DA ROMA A MILANO, SOVRANISTI IMPANTANATI SUI CANDIDATI SINDACI
SALVINI CERCA UNA TERZA VIA TRA BERTOLASO E ROCCA PER IL CAMPIDOGLIO… FDI DICE CHE NON HA MAI FATTO IL NOME DI ROCCA… NON C’E’ SOLUZIONE NEANCHE A TORINO E MILANO… E A NAPOLI IL MAGISTRATO MARESCA VUOLE AUTONOMIA DAI PARTITI… POTREBBE ARRIVARE L’AIUTINO DEL RINVIO DEL VOTO A SETTEMBRE
Sulle comunali 2021 nel centrodestra è stallo, e non sarà di breve durata. A certificarlo è Matteo Salvini, che fotografa la situazione di Roma: “Da una parte c’è Guido Bertolaso per Forza Italia, dall’altra Francesco Rocca (il presidente della Croce Rossa italiana, ndr) per FdI. Io cerco un’altra ipotesi”.
Poco dopo, però, sul “Tempo” Francesco Storace taglia corto: “Non si capisce perchè i media – o alcuni soggetti interessati a creare zizzania – continuino ad attribuire alla Meloni volontà di candidare Rocca. La sua candidatura semplicemente non c’è, come egli stesso ha detto con grande garbo e gratitudine alla presidente di Fdi”.
Insomma, parte un altro giro di giostra. Con buona pace delle promesse del centrodestra di ufficializzare i candidati comuni per tutti i capoluoghi — Torino, Milano, Bologna, Napoli – entro la prima decade di dicembre.
Deadline peraltro già più volte rinviata e ormai scaduta. Non se ne riparlerà prima di metà gennaio.
Motivazioni ufficiali: la manovra, la verifica, il recovery fund. In realtà , dietro c’è il solito refrain: la competizione per la leadership interna, il braccio di ferro.
Nelle logiche di coalizione, il Capitano aveva “barattato” la corsa di Bertolaso per il Campidoglio, fortemente spinta da Silvio Berlusconi, con un nome in quota leghista per Milano (in lizza alcuni esponenti della società civile).
E Giorgia Meloni sembrava avere infine digerito l’ex capo della Protezione Civile, con l’idea di giocarsi la partita per la Pisana in caso di entrata al governo di Nicola Zingaretti. L’accordo sembrava a un passo dalla luce verde. E invece.
In poche settimane, la situazione si è impantanata.
Prima i dissidi tra Berlusconi e Salvini, ricomposti con una “voglia di centralità ” per il leader leghista che non si è ancora placata. E a ricasco, le frizioni tra azzurri e padani sui territori.
Poi, la minaccia di una crisi di governo di fine anno che ha spostato il focus di tutti. E’ successo inoltre che a Torino una parte di Forza Italia ha frenato sull’imprenditore Paolo Damilano, nome in quota salviniana ma benedetto dal governatore Alberto Cirio, a favore della deputata Claudia Porchietto.
Piccolo sgarbo, irritazione della Lega. Così, si ricomincia.
Solo a Napoli si va verso la scelta unitaria del magistrato anti-camorra Catello Maresca, che però se accettasse vorrebbe marcare la sua autonomia dai partiti e dunque la discussione sui simboli nelle liste non è ancora chiusa.
Va detto che nel campo avverso non va meglio. Per il centrosinistra il Campidoglio ha l’aspetto di un buco nero. Anche il Pd è in panne. La raffica di no dei big veri o sognati (Paolo Gentiloni, David Sassoli, il ministro Gualtieri, il presidente di Sant’Egidio Andrea Riccardi). Poi l’assoluzione di Virginia Raggi che polverizza ogni ipotesi di candidato comune con i Cinquestelle (i rumors parlavano del viceministro alla Salute Sileri) infilando i Dem in una tenaglia: allontanarsi da Carlo Calenda, inviso ai grillini, e cercare disperatamente un nome forte.
Un puzzle difficile da comporre, che tanto a destra quanto a sinistra spera in un aiuto: il rinvio delle Comunali a settembre a causa della situazione pandemica e della campagna vaccinale che sarà in pieno corso a primavera.
Fonti governative fanno sapere che il dossier non è ancora aperto, che le attuali priorità sono (ben) altre e che quando si è deciso di votare per le Regionali di settembre il virus era affatto debellato. Tutto è possibile: dipenderà dalla fatidica curva dei contagi, dall’indice Rt e dal piano organizzativo delle vaccinazioni. E i partiti aspettano e sperano.
(da “Huffingtonpost”)
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