrontano il sindaco uscente Roberto Cosolini, e il senatore Francesco Russo, vicino alla presidente Debora Serracchiani. A Bolzano la corsa è a quattro: Renzo Caramaschi, Alessandro Huber, Sandro Repetto, Cristina Zannella. Tre invece i candidati in lizza a Grosseto (Paolo Borghi, Lorenzo Mascagni e Francesco Giorgi) e due a Benevento (Raffaele Del Vecchio e Cosimo Lepore): due città , queste ultime, storicamente difficili per il centrosinistra.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 5th, 2016 Riccardo Fucile
PRIMARIE PD CON UN SEGGIO ORIGINALE
L’associazione c’è, ma non si vede. 
Un po’ come la nebbia a Milano secondo Totò.
A Napoli nel quartiere Soccavo, come indicato sul sito del Pd, uno dei seggi in cui domenica si voterà per le primarie di centrosinistra si trova in via dell’Epomeo 180, in un parco privato, dove ha sede lo studio medico dell’ex assessore allo sport di Luigi De Magistris, Pina Tommasielli, ora vicina ai democrat.
La Tommasielli assicura che non c’è stata alcuna violazione al regolamento perchè lo studio è anche sede dell’associazione Arcobaleno Flegreo.
Peccato che nel parco, in cui ci sono anche molti negozi, nessuno abbia mai sentito parlare di questa associazione, nemmeno il custode che lavora lì da 5 anni.
Appena lo studio medico apre non c’è alcun segno dell’associazione, ma solo un foglio appeso all’ingresso in cui si specifica:”Questo studio è sede per votazione primarie di centrosinistra”
Fabio Capasso e Veronica Bencivenga
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 4th, 2016 Riccardo Fucile
PRIMARIE ROMA, ASSOCINA: “NON ABBIAMO RICEVUTO RISPOSTE COMPLETE DAI CANDIDATI”
Alle primarie del centrosinistra i cinesi di Roma non sanno chi votare. 
Lo riferisce all’agenzia di stampa Agi Marco Wong, presidente onorario di Associna che, con altre associazioni cinesi, ha promosso nei giorni scorsi la campagna Jasmine Roots (Radici di Gelsomino) per orientare gli elettori sino-cinesi al voto di domenica. Un’idea nata per evitare le strumentalizzazioni politiche viste alle primarie di Milano, quando il voto dei cinesi per Sala sollevò polemiche.
“La nostra analisi dei candidati ha prodotto conclusioni monche. Non siamo riusciti a incontrarli direttamente tutti e abbiamo ottenuto risposte incomplete alla lista delle 10 domande e 10 proposte che abbiamo sottoposto loro” spiega Marco Wong.
“Gli elettori cinesi non potranno esprimere, quindi, un appoggio pieno e pubblico a nessuno dei candidati. Abbiamo tradotto in cinese il materiale elettorale, stiamo cercando di portare un po’ di gente al voto”.
Elettori meno motivati e possibile scarsa affluenza al voto, quindi. Sala a Milano aveva incontrato alcuni rappresentanti della comunità cinese e li avevi convinti, generando quel ‘voto di massa’ che aveva fatto inarcare più di un sopracciglio.
A Roma è invece probabile che nonostante il lavoro del comitato, l’affluenza al voto sia inferiore alle aspettative, aggiunge Marco Wong.
Oltretutto, a complicare la partecipazione elettorale è sopraggiunto anche il ‘doppio passaggio’, ovvero la preregistrazione al voto.
“Purtroppo non siamo riusciti a incontrare direttamente i candidati dati per favoriti in questa competizione elettorale, cioè Roberto Giachetti e Roberto Morassut”: così la circolare emessa ieri da Jasmine Roots.
Alle primarie del Pd romane i cinesi hanno giocato la carta della trasparenza, lanciando una campagna mediatica per rendere chiaro il meccanismo di voto di una comunità composta da 15mila persone, di cui un migliaio gli elettori effettivi.
Il comitato ha sottoposto una lista di 10 domande e 10 proposte ai candidati, con l’obiettivo di elaborarle e condividerle con la comunità dei votanti.
Ma a parte Pedica, subito disponibile all’incontro, non con tutti è stato possibile ottenere un confronto diretto. A due giorni dal voto, Jasmine Roots fa sapere di aver incontrato solo due candidati, ovvero Pedica e Gianfranco Mascia; i rappresentanti dei comitati di Giachetti e Morassut; il presidente del Pd Matteo Orfini. “Non siamo riusciti a contattare nè Rossi nè Ferraro”, dicono.
E veniamo all’analisi dei candidati. “Abbiamo sottoposto le nostre domande/proposte ai comitati di Giachetti e Morassut ma, non avendo avuto una risposta in tempo utile, ci siamo basati su posizioni da loro espresse in altri contesti o da persone del loro comitato elettorale che ci hanno comunicato il loro apprezzamento per l’iniziativa, invitandoci comunque a sostenerli ora, ma soprattutto dopo le primarie”.
Nel caso di Pedica, si legge ancora nella nota, “abbiamo registrato le sue opinioni sul commercio, sulle attività svolte insieme ad altre comunità di stranieri in Italia e sulla sicurezza”. Ma Pedica non è stato l’unico ad aver accettato di incontrare i cinesi. Un confronto c’è stato anche con Mascia che ha “condiviso tutti i punti del nostro documento aggiungendo l’idea di un centro interculturale”. Infine, nell’incontro con Matteo Orfini, “sono state ricordate le varie attività svolte dal Partito Democratico, tra cui il Forum Immigrazione”.
Conclusioni “monche”, quindi.
I cinesi non escludono che siano state proprio le polemiche generatesi dopo le primarie milanesi a condizionare la possibilità di incontrare i candidati dati per favoriti dai sondaggi, “per questo motivo non abbiamo la possibilità di dare un suggerimento netto a favore di un candidato” continua la nota.
“Abbiamo apprezzato la disponibilità di Pedica che ci ha incontrati con pochissimo preavviso, la piena aderenza alle nostre proposte di Mascia, l’apertura a proseguire un dialogo dimostrataci dai vari membri dei comitati di Giachetti e Morassut, ma gli elementi che abbiamo a disposizione non sono sufficienti a esprimere un appoggio pieno. Siamo comunque convinti che sia importante partecipare per mostrare la volontà , da parte della comunità cinese, di essere presente e contare, scegliendo senza nostri suggerimenti il candidato che più rispecchia ogni singolo” conclude la nota.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 9th, 2016 Riccardo Fucile
NON MANCANO LE CRITICHE AI DUE PER IL MANCATO TICKET
Il patto non sarà rispettato. Almeno non tra i numerosi sostenitori di Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino alle primarie del Pd a Milano.
Le consultazioni interne al Partito Democratico che hanno eletto Beppe Sala come candidato alle elezioni comunali della città meneghina hanno gettato nello sconforto gli elettori più a sinistra del Pd: si sono riversati su Facebook per far presente ai loro ormai ex candidati che a loro Mr Expo non piace.
E poco importa se alla vigilia delle primarie i candidati avevano stipulato un accordo che garantiva il sostegno leale degli altri concorrenti al vincitore delle primarie. Loro, Sala, non lo votano.
“Io non so se riuscirò a votare Sala, ma sicuramente il mio voto dipenderà da quanto penserò che Cielle sarà coinvolta nella prossima amministrazione. E purtroppo questa è materia di fede”, scrive un utente sulla bacheca Facebook di Majorino.
E si apre il dibattito: “Io mi sa che non voterò”, aggiunge un altro.
“Chi non vota ha sempre torto”, replica un secondo utente. E il terzo: “Oppure è stanco di turarsi il naso”. “Non scherziamo Sala va impedito, con qualsiasi mezzo! Questa non è Democrazia ma totalitarismo della minoranza “interessata”, se si accetta questo risultato è la fine della sinistra a Milano. Scissione e Rivoluzione, se non ora quando!?”.
Il ticket mancato Balzani-Majorino, che probabilmente avrebbe evitato la vittoria di Beppe Sala, è un atto d’accusa verso entrambi i candidati usciti: “Complimenti per la lungimiranza! Come era fin troppo prevedibile, dividendovi i voti avete regalato la vittoria a Sala. Bravi!”.
“Io non sono contenta, sono incazzata dura! Sala sindaco NON LO VOGLIO!!!!!!!!!”, si sfoga ancora un altro utente.
Qualcuno prova a ricordare l’accordo fatto tra i quattro candidati a seggi chiusi: “Sono le primarie. Democraticamente ha vinto Sala. Adesso tutti uniti per vincere, senza fare troppe polemiche”.
Ma niente da fare, i commenti sono per la maggior parte critici: “Pier, capisco perfettamente la tua posizione, hai un dovere di lealtà a quanto hai sottoscritto, e questo significa ancora qualcosa. Ma io non voterò per Sala nè farò nulla per sostenerlo”.
Tra i sostenitori del vicesindaco e “delfina” di Giuliano Pisapia, Francesca Balzani, i toni non sono tanto diversi: “Grazie Francesca per averci provato…. io Sala non lo voterò di certo”.
Oppure: “La base non seguirà l’accordo tra politici, Sala non va bene, voteremo un candidato alternativo”. “L’ho votata con speranza e convinzione. Non voterò nè Sala nè liste collegate a giugno. Se ci sarà vita a sinistra voterò lì, per atto di rappresentanza. non sarà con il mio voto che Sala farà politica renzista a Milano”.
Alcuni le chiedono di candidarsi lo stesso, senza l’appoggio del Pd: “Ti prego, esci dal PD e candidati con lista indipendente. Vinci sicuramente. Non lasciate che questo patrimonio democratico costruito in questi anni si perda”.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 8th, 2016 Riccardo Fucile
“CON IL CANDIDATO CI SARANNO PROBLEMI”: TRA I SUPPORTER VOLANO GLI STRACCI
“Ti ricordi quella scommessa davanti al caffè? Che cosa ti avevo detto?”. L’incoronazione di Giuseppe Sala a candidato sindaco di Milano si è appena conclusa.
Il pubblico sta già uscendo dal teatro Elfo Puccini, dove i candidati alle primarie del centrosinistra si sono ritrovati dopo lo spoglio.
Il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini incrocia il collega del Pd David Gentili, il primo ha sostenuto Francesca Balzani, il secondo Pierfrancesco Majorino.
Il ricordo torna su una scommessa di qualche settimana fa: che unita, la sinistra, avrebbe superato il 50% e avrebbe battuto Giuseppe Sala.
Ma unita, la sinistra della coalizione non è rimasta. Majorino ha sempre rivendicato di essere stato il primo a candidarsi e di avere una sua proposta politica, diversa da quella della Balzani. Lei ha sottolineato anche a urne chiuse di avergli ripetuto fino all’ultimo “che la porta era aperta, che avrei voluto con lui un progetto comune”.
Che poi per Majorino avrebbe voluto dire ritirarsi dalla corsa, cosa mai presa in considerazione.
La vicesindaco, la sua delusione, l’ha espressa subito davanti alle telecamere, appena arrivata all’Elfo Puccini: “Per me, e per molti milanesi, c’è una nota di rammarico”.
Pochi minuti prima erano stati i suoi sostenitori a non trattenerlo più quel rammarico, quando nella sede del comitato elettorale in piazza Oberdan era ormai divenuto chiaro che Sala sarebbe stato imprendibile.
E che Majorino non sarebbe andato così bene come invece previsto dall’ultimo sondaggio, quello realizzato da Ixè per Agorà e contestato per non essere stato divulgato in tv, che lo dava addirittura al secondo posto con il 25-28%.
Majorino invece si è fermato al 23. “Si è preso un bel calcio in pancia”, dice a un certo punto un supporter della Balzani. “E manca la ginocchiata nelle palle che gli darei io”, aggiunge chi gli sta di fianco. Majorino, qui, lo vedono come il colpevole di tutto.
Dal canto suo, l’attuale assessore della giunta Pisapia si mostra soddisfatto: “Il mio risultato è al di sopra delle aspettative”, dice appena entrato in teatro.
E a chi gli chiede se sarebbe stata un’altra storia senza la divisione con la Balzani, risponde: “Dal punto di vista politico siamo di fronte a tre proposte distinte. Dal punto di vista aritmetico mi pare ormai una sciocchezza visto il risultato di Sala”.
In realtà il suo 23% sommato al 34% della vicesindaco, dal punto di vista aritmetico, fa 57%. Un bel po’ in più del 42,3% di Sala. Ma in ogni caso i simpatizzanti di Majorino sostengono che non abbia senso mettersi a fare le somme: “Se lui si fosse ritirato, io non sarei andata a votare — dice Daniela Pistillo, membro del suo comitato elettorale -. Non avrei certo votato Balzani”.
A dare fastidio a molti è stata una discesa in campo, quella della vicesindaco, arrivata solo all’ultimo e con un’imposizione di Giuliano Pisapia non concordata con chi da mesi sosteneva Majorino, il primo a candidarsi, sin da luglio.
E poi c’è un’altra questione: “O Sala è il male assoluto — continua Pistillo — e allora si doveva costruire un progetto alternativo. Ma se non è il male assoluto e si fanno le primarie, e poi l’unico valore fondante di un’alleanza è stare contro Sala, il giorno dopo come fai a stare con lui, se vince?”.
Niente alleanza, dunque. E il numero uno di Expo ha vinto, anche se non ha stravinto come previsto solo qualche settimana fa. Majorino gli garantisce appoggio di qui alle elezioni di giugno: “Ci sarà senza se e senza ma”.
Quando entra all’Elfo Puccini, l’assessore è applauditissimo, più della Balzani. Sul suo volto non ci sono i segni della delusione che invece mostra lei.
Uno dei primi abbracci di Majorino è con una delle principali sostenitrici di Sala, la ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris. I due non si sono mai amati. Che significato ha quell’abbraccio?
L’interpretazione malevola riporterebbe alle accuse di inciucio con Sala mosse a Majorino quando è stato chiaro che non si sarebbe ritirato, anche se poi, in campagna elettorale, è stato lui il primo ad attaccare il numero uno di Expo, per esempio sull’oscurità dei numeri di bilancio divulgati.
L’interpretazione benevola vede invece in quell’abbraccio davanti al pubblico del teatro una promessa di unità nella corsa contro il centrodestra.
Quell’unità che non è invece per nulla garantita dal fronte dei simpatizzanti della Balzani, nonostante le sue rassicurazioni: “Ci dobbiamo unire tutti, era questo il patto di lealtà ”, dice la vicesindaco a caldo.
La scena iniziale tra Gibillini e Gentili termina con un abbraccio. Ma che i due a giugno saranno ancora dalla stessa parte non è per nulla scontato, e lo si capisce dal comunicato diramato a urne appena chiuse in cui Sel annuncia “l’avvio di una riflessione sulla nuova fase politica che si apre a Milano”.
Ma di dubbi ce ne sono anche dentro al Pd, e tanti.
Ecco come commenta i risultati un esponente del partito che preferisce rimanere anonimo: “Con Sala ci saranno problemi. E uno dei problemi sono le persone che lui ha intorno”.
Lo dice mentre si sposta dalla sede del comitato di piazza Oberdan verso l’Elfo Puccini, forse senza nemmeno accorgersi che in quella camminata di dieci minuti si passa accanto a dove Sala è riunito con i suoi.
Il vincitore è ancora dentro alla sede del suo comitato all’angolo tra corso Buenos Aires e via Casati, chiuso in un ufficio insieme ai più stretti sostenitori, tra cui la De Cesaris, Marco Pogliani, che fu consulente per la comunicazione della giunta Moratti, e Davide Corritore, il presidente della partecipata comunale Mm da sempre organico al Pd, che nel week end si è speso per Sala con sms in cui ricordava: “Il mio voto straconvinto sarà per Beppe Sala”.
E lui, il più votato, è l’ultimo degli sfidanti a uscire dal proprio comitato. Si incammina verso l’Elfo Puccini seguito da qualche fotografo, si ferma quando un’auto al semaforo gli suona in segno di festa.
Sala stringe la mano a chi sta al volante. Poi ancora qualche centinaia di metri. L’applauso sotto la galleria davanti al teatro. Le telecamere: “Oggi ha vinto anche Milano”, dice.
Il saluto a Majorino e Balzani. L’ovazione quando sale sul palco. Il primo discorso da candidato sindaco: “Siamo stati assieme in questo periodo. Ricominciamo tutti assieme con l’idea che la finestra che si è aperta a Milano con Pisapia non si chiuda mai. Noi lavoreremo per questo, tutti assieme”.
Si vedrà .
Luigi Franco
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 7th, 2016 Riccardo Fucile
SALA 42%, BALZANI 34%, MAJORINO 25%: MR EXPO CANDIDATO SINDACO DEL CENTROSINISTRA GRAZIE ALLA DIVISIONE DELLA SINISTRA
Alla fine ha vinto Mr. Expo, ha perso la sinistra che lo osteggiava (facendosi anche male). 
E’ Giuseppe Sala, con circa il 42% dei voti, il candidato ufficiale del centro sinistra per le comunali di Milano.
Le primarie lo hanno premiato con numeri non altissimi ( -7mila votanti rispetto al 2010), erosi solo in parte dalla competizione serrata tra i due rivali d’area, Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino che si fermano al 34 e 25%.
I due nemici-amici hanno frantumato il voto più polarizzato della sinistra milanese che valeva, virtualmente, il 58%.
Balzani lo ammette ed esprime “rammarico”. Domani, potrà partire il processo a chi ha sbagliato, a caldo fioccano promesse di “unità ” in vista della sfida di primavera. L’esito della competizione non ribalta un pronostico scritto da mesi, e tuttavia inverte alcuni numeri, anche quelli dell’ultimo (contestatissimo) sondaggio che indicava un distacco più netto tra Sala e Balzani.
Alla fine vince Sala, vince anche Matteo Renzi che lo ha benedetto con un endorsement che — evidentemente — ha pesato ed era plasticamente rappresentato dai ministri e big del Pd nazionale presenti al suo comitato in via Casati.
Ringrazia e sorride, Sala.
Accanto a lui c’erano il ministro per la Politiche agricole, Maurizio Martina, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il sottosegretario (neopromosso) Ivan Scalfarotto, il deputato Emanuele Fiano e alcuni degli assessori che hanno dato l’appoggio a Sala. Perde lo schieramento trasversale che intorno a Giuliano Pisapia si era stretto nell’idea della rivoluzione arancione tenendo insieme le anime della sinistra.
Cinque anni sono finiti in una sera. Non è bastato, in ogni caso, l’appoggio (tardivo) del sindaco uscente alla sua “vice”, quando ormai quasi tutti gli assessori erano andati ad appoggiare Sala.
La fotografia, magari non esaustiva, del cambiamento è data dal voto in centro dove Sala ha avuto un gradimento elevatissimo e la sinistra è quasi scomparsa.
Nel seggio di via Montenapoleone, ad esempio, Balzani e Majorino hanno preso un pugno di voti.
Le prime reazioni dai comitati
“Sindaco, sindaco”: così hanno iniziato ad acclamare le persone presenti al comitato di Giuseppe Sala per le primarie del centrosinistra.
Il telefono di Sala ha squillato e risposto a Renzi che gli ha fatto personalmente i complimenti.
Fair play da Francesca Balzani, la prima degli sconfitti. “Faccio i miei complimenti a Beppe Sala che ha fatto certamente un buon risultato. Spero di vederlo quanto prima per iniziare a ragionare insieme con lui per come arrivare insieme vittoriosi alla sfida di giugno”.
Sulla competizione a sinistra con Majorino esprime rammarico: “Fino all’ ultimo giorno ho continuato a ripetergli che la porta era aperta, che avrei voluto con lui un progetto comune. Questo non è stato possibile e tra le tante realtà dei numeri c’è, anche, questa. Per me, e per molti milanesi, una nota di rammarico”, ha concluso.
Gli risponde, a stretto giro, il rivale: “Una sommatoria algebrica è impossibile farla — dichiara Majorino — mi pare che nessuna di noi ha preso poco, smettiamo di dire cosa si poteva fare”.
Giuliano Pisapia si mostra sereno, e commenta: “E’ stato un risultato positivo, sono contento di come è andata Francesca Balzani e complimenti a Sala per il suo successo”.
E sulle divisioni a sinistra che hanno caratterizzato la competizione: “Con un elettorato che dà un forte segnale a sinistra non può non esserci continuità — ha concluso -. Sono state primarie partecipare e combattive. Il sindaco, come gli altri candidati, sosterrà Sala”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Febbraio 7th, 2016 Riccardo Fucile
CONTINUA LA POLEMICA SULLA PRESENZA DI CINESI ALLE URNE
Il dato sull’affluenza delle primarie del centrosinista alle 12 è di 18.120 votanti, cui si sommano i
7.750 di ieri.
Il popolo del centrosinistra milanese torna alle urne in una giornata di pioggia per la seconda tornata di primarie, e a tenere banco è ancora la polemica sulla partecipazione della comunità cinese al voto.
Con Grillo che attacca e Renzi che a stretto giro replica. “Le primarie del Pd sono taroccate”, tuona il leader del M5s,.
Facile parlare per “chi fa le primarie con 50 clic”, ribatte il presidente del Consiglio. “Hanno sempre da ridire sulle nostre primarie – ironizza Renzi – quelli che mandano cinquanta persone a fare clic. Si lamentano delle nostre primarie con migliaia di persone. Siamo gli unici – sottolinea – ad avere il coraggio a farle. Gli altri si mettono a fondo campo e parlano”.
La seconda giornata di voto
L’obiettivo per il centrosinistra sarebbe bissare il 67mila delle consultazioni del trionfo di Pisapia. Ai nove seggi speciali tenuti aperti ieri si sono presentate 7.750 persone. Per gli amanti delle statistiche: il 49 per cento maschi e per il 51 per cento femmine, il 7 per cento dei votanti giovani under 30, il 4 per cento stranieri. In alcuni seggi ci sono stati anche quaranta minuti di fila al mattino. Si riparte dalle 8, e ci sarà tempo fino alle 20. Si vota esclusivamente nel seggio collegato alla propria residenza, per scoprire qual è basta consultare il sito primariemilano. it.
Le polemiche sugli stranieri residenti
Anche quella di sabato è stata una giornata, comunque, condita dalle polemiche sui social network. Soprattutto perchè, per la prima volta, la comunità cinese ha partecipato attivamente alla consultazione. Con centinaia di votanti che si sono presentati ai seggi con in testa un voto ben preciso, quello per Sala. Nella zona di via Sarpi, la Chinatown di Milano, è stato montato anche un gazebo, con scritte in cinese e in italiano per spiegare le modalità di voto, dove si trovano i seggi e quali sono i candidati. In zona 8 e 9 ci sono state le percentuali più alte di voto per gli stranieri, con il 10 per cento del totale.
La proclamazione del vincitore in serata
In serata tutti i candidati nei rispettivi comitati elettorali. Francesca Balzani nel suo quartier generale in piazza Oberdan. Majorino al Franco Parenti, Sala in via Felice Casati. Con i primi risultati, tutti all’Elfo, dove il comitato organizzatore delle primarie ha messo in piedi la maratona fino a mezzanotte.
Arriverà anche Giuliano Pisapia, che proprio all’Elfo festeggiò la sua vittoria da sindaco, nel 2011.
(da agenzie)
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