COPPI: “NON E’ DETTO CHE CHIEDEREMO LA REVISIONE”, LA “TESTIMONE CHIAVE” ORA NON E’ PIU’ TALE: “NE ABBIAMO ALTRE SETTE PIU’ PREGNANTI”, MA GHEDINI NON DICE CHI SONO
DOPO UNA DISPERATA DIFESA DELLE BUGIE DI MISS APPLEBY, I DIFENSORI DI BERLUSCONI APPAIONO IN DIFFICOLTA’ E CHIEDONO UN TIME OUT
“Abbiamo sempre sostenuto che risultava una assoluta regolarità nelle compravendite. Da parte della difesa non c’è stata alcuna giravolta”. L’avvocato Niccolò Ghedini replica così agli articoli di stampa in cui si è spiegato che ieri, di fatto, Silvio Berlusconi, puntando il dito contro mister Gordon e mister Agrama, ha cambiato posizione rispetto alla difesa sempre sostenuta.
Nel corso di un incontro con i giornalisti alla stampa estera riferendosi alle carte presentate dall’ex premier per chiedere la revisione del processo (dodici nuovi testimoni e documenti in arrivo dalle rogatorie, ndr) il difensore ha spiegato che “ci sono stati dirigenti infedeli che hanno messo in piedi meccanismi fraudolenti per ottenere dei vantaggi”.
In verità i legali del premier avevano invece sempre sostenuto strenuamente che i prezzi d’acquisto dei film Paramount, comprati da Mediaset con la mediazione di Agrama, fossero di puro mercato e non «gonfiati» per frode fiscale.
Di colpo ieri, 4 mesi dopo la condanna definitiva, ecco che la ricostruzione della Cassazione (e in origine della Procura) diventa esatta anche per Berlusconi: davvero i prezzi venivano «gonfiati» dall’interposizione di Agrama tra Paramount e Mediaset.
Solo che – rivela – accadeva ai suoi danni e insaputa, perchè per truffare Mediaset si erano accordati Agrama, Lorenzano e Bruce Gordon, allora presidente della distribuzione estera di Paramount.
Dopo la prima brutta figura, passiamo alla seconda.
Il leader di Forza Italia ieri aveva fatto parlato in particolare di una nuova testimone, Dominique O’Reilly-Appleby, una manager che ha lavorato per quasi sette anni nella casa di produzione cinematografica statunitense Harmony Gold di Frank Agrama.
La signora, che avrebbe appreso dell’inchiesta nello scorso giugno, in un affidavit ha garantito che “Silvio Berlusconi non ha mai ricevuto nessun pagamento da Agrama, Gordon o Lorenzano nè da qualsiasi altra persona loro connessa. Berlusconi non ha mai partecipato allo schema da loro ideato per spartirsi i profitti”.
Ebbene i giornali hanno spiegato che la top manager non poteva essere rimasta scioccata dalla notizia dell’indagine perchè la conosceva in quanto, tra l’altro, si era opposta una rogatoria.
Sentite la tesi di Ghedini : la Appley non avrebbe mai dato mandato all’avvocato che si era opposto alla rogatoria della Procura di Milano in Svizzera e non era affatto cointestataria insieme ad Agrama di un conto corrente svizzero sul quale, tra il 1995 e il 1997, erano transitati 4.292.000 di dollari erogati — secondo l’ipotesi, in nero — da Wilthire Trading e da Harmony Gold, le due società dello stesso produttore americano (come si evince da una consulenza della Kpmg per la Procura di Milano). Anzi di essere stata in qualche modo esautorata dalla titolarità di quel conto.
Tradotto: l’avvocato che in Svizzera ha rappresentato la Appley avrebbe agito “a sua insaputa” (come per la casa di Scajola al Colosseo, insomma). E ancora: non era cointestataria del conto con Agrama (come sostiene la procura di Milano) ma per esserne esautorata vuol dire che prima lo era, o no?
Andiamo alla foto con Gordon che non avrebbe mai conosciuto Berlusconi, secondo la testimone.
Qua si cambia versione. Dice Ghedini: ”Quello che in italiano è stato tradotto come ‘conoscenza’ in realtà va tradotto con ‘familiarità ‘”.
E dunque, Dominique Appleby “ha detto che non c’è alcuna relazione o familiarità tra i due”.
Ghedini ora ammette che si conoscevano, ma non avevano familiarità , ormai siamo ai distinguo grammaticali.
L’avvocato-parlamentare ha anche spiegato “che la fotografia agli atti del processo Mediaset che ritrae Berlusconi e il presidente della distribuzione Paramount Bruce Gordon è una ‘photo opportunity’ e dunque non si tratta di una foto tra due persone che si conoscono”.
Ovviamente lo dice lui.
Photograph Opportunity vorrebbe dire “opportunità di fare una foto con uno o più di uno degli ospiti presenti ad un evento”.
Ghedini ha ridotto il presidente della distribuzione Paramount Bruce Gordon a un povero imbucato che ha approfittato di un evento ad Arcore per farsi immortalare a fianco di Berlusconi, insomma.
Alla fine, incalzato dai giornalisti, Ghedini sbotta: “quella testimonianza non è quella più importante tra quelle nuove che dovrebbero permettere la revisione del processo”. Amen.
Addio teste chiave Dominique Appleby in pratica, avanti gli altri (di cui non si sa peraltro nulla).
A una domanda di una giornalista straniera che, infierendo, chiedeva come mai le nuove carte sono arrivate solo ora e nonostante un lunghissimo processo (sei anni solo per il primo grado, ndr) l’avvocato Franco Coppi, entrato nel collegio difensivo del processo Mediaset solo in Cassazione, ha risposto con eleganza che “il processo deve avere un termine ma questo non significa che si sia raggiunta la verità ”.
Poi il colpo di scena: Coppi spiega che allo stato la difesa non è neanche certa che verrà presentata la revisione: “La stiamo studiando. Stiamo facendo molta attenzione. L’idea revisione va coltivata. Prima di presentarla passerà “realisticamente qualche mese”.
Ma come, se ieri Berlusconi aveva detto che è pronta per essere presentata?
Poi il grande Ghedini precisa: ” Solo le carte di Hong Kong sono 16mila pagine, alcune sono in cinese” dice Ghedini che definisce “eccezionalmente rilevanti i documenti”.
Che Ghedini conosca il cinese e se le sia già lette tutte?
Coppi è un signore e spiega di non credere “alla persecuzione” di Berlusconi da parte dei giudici, “ma ritengo che la sentenza Mediaset sia ingiusta”.
Riecco Ghedini che ama farsi del male: ” “È stata una iniziativa di Dominique Appleby far conoscere quanto sapeva, appellandosi alla sua coscienza”.
Magari sei anni di tempo per appellarsi alla coscienza sono un po’ troppi, visto che la lettera è di 6 giorni fa…
Ci eravamo chiesti: perchè Berlusconi parlava già un mese fa delle “carte americane”, quando la lettera è stata formalizzata solo sei gioni fa dalla Appleby?
Ghedini non sa stare zitto: ha stabilito un contatto diretto con Berlusconi, la lettera l’ha scritta alla fine.
Diciamo che la sua coscienza ci ha riflettuto qualche settimana prima di mettere nero su bianco?
Meglio fermarsi qua.
Leave a Reply