CGIL ADDIO… L’EPIFANI(A) TUTTI GLI OPERAI LI PORTA VIA
DALLE FABBBRICHE MASSICCE ADESIONI ALLA UGL, SINDACATO DI DESTRA
Fa effetto vedere la bacheca di viale Sarca, roccaforte della Cgil, culla elaborativa di Sergio Cofferati, convertita alla Destra sociale. E’ il risultato delle ultime elezioni della Rsu Pirelli Bicocca, luogo storico del sindacato massimalista, dove il 45% dei voti è andato alla Ugl, il sindacato di destra, guidato da Renata Polverini. E sulla prima pagina del “Manifesto”, viene pubblicata la lettera dei transfughi, col titolo ” Dalla Cgil all’Ugl: vi spieghiamo perchè”. Leggiamo l’analisi impietosa: ” Non rinneghiamo nulla, ma la realtà con la quale ci siamo spesso confrontati ha deluso gran parte delle nostre aspettative. Abbiamo trovato un distacco netto tra sindacato e lavoratori, molto pensiero politico, grandi aree di superficialità e improvvisazione, autoreferenzialità e difficoltà a capire i veloci cambiamenti del mondo del lavoro in questi ultimi anni. L’aspetto più deludente ha riguardato la contrattazione aziendale o di secondo livello, dove le Rsu dovrebbero essere protagoniste e avere ampia autonomia decisionale, mentre spesso ci è capitato di essere scavalcati da scelte prese dai vertici che ben poco sanno del vissuto quotidiano all’interno della azienda”.
Questi operai ” hanno deciso di tentare una nuova strada”, pochi giorni fa il primo sciopero: 8 ore su tutti i turni, per le ferie e gli orari di lavoro, sciopero marcato Ugl, sindacato scelto perchè “l’Ugl è una struttura in forte mutamento dove abbiamo colto che il “fare sindacato” viene prima della politica”. I volantini parlano di call center e fondi pensione, hanno il logo dell’Italia e l’azzurro dell’Ugl che ora ha 9 rappresentanti sindacali su 21, segnando la fine del monocolore rosso.
Ormai nessuno osa parlare di fatto isolato, le fughe verso l’Ugl sono una tendenza che contagia anche la Campania e il Nordest, un fiume in piena che sta travolgendo la Cgil in particolare. L’uomo che ha traghettato gli operai della Bicocca verso la Ugl è Mauro Sabbi, sindacalista di grandi qualità , che ha dichiarato: ” Siamo un sindacato e le appartenenze ai partiti non ci interessano, noi non abbiamo preclusioni verso nessuno. Il nostro statuto chiede di scegliere tra politica e sindacato: abbiamo fatto sette scioperi anche contro il governo Berlusconi a suo tempo. Il sindacato deve rappresentare i lavoratori, non i partiti “.
Dalla parte opposta, Giorgio Cremaschi, il leader Fiom più a sinistra della Cgil, ha commentato: ” Anche alla Fiat Mirafiori c’e’ stata una avanzata notevole della Ugl, sono furibondo. Ci siamo ritrovati schiacciati politicamente dalle scelte del Governo Prodi, proprio mentre le condizioni dei lavoratori peggioravano. La Cgil ha sbagliato due anni fa a sostenere il governo di centrosinistra, ora rischia di diventare marginale. Epifani, a forza di seguire le sirene del Pd, farà fare alla Cgil la fine della Sinistra Arcobaleno.”. L’accusa di essersi appiattiti come sindacato, per “coprire” esigenze politiche, è la stessa che porta ormai tanti lavoratori alla diserzione e alla ricerca di un sindacato vero che non guardi in faccia nessuno, ma rappresenti davvero le istanze della base. E un sistema democratico ha bisogno di un sindacato “vero”, che avanzi richieste concreti alla controparte industriale e di un Governo autorevole che sappia mediare le reciproche esigenze, garantendo ai lavoratori condizioni di vita adeguati, sicurezza sul lavoro, innovazione e investimenti. Il futuro richiederà un sindacato moderno, scevro da compromessi e interessi partitici, capace il interpretare il ruolo assegnatogli dai lavoratori, meno schematico e più flessibile nelle metodologie di intervento, ma intransigente nei diritti da tutelare. Quello che la sinistra non ha saputo più rappresentare.
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