CATALOGNA, IL GOVERNO DI MADRID: AL VIA COMMISSARIAMENTO, ELEZIONI ENTRO SEI MESI
“DISOBBEDIENZA RIBELLE, SISTEMATICA, CONSAPEVOLE”… LE MISURE DECISE PER RIPRENDERE IL CONTROLLO DELLA REGIONE
Alla presenza di tutti i ministri del suo governo, Mariano Rajoy ha annunciato la decisione di applicare, per la prima volta nella storia della Spagna, l’articolo 155 della Costituzione.
“Non era nostro desiderio ma nessun governo può accettare che la legge venga violata”, ha spiegato il premier spagnolo che ha poi aggiunto: “Una situazione dovuta alla scelta da parte della Catalogna di cercare lo scontro avviando un processo unilaterale e illegale. Hanno obbligato così il governo ad accettare un referendum indipendentista che il governo non poteva accettare”.
Quattro gli obiettivi della scelta: “Tornare alla legalità , recuperare la normalità e la convivenza, continuare con la ripresa economica e andare a nuove elezioni in Catalogna”.
E la prima misura richiesta al Senato per l’applicazione dell’articolo riguarda proprio il raggiungimento delle elezioni in Catalogna che, secondo la volontà del governo, dovrebbero avvenire entro un massimo di sei mesi.
“Intendiamo richiedere al Senato, come previsto dall’art. 155, di autorizzare il governo ad adottare queste decisioni: procedere alla rimozione del capo della Generalitat, dei consiglieri e dei vicepresidenti che formano il governo della Catalogna”.
“Il parlamento della Catalogna eserciterà la sua funzione rappresentativa ma per garantire che tutto avvenga nella legalità non può proporre nessun candidato alla Generalitat”.
E ha poi concluso: “Con queste iniziative non si sospende l’autonomia nè l’autogoverno della Catalogna ma si sospendono le persone che hanno messo la Catalogna fuori dalla legge”.
In sintesi sono quattro le misure richieste:
– La facoltà di sciogliere il Parlamento della Catalogna passa al presidente del Governo. Verranno convocate nuove elezioni entro un massimo di sei mesi.
– Si chiede al Senato l’autorizzazione di destituire il presidente Carles Puigdemont e il suo governo; l’esercizio delle loro funzioni verrà assunto dai ministeri corrispondenti.
– La Generalitat continuerà a funzionare e a svolgere l’amministrazione ordinaria della comunità autonoma.
– Il Parlament manterrà la sua funzione rappresentativa ma non potrà proporre il candidato alla Generalitat, nè portare avanti iniziative contrarie alla costituzione o al Estatut.
LE REAZIONI
Il governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, rilascerà una dichiarazione ufficiale alle 21, intanto ha deciso di partecipare alla manifestazione indetta per oggi dal gruppo di associazioni Mesa por la Democracia per chiedere la scarcerazione dei due leader indipendentisti Jordi Sanchez di Asamblea nacional catalana (Anc) e Jordi Cuixart di Omnium Cultural.
Alla notizia delle misure prese dal governo di Rajoy è ferma la reazione del partito Catalunya en Comu del sindaco di Barcellona Ada Colau che ha denunciato “l’offensiva autoritaria contro tutta la Catalogna” e un “grave attacco” ai diritti e alle libertà fondamentali.
“Siamo un solo popolo contro l’oppressione ora dobbiamo rappresentare a livello politico questa unità “, ha aggiunto.
Intanto Podemos, attraverso il numero due del partito viola Pablo Echenique, si dichiara “sotto shock” davanti alla “sospensione della democrazia non solo in Catalogna ma anche in Spagna”.
“E’ il peggior attacco del secolo” replica il Pdecat, il partito del presidente Carles Puigdemont, che con la coordinatrice Marta Pascal spiega: “A Madrid dicono che non vogliono l’indipendenza, ma solo loro che oggi si sono resi indipendenti dal popolo di Catalogna”. Per il deputato Josep Lluis Cleries la misura è “un colpo di Stato contro il popolo della Catalogna, misure che sanno di franchismo, è un ritorno al 1975”. Il leader di Ciudadanos Albert Rivera ha chiesto che elezioni siano convocate in Catalogna sotto commissariamento di Madrid il 28 gennaio.
COSA SUCCEDE ADESSO
Le misure decise dal governo verranno trasmesse a una commissione del Senato, che si riunisce oggi stesso. Questa commissione deciderà i tempi della seduta plenaria del Senato, che deve decidere a maggioranza assoluta.
Il voto è previsto per il 27 ottobre, venerdì, ed entrare in vigore già da sabato 28. Questo non esclude che il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, possa sciogliere il parlamento catalano e convocare le elezioni.
Con il voto, il governo di Puigdemont e lo stesso capo della Generalitat saranno ufficialmente destituiti. Le questioni catalane verranno avocate dai ministri competenti per i diversi settori.
Inoltre Madrid potrà convocare elezioni anticipate per la Catalogna. Inoltre l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione spagnola implica che il governo di Madrid, o l’organo che designerà , assumerà il comando dei Mossos d’Esquadra e consentirà all’esecutivo di destituire o nominare i responsabili delle emittenti TV3 e Catalunya Radio per garantire un’informazione vera e rispettosa del pluralismo politico.
È quanto emerge dal documento approvato dal Consiglio dei ministri.
IL TESTO DELL’ART.155
“Se una Comunità Autonoma non compie gli obblighi che le impongono la Costituzione o altre leggi, o agisce in forma che attenti gravemente all’interesse generale della Spagna, il Governo dopo avere interpellato il Presidente della Comunità Autonoma e nel caso in cui non ne conseguano risultati, con l’approvazione a maggioranza assoluta del Senato, potrà adottare le misure necessarie per poterla obbligare al compimento forzoso di tali obblighi o per la protezione dell’interesse generale. Per l’esecuzione delle misure previste nel precedente capoverso il Governo potrà dare istruzioni a tutte le autorità delle Comunità Autonome”.
LE MOTIVAZIONI DI MADRID
Per il governo spagnolo il president catalano Carles Puigdemont si è reso responsabile di una “disobbedienza ribelle, sistematica e consapevole” degli obblighi previsti dalla legge e dalla costituzione e ha “gravemente attentato” all’interesse generale dello stato. Lo affermano le motivazioni della richiesta di attivazione dell’articolo 155.
L’obiettivo dell’applicazione dell’articolo 155, si spiega in un documento di undici pagine diffuse dal governo durante la riunione straordinaria del Consiglio dei ministri durata oltre due ore, è quello di “ripristinare la legalità costituzionale e statutaria, assicurare la neutralità istituzionale, mantenere il benessere sociale e la crescita economica e assicurare i diritti e le libertà di tutti i catalani”.
Inoltre “le pretese secessioniste stanno già causando un serio peggioramento del benessere sociale ed economico” in Catalogna, denuncia sempre il documento dell’esecutivo di Madrid che ricorda poi come il governo di Carles Puigdemont ha rifiutato di rispondere una prima volta lunedì scorso e una seconda volta due giorni fa alla richiesta di chiaririmenti sulla proclamazione di indipendenza della regione.
Cosa prevede l’articolo 155 della Costituzione spagnola
Prima di oggi, la legge in questione presente nella Carta costituzionale iberica non era mai stato applicato. La norma recita testualmente: “Se una Comunità Autonoma non compie gli obblighi che le impongono la Costituzione o altre leggi, o agisce in forma che attenti gravemente all’interesse generale della Spagna, il Governo dopo avere interpellato al Presidente della Comunità Autonoma e nel caso in cui non ne conseguano risultati, con l’approvazione a maggioranza assoluta del Senato, potrà adottare le misure necessarie per poterla obbligare al compimento forzoso di tali obblighi o per la protezione dell’interesse generale. Per l’esecuzione delle misure previste nel precedente capoverso il Governo potrà dare istruzioni a tutte le autorità delle Comunità Autonome“. Secondo la stampa spagnola con l’attivazione dell’articolo 155 della costituzione, il governo spagnolo potrebbe decidere la destituzione di parte o di tutto l’esecutivo catalano del presidente Carles Puigdemont. El Pais, in particolare, scrive che sul tavolo del consiglio dei ministri ci sono due opzioni: la sostituzione del presidente Puigdemont e dei ministri dell’economia e degli interni, o di tutto l’esecutivo
Secondo un sondaggio Gesop pubblicato da El Periodico il 68,6% dei catalani è favorevole alla convocazione di elezioni per uscire dall’attuale crisi istituzionale, mentre il 66,5% è contro un commissariamento della regione da parte di Madrid con l’attivazione dell’art.155.
Alla domanda su che cosa dovrebbe fare ora il presidente Carles Puigdemont, il 29,3% risponde chiedendo la proclamazione immediata dell’indipendenza, il 24,8% la rinuncia all’indipendenza e il 36,5% un ritorno alle urne per evitare il commissariamento.
(da agenzie)
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