CERNOBBIO, IN QUELLA “DAVOS DE’ NOANTRI” CHE E’ IL FORUM AMBROSETTI (DOVE LE AZIENDE SGANCIANO FINO A 50 MILA EURO PER BACIARE LA PANTOFOLA AI POTENTI), GIORGIA MELONI VIENE ALLISCIATA PURE DAL DIRETTORE DEL “CORRIERE”, LUCIANO FONTANA
IL QUOTIDIANO LE DEDICA ARTICOLI AL MIELE : E’ LA “POLITICA DEI DUE FORNI” DI URBANETTO CAIRO (ATTACCA IL GOVERNO CON LA7, LO ELOGIA CON IL “CORRIERE”)
Mentre l’Italia è in fissa sul caso Boccia-Sangiuliano, ennesima crepa dell’Armata BrancaMeloni, si è chiuso ieri il Forum Ambrosetti a Cernobbio, ridente località sul lago di Como.
Un paesino di 6 mila anime incastonato tra Svizzera e Lombardia il cui genius loci è “fare denaro”. E di denaro al Forum ne gira parecchio. Ma andiamo con ordine. Per chi non lo sapesse, l’evento (arrivato alla 50esima edizione) è un incontro internazionale di discussione su temi principalmente economici che si tiene ogni anno nella prima settimana di settembre.
Come recita Wikipedia: “Organizzato dall’omonimo studio di consulenza aziendale con sede a Milano, è rivolto e dedicato a capi di Stato, ministri, premi Nobel ed economisti. Il forum si articola in un ciclo intensivo di incontri, dibattiti, presentazioni di ricerche ad hoc, elaborazioni di previsioni sullo scenario economico e geo-politico mondiale, europeo e italiano, momenti di analisi dei principali sviluppi scientifici e tecnologici e dei loro effetti sul futuro delle istituzioni, delle imprese e, in generale, della società civile”.
Nelle intenzioni del fondatore, lo scomparso Alfredo Ambrosetti, il Forum avrebbe dovuto essere il luogo dell’”aggiornamento permanente” dei consulenti aziendali, un “pensatoio” che permettesse confronto e scambio di idee ai professionisti del management dei maggiori gruppi imprenditoriali mondiali.
Negli anni l’evento si è istituzionalizzato, s’è imbolsito, si è intrecciato mortalmente alla politica e ai suoi riti finendo, in un mix di opportunismo e pigrizia, per inseguire i tempi invece di anticiparli. La “Davos de’ noantri” è divenuta negli anni soprattutto un’occasione di networking con vista lago, in aperta concorrenza con il “Porta a Porta” in masseria di Bruno Vespa.
Poggiare le natiche sulle poltroncine del Forum, però, non è certo a buon mercato. Le aziende, a partire dalle partecipate di Stato, presenti in massa, sganciano 30, 40, 50 mila euro per partecipare alle tavole rotonde, a seconda dell’importanza degli ospiti. Non si sa mai che, tra una tartina e un soporifero dibattito, non ci scappi qualche opportunità di sano leccaculismo italico con i big della politica per far decollare la propria carriera.
L’edizione 2024 del Forum è stata apparecchiata in pompa magna per andare incontro agli otoliti affaticati di Giorgia Meloni, invitata a concionare della presidenza del G7 e del ruolo dell’Italia nello scenario internazionale.
A farle da spalla c’era il direttore ciociaro del “Corriere della Sera”, Luciano Fontana. Il primo quotidiano italiano, fedele alla “politica dei due forni” imposta dal vispo Urbano Cairo (con La7 randella il governo, con il giornale lo alliscia), ieri ha intonato i peana per la premier dopo il suo intervento. Le quattro pagine sul Forum di Cernobbio nell’edizione di ieri sono una colata d’i miele per la Sora Giorgia, a partire dal magico titolo: “Governo non indebolito”.
Poi, camuffato da Sallusti e Del Debbio messi insieme, è straripato il Fontana dell’amore, a firma di Cesare Zapperi: “Infastidita dal caso Sangiuliano ma pragmatica (“Morto il re, viva il re. Si è dimesso un ministro, buon lavoro a un nuovo ministro”). Colpita dal clamore e dagli attacchi al governo ma determinata (“l’esecutivo non esce indebolito, intendo continuare il mio lavoro fino alla fine della legislatura”). Preoccupata per il protrarsi della guerra in Ucraina ma ferma al punto di partenza ‘’Non possiamo e non dobbiamo mollare. Quella dell’Italia è una scelta di interesse nazionale e non cambierà’’)”.
Olè! Che brava, la Ducetta della Garbatella che “piomba in elicottero di primo mattino”, stile Black Hawk Down, e “lancia messaggi ad ampio raggio”. Fontana, che allo scoop del 26 agosto di Dagospia che ha portato alle dimissioni il ministro dell’Impero dei Sensi ha dedicato briciole di spazio (per poi accorgersi che non si trattava di un gossip strappamutande ma era un fatto politico quando abbiamo pubblicato la ‘’pistola fumante’’ del documento del direttore degli scavi di Pompei che coinvolgeva Lady Boccia nell’organizzazione del G7); ecco, il direttore do via Solferino ci tiene tanto, ma proprio tanto, a far sapere che non bisogna disturbare il manovratore con le notizie:
La cronaca de “Il Corriere” al sapore di Meloni fa infatti impallidire le sviolinate di “Il Giornale” e i madrigali di “Libero”: “Nell’intervento in sala il primo argomento proposto è obbligato e di stretta attualità, le dimissioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ma alla seconda domanda sul tema la platea, con un grido («basta!»), fa capire di voler ascoltare la premier sull’attività di governo. Meloni, con un sorrisetto e una battuta, si compiace dell’invito a parlar d’altro, e risponde alle sollecitazioni su quel che sta maturando a Bruxelles con la nascita, attesa a giorni, della nuova Commissione europea”.
Persino il sempre puntuto Federico Fubini non resiste alla tentazione di allungare una carezza sul volto smaltato di filler di Giorgia Meloni, come si farebbe con la statua della Madonna di Lourdes: “Sa come conquistare una platea, anche di persone molte attente alla sostanza e alle soluzioni tecniche. E ieri al Forum Ambrosetti Thea di Cernobbio, durante l’intervista del direttore del Corriere Luciano Fontana, si è visto quasi subito. In sala ha fatto il pieno di applausi, mentre all’esterno non era difficile ieri trovare imprenditori e manager pieni di giudizi positivi sulla sua presentazione”. Insomma, “Lodi, lodi, lodi” come direbbe Michele Guardì.
La realtà viene ben occultata in un passaggio: “Solo alcuni attivi in settori sensibili per l’economia italiana — dall’energia, all’acciaio, al credito — hanno messo a confronto le parole convincenti della premier ieri a Cernobbio con una certa timidezza del governo nell’affrontare le questioni aperte nell’economia reale”. Della serie: alcuni, meno cojoni di altri, si so’ accorti della fuffa romanesca squadernata dalla premier
Come tuonava Carmelo Bene, “i giornali non informano sui fatti ma informano i fatti”, cioè danno loro forma così come gli aggrada. E perché disturbare le opinioni con la realtà? Una premura non aliena al “Corriere della Sera”, dove lo stress di Giorgia Meloni viene tenuto di conto: nessuno della redazione politica, da Monica Guerzoni a Paola Di Caro, capitanate dal vice direttore Fiorenza Sarzanini, s’azzarda a darle un dispiacere. Ora con l’intervista asservita del direttore Fontana e l’articolo flautato del mite Fubini, il trattamento linfodrenante per la Sora Giorgia è completo. Urbanetto Cairo può guardare all’autunno con serenità.
Ps: con tutti questi bavagli cosparsi di miele, risuona ancora più forte l’affondo del “postino” del “Corrierone”, Aldo Cazzullo, pubblicato ieri: “Mai, negli ultimi 50 anni, ricordo un periodo di conformismo come quello che si chiude (forse) con la vicenda Sangiuliano. In questi anni ne abbiamo sentite di ogni. Professori sedicenti liberali, magari con trascorsi maoisti, scoprivano che Mussolini era in realtà un grande statista. Fazzolari era meglio di Draghi”.
(da Dagoreport)
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