COSA DICE IL RAPPORTO FRONTEX A PAG. 32 E PERCHE’ HANNO RAGIONE LE ONG CHE ACCUSANO DI MAIO DI DIFFAMARLE
“POLITICI CHE PARLANO A VANVERA” PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DAI GUAI INTERNI AL M5S”, MAGISTRATI CHE ESPRIMONO GIUDIZI POLITICI, EUROPA CHE SCARICA SULLE ONG I PROPRI COMPITI ISTITUZIONALI
Sono le ong più note a rompere ogni indugio e a schierarsi a difesa del mondo del volontariato e della cooperazione dall’accusa gravissima di essere in contatto con i trafficanti di uomini in Libia.
Accusa cavalcata dal vice presidente della Camera Luigi Di Maio, che non ha evidentemente letto le conclusioni di Frontex
E’ bene sottolineare come nel Rapporto di Frontex, l’agenzia di controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea, non si parli mai di navi delle ong che fungono da “taxi del mare” e di loro “collusioni con gli scafisti”, come affermato dall’esponente del Movimento 5 stelle.
Nel rapporto, precisamente a pagina 32, si legge piuttosto che le operazioni delle ong potrebbero avere “unintended consequences”, ovvero “conseguenze involontarie”, che è cosa ben diversa dall’accusare di rapporti organici con chi fa affari sulla pelle dei migranti.
E si registra come anche il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, responsabile di una delle indagini impugnate da Di Maio, torni sulle dichiarazioni rese alla Stampa.
“Noi – dichiara oggi Zuccaro – dobbiamo trasformare le conoscenze in prove (del reato, la collusione, ndr), e questo non è facile.
Quello che sta avvenendo, aggiunge Zuccaro, è che “durante la Pasqua sono sbarcate 8.500 persone. L’importante è affrontare il fenomeno: non soltanto dal punta di vista giudiziario, perchè non lo si risolve solo così, ma in modo complessivo”.
Insomma la magistratura a Catania continua a esprimere giudizi politici, come se fosse affar suo il numero delle persone sbarcate.
Ora, mentre Erri De Luca si unisce a Saviano contro Di Maio su Twitter, (“Parla a vanvera di ong. Non sa niente nè vuole sapere cosa sia raccogliere in mare vite alla deriva”), è Medici senza Frontiere a intervenire con estrema durezza, dicendosi “indignata per i cinici attacchi al lavoro delle ong in mare da parte di alcuni esponenti della politica, che hanno visto nelle ultime ore un crescendo di veleni e false accuse”. E annunciando che “valuterà in quali sedi intervenire a tutela della propria azione, immagine e credibilità “.
Infatti è l’unico modo per porre fine a un evidente tentativo di criminalizzare le Ong per fini politici.
Cia auguriamo che MSF eserciti un’azione civile contro i diffamatori che avranno cosi’ modo di finanziare a centinaia di migliaia di euro i soccorsi a coloro che vorrebbero vedere affogati.
Toni duri anche dal direttore della fondazione della Cei Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, che in attesa di “riscontri che al momento non ci sono”, vede nelle accuse mosse alle ong “una visione ipocrita e vergognosa di chi non vuole salvare in mare persone in fuga e di chi non vuole fare canali umanitari attraverso i quali le persone potrebbero arrivare in sicurezza, combattendo così ciò che va combattuto realmente: il traffico di esseri umani che finanzia il terrorismo”, afferma il religioso a Tv2000.
Come Medici senza Frontiere, è invece Intersos – il cui presidente Nino Sergi aveva già affrontato l’argomento nei giorni scorsi su Repubblica – ad assumere la difesa collettiva delle ong impegnate nel Mediterraneo. “Gli attacchi di questi giorni contro le ong impegnate nei salvataggi in mare sono una vergognosa speculazione” basata su ” basse e mal costruite invenzioni e strumentalizzazioni politiche” si legge in una nota diffusa da Intersos. Che poi spiega cosa fanno le ong nel Mediterraneo. “Salvare vite umane. Chi con navi proprie, chi, come gli operatori Intersos, in collaborazione con Unicef, partecipando alle operazioni di soccorso sulle navi della Guardia Costiera Italiana. Se siamo lì, è per fermare una strage. Se a qualcuno questo lavoro non piace, dica con chiarezza che preferisce un morto annegato a un essere umano tratto in salvo”.
(da agenzie)
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