DEMOCRAZIA PUTINIANA: MINACCIATI DI MORTE PER AVER RACCONTATO L’ORRORE DEGLI OMOSESSUALI CECENI
LA DENUNCIA DI NOVAYA GAZETA: “APERTI INVITI A COMMETTERE VIOLENZA CONTRO I GIORNALISTI”
Minacciati di morte per aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale la drammatica storia della campagna di persecuzione contro gli omosessuali in Cecenia. Lo ha dichiarato il giornale d’inchiesta Novaya Gazeta in un comunicato stampa: “Preoccupano la redazione non solo per l’incolumità dei singoli giornalisti, ma per quella di tutto il suo personale”.
Nel testo, si racconta che il 3 aprile, esattamente tre giorni dopo la pubblicazione della storia, nella moschea centrale di Grozny – la capitale della Cecenia – si è tenuta una riunione d’urgenza di “studiosi islamici e leder dell’opinione pubblica” locale. Secondo dati ufficiali, erano presenti 15.000 persone e durante incontro Adam Shakhidov, consigliere del capo della repubblica cecena Ramzan Kadyrov, ha accusato pubblicamente la Novaya Gazeta di diffamazione, dichiarandola “nemico della nostra fede e della nostra patria”.
Il discorso è stato diffuso dai media locali ed è stato molto condiviso su internet.
Al termine della riunione è stata adottata una risoluzione nel cui testo – denuncia sempre la Novaya – sono contenuti “inviti aperti e diretti a commettere violenza”.
“E’ chiaro che questa risoluzione incoraggia i fanatici religiosi contro i giornalisti”, fa notare il giornale, denunciando un “aumento del livello di violenza nella repubblica cecena, negli ultimi tre anni”; fenomeno che, a detta del giornale, è legato alla “mancanza di un’indagine completa” sull’omicidio dell’ex vice premier e oppositore Boris Nemtsov, i cui mandanti non sono ancora stati individuati e consegnati alla giustizia.
“La reazione al lavoro giornalistico, espressa nell’incontro alla moschea centrale è inaccettabile per una società civile. Chiediamo alle autorità di fare tutto il possibile per evitare azioni volte a incitare odio e inimicizia nei confronti dei giornalisti, che svolgono il loro dovere professionale”.
Ad oggi una cortina di silenzio impenetrabile circonda la Cecenia su quanto denunciato dalla testata.
Come fa notare la Novaya, le autorità russe non hanno ancora preso misure per accertarsi sulle persecuzioni in corso in Cecenia.
(da “Huffingtonpost”)
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