MEDICI SENZA FRONTIERE: “CRIMINALIZZANO LE ONG PER NASCONDERE LA GESTIONE FALLIMENTARE DEI FLUSSI: DOVE SONO LE NAVI DELL’UNIONE EUROPEA? “
INTERVISTA AL COORDINATORE DI MSF: “ABBIAMO SALVATO 60.051 ESSERI UMANI, CHI DIFFAMA NE RISPONDERA'”… “LE COLLUSIONI SONO TRA I TRAFFICANTI E LA GUARDIA COSTIERA LIBICA, NON CI SONO INTERLOCUTORI AFFIDABILI IN LIBIA, INUTILE CHE IL GOVERNO MILLANTI ACCORDI”
Vi chiamano in maniera sprezzante: «Taxi del Mediterraneo». Cosa risponde?
«Criminalizzare le Ong mi sembra molto pericoloso. Giocano con le vite umane e fanno campagna elettorale mentre servirebbero soluzioni politiche. Ad oggi, la gestione dei flussi migratori è fallimentare».
Stefano Argenziano, 40 anni, è il coordinatore dei progetti sulle migrazioni di Medici Senza Frontiere. La sua Ong è in mare dal 2015 con diverse navi. Le persone salvate sono state in totale 60.051.
Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, distingue tra Ong ma rilancia le accuse. Le risulta che ci siano chiamate fra trafficanti e soccorritori?
«No, nella maniera più assoluta. Certamente non accade nelle nostre operazioni. Dubito che possa accadere ad altri. Bisognerebbe mostrare delle prove, altrimenti l’unico risultato è quello di avvelenare il clima».
Come vi spartite le acque?
«Non decidiamo noi. È la centrale operativa di Roma a coordinare tutte le rotte nel Mediterraneo, in base alle esigenze del giorno e alle condizioni meteo».
Perchè vi stanno accusando?
«Per nascondere il vero problema. È in corso una grave crisi umanitaria. Nei primi tre mesi nell’anno nel Mediterraneo si contano mille morti. Sono l’equivalente di un conflitto di media intensità . Di questo, dovremmo parlare. Trovo vergognosa la mancanza di comprensione di ciò che sta accadendo in Libia».
Cosa non si comprende?
«La Libia è un Paese estremamente frammentato, in guerra, in crisi profonda. Molti migranti che stiamo soccorrendo non volevano partire, ma sono stati spinti a farlo».
Con chi avete a che fare?
«Persone torturate, donne violentate, esseri umani incarcerati senza alcun principio di giustizia. Noi incontriamo questa moderna schiavitù in mezzo al Mediterraneo, dove l’Europa non solo non offre alternative legali e sicure, ma ha creato un vero e proprio vuoto di assistenza».
A cosa si riferisce?
«Al fatto che le posizioni delle navi dell’Ue oggi siano molto distanti dalla zona di maggior pericolo. Presidiano Lampedusa e Malta. Una scelta che sembra quasi palesare la volontà di negare l’assistenza necessaria».
Può fare un esempio concreto?
«Il direttore esecutivo di Frontex sostiene che ci sarebbe un’ampia disponibilità di mezzi navali dell’autorità europea. Ma nel week-end di Pasqua, quando 8500 persone sono state tratte in salvo, non c’era nessuno in quel tratto di mare. Soltanto le Ong».
Vi accusano proprio di questo. Del cosiddetto «pull factor». E cioè di implementare il lavoro dei trafficanti, attirando i migranti con la vostra presenza al confine delle acque territoriali libiche. Cosa risponde?
«Che i migranti sono sempre partiti, non siamo noi ad attirarli. Anzi, è vero il contrario. Quando in mare non c’era nessuno, ci sono stati i grandi naufragi del 2015».
Come pagate l’attività di salvataggio, le navi e il personale?
«Msf è finanziata al 100% da donazioni indipendenti. Tutto ciò che la nostra organizzazione riceve e investe è rendicontato in maniera trasparente».
Fra i vostri finanziatori c’è il magnate George Soros?
«La fondazione Open Society di Soros ha finanziato Msf in occasione del terremoto di Haiti nel 2010. Mai più, dopo quella volta. Quindi non per progetti legati ai soccorsi nel Mediterraneo».
C’è questo nuovo fenomeno delle partenze di massa: quindici gommoni messi in mare in contemporanea. Secondo voi, perchè?
«Immaginiamo che possano esserci delle collusioni fra trafficanti di uomini, milizie e forze della guardia costiera libica. Non c’è altra spiegazione possibile. Non crediamo che in questo contesto ci siano interlocutori affidabili in Libia, nemmeno quelli a cui si rivolge il governo italiano».
Niccolò Zancan
(da “La Stampa”)
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