ECCO LA PASIONARIA CHE TIENE UNITA LA SPAGNA E CHE GLI INDIPENDENTISTI CATALANI ODIANO
INES ARRIMADOS GARCIA, 36 ANNI, GUIDA L’OPPOSIZIONE NEL PARLAMENTO CATALANO … LA LEADER DI CIUDADANOS: “SONO SPAGNOLA, CATALANA ED EUROPEA”
Nelle vicende spagnole seguite al referendum per l’indipendenza in Catalogna dello scorso primo ottobre, quello di Inès Arrimadas Garcia non è il primo volto che viene in mente al pubblico italiano.
Eppure Arrimadas è una delle protagoniste della lotta a sostegno dell’unità del Paese.
A 36 anni guida l’opposizione all’indipendenza nel Parlamento della Catalogna e da mesi si distingue per le parole forti contro il presidente catalano Carles Puigdemont.
“Lei è solo, non avete sostegno”, ha detto a Puigdemont dopo il suo discorso del 10 ottobre. Già a metà settembre, aveva proposto una mozione di censura per il capo della Generalitat, non presentata per il mancato sostegno di tutti i partiti d’opposizione.
Nota per il suo volto da attrice, Arrimadas è stata eletta con la formazione di orientamento liberale Ciudadanos, guidata da un altro politico di belle apparenze, Albert Rivera.
La sua carriera è stata rapida: nel 2011 accompagna un collega a un incontro del partito e resta affascinata da quello che sente. Nel 2012 viene eletta al Parlamento catalano e nel 2015 diventa portavoce e presidente del gruppo di Ciudadanos.
Ha una storia personale divisa fra due appartenenze.
È nata a Jerez de la Frontera, vicino Cadice, in Andalusia ma dal 2006 vive in Catalogna e ne ama la lingua e la cultura. Avvocato, ha studiato legge all’università di Siviglia. I suoi genitori sono originari di Barcellona e ha sempre tifato per il Barà§a. Ma di indipendenza non vuole proprio sentir parlare.
Tanto da essere riuscita anche a convincere il marito Xavier Cima, ex deputato del partito indipendentista Convergenza Democratica di Catalogna, a ritirarsi dalla politica.
Almeno, così si dice in Spagna, anche se gli interessati non hanno mai parlato in pubblico dell’argomento.
Inès Arrimadas Garcia vede nell’indipendenza una perdita economica grave per la Catalogna, con la fuga di imprese e banche e la possibile diminuzione di posti di lavoro. Sul suo account Twitter ha sottolineato le partenze di CaixaBank e Aguas de Barcelona e dell’industria simbolo della regione Codornìu, storica casa produttrice di vino.
Odia il nazionalismo perchè lo ritiene per natura aggressivo in quanto per avere successo ha bisogno di crearsi un nemico esterno.
È critica verso le politiche del governo spagnolo degli ultimi anni. Il primo ministro Mariano Rajoy, con il quale Ciudadanos ha stretto un patto su alcuni punti di programma dopo le elezioni nazionali del 2016, non ha promosso le riforme con il vigore necessario. Sono mancati in particolare provvedimenti per migliorare il funzionamento della giustizia e per sviluppare le infrastrutture e i cittadini sono rimasti scontenti.
Questo, secondo Arrimadas, ha scatenato una frustrazione collettiva che in Catalogna si è espressa attraverso le richieste di indipendenza ma è sentita in tutta la Spagna.
“Se parlassimo di istruzione, salute, lotta alla corruzione, tutto il Paese sarebbe d’accordo”, ha detto al giornale interviù.
Anche il sistema sanitario dovrebbe essere cambiato, in senso più unitario. Arrimadas ricorda spesso di quando si trasferì in Catalogna dall’Andalusia e non poteva a usare la sua tessera sanitaria perchè il chip era diverso.
Come Albert Rivera si proclama spagnola, catalana e europea. Come Rivera, nei giorni dopo il referendum ha ricevuto minacce di morte sui social network e su diversi graffiti apparsi sui muri di Girona e di altre città .
In Catalogna Ciudadanos ha più sostegno che a livello nazionale. Dopo le ultime elezioni del 2015 le liste indipendentiste Junts pel Sì con 61 seggi e l’ala di sinistra Cup con 10 seggi hanno la maggioranza assoluta, ma Ciudadanos è il primo fra gli altri partiti, con 25 seggi, più dei 16 del partito socialista e degli 11 dei popolari.
Nello stallo politico seguito al discorso sull’indipendenza di Puigdemont, i centristi sono stati la prima forza a parlare di elezioni anticipate nella comunità autonoma, considerate il modo più pulito per alleviare il conflitto attraverso il cambiamento degli interlocutori. Uno dei motivi dietro questa posizione sarebbe che la loro candidata Arrimadas ha rafforzato la sua posizione rispetto al 2015 e gode del favore di molti catalani, come dimostrato dal sostegno ricevuto durante la manifestazione degli unionisti a Barcellona.
(da “L’Espresso”)
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