DIECI SOPRAVVISSUTI FRA CUI QUATTRO BAMBINI. CINQUE ANCORA DA ESTRARRE
LE RICERCHE PROSEGUIRANNO ANCHE STANOTTE
Ci sono almeno dieci sopravvissuti al disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una slavina di neve e detriti mercoledì.
Lo conferma quando cala il buio, dopo ore in cui le cifre sono state più volte annunciate e smentite, il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio: «Giornata complicata ma non priva di elementi positivi. Cinque persone estratte dall’Hotel Rigopiano, una donna e 4 bambini, 5 le altre persone individuate da estrarre».
Hanno resistito a freddo e paura per oltre due giorni, protetti da un solaio nella zona dove c’erano il bar e la sala biliardo.
La famiglia salva
Trasportati nel nosocomio, Adriana Vranceau e Gianfilippo Parete, moglie e figlio di Giampiero Parete, uno dei due sopravvissuti insieme al tecnico Fabio Salzetta che si trovata nel piazzale al momento del crollo e ha dato l’allarme.
Li ha riabbracciati fra le lacrime. Sono stati loro i primi due a essere tirati fuori dai soccorritori. Salva anche l’altra figlia di Parente, Ludovica: i vigili del fuoco hanno annunciato con un tweet di avere recuperato lei e gli altri due bambini che risultavano fra i dispersi, Samuele Di Michelangelo e Edoardo Di Carlo.
«Le condizioni fortunate che hanno permesso ai superstiti di restare vivi sono state l’avere a disposizione abbigliamento pesante e non essere stati a contatto con la neve perchè la struttura, seppur parzialmente crollata, li ha protetti» ha detto Tullio Spina, il primario della rianimazione dell’ospedale di Pescara.
Le due vittime accertate
Intanto sono state stato identificate le due vittime accertate del disastro: Alessandro Giancaterino, fratello dell’ex sindaco di Farindola, capo cameriere del resort, e Gabriele D’Angelo, cameriere.
Estratti vivi madre e figlio dall’hotel
«È stato bellissimo il momento in cui li abbiamo trovati. Erano contentissimi e ci hanno abbracciato». Così il vice brigadiere della Finanza, Marco Bini, ha raccontato l’emozione del primo contatto con i superstiti tirati fuori. Le ricerche procedono con la speranza di individuare ancora qualcuno, con l’aiuto dei cani, ma in condizioni estreme, per il timore di crolli o di nuove slavine: «Speranza ne abbiamo sempre avuta – ha detto Titti Postiglione, direttrice dell’Ufficio emergenze della Protezione Civile – è la speranza che però in ogni attività di soccorso si affievolisce man mano che passa il tempo».
Un buco nella neve, strada verso superstiti
Un buco profondo nella massa di neve, a monte dell’area piscina e Spa che è l’unica zona dell’albergo non sepolta completamente dalla valanga. Una sorta di tombino aperto nel ghiaccio è la «strada» che porta i soccorritori verso i superstiti dell’hotel Rigopiano, e che tuttora è la via seguita per portarli fuori, come hanno testimoniato le immagini del piccolo Parete abbracciato dai vigili del fuoco.
È stata individuata non a caso, hanno spiegato i soccorritori, ma studiando le mappe dell’hotel e cercando di capire, anche in base alle indicazioni di chi conosceva bene il resort, dove sarebbero potuti essere riuniti il maggior numero di clienti e di personale. Una scelta «soggettiva» che si è aggiunta all’utilizzo dei cani da valanga e degli altri strumenti tecnologici di indagine.
L’attività di ricerca procede senza sosta: i soccorritori stanno operando in una situazione particolarmente delicata per estrarre le persone individuate, evitando che le travi dei solai che hanno retto lo schianto della valanga possano ora cedere: dunque si lavora con estrema cautela. In prima fila stanno operando i vigili del fuoco, conducendo un’azione con personale esperto e specifici mezzi.
(da “La Stampa”)
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