RENZI: “SIAMO A UN BIVIO: “M5S VOTI LA LEGGE O INTESA DI GOVERNO CON VOTO DI FIDUCIA”
MA LA SINISTRA DEL PARTITO NON CI STA: “NESSUN STRALCIO, SI VA AVANTI”… MARTEDI DECIDERA’ L’ASSEMBLEA DEI SENATORI
Le possibilità sono due: “O auspicare che voti la legge o tentare un accordo di governo con un emendamento su cui sono pronto a mettere la fiducia“.
Ecco la “bomba” di cui tra Palazzo Madama e i piani alti del Nazareno si è parlato per tutta la settimana: Matteo Renzi vuole portare a casa la legge sulle unioni civili e per farlo apre agli alleati di governo del Nuovo Centrodestra.
Cosa significa? Che il premier è pronto a rinunciare a parti della legge — quelle più indigeste al Ncd — pur di vederla approvata. Il partito di Angelino Alfano si è detto da sempre contro il provvedimento, soprattutto all’articolo 5 che introduce la stepchild adoption, che sarà probabilmente la prima a saltare.
Il ddl Cirinnà è fermo al Senato dopo che il M5S ha annunciato che non avrebbe votato il canguro concepito per far cadere la maggior parte degli emendamenti.
“Noi al Senato non abbiamo i numeri e quindi servono alleanze. Siamo ad un bivio: o auspicare che M5s non abbia la sindrome di Lucy e voti la legge o tentare un accordo di governo con un emendamento su cui sono pronto a mettere la fiducia. Deciderà il gruppo e sono disponibile a partecipare all’assemblea del gruppo da qui a martedì”.“
L’appoggio di Verdini? ‘Strani amori’…”
L’ammissione di non avere i numeri è centrale, anche per dare un senso all’appoggio garantito al governo dai verdiniani: “I numeri al Senato sono questi, non quelli che raccontano i giornali — precisa Renzi — quando sento qualcuno fare polemiche contro alcuni gruppi diciamo con chiarezza: se non ci fossero stati alcuni gruppi anche accusati dal nostro partito non ci sarebbero state alcune riforme e leggi. Venti minuti prima del voto, il capogruppo del Pd Luigi Zanda ha saputo del dietrofront del M5S. Sulla base dei numeri che avevamo in Senato — ha aggiunto — che comprendevano quelli del gruppo di Verdini e di Sel che ci hanno assicurato subito il sostegno — sono ‘strani amori’, come il Sanremo di anni fa. Alla luce dei numeri che c’erano abbiamo pensato di fare un accordo con Beppe Grillo e il M5S. E’ stato un errore? Qualcuno dice sì, qualcuno no. Ma credo che non ci saremmo perdonati il fatto di non tentarlo”.
“Aver coinvolto altre forze su vari provvedimenti è un fatto di buonsenso politico -risponde Renzi a chi lo critica sull’idea di voler dar vita al Partito della Nazione — e di rispetto degli italiani ma non ho mai immaginato di fare un partito indistinto, una marmellata uniforme”. Perchè “se il Pd fa il Pd è il partito della nazione”.
L’importante è raggiungere il risultato: “Sappiamo che c’è un tentativo chiaro di riaprire la discussione sulle unioni civili e non approvare la legge neanche nel corso del prossimo anno — ha proseguito il premier — siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti normativi e regolamentari per impedirlo, con la stessa tenacia della legge elettorale, riforma Pa, lavoro. Non possiamo permetterci un’unica cosa: frustrare la speranza come abbiamo fatto con i Dico 10 anni fa”.
“Su Regeni non accetteremo una verità raccogliticcia”
“Credo che l’Egitto sia fondamentale per contrastare l’Isis e sia un hub importante in Nord Africa — ha detto il premier, che non parlava del caso del ricercatore ucciso in Egitto dal 12 febbraio — ma proprio perchè siamo amici, noi dagli amici pretendiamo la verità , anche quando fa male. A noi non basta la collaborazione, vogliamo i responsabili veri perchè non è immaginabile che la morte di un italiano rimanga senza i responsabile. Non accetteremo una verità artificiale e raccogliticcia: siamo l’Italia e non accetteremo mai una verità di comodo. Non c’è business o realpolitik che tenga, non è un optional la verità per Giulio”.
“Il Pd abbassa le tasse, la destra le alza”
“Nell’assemblea di Milano a luglio in piena Expo lanciammo una provocazione sulle tasse — ha detto il premier nelle prime battute del discorso — dicemmo che abbassarle è un qualcosa di sinistra. In Italia se cerchiamo un qualsiasi istituto di sondaggi vediamo che la parola destra è associata ad abbassamento delle tasse, sinistra all’innalzamento delle tasse. Ma è vero il contrario: in Italia il partito delle tasse è la destra, il partito che ha abbassato le tasse è il Pd”.
“Spending review, abbiamo fatto 25 miliardi di tagli”
Ha abbassato le tasse, secondo il premier, e ha tagliato le spese inutili nella pubblica amministrazione: “Ci dicono che non abbiamo fatto spending review. Vi dico solo che Cottarelli aveva proposto 20 miliardi di tagli, noi ne abbiamo fatti 25 — ha detto rispondendo alle critiche della Corte dei Conti sull’entità della spending review del governo — e se tagli 25 miliardi di spesa pubblica è pacifico che il Pil non cresce a sufficienza perchè parte viene dalla spesa pubblica”.
“Primarie, straordinaria forma di partecipazione” —
“A Milano sembrava una situazione difficile e noi abbiamo dimostrato con forza e chiarezza che quando il popolo del Pd sceglie la strada delle primarie il risultato è evidente: una straordinaria forma di partecipazione. Anche se fa sorridere che dall’alto di 64 clic qualcuno ci fa la morale su qualche straniero che ha votato”, attacca Renzi rivendicando l’esito delle primarie del Pd a Milano e rispondendo alle critiche del Movimento 5 Stelle.
“Europa ferma per gli egoismi dei Paesi dominanti”
Inevitabile il passaggio sull’Europa e sul ruolo che l’Italia dovrebbe avere a livello comunitario: “L’Ue sembra essere sempre più una roba da tecnici, cavilli, parametri, vincoli. Noi dobbiamo domandarci cosa sia l’Europa dei prossimi anni. Se c’è una questione che non si presta a una battaglia di consenso immediato, ma vedrà i risultati nel giro di un decennio, è la battaglia europea”. “Oggi la realtà dice che l’Europa è ferma — continua Renzi — ha bisogno di essere rimessa in moto e anche dal punto di vista economico ha bisogno di una strategia non semplicemente incentrata sugli egoismi di qualche paese dominante che non riesce ad avere una strategia valida per tutti”. L’Italia è presente in Europa non solo per battere i pugni sul tavolo e protestare, sta presentando proposte: il documento di Padoan esce domani”.
LE SECCA REPLICA DELLA MINORANZA
“Sarà giustissimo rispettare il dibattito dei senatori. Nel 2013 si è fatto un congresso, vinto da Renzi, in cui la posizione era unioni civili e stepchild così come nel programma con cui Bersani si presentò alle elezioni. Se accordo di governo significa rinunciare alla stepchild io sono contrario, dobbiamo difendere le nostre idee, il nostro punto di vista e confrontarci nel dibattito parlamentare” ha detto Roberto Speranza della minoranza Pd.
L’ipotesi della fiducia su un testo concordato nel governo “è un cambio dello schema di gioco assolutamente soprendente ed anche pericoloso ai fini del raggiungimento dell’obiettivo della legge”, sottolinea Federico Fornaro, senatore del Pd, esponente della minoranza bersaniana.
“Rimane un dato. Il m5s ha posto una questione procedurale ma nel contempo ha riconfermato la disponibilità a votare il testo Cirinnà . A riprova di questa disponibilità non hanno presentato emendamenti. Noi non siamo disponibili a nessun compromesso al ribasso che stravolga e depotenzi il Cirinnà che è un punto di mediazione onesto e possibile ma non il massimo. La stepchild per noi è parte integrante del cirinnà e se il governo la toglie è come tirare giù un muro maestro. La fiducia non può essere usata come arma impropria”.
(da “agenzie”)
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