DITELO A SALVINI, C’E’ UN’ALTRA RIACE IN ABRUZZO, SI CHIAMA MONTESILVANO E IL SINDACO E’ DI CENTRODESTRA: “GLI IMMIGRATI SONO UN VALORE AGGIUNTO”
LA CITTADINA E’ UN MODELLO DI INTEGRAZIONE, RICONOSCIUTO DAI MEDIA STRANIERI, GRAZIE A PICCOLE STRUTTURE CHE NON CREANO GHETTI… ANCHE A DESTRA NON TUTTI HANNO PORTATO IL CERVELLO ALL’AMMASSO
L’integrazione dei migranti, il considerarli come un valore aggiunto e non un pericolo imminente o un problema.
L’idea e la pratica di una società aperta, in controtendenza rispetto alla tossica retorica dell’allarme invasione dei sacri confini nazionali da serrare col lucchetto.
Oltre a Riace esistono anche altri modelli virtuosi da prendere a esempio, e non stupisce che se ne accorgano prima altrove.
«Le città europee devono reagire! Barcellona con Riace!” ha esclamato qualche giorno fa Ada Colau, sindaco della metropoli spagnola, che si è schierata contro l’arresto del sindaco calabro Domenico Lucano, colpevole di aver ripopolato un borgo in via di estinzione nel nome dell’accoglienza.
«A Montesilvano, una cittadina abruzzese di 55 mila abitanti, 500 immigrati sono stati accolti con lo strumento degli Sprar e tutti loro godono di formazione e istruzione, a cominciare dai bambini» ha scritto invece l’agenzia di stampa France Press, in un articolo che sta facendo il giro del mondo.
Nel servizio, firmato da Fanny Carrier, Montesilvano è indicata come un prototipo vincente per l’abbattimento di ogni ghetto etnico e l’inclusione di extracomunitari molto spesso in fuga da guerre e odissee indicibili.
«L’arresto di Lucano è immediatamente successivo al disegno di legge sulla sicurezza e l’immigrazione del ministro dell’interno Matteo Salvini, che vuole ridurre i piccoli progetti di immigrazione ispirati al modello Riace e raggruppare tutti i richiedenti asilo nei grandi centri» scrive la giornalista francese, che poi aggiunge: «Il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, ha invece sostenuto la chiusura di due mega-centri vicini (“due ghetti”) e l’inaugurazione di strutture più piccole».
I risultati si sono visti subito: «le persone hanno iniziato a percepire gli stranieri non più come un problema, ma come un valore aggiunto: oggi hanno di fronte persone che mettono la loro opera a servizio della comunità che li ospita» ci spiega il primo cittadino, eletto in una coalizione di centrodestra.
Per decenni ritenuta un po’ un satellite-dormitorio della vicinissima Pescara, grazie anche alla spinta propulsiva dei migranti se indirizzati sui binari giusti,
Montesilvano sta rifiorendo. «Il mio Comune è un modello di gestione oculata dei migranti, e sono felice che se ne siano accorti i media internazionali — ci dice ancora Maragno -. Siamo passati dai Cas (grandi centri di accoglienza straordinaria), con flussi illimitati di migranti sui quali non avevamo voce in capitolo e che avevano provocato qualche problema in materia di ordine pubblico, ai cosiddetti Sprar, “sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”. Già l’anno scorso il nostro progetto era stato valutato dall’ex ministro dell’Interno Minniti come il più corposo e articolato a livello nazionale. Grazie a queste piccole strutture, gestite direttamente dal Comune, la situazione è mutata radicalmente. e in meglio».
Evitando gli assembramenti-monstre precedenti, che per Salvini dovrebbero diventare la norma, la vivibilità di questa località balneare sta così migliorando.
«I migranti sono accolti all’interno di cinque strutture, volutamente diffuse su tutto il territorio per scongiurare concentrazioni pericolose e ghettizzanti e consentirne la piena integrazione».
Centinaia di migranti, prima “balcanizzati” e allo sbando, sono stati impiegati in numerose attività di rilevanza pubblica, in lavori socialmente utili come la cura e la manutenzione della spiaggia per i diversamente abili, dei servizi cimiteriali e del verde.
Ci hanno guadagnato loro, gli stranieri, che si sono sentiti finalmente utili e calati nel contesto urbano in cui vivono, non più individui di terza classe («persone, non più numeri» annota il sindaco); ci hanno guadagnato tantissimo i cittadini di Montesilvano, sia in termini di vivibilità che di (ri)apertura mentale.
Pure qui, come a Riace, sebbene da posizioni politiche differenti, ha preso piede una bella comunità allargata. In centri come Montesilvano (o come Prato, in Toscana) la concretezza delle giornate quotidiane parla ormai una lingua decisamente differente. Merito delle energie e dei sentimenti che si sono messi in moto.
Merito di un soprassalto di intelligenza politica nell’interesse di tutti.
«Se mi sento minacciato, dopo l’arresto di Mimmo Lucano? Assolutamente no. Abbiamo ottenuto in questo lungo e difficile percorso l’apprezzamento dei cittadini, che hanno compreso in pieno tutti i vantaggi che lo Sprar ha prodotto sulla loro qualità della vita».
(da “L’Espresso“)
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