COSI’ LA DESTRA XENOFOBA ANTI-EUROPEA RIESCE AD AVERE SOLDI DALLA UE: LE RIVELAZIONI DE “LE MONDE”
L’ALLEANZA EUROPEA DEI MOVIMENTI NAZIONALI HA OTTENUTO 2 MILIONI DI EURO… AMMESSA GRAZIE ANCHE ALLA FIRMA DI DUE PARLAMENTARI DI FORZA ITALIA E DI UNO DI FRATELLI D’ITALIA
L’Europa dorata dell’ultra destra, la chiama il quotidiano francese Le Monde.
Che andando a scavare nel mondo dell’estremismo ha scoperto la fonte di soldi dalla quale si abbeverano gli xenofobi: ironia della sorte l’Europarlamento, una delle istituzioni che vorrebbero abbattere insieme al resto dell’Unione europea.
L’Alleanza europea dei movimenti nazionali, altrimenti detta Aemn, è curata da un italiano, Valerio Cignetti, ex Fiamma tricolore.
Società di diritto alsaziano, l’Aemn raggruppa diversi responsabili dell’estrema destra di tutto il continente e dal 2012 è riconosciuta come ‘partito politico europeo’.
Statuto grazie al quale ha incassato pù di un milione e mezzo di euro dal Parlamento di Strasburgo che sommati ai denari presi dalla fondazione associata Identità e tradizioni europee, arriva a 2,2 milioni.
Senza avere mai eletto un parlamentare.
Il trucco consiste nel raccogliere firme di deputati nazionali e regionali di sette Paesi in modo da guadagnare il rango di movimento europeo.
Il presidente di Aemn è Bela Kovacs, eurodeputato ungherese di Jobbik, partito noto per le sue derive antisemite, già al centro di un’inchiesta giudiziaria per spionaggio in favore della Russia.
La compagine per prendere i soldi della Ue ha usato un semplice trucco: ha copiato lo statuto europeista del Partito popolare europeo. Per intenderci, il primo gruppo di Strasburgo, quello della Cdu di Angela Merkel e di Forza Italia.
Un trucchetto elementare per aggirare le regole di Strasburgo, che per finanziare i movimenti europei chiede che questi rispettino i principi dell’Unione, libertà , democrazia rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a partire dallo Stato di diritto.
E la carenza dei controlli rappresenta una falla per l’Assemblea, altrimenti estremamente vigile, su livelli senza uguali nei parlamenti nazionali, su frodi ai fondi dei partiti come quello che sta colpendo il Front National. A Strasburgo ammettono che le regole vanno riviste.
A proposito dei lepenisti, alle origini dell’Aemn c’è proprio il Front, visto che ad averlo fondato nel 2009 è stato Bruno Gollnisch e Jean-Marie Le Pen, che lo hanno abbandonato nel 2013 su richiesta di Marine, impegnata a rifare la facciata del partito in vista della corsa all’Eliseo.
Ha creato una formazione con l’estremista olandese Geert Wilders, che se la giocherà nelle elezioni dei Paesi Bassi del 15 marzo, e con l’Fpචaustriaca che ha sfiorato la presidenza della Repubblica federale: insieme hanno preso 6 milioni di finanziamenti UE in sei anni, ma questo è perfettamente logico avendo un folto gruppo a Strasburgo insieme alla Lega.
Stesso discorso vale per l’Ukip e i suoi alleati, M5S, Partito popolare danese e il vecchio Movimento per un’Europa delle Libertà e della democrazia, chiuso dopo una serie di accuse di frode.
In tutto i partiti anti europei rappresentati all’Europarlamento nel 2017 riceveranno 7 milioni di finanziamenti su un totale di 50.
Spesso l’Europa è l’unica fonte di entrate per i partiti euroscettici e spesso usano i soldi in modo fraudolento, tanto che il Parlamento europeo oltre ad avere chiesto indietro a Marine Le Pen 360mila euro per l’inchiesta che ha toccato la sua guardia del corpo e il suo capo di gabinetto, pagati per lavorare a Strasburgo ma invece impiegati altrove, in tutto al Front ha chiesto la restituzione di 1,1 milioni.
500mila euro invece i soldi che dovrà restituire lo Ukip.
Un caso simile a quello di Aemn arriva dalla Coalizione per la vita e la famiglia fondata dall’associazione cattolica integralista francese Civitas, che ha chiesto mezzo milione di finanziamento a Strasburgo.
La Coalizione è sostenuta discretamente dal Front National e può essere riconosciuta movimento europeo grazie alle firme dei deputati nazionali o regionali di sette nazioni, tra cui Alba Dorata e dal partito neonazista slovacco.
C’è ancora il Front dietro ai nazisti tedeschi e svedesi di Alleanza per la pace e la libertà . Sono sostenuti da Marguerite Lussaud, consigliere regionale della Loira. In questo caso Strasburgo ha potuto chiedere indietro i soldi dopo avere scoperto una manifestazione in Svezia in cui l’Alleanza ha dato sfoggio a saluti romani e canti nazisti.
Tra i 36 deputati nazionali e regionali che hanno firmato per dare sostegno ai movimenti nazionalisti di estrema destra che hanno potuto accedere ai fondi UE pur senza avere eletti, ci sono anche tre italiani.
Secondo Le Monde si tratta di Franco Cardiello e Daniela Ruffino di Forza Italia e Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia.
(da “La Repubblica”)
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