CIAO SASA’, ESEMPIO DI VITA E DI LEGALITA’
IL RICORDO DEL GENEROSO SUB DELLA POLIZIA DI STATO, MORTO NELL’ADEMPIMENTO DEL DOVERE
Chi era Rosario Sanarico
L’ispettore superiore della Polizia di Stato Rosario Sanarico, 52 anni, in forza al nucleo sommozzatori del CNeS di La Spezia, morto ieri in seguito a un incidente durante le ricerche del cadavere di Isabella Noventa sul fondale del Brenta, era uno dei massimi esperti del settore.
Nel corso della sua trentennale attività , aveva acquisito una notevolissima esperienza partecipando ad un gran numero d’interventi, spesso svolti in condizioni ambientali molto difficili, come ad esempio i soccorsi in occasione del naufragio della Costa Concordia, tanto da diventare uno dei sommozzatori della Polizia più esperti.
Nato a Napoli il 10 ottobre del 1963 e dopo essere entrato in Polizia non ancora ventenne, nel 1984 Sanarico era stato assegnato al Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia.
Qui aveva frequentato il corso per operatore subacqueo come primo passo di una lunga serie di abilitazioni professionali conseguite in questo particolare settore operativo che lo avevano portato ad assumere incarichi di crescente importanza nell’ambito del CNeS di La Spezia.
Il suo curriculum professionale vanta anche numerosi riconoscimenti conseguiti per l’attività svolta tra cui l’«Attestato di Pubblica Benemerenza» come testimonianza per l’opera e l’impegno prestato in interventi di protezione civile.
Per le sue spiccate doti umane e professionali, «Sasà », com’era affettuosamente chiamato, era considerato dai dirigenti del Centro Nautico di La Spezia un prezioso collaboratore ed era diventato un punto di riferimento per tutti i sommozzatori della Polizia di Stato.
Era molto apprezzato anche fuori dall’ambiente professionale per il suo carattere generoso e leale. Lascia la moglie Antonella ed i figli Alessio ed Annavera.
Pansa: «Un amico e un operatore di grande esperienza»
«Sono particolarmente colpito da ciò che è accaduto ieri. È morto un operatore di grandissima bravura e di grandissima esperienza». Lo ha affermato il capo della Polizia, Alessandro Pansa, riferendosi alla morte del sommozzatore della Polizia Rosario Sanarico.
«Io ho condiviso con lui anche la mia passione di subacqueo – ha ricordato Pansa – facendo molte immersioni con l’ispettore che io chiamo ancora “Zaza”, perchè questo era il nome che tutti quanti i suoi colleghi e i suoi amici usavano per lui. Era un uomo molto generoso, molto bravo e che probabilmente fidando troppo della sua bravura, della sua generosità ha messo a rischio la sua vita e ha dato la sua vita per il suo lavoro, per la sua divisa, per la sua attività nella quale credeva profondamente.
Noi – ha concluso Pansa – siamo vicinissimi alla famiglia. Oggi mi recherò a Padova proprio per incontrare i familiari e portare il mio contributo, il mio rispetto e il mio saluto alla salma».
(da agenzie)
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