ENNESIMA FARSA SULLE PROVINCE: ORA NE CANCELLANO SOLO QUATTRO
PROPOSTA PDL-LEGA DI ABOLIRE SOLO QUELLE SOTTO I 200.000 ABITANTI: PER SALVARE BIELLA E VERBANIA SI INVENTANO UNA DEROGA PATETICA: IL 50% DI TERRITORIO CON CARATTERE MONTANO…ALLA FINE RIMANGONO VERCELLI, ISERNIA, FERMO E VIBO VALENTIA, MA SE NE PARLERA’ TRA DIVERSI ANNI
Dato che l’opinione pubblica pressa sull’abolizione delle Province, una misura che farebbe risparmiare almeno 4 dei 9 miliardi che ne costituiscono attualmente il costo, il Pdl, dopo aver promesso nel programma elettorale la loro chiusura e dopo aver inizialmente inserito nella Finanziaria la abolizione di 9 amministrazioni provinciali, salvo fare prontamente retromarcia, ha presentato, in Commissione Affari costituzionali della Camera, un emendamento alla Carta delle Autonomie che rappresenta davvero un bluff penoso.
Dato che la Lega non intende mollare le poltrone ben remunerate e Bossi deve pur sistemare le fameliche truppe della padagna del magna magna, il Pdl abbozza e rimedia la solita miserevole figura.
Alla fine il progetto di tagli che due settimane fa prevedeva le province sotto i 220.000 abitanti (in totale 9) si riduce ancora, attraverso una serie di paletti simili alle matrioske.
La trovata consiste nel fissare a 200.000 il minimo di abitanti per la sopravvivenza di una provincia, purchè non sia confinante con uno Stato estero, purchè non si trovi in una regione a statuto speciale e, ultima novità , purchè non abbia il 50% del territorio con caratteristiche montane (in tal caso gli abitanti possono scendere a 150.000).
In pratica rimangono solo Vercelli (180.111 abitanti), Isernia (88.895 abitanti), Fermo (176.488 abitanti) e Vibo Valentia (167.334 abitanti).
Una sola provincia del Nord.
La cosa divertente è che si sono inventati il paletto del “50% del territorio montano” per salvare due province che interessano alla Lega: Biella e Verbano-Cusio-Ossola.
L’emendamento in commissione è stato approvato coi voti di Pdl e Lega: ora inizia un lungo iter che dovrebbe prevedere la soppressione entro due anni dall’entrata in vigore del disegno di legge e attraverso decreti attuativi del governo.
Insomma se ne parlerà tra anni, quando questo governo non ci sarà neanche più.
Nel frattempo è stato fatto uno spot che però stavolta rischia di essere anche controproducente: perchè un taglio profondo avrebbe avuto un consenso di massa, ma certi sfregi superficiali e fatti ad arte fanno solo aumentare il malumore di chi si è visto prima promettere l’abolizione di 109 province, poi di 9 e ora (forse) di 4.
Senza contare che alle prime manifestazioni di piazza e proteste locali provenienti dalla province che si vogliono tagliare, il disegno di legge finirà dimenticato in qualche cassetto del Parlamento.
Con buona pace di tutti, giullari di corte in tuta verde compresi.
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