ECO-RISSA: L’ECOTASSA SULLE AUTO SPACCA M5S E LEGA
LAURA CASTELLI: “E’ NEL CONTRATTO DI GOVERNO”
Il blitz notturno sull’ecotassa è fallito e si è trasformato nell’ennesimo scontro tra Matteo Salvini che non ne vuole sapere, “con i voti della Lega non passerà mai una nuova tassa sull’auto a benzina”, e gli M5s che invece con Laura Castelli sostengono il tema sia nel contratto di governo.
Nello stesso tempo però Luigi Di Maio è costretto a promettere modifiche. La confusione nel governo è tanta.
La storia è questa.
In commissione Bilancio alla Camera due sere fa i deputati grillini hanno inserito, in un emendamento sulla pesca, l’ecotassa per chi acquista auto con carburanti inquinanti e un bonus per chi compra macchine elettriche.
In calce c’erano le firme della Lega poichè originariamente si parlava di pesca.
La proposta è passata ma in meno di ventiquattro ore è stata disconosciuta dal Carroccio che nel frattempo ha ricevuto una pioggia di telefonate dai concessionari del Nord allarmati dal calo delle vendite per non parlare dei costruttori: Fca per esempio ha già subito un calo in borsa.
Matteo Salvini ha fermato tutto dicendo che per quanto gli riguarda il bonus per chi acquista auto elettriche va bene ma non va tassato chi decide di comprare una macchina a benzina: “Sono assolutamente contrario ad ogni tassa nuova sulle auto che sono già tra le più tassate d’Europa”.
Il viceministro all’Economia Laura Castelli replica al leader leghista tirando dritto: “L’ecotassa resta”. Anche perchè attraverso la tassa si finanzia il bonus che ammonterebbe a 300milioni per tre anni.
L’esponente M5s chiarisce che “non inciderà su chi ha auto vecchie”, su chi cioè le ha già acquistate “nè su chi compra auto sotto una certa cilindrata. Peraltro — conclude – è nel contratto di governo”.
Il contratto di governo in realtà non parla di ecotassa. Il capitolo 4, dedicato all’Ambiente, green economy e rifiuti zero, è piuttosto generico e alla fine si legge: “Anche al fine di prevenire misure sanzionatorie da parte dell’Unione Europea prevediamo misure volte all’adeguamento degli standard di contrasto all’inquinamento atmosferico secondo le norme in vigore”. Non vengono però indicate ricette e soluzioni.
Che la novità sia il frutto del lavoro dei 5Stelle lo ha raccontato anche il sottosegretario M5s Michele Dell’Orco: “Da settembre insieme a Davide Crippa ci stavamo lavorando. Vi assicuro che non è stato semplice, tra burocrazia e politica”. Ma Di Maio in un facebook live è costretto alla retromarcia e assicura modifiche dopo le polemiche: “Ho ricevuto tantissime telefonate dalle case costruttrici e dai consumatori. Li incontrerò attorno a un tavolo”.
Quindi Crippa ipotizza novità : “Un tetto per non finanziare auto di superlusso, visto che qualcuno può fare a meno dei 6mila euro” e si potrebbe anche “vedere come modificare il range della fascia di auto che non prevede nè bonus nè malus”. In pratica diminuendo la parte “malus” scenderà anche quella “bonus”.
Per il momento, la proposta approvata, prevede questo funzionamento: dal 1 gennaio 2019 e per i successivi tre anni – spiegano i due esponenti del governo – chi acquisterà e immatricolerà in Italia un’autovettura nuova elettrica, ibrida o alimentata a metano, si vedrà riconosciuto un contributo economico fino a 6mila euro, calcolato sulla base della co2 emessa per chilometro.
Chi, invece, ne comprerà una nuova alimentata con carburanti più inquinanti, dovrà pagare un’imposta che, anche in questo caso, sarà legata alle emissioni di co2 del veicolo: da 150 euro a 3000 euro. Per fare un esempio, la Panda, l’auto utilitaria per eccellenza, vedrebbe una tassa di 400 euro.
Su questo, a quanto pare, saranno fatti studi più approfonditi. Di Maio ha già detto di voler incontrare in costruttori. Ma mentre Salvini di tassare le nuove auto con carburanti inquinanti non ne vuole sapere, il vicepremier grillino insiste su “una piccola penale” necessaria.
(da “Huffingtonpost”)
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