Novembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
NELL’82% DEI CASI L’AUTORE HA LE CHIAVI DI CASA
Vittime e carnefici della violenza sulle donne sono soprattutto italiani. E l’82% delle volte l’autore non deve introdursi con violenza nell’abitazione, ha le chiavi di casa o gli si apre la porta. È infatti quasi sempre il compagno o un conoscente.
A raccontarlo è la Polizia di Stato che in vista della Giornata internazionale contro la violenza di genere del prossimo 25 novembre ha presentato a Milano il rapporto “Questo non è amore 2019” che fa il punto sul fenomeno.
Le vittime della violenza di genere sono italiane nell’80,2% dei casi e gli autori sono italiani nel 74% dei casi, viene spiegato durante la presentazione organizzata dalla Dac (Direzione Centrale Anticrimine).
Solo a titolo di esempio, nel mese di marzo 2019, in media, ogni 15 minuti è stata registrata una vittima di violenza di genere di sesso femminile.
Nonostante questo, nel complesso la violenza di genere appare in leggera diminuzione nel biennio 2018-19, se si parla dei casi denunciati: “Calano del 16,7% le violenze sessuali, -2,9% i maltrattamenti in famiglia, -12,2% gli atti persecutori. Rispetto al 2018, nel periodo gennaio-agosto 2019 diminuisce del 4% il numero di vittime di sesso femminile sul totale degli omicidi, si passa infatti dal 38% al 34%“.
In questo quadro, però, il femminicidio fa registrare un aumento in controtendenza: si passa dal 37% di femminicidi sul totale delle vittime di sesso femminile del 2018, al 49% nel periodo gennaio-agosto 2019. Il 67% di queste vittime è straniero e nel 61% dei casi l’autore è il partner. L’arma da taglio è la più utilizzata.
“Sul fronte della prevenzione, l’ammonimento del Questore appare un’arma efficace — commenta la Dac — Nel 2018 le recidive per i soggetti ammoniti per atti persecutori si attestano sul 20% mentre salgono al 30% per gli ammoniti per violenza domestica. Il ‘Protocollo Zeus’ sottoscritto nel 2018 dalla Divisione anticrimine della Questura di Milano con il Centro Italiano per la Promozione e la Mediazione è stato seguito dall’80% degli ‘ammoniti’ con una evidente ricaduta sulla recidiva: il 10% dei soggetti trattati dal Centro ha realizzato ulteriori condotte dopo l’ammonimento”.
Il ‘Protocollo Eva’, ha spiegato al Polizia di Stato, “nel biennio 2018-2019 ha registrato più di 9.550 interventi, consentendo negli ultimi 12 mesi di arrestare 106 soggetti autori di violenze domestiche e di adottare 76 provvedimenti di allontanamento da casa”.
Un paio di provvedimenti che farebbero crollare il numero delle vittime dei reati:
1) Accertamenti in 24 ore della veridicità della denuncia e immediato arresto e traduzione in carcere del violento in attesa del processo
2) Stanziamento immediato di 1500 euro al mese per almeno due anni alla donna/moglie vittima, in modo che possa avere un aiuto concreto per non dipendere dal coniuge, altrimenti non ha il coraggio di denunciarlo, come nella gran parte dei casi.
Invece che fare chiacchiere la politica dovrebbe aiutare realmente le donne vittima di violenza: se dopo il carcere il marito continua a molestare altri 5 anni di galera, così gli passa la voglia di rompere i coglioni.
(da agenzie)
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Novembre 21st, 2019 Riccardo Fucile
QUESTI SONO I VALORI OCCIDENTALI CHE DOBBIAMO DIFENDERE DAGLI “INVASORI”?
Ha stuprato la moglie con un gruppo di amici e picchiato il figlio, un bambino che frequenta le scuole elementari.
Un uomo di 40 anni dell’Alto Lario è finito in carcere con l’accusa di violenza di gruppo sulla moglie dalla quale si stava separando.
Gli uomini sospettati di essere stati con lui durante l’aggressione sono indagati. L’inchiesta è scattata dopo la denuncia della donna ai carabinieri. La Procura di Lecco, che ha coordinato le indagini, ha chiesto e ottenuto dal Gip del tribunale l’arresto del quarantenne, un professionista molto noto nella sua città , che ora è sotto sorveglianza nel carcere di Lecco. La donna, di origini straniere, avrebbe subito più volte la violenza di gruppo organizzata dal marito.
Oltre alla Procura di Lecco, sulla vicenda indagano i magistrati della Procura del tribunale dei minorenni visto il coinvolgimento del figlio della coppia che è già stato sentito dai carabinieri della locale stazione, confermando quanto accaduto tra le mura domestiche.
Per tutti gli indagati l’accusa è violenza sessuale di gruppo, mentre il quarantenne finito in carcere è accusato anche di lesioni sul figlio. L’inchiesta è scattata dopo la denuncia della donna che si stava separando dal coniuge. L’uomo, un professionista molto noto nella sua città , avrebbe anche picchiato il figlio.
(da agenzie)
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Ottobre 26th, 2019 Riccardo Fucile
DOPO LA RIVOLTA SOCIAL L’AZIENDA AMMETTE: “E’ STATO UN ERRORE”
Due figure stilizzate: un uomo e una donna. Discutono (si vede lei che parla animatamente). Poi lei precipita, evidentemente spinta da lui, che ha il braccio teso. Con l’incredibile scritta sotto in inglese: problem solved, problema risolto. Tutto questo su una maglietta azzurra in vendita nei supermercati Carrefour.
A far esplodere il caso – fin – sono alcune parlamentari del Partito democratico. Minica Cirinnà , incredula, posta la foto della maglietta. E twitta: “Ho appena visto questa maglietta in vendita al Carrefour. Se una donna parla troppo, meglio liberarsene? L’azienda sposa questo messaggio? Gravissimo, specie in un paese in cui la violenza contro le donne è notizia di ogni giorno. Chiariscano, o dovrò buttare la mia tessera”.
E interviene anche la senatrice dem Valeria Fedeli, capogruppo in commissione diritti umani. “È gravissimo che un’azienda produca magliette che incitano al femminicidio. Ancora più grave che una nota catena di supermercati si metta a disposizione per distribuirle”.
E ricorda: “In un Paese dove ogni 72 ore una donna viene uccisa, la mercificazione di una tragedia di queste dimensioni è un fatto intollerabile”. Infine chiede l’immediato stop alla vendita e alla produzione: “L’azienda Skytshirt fermi subito la produzione e Carrefour Italia ritiri immediatamente il prodotto dai propri negozi”.
La replica dell’azienda: “È stato un errore
Carrefour – contattata da Repubblica – fa sapere che erano state messe in vendita solo due di quelle magliette in un unico supermercato a Roma e per un errore, perchè quel prodotto era già stato ritirato mesi fa. E aggiunge che è stata avviata un’indagine interna per capire come mai siano state esposte quelle due t-shirt, comunque ritirate già ieri dopo una segnalazione sui social. “Per noi – si legge in una nota – l’impegno contro la violenza sulle donne è un valore centrale, come testimoniano numerose iniziative e sostegno di organizzazioni no profit impegnate su questi temi”.
(da agenzie)
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Ottobre 16th, 2019 Riccardo Fucile
CHISSA’ SE STAVOLTA I SOVRANISTI SE LA PRENDERANNO CON GLI IMMIGRATI (ITALIANI)
Sono stati condannati per stupro nel Regno Unito due ragazzi italiani, un bolognese di 26 anni e un
napoletano di 25, accusati di aver abusato di una 23enne visibilmente ubriaca, e che non si reggeva in piedi, all’interno di uno stanzino di un night club di Soho, a Londra, nel febbraio 2017. Lo riferiscono i media britannici.
Durante il processo, è stato proiettato il video di una camera di sorveglianza ripreso dopo l’accaduto che mostra i due ridere, congratularsi a vicenda e darsi il cinque. L’indicazione della pena detentiva per i due è attesa a giorni.
I due giovani italiani erano in Inghilterra per motivi di studio. Sarebbero rimasti chiusi un quarto d’ora chiusi con la ragazza in uno sgabuzzino del locale, poi, stando a quanto ripreso dalle telecamere di sorveglianza del locale, si sarebbero dati alla fuga e poi abbracciati e dati il cinque, congratulandosi a vicenda.
Fermati dalla polizia a marzo dell’anno successivo, hanno ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con la giovane, sostenendo che fosse consensuale.
La giovane invece li ha denunciati a Scotland Yard: in ospedale aveva avuto bisogno di un intervento chirurgico per le ferite riportate. «Quel giorno avevo iniziato a bere alle 11 di mattina, perchè era il compleanno di un amico — rivelò la vittima —. Ero molto ubriaca, sono persino caduta varie volte». Dunque, per l’accusa non poteva essere in grado di acconsentire al rapporto.
(da agenzie)
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Settembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
ARRESTATO PER VIOLENZA SESSUALE… I SOVRANISTI NON FANNO POST DI CONDANNA, VISTO CHE NON SI TRATTA DI UNO STRANIERO
Ha scelto la sua preda tra le persone, poche, presenti sul tram. Quindi, l’ha fissata e le ha rivolto una frase da brividi. Poi, dopo averla molestata, l’ha minacciata con un’arma in pugno per costringerla a restare lì.
Orrore a Milano, dove una ragazzina di diciassette anni è stata palpeggiata e aggredita su un tram della linea 5 da un giovane di ventitrè anni, italiano, poi arrestato.
L’incubo della 17enne è iniziato verso le 7.15, quando il 23enne – mentre il mezzo di Atm si trovava in viale Zara – ha cominciato a fissarla. Poco dopo, secondo quanto accertato dalla polizia, il maniaco si è avvicinato alla vittima, le ha detto “sei violentabile” e le ha palpeggiato i glutei.
La 17enne, nonostante la paura e lo shock, è riuscita a opporsi e si è allontanata, ma l’aggressore ha estratto una grossa mannaia dai pantaloni con la quale ha minacciato la giovanissima.
A quel punto, all’incrocio con viale Marche, la ragazzina è riuscita a scendere dal tram ed è stata subito seguita da una donna, una passeggera che aveva assistito alla scena e che si è fermata per aiutarla.
È stata la stessa vittima a chiamare la polizia, che – anche grazie alla descrizione fornita dalla minorenne – è riuscita a bloccare il 23enne poco lontano.
Anche lui era uscito dal mezzo Atm e aveva cercato di far perdere le proprie tracce. L’uomo è stato portato nel carcere di San Vittore e deve rispondere dell’accusa di violenza sessuale.
(da agenzie)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
SONO ACCUSATI DI AVER RIPETUTAMENTE VIOLENTATO UNA RAGAZZA: INCASTRATI DAL VIDEO CON CUI HANNO RIPRESO LA SCENA PER POI VANTARSI CON GLI AMICI
Responsabili di una violenza terribile della quale si erano anche vantati con gli amici: adesso sono stati concessi gli arresti domiciliari a Francesco Chiricozzi e a Riccardo Licci, i due militanti di CasaPound che avevano ripetutamente violentato una ragazza al pub Old Manners di Viterbo, che è un luogo di ritrovo dell’estrema destra della zona.
I due giovani erano rinchiusi nel carcere Mammagialla della cittadina laziale da oltre 4 mesi: era infatti il 29 aprile quando il caso esplose con l’arresto dei due ragazzi accusati della violenza di gruppo ai danni di una 36enne italiana.
Nei giorni scorsi, dopo che era stata depositata la perizia sui cellulari passati al setaccio per ricostruire le chat in cui le immagini della presunta violenza sarebbero state condivise, la procura aveva chiesto per i due il giudizio immediato.
La richiesta per ottenere i domiciliari era già stata presentata dai difensori dei due indagati i primi di maggio e, poi, una seconda volta, a luglio, ma in entrambi i casi era stata respinta. Oggi invece i domiciliari sono stati concessi.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
IL PORTAVOCE DEL GAY CENTER: “HA RIFIUTATO IL SUO ASSASSINO”
“Elisa Pomarelli è stata uccisa due volte: come donna e come lesbica, perchè ha rifiutato il suo assassino”, dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center.
“Un femminicidio premeditato e compiuto come atto punitivo per Elisa, in quanto donna lesbica. Quanto accaduto dimostra quanto siamo indietro sui diritti delle donne e delle persone lesbiche, gay e trans. E’ importante che al più presto venga approvata una legge contro l’omofobia, che preveda anche percorsi formativi e culturali dalla scuola primaria e nella società , per abbattere il pregiudizio e la discriminazione contro le donne e le persone lesbiche, gay e trans. L’assassino dovrebbe essere condannato due volte e giudicato senza alcuna attenuante”, conclude Marrazzo.
Il fatto che Elisa fosse lesbica getta una maggiore ombra di ridicolo sull’articolo del Giornale (e non di Libero, come dicono in molti) in cui Massimo Sebastiani veniva definito “Gigante Buono”.
Ma c’è da ricordare che anche i primi articoli sulla storia parlavano di “fidanzati scomparsi” e persino oggi il Messaggero per introdurre la vicenda parla di “coppia scomparsa”.
In realtà Elisa sarebbe stata uccisa perchè voleva terminare la sua frequentazione con Massimo. E’ questa l’ipotesi al momento più accreditata dagli inquirenti di Piacenza che indagano sull’uccisione dell’impiegata piacentina di 28 anni, il cui cadavere è stato recuperato nella notte dai vigili del fuoco dopo che il 45enne, arrestato ieri dopo una fuga di quasi due settimane, ha confessato il delitto e ha portato gli investigatori nel punto in cui l’aveva seppellita sulle colline piacentine.
Il delitto sarebbe avvenuto quindi subito dopo l’uscita a pranzo insieme dei due in una trattoria a Ciriano di Carpaneto. Non è ancora chiaro invece come e dove esattamente l’operaio l’abbia uccisa. Già domani potrebbe tenersi l’interrogatorio di garanzia nel carcere piacentino delle Novate dove Sebastiani si trova rinchiuso.
Nella notte i carabinieri hanno arrestato Silvio Perazzi, il padre di una sua ex fidanzata, accusato di “favoreggiamento personale” in omicidio per aver coperto gli spostamenti di Sebastiani. In particolare l’uomo avrebbe cercato di depistare i carabinieri e, quasi certamente, aveva ospitato per qualche notte in casa l’amico in fuga.
Dalle indagini stanno emergendo anche i primi dettagli dell’omicidio della 28enne il cui corpo è stato rinvenuto in località Costa di Sariano di Gropparello, poco distante dal casolare in cui e’ stato arrestato Sebastiani, proprio grazie alle indicazioni del suo assassino. In attesa dell’autopsia che sara’ eseguita nei prossimi giorni, l’operaio avrebbe gia’ ammesso di averla strangolata.
Poco prima la ragazza avrebbe mandato un messaggio a qualcuno chiedendogli se voleva delle uova: un’ultima, banale comunicazione, prima che quello che credeva un amico mettesse fine alla sua vita.
(da agenzie)
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Settembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
AMORE UN CAZZO, ERA UNA OSSESSIONE NON CORRISPOSTA, ALTRO CHE GIUSTIFICARE UN ASSASSINO
Massimo Sebastiani ha confessato l’omicidio della sua amica Elisa Pomarelli. Lo ha fatto in
lacrime davanti agli agenti della Polizia e gli inquirenti che lo stavano interrogando. Ancora non è chiaro se sia stato un delitto d’impeto — un raptus — o un qualcosa di organizzato e premeditato, ma la vicenda che arriva da Piacenza si va a iscrivere tra le innumerevoli pagine del triste romanzo dei femminicidi in Italia.
E nelle narrazione di questa ennesima orrenda storia di cronaca, si va a inserire anche la polemica per il titolo utilizzato da Il Giornale (con conseguente lancio su Twitter) in cui si parla del reo confesso come un Gigante buono.
L’articolo pubblicato sull’edizione online de Il Giornale racconta il doppio volto e la doppia vita di Massimo Sebastiani. Un comportamento diverso in base alle situazioni che affrontava quotidianamente nella sua vita e quell’amore — non ricambiato — per Elisa Pomarelli, di 18 anni più giovane di lei.
E la sintesi giornalistica, almeno nel titolo, ha affrontato solamente quell’immagine del Gigante buono innamorato.
Ovviamente, in questi casi, la parola amore dovrebbe essere utilizzata con le pinze, perchè più che sentimento qui si parla di ossessione vera e propria, come anche confessato dallo stesso Sebastiani nel suo interrogatorio.
Quell’ossessione che gli è sfuggita di mano fino ad arrivare a quel vile gesto di sopprimere la vita di una giovane donna che come unica ‘colpa’ — nella sua mente era un vero e proprio assillo quotidiano — quella di averlo rifiutato.
Parlare di amore è sbagliato: l’ossessione è alla chiave di questa tragedia.
(da agenzie)
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Agosto 24th, 2019 Riccardo Fucile
DOPO TRE ARRESTATI PER RAPPORTI CON LA ‘NDRANGHETA CI MANCAVA IN FDI UN ISTIGATORE ALLO STUPRO
C’è anche la gag con la presentatrice della serata sul palco. Loris Corradi, vicesindaco di
Roverè in provincia di Verona, ha partecipato a uno dei classici eventi estivi che si svolgono nei nostri comuni. E si è presentato ai cittadini con una maglietta rossa con su scritto un messaggio inequivocabile: sul fronte la maglietta presentava la frase «Se non puoi sedurle…», sul retro (e il vicesindaco di FdI lo ha mostrato su invito della presentatrice) compare il resto del motto: «…puoi sedarle».
Una frase sessista, che non si addice al rappresentante di un’istituzione. Loris Corradi fa parte di un’amministrazione a guida Lega.
Per questo, inizialmente, si era diffusa la notizia che fosse un membro del partito di Matteo Salvini. Invece, in serata, è arrivata una nota della Lega — condivisa anche sui canali social del Carroccio — in cui si specificava la provenienza politica del vicesindaco di Roverè — Fratelli d’Italia, appunto, di cui è stato anche coordinatore locale negli anni scorsi — e se ne prendevano le distanze
«Il vicesindaco di Roverè Veronese, Paese della Lessinia, Loris Corradi, non è tesserato Lega come invece è stato riportato erroneamente da alcune agenzie stampa e da alcuni quotidiani locali e nazionali, ma è un esponente di FdI di cui è anche è stato nominato coordinatore locale del partito nel 2018 — si legge nella nota -. Corradi non fa parte del mondo Lega e non ne conosce ideali e programmi”
Resta il fatto che a tutt’ora Corradi non è stato espulso da Fdi e neanche costretto a dimettersi dalla carica
(da agenzie)
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