CONTRIBUENTI IN DIFFICOLTA’, LA PRIMA CASA NON POTRA’ PIU’ ESSERE PIGNORATA
LO STATO SARA’ MULTATO SE RITARDA: 30 EURO PER OGNI GIORNATA PERDUTA
Contro la mole di adempimenti e scartoffie che schiaccia le nostre vite e le nostre imprese, la parola d’ordine è: semplificare.
Ed è proprio in questa direzione che sta andando il governo Letta, varando o mettendo a punto una serie di provvedimenti (nuovi o ereditati) per sbloccare entro l’autunno le sabbie mobili in cui si arena lo sviluppo del Paese.
Senza «pietà » per nessuno: se è la Pubblica amministrazione a rallentare, dovrà pagare.
Come prevede una norma contenuta nel decreto del Fare, che domani dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per entrare in vigore martedì: si chiama «indennizzo automatico e forfettario», e stabilisce che quando la Pa perde tempo, deve pagare un risarcimento al cittadino di 30 euro per ogni giorno di ritardo, fino ad un massimo di 2.000 euro.
Per i prossimi 18 mesi la norma sarà valida solo per le domande che riguardano l’avvio e l’esercizio dell’attività di impresa.
Entro un anno e mezzo, con un apposito decreto del presidente del Consiglio, verrà definito l’indennizzo anche per gli altri procedimenti.
Ma non è l’unica novità «semplificatrice» del Dl fare.
Che punta prima di tutto a venire incontro ai contribuenti strozzati dalla crisi, allentando le maglie della riscossione forzata per chi è in ritardo con i pagamenti. Equitalia non potrà pignorare la prima casa in cui si abita, purchè non sia di lusso, mentre per le altre abitazioni l’espropriazione potrà scattare solo se il debito supera i 120 mila euro (e non i 20 mila come prima).
Si allungano anche i tempi della dilazione: fino a 120 rate, e solo se non se ne pagano otto (anzichè due) si blocca l’agevolazione.
Sempre nell’ottica di facilitare la vita dei contribuenti, non ci saranno più scadenze a scaglioni, ma tutti gli obblighi fissati al 1° luglio o al 1° gennaio.
Tante anche le misure per snellire i permessi per ristrutturare: è il «pacchetto edilizia» che dovrebbe far risparmiare 500 milioni all’anno.
Gli strumenti tecnologici saranno molto più pervasivi anche nella Pa: a partire dagli uffici, dove sarà eliminato l’uso del fax, fino ai certificati medici di gravidanza, trasmessi per via telematica.
Mentre alcuni documenti spariranno del tutto: è il caso dei certificati di idoneità psico-fisica o quelli di sana e robusta costituzione richiesti per alcuni lavori.
Un provvedimento sulla scia di quello adottato da Monti che da gennaio 2012 ha inserito l’obbligo dell’autocertificazione nei rapporti con gli uffici pubblici: in un anno 20 milioni di certificati in meno, -55%.
Ma il «Fare» dà anche una grossa accelerata alla carta d’identità elettronica: annunciata dall’ex ministro Brunetta, sperimentata dal governo Monti, il «documento digitale unificato», che assorbirà la tessera sanitaria, dovrebbe entrare in vigore entro la metà del 2014
E questo è solo il primo capitolo.
Perchè è in arrivo una legge sulle semplificazioni — il disegno è approdato in Commissione al Senato l’8 agosto — che punta a dare un’altra sfoltita al sistema: dal rilascio dei titoli di studio in inglese alla cancellazione delle comunicazioni al Pra.
E pure il cambio di residenza, che dall’anno scorso è valido dal momento in cui viene richiesto, sarà più facile.
Valentina Santarpia
(da “il Corriere della Sera“)
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