DOPPIA RECESSIONE PER L’ITALIA, ECONOMICA E DEMOGRAFICA: L’ISTAT FOTOGRAFA UN PAESE IMPAURITO
LE OPINIONI DI COTTARELLI E DE MASI: “SOLO L’IMMIGRAZIONE CI SALVERA’”
Sempre più poveri, sempre più vecchi. E sempre di meno.
Il Rapporto Annuale dell’Istat descrive l’Italia come un Paese che corre il rischio, concreto, di una nuova decrescita economica e che si trova al centro di un’emorragia demografica inarrestabile. E, di conseguenza, con un futuro incerto. E, di conseguenza, con un futuro incerto. È il ritratto di una società impaurita, con poche prospettive, che rischia – come ha accennato anche il presidente dell’Istituto di Statistica nella presentazione del Rapporto – di doversi limitare a vivacchiare guardando al presente, data la nebbia che avvolge l’avvenire.
E che, di conseguenza, costituisce terreno fertile per un tipo di narrazione politica che gioca sulla paura: quella che vede i migranti – che pure, stando al rapporto, sono gli unici in grado di invertire la tendenza – come un pericolo e invita gli italiani a fare più figli per cambiare la tendenza. Ma quella che è stata finita “doppia recessione” è un fenomeno complesso. E a risolverlo non basteranno promesse elettorali, nè misure di breve periodo.
La possibilità che il Pil torni a calare nel secondo trimestre dell’anno – così come ipotizzato dall’Istituto nazionale di statistica – genera inquietudine, ma c’è un dato che riassume meglio di tutti la prospettiva di un Paese che non cresce, da nessun punto di vista. Se la tendenza non sarà invertita nel 2050 la popolazione italiana diminuirà di 2,2 milioni. Tradotto: 6 milioni di unità di forza lavoro mancanti.
Lo scenario è quello di un Paese in cui i giovani saranno sempre di meno e aumenteranno gli anziani. “In un contesto simile sorgerebbero due ordini di problemi – spiega Carlo Cottarelli ad Huffpost – uno è puramente numerico: con meno persone che lavorano il Pil è più basso. L’altro è un problema di produttività , che dipende dalla struttura demografica della popolazione. In una società dove ci sono più giovani l’economia cresce più rapidamente”.
C’è poi la questione delle pensioni: “Nella storia dell’umanità i giovani aiutano gli anziani. Ma se questi ultimi quando erano giovani hanno scelto di non avere figli, non avranno i giovani che alimenteranno le loro pensioni. Sarà un problema serio, ma in verità lo è già adesso. Se non cambia qualcosa sarà sempre peggio. Mi sento di dire che le politiche di questo governo non ci aiuteranno a cambiare situazione, sia dal punto di vista demografico che da quello economico. Anzi, corriamo il rischio di ritrovarci in una situazione simile a quella che l’Italia ha vissuto nel 2011/2012”.
Quanto alla bassa natalità , gli unici a invertire la tendenza sono gli stranieri.
Se la curva della popolazione non ha avuto una flessione più drastica è grazie a loro: “Non va ignorato che la crescita della popolazione italiana degli ultimi vent’anni è avvenuta unicamente grazie all’aumento della componente di origine straniera”, ha detto Blangiardo alla presentazione del lavoro.
Anche per Cottarelli la presenza di stranieri in Italia può essere d’aiuto tanto all’economia quanto alla demografia che, in un contesto del genere, sono strettamente collegati: “L’immigrazione regolare può risolvere il problema, certo. Ma sappiamo che per vari motivi questo crea tensioni. Del resto, una delle ragioni per cui la Lega ha preso tanti voti è la paura dell’immigrazione irregolare. È, per certi versi, il timore di un cambiamento che avviene molto rapidamente”.
Gli stranieri hanno dato un contributo fondamentale per arginare l’emorragia di nuovi nati nel Paese.
Il professor Cottarelli ride della proposta di Matteo Salvini di ridurre la pressione fiscale: “E con quali soldi? – si chiede – non è neanche una misura mirata alla natalità . Il problema grosso dell’Italia è il debito pubblico. Noi spendiamo il 3,7% del Pil (70 miliardi) per pagare gli interessi sul debito. Questi soldi gli altri Paesi li usano per altre misure, comprese quelle che riguardano la demografia”.
I dati sull’invecchiamento della popolazione sono chiari. Ma l’Italia non è la sola a trovarsi in questa situazione. Cambia, però, il modo in cui il problema viene affrontato. Per il professor Domenico De Masi, sociologo del Lavoro, anche in questo caso incide la gestione dell’immigrazione:
”È un andamento di tutti i Paesi ricchi. Gli altri hanno però pensato di compensare la minore presenza di ‘indigeni’ con gli immigrati”, dice ad HuffPost. L’idea che, alla luce di questi dati, gli italiani siano invitati a fare più figli lo fa sorridere: “Salvini dice che bisogna avere più figli? – afferma – ma se prima che un nuovo nato diventi forza lavoro devono passare almeno 20 anni. Il problema della carenza di giovani è, invece, attuale. E si può risolvere solo con gli immigrati”.
Per De Masi un’analisi demografica che si fermi all’Italia è miope: bisogna estendere lo sguardo al mondo intero: “In Italia in futuro la popolazione diminuirà , è vero, ma se guardiamo il dato globale ci accorgiamo che nel mondo, entro 10 anni, saremo un miliardo in più”. R
agionando in questi termini, per De Masi, il problema non si pone. Basta lasciare alle persone la possibilità di spostarsi da un Paese all’altro: “Per fortuna la situazione complessiva è tale che possiamo compensare le denatalità con le migrazioni. Ed è questo che Salvini non capisce”.
(da “Huffingtonpost”)
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