CHE FINE FARÀ L’UCRAINA? TRUMP E’ ORIENTATO A CEDERE LA CRIMEA ALLA RUSSIA E AD ATTIVARSI PER FAR RICONOSCERE L’ANNESSIONE IN SEDE ONU
LE “GARANZIE DI SICUREZZA” CHIESTE DA ZELENSKY RESTANO ARIA FRITTA: MOSCA SI OPPONE A TRUPPE EUROPEE PER MONITORARE GLI ACCORDI E SI DICE DISPONIBILE SOLO AD OSSERVATORI DISARMATI… L’INGRESSO DELL’UCRAINA NELLA NATO RESTERA’ CARTA MORTA: PUTIN È CONTRARIO E TRUMP D’ACCORDO… UNA SCONFITTA SU TUTTA LA LINEA PER KIEV, PERMESSA DAL TRADIMENTO DI TRUMP
Questa mattina Donald Trump e Vladimir Putin si parleranno al telefono. È la seconda volta dopo il colloquio del 12 febbraio. Ma se allora la telefonata di 90 minuti servì per rompere il ghiaccio e dare il via alla diplomazia, quella di oggi entrerà maggiormente nei dettagli di un processo negoziale, formalmente non ancora iniziato, ma di fatto avviato.
Sul tavolo c’è l’offerta di una tregua di 30 giorni, accettata da Volodymir Zelensky, ma sulla quale Putin mette delle condizioni. Vuole ad esempio già vedere un accordo quadro delineato sul futuro di Kiev, niente Nato e smilitarizzazione.
Trump ha anche delineato alcuni temi, come il controllo dei centri per la produzione di energia e le concessioni territoriali. Sul primo punto il riferimento è alla centrale nucleare di Zaporizzhia, dalla primavera 2022 sotto il controllo russo. Sulle concessioni territoriali non ci sono anticipazioni, ma il tabù del mantenimento dell’integrità territoriale dell’Ucraina vacilla ogni giorno di più benché il recente documento del G7 dei ministri degli Esteri la riconfermi.
Negli ultimi giorni due alti rappresentanti dell’Amministrazione Usa come il segretario di Stato Marco Rubio e il Consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz hanno esplicitamente parlato di concessioni territoriali da fare. Venerdì Rubio ha detto che gli «ucraini hanno sofferto gravemente ed è difficile dopo qualcosa del genere anche solo parlare di concessioni. Ma è l’unico modo in cui questo finirà per prevenire ulteriori sofferenze».
Dal cilindro di Trump esce l’idea di concedere a Mosca il riconoscimento della Crimea, invasa nel 2014. […] Zelensky ha sempre resistito all’idea di concessioni territoriali ribadendo che anche la Crimea sarebbe tornata sotto la bandiera ucraina.
Posizione questa che ufficialmente era condivisa anche dal team di Biden […] Trump d’altra parte più volte in passato è stato aperto a una Crimea “possedimento” russo. Lo disse nel 2016 nella corsa alla presidenza ipotizzando anche un riconoscimento Usa. L’idea attuale sarebbe quella di riconoscere la Penisola alla Russia e lavorare perché questo avvenga anche in sede Onu.
Mosca è convinta che si sia sulla buona strada per rilanciare le relazioni bilaterali e rispristinare il dialogo a più alti livelli. Sull’ipotesi di un incontro di persona fra i due leader invece nessuno si sbilancia, Peskov lascia la palla ai presidenti, «decideranno loro»
Probabile che il tema della sicurezza sarà discusso. Ieri il Cremlino ha lanciato un primo seppur timido segnale non chiudendo all’invio di un contingente di osservatori disarmati lungo il confine per monitorare gli accordi. Resta invece il no categorico a soldati europei e della coalizione di volenterosi cui lavorano Macron e Starmer. Peskov su questo è stato chiaro: «Discutere di truppe in Ucraina è tendenza pericolosa» e l’Ue sta creando «un nemico esterno» per «giustificare la sua militarizzazione».
(da agenzie)
Leave a Reply