CINQUE PUNTI GIURIDICI PER CAPIRE CHE HA RAGIONE PATRONAGGIO E SALVINI NON CONOSCE LE LEGGI
LA PROCURA DI AGRIGENTO HA APPLICATO CORRETTAMENTE LE NORME VIGENTI
Quando il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha saputo in diretta che i 47 migranti a bordo della Sea Watch 3 stavano sbarcando si è infuriato e ha minacciato di denunciare chiunque, colleghi di governo compresi, avesse aperto i porti.
In cinque punti spieghiamo cosa è successo e perchè ha ragione Patronaggio
1. Cos’è il sequestro probatorio
La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo di indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nell’ambito di questa inchiesta ha disposto un sequestro probatorio. Quest’ultimo serve ai magistrati per mettere al sicuro il corpo del reato o le cose pertinenti al reato in modo da poter accertare se sono stati compiuti degli illeciti.
2. Perchè è stata sequestrata la nave
Per il codice il corpo di reato sono le cose sulle quali o mediante le quali il reato viene commesso, oppure (ma non è questo il caso) quelle che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo. Nel caso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è dunque la nave sulla quale viaggiano i migranti il corpo di reato attraverso cui, eventualmente, il reato viene commesso. Per questo andava sequestrata.
3. Perchè le persone sono scese
Il sequestro probatorio è una misura “reale”, riguarda cioè le cose e non le persone. Il magistrato può sequestrare la nave, ma non chi è a bordo. Se avesse trattenuto le persone a bordo il magistrato stesso sarebbe incorso nel reato di sequestro di persona (lo stesso contestato a Salvini nel caso Diciotti). Le persone possono essere “sequestrate”, o meglio detenute, ma questo può avvenire solo quando c’è una legge che lo prevede e quando un giudice ha valutato che la persona debba essere arrestata. Tenendole a bordo, inoltre, si rischierebbe l’inquinamento probatorio: il magistrato deve mantenere intatto il corpo di reato nel momento in cui lo sequestra se vuole rintracciare le prove di eventuali reati commessi.
4.Le persone a bordo sono sospettate?
Vero. Ma come ha chiarito una sentenza del 2011 della Corte di Giustizia dell’Ue il reato di immigrazione clandestina non dà luogo a detenzione. Tra l’altro, tra le persone a bordo della Sea Watch 3, potrebbero essere presenti degli aventi diritto all’asilo. Persone che hanno dunque diritto di fare domanda di protezione internazionale appena arrivati in Italia. Sarà poi lo Stato italiano a decidere se hanno i requisiti oppure no per ottenerla, ma questo deve essere valutato in seconda battuta e non può essere negato a priori.
5. Le persone si possono identificare a bordo?
No. Secondo l’art. 1 comma 5 del decreto 416/1989 per ottenere lo status di rifugiato il richiedente asilo deve presentare istanza all’ufficio di polizia di frontiera. Quest’ultimo è il luogo dello sbarco e non la nave sulla quale si trova. Una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha infatti chiarito che non è possibile svolgere le operazioni di riconoscimento e analisi delle domande d’asilo a bordo delle navi, anche se fossero della Marina militare italiana.
(da “La Stampa”)
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