CHIESTE LE DIMISSIONI DI CALDEROLI: HA ABOLITO UN REATO PER SALVARE 36 LEGHISTI SOTTO PROCESSO A VERONA
L’IDV PRESENTA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA PER L’ENNESIMA “PORCATA” DEL MINISTRO LEGHISTA: “HA MENTITO AL PARLAMENTO: IN UN “QUESTION TIME” AVEVA DETTO CHE L’ESTINZIONE DELLA NORMA SUL REATO DI ASSOCIAZIONE MILITARE, DI CUI ERANO ACCUSATI 36 LEGHISTI, ERA UN ERRORE MATERIALE E LO AVREBBE CANCELLATO”…INVECE LO AVEVA FATTO INSERIRE LUI E NON L’HA MAI TOLTO
Mozione di sfiducia dell’Italia dei valori per il ministro della Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, che “ha mentito” sul lodo ‘salva Lega’, ovvero sulle norme che cancellano il reato di associazione militare per scopi politici, che entrate in vigore lo scorso 8 ottobre hanno determinato l’estinzione del processo a carico di 36 leghisti.
“Il 3 ottobre il ministro della Difesa, attraverso il portavoce, – racconta il capogruppo Donadi – rilascia una nota stampa nella quale dice che l’inserimento del reato di associazione militare tra quelli da abrogare è un errore materiale e che il suo ministero si attiverà immediatamente per ottenere la rettifica in Gazzetta Ufficiale”.
A quel punto l’Idv nella stessa data presenta una richiesta di rettifica, ma arriva l’8 ottobre e il governo non fa nessuna rettifica, per cui la norma entra in vigore e il reato viene abrogato. Il ministro della Difesa è stato perciò politicamente ingannato dal ministro Calderoli”.
“Inoltre il consigliere Vito Poli, con un documento ufficiale del Consiglio di Stato, fa sapere che nel testo licenziato dalla commissione scientifica da lui presieduta questo reato non c’era, è stato inserito dopo al ministero della Semplificazione. Quindi una manina lesta lo ha inserito in un secondo tempo”.
“E’ una vera ‘porcata ministeriale’ – denuncia Donadi che annuncia anche la presentazione di un esposto alla magistratura -, Calderoli ha mentito al Parlamento e agli italiani in diretta tv durante il question time alla Camera ed è probabilmente lui la ‘manina’ o l’ispiratore della manina che ha inserito il provvedimento nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che poi ha bloccato la rettifica che era stata proposta dal ministero della Difesa”.
Proprio in ragione della mancata rettifica e, quindi, del cosiddetto ‘favor rei’, i leghisti che avevano in corso un processo a Verona “la faranno franca, alla faccia dell’art. 18 della Costituzione che proibisce le associazioni che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”.
Secco il commento del presidente Idv, Antonio Di Pietro: “Non è vero che le leggi ad personam vengano fatte e servano soltanto al presidente del Consiglio, sono fatte e servono anche alla Lega. C’è una vera ‘coalizione a delinquere’ che ha inventato un nuovo sistema per agire: la via legislativa”.
Ricordiamo ai nostri lettori che avevamo già trattato, in un precedente articolo, la vicenda del processo ai militanti della Guardia nazionale padana, in corso a Verona e del relativo tentativo di insabbiamento.
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